Nel
Silenzio della Notte si respirava Pace. Amore.
Tutto
era tornato come prima, non c’era più nessuno da combattere, niente più
sacrifici, niente più addii e morte, nessuna sofferenza.
Era
tornato finalmente a casa, sostava all’ingresso della camera da letto, nascosto
nell’ombra e nel silenzio.
Vegeta
guardava Bulma, mentre dormiva raggomitolata, da
sola, la osservò mentre si avvicinava a lei piano, aveva sopportato tanto di
quel dolore, si distese accanto a lei pensando a quanto fosse bella, a quanto
le fosse mancata, in tutte quelle notti lontano da lei, che passava da solo al
freddo, avendo accanto soltanto il suo acerrimo nemico, ma che infondo era il
suo migliore amico. Le sfiorò una guancia, spostandole i suoi capelli turchini
dal viso, continuava a pensare a quanto male le aveva inflitto e nonostante
tutto lei continuava ad amarlo. Gli scese qualche lacrima e con le sue possenti
braccia la prese e l’abbracciò.
Lei
sentì quel profumo così familiare, quel corpo che le era stato lontano per
tanto tempo, ancor prima che si svegliasse del tutto i suoi sensi catturarono
la presenza di quelle braccia forti intorno a lei, e automaticamente
scivolarono lacrime di felicità, mentre i suoi occhi si aprivano per assicurarsi
che non fosse solo un sogno. Lo vide, la stava guardando, presa dall’ emozione
si gettò su quelle labbra e su quel corpo che non erano stati suoi per tanto
troppo tempo – Vegeta- sussurrò tra
un bacio e un altro – Mi sei mancata-
disse lui, la portò sotto di lui, continuandole a baciare le labbra morbide,
accarezzandogli l’intero corpo, stringendole i fianchi, lambendogli le gambe. Le
sfilò la maglietta , scendendo a baciare il collo fino ad arrivare al suo seno.
Fece scivolare la lingua calda, intorno al capezzolo, per poi baciarlo e succhiarlo
con tenerezza.
Per
un attimo si fermò a guardarla negli occhi, lei gli sfiorò il viso e lui
cedette a quella dolcezza, si chinò e le sfiorò con il naso il suo mento, le
labbra, poggiando le sue con delicatezza, ma il desiderio prese a bruciargli
dentro, insinuò la sua lingua fino ad incontrarsi e intrecciarsi con la lingua
di lei, le scivolò via i pantaloni e le mutandine di pizzo, premendo il suo
membro vigoroso, poteva sentire il piacere di Bulma
crescere, tanto che le sue mani gli scivolarono lungo la schiena possente di Vegeta, sfilandogli via la maglietta
levando subito dopo i pantaloni e i boxer che intralciavano il soddisfacimento
di quella voglia bramata.
Lui
sentì di nuovo quel corpo suo, mentre le loro labbra e le loro lingue si
univano, cercavano, attorcigliavano, le grandi mani le lambivano e adoravano
ogni centimetro della sua pelle, così bianca alla luce della Luna, perfetta,
profumata, - Dio quanto amo il tuo
profumo- le sussurrò all’orecchio per poi tornare a baciarla. Dolcemente cominciò
ad entrare in lei, mentre tra un bacio e un altro prendevano fiato per poi
perdersi di nuovo in quei baci, mentre spingeva in maniera ritmica e crescente;
I loro corpi avevano cominciato una danza che non avevano intenzione di
interrompere, gemevano, si chiamavano, si guardavano, cambiavano l’andamento di
quel gioco, in quel momento la loro fantasia era altamente stuzzicata. Prima era
lui che la possedeva, adesso era lei su di lui, che si muoveva sopra quel
vigoroso corpo, e poi di nuovo lui, prendendola e accostandola al muro, la
differenza di calore tra corpo e parete, le provocò un brivido di piacere,
continuando a congiungersi in quell’abbraccio di gradito.
Ma
quell’amplesso stava raggiungendo il momento più frenetico, tra gemiti e spasmi
di piacere, ma che corrispondevano anche al momento in cui tutto stava
giungendo al termine; così la rimise nel letto, lei si aggrappò alle sue spalle
con forza e passione arrivando al limite del piacere, stessa cosa face lui,
mentre il suo culmine di piacere arrivava, l’abbracciò con veemenza.
Stremati,
felici e appagati , si addormentarono così, stretti l’uno all’altro , sotto la
luce della Luna.