Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: Swaggie    25/04/2012    3 recensioni
Questa storia non ha senso.
Non chiedetemi perchè lo scritta, non lo so neanche io.
Ad ispirarmi, è stata quella stanza.
Un sorriso finto ed una miriade di scuse inventate al momento.
'Tutto questo, fa parte anche del mio mondo. Voglio godermelo.'
-Ciao. Come stai ora? Mi manchi.-
Sorrise. -Ora bene. Mi manchi anche tu.-
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                                                                  Quella stanza. 



Quella stanza era diventata la sua migliore amica. 
Perché infondo, l'aveva vista ed ascoltata più di chiunque altro. 
Quella ragazza voleva solo essere capita, ascoltata. 
Era chiedere molto? 
Tutti si chiedevano perchè passasse le ore chiusa lì dentro al buio. 
Sì, buio. 
Chiudeva la porta, chiudeva il balcone, ed abbassava la tapparella. 
La faceva sentire protetta, al sicuro in qualche modo. 
Entrava nel suo mondo, dove era ciò che voleva essere, non ciò che era costretta ad essere
Lì dentro, si sfogava. 
Piangeva, urlava. O semplicemente si divertiva. Ballava, cantava. 
Faceva di tutto per dimenticare le 'orribili' giornate, ma come la luce tornava, come solcava quella soglia verso il mondo 'reale' le ricrollava tutto addosso. 
In casa c'erano continue incomprensioni. 
Le vecchie e care amiche erano lontane, se tutto andava bene una semplice e misera volta al mese riusciva a vederle. 
Quelle poche persone che erano al suo fianco non voleva trascinarle nel baratro con lei. 
Non capiva quale fosse il problema, se lei, la sua mente contorta o il fatto che avesse il mondo contro. 
Si era detta 'questa volta sarà diverso' un miliardo di volte, ma alla fine finiva sempre nello stesso modo. 
Un sorriso finto ed una miriade di scuse inventate al momento. 
La cosa più grave per lei era il fatto che in quella stanza a volte passava ore a piangere e quando usciva, nessuno si accorgeva di nulla. 
Anzi, tutti la richiamavano per ogni piccola ed insignificante cosa, continuavano ad 'attaccarla' senza capire che l'unica cosa che quella ragazza desiderava era un abbraccio, un caspita di abbraccio! 
Qualcuno che quando lei diceva 'Sto bene' la prendesse per mano, non crederesse a quella frase e la consolasse. 
Qualcuno con cui poter essere se stessa, poter vivere finalmente felice. 
E quella sera, quando le lacrime tornarono a premere forte, a spingere per uscire fuori e sul suo cuore si formava l'ennesima cicatrice, si disse 'No. Non stavolta.' 
Col dorso della mano si asciugò gli occhi umidi. 
Si alzò, e guardò il balcone che lei richiudeva sempre con cura. 
Titubante, tra le mani strinse la stoffa verde delle tende. 
Le aprì. 
Passò a quelle bianche, più sottili. 
Tirò via anche quelle. 
Prese con entrambe le mani affusolate la corda della tapparella. 
La tirò su con forza, sicurezza. 
La luce, cominciò ad entrare. 
I raggi del sole, ormai al tramonto, cominciarono ad entare nella stanza. 
La illuminarono e si adagiarono sulle pareti, disegnando arabeschi privi di senso, ma così importanti per quella ragazza. 
Faticò un po' con gli occhi a guardare l'ambiente così ma si abituò presto. 
Sciolse i capelli che aveva legato in una piccola coda e sospirò. 
Guardo il paesaggio, la cosa più bella che regalava la sua abitazione. 
Si riempi gli occhi di ciò che la circondava. 
'Tutto questo, fa parte anche del mio mondo. Voglio godermelo.' 
Uno stormo di gabbiani si udì poco lontano. 
Li guardò con un timido sorriso. 
Ritornò in camera. 
Uscì nel corridoio. 
Raggiunse il salone, si riunì alla sua famiglia. 
La guardarono e lei si sentì un po' a disagio. 
"Sei uscita finalmente." le disse la madre. 
Lei accennò un cenno col capo. 
Il suo cellulare s'illuminò come se volesse prendere vita. 
Ed era ciò che voleva fare la ragazza. 
Un paio di messaggi. 
Uno da parte di una persona che non sentiva da tanto. 
-Ciao. Come stai ora? Mi manchi.- 
E sentì di potersi confidare con questa persona, di potersi fidare. 
Sorrise. -Ora bene. Mi manchi anche tu.- 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Swaggie