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Autore: Marty_Angel    25/04/2012    5 recensioni
Dal capitolo 11:
- Non lo so principessa ma se non ti va bene, ti scarico qua- sbottò sbrigativo lui. Quella subito negò con la testa e si strinse maggiormente al suo collo. Qualcosa dentro di lei, una piccola minuscola parte, la incitava a fidarsi di quel mostro e di non contraddirlo troppo se voleva sopravvivere. Ma l'avvocato Grant rimaneva sempre l'avvocato Grant.
- Comunque sappi che mi devi un Suv nuovo!- sibilò velenosa ripensando alla sua povera macchina ridotta ormai simile ad una sottiletta. Duncan non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
Genere: Erotico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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scary 2

Alejandro osservava perplesso i suoi tre compagni uscire dall'enorme maniero dove abitavano stabilmente da più di trecento anni. Il suo sesto senso era in allarme e una strana sensazione gli annodava le viscere, sarebbe forse successo qualcosa da li a poco? Si, conoscendoli probabilmente si, anzi no, sicuramente si. Sospirò desolato, purtroppo, come dar loro torto? Il sangue sintetico, che arrivava per lui da uno dei molteplici laboratori Burromuerto, faceva veramente schifo! Sapeva di sapone liquido mischiato a vino rosso di pessima qualità. D'altronde la loro situazione era precaria, odiava ammetterlo ma era così e non potevano di certo permettersi dei lussi. La guerra che imperversava tra i vampiri e gli angeli si protraeva fin dai tempi più antichi e li stava pian pian estinguere ma, per la miseria, che poteva farci? Niente e poi, in fondo, amava combattere contro quegli stupidi uccelli bianchi! Inutili e stupidi esseri tanto quanto gli umani! Ancora non riusciva a capacitarsi del perché la loro specie mortale fosse quella dominante. Erano inferiori, dementi e senza un briciolo di cervello eppure... eppure gli Angeli non si facevano scrupoli nel proteggerli!

Il viso dell'uomo di chiare origine ispaniche si contrasse in una smorfia di disgusto mentre incrociava le braccia al petto.

- Ehi Alejandro perché non ti togli dalle palle visto che sei in mezzo ai piedi?- una voce tagliente come il rasoio lo fece voltare di scatto. Davanti a se c'era una donna dai tratti orientali, il fisico perfetto, i capelli lunghi e neri che lo osservava con aria di sfida, mostrando i canini che spuntavano leggermente dal labbro superiore.

- Ehi chica, dovresti usare un pò più di rispetto nei miei confronti, che dici?- chiese lui ammirandola in tutta la sua bellezza. Sul viso della vampira si dipinse un'espressione completamente beffarda e incurante del fatto di avere di fronte uno dei più potenti vampiri del terzo millennio.

- Rispetto per un individuo come te? Piuttosto mi faccio catturare spontaneamente da quelli la- come sempre Alejandro si stupì di fronte alla sua audacia, pochi erano in grado di rispondergli così, meno ancora coloro che erano sopravvissuti per raccontarlo. Stranamente non mosse un dito e si limitò a fissare i suoi occhi grigio perla perché, odiava ammetterlo, ma non sarebbe riuscito a torcerle un solo capello.

- Heather, per quanto ancora ti opporrai a me?- domandò sebbene questa domanda glie l'avesse rivolta più e più volte, ottenendo sempre la solita risposta che lo mandava gentilmente al diavolo. Le si avvicinò con passo sensuale fino a fermare il proprio viso a pochi centimetri dal suo, riuscendone a cogliere i minimi particolari e sfumature.

- Avvicinati ancora una volta a me così e giuro che ti fracasso i coglioni- sussurrò lei con tutta calma mentre la sua immagine cominciava ad annerirsi per poi sparire lasciando soltanto una piccola nebbiolina nera che galleggiava pigramente nell'aria.

Alejandro rimase li a fissare il punto in cui era sparita, immerso nei propri pensieri. Perché non riusciva a tenerla a bada nonostante la sua potenza? Perché continuava a trattarlo così?  Perché era così dannatamente attraente?!

- Sono passati più di cento anni, basta rancore...- mormorò alzando gli occhi al cielo conscio dell'ipocrisia della sue parole, prima di dirigersi fuori e ammirare la luna che risplendeva alta nel cielo.


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- Ho detto che si prende la mia macchina!- ringhiò Duncan scoprendo le zanne.

- Quella caretta più dei venti all'ora non fa! Saremo da Jimmy all'alba!- ribattè Scott in posizione di attacco e pronto ad aggredire il proprio compagno.

- Se non la smettete, giuro che vi stacco la testa! Si prende la mia e punto, se oserete ribattere ve la vedrete personalmente con me e i miei pugni!- urlò esasperata Jo tirando fuori le chiavi della sua Honda Civic nera. Subito i due vampiri tacquero sapendo bene che era meglio non far infuriare la loro compagna: aveva una forza mostruosa, in grado di farle sollevare fino a due camion di 10 tonnellate.

- Almeno fa guidare uno di noi due!- sbottò il punk guardandola di striscio mentre entrava nella vettura.

- Salite e state zitti: volete bere questa sera o no? E allora muovete il culo!- ordinò imperiosa la ragazza, detta anche Calamity per il suo carattere scontroso, mettendo in moto e aspettando che i due salissero. Appena lo fecero, partì con una sgommata facendo sobbalzare il motore ancora freddo del veicolo.

- A guidare fai pena...- borbottò Scott guardando fuori dal finestrino le luci della città che scorrevano veloci. Dio solo sapeva da quanto tempo non bevevano sangue vero! Erano arrivati al limite e poi, oltre a tutto questo, c'era anche la voglia di una sana scopata! Era risaputo che i vampiri quando bevevano potevano far si che fosse una cosa stupenda per chi ne beneficiava, al contrario, negli scontri o in qualsiasi altra occasione, diventava un'esperienza dolorosissima tanto che era preferibile la morte ad essa ma quella sera non rientrava di certo nel caso sopracitato!

- Siamo arrivati- annunciò la ragazza dopo pochi minuti parcheggiando la macchina tutta storta e completamente fuori dalle strisce. Davanti a loro si stagliava un'enorme edificio bianco da cui usciva musica rock a palla e luci colorate, con una fila di persone che attendevano di entrare mentre un'enorme scritta a neon lampeggiava riportando il nome del locale: Jimmy's Kingdom. Appena il buttafuori se li trovò di fronte, subito li riconobbe, si fece da parte senza indugio per agevolare il loro accesso e provocando urla di proteste tra chi attendeva da più di un'ora.

- Allora ci vediamo qua alle 4 del mattino e non provate a fare cazzate o vi uccido!- esordì Jo prima di immergersi tra la folla composta da corpi di mortali che urlavano e danzavano come scatenati. I due ragazzi si guardarono un pò negli occhi, prima di alzare le spalle contemporaneamente e sparire uno dalla vista dell'altro.

Jo osservava guardinga i soggetti intorno a se, valutando attentamente la sua prossima preda. Voleva un uomo forte, con un bel fisico, che avesse il sangue assolutamente irresistibile così da poter soddisfare la sua sete. Dopo poco ne trovò uno che soddisfava tutti i suoi requisiti: un ragazzo di origini forse senegalesi, con spalle larghe quanto un armadio, i muscoli perfetti, i capelli praticamente rasati e un grosso tatuaggio sulla spalla sinistra, sedeva compostamente su uno dei divanetti presenti. Calamity si leccò le labbra inumidendole, divertita dalla situazione che si sarebbe creata da li a poco. Anche se era a qualche metro di distanza e con migliaia di odori che la potevano confondere, si concentrò sul suo, assolutamente più appetibile degli altri.

Pochi secondi dopo il ragazzo di colore, sentendo chiaramente due occhi magnetici fissarlo insistentemente si girò e la vide: una ragazza dalla carnagione pallidissima, cadaverica quasi, con due occhi viola a calamita e un fisico palestrato lo stava osservando con un leggero sorrisetto strafottente. Subito si sentì accaldato e su di giri, c'era qualcosa che lo attraeva in quella tipa e non di certo era per la sua bellezza! Aveva intorno a se un alone di mistero, di trasgressione, di lussuria che lo stava portando a fare sogni poco casti su Jo, così decise di avvicinarsi e abbordarla.

- Ehi piccola, posso offrirti da bere?- le chiese con la sua voce più sensuale mentre le avvolgeva un braccio intorno al collo.

- Si e credo che un malibù vada benissimo- rispose lei voltandosi verso il bancone per ordinare. Il barista preparò il cocktail a tempo record e li porse alla bionda, stregato pure lui dal suo fascino.

- Allora bella, come ti chiami?- continuò il ragazzo mentre sorseggiava la sua bevanda.

- Jo. Senti qua c'è veramente troppo casino, ci spostiamo in un privè?- domandò Calamity con un sorriso accattivante. Il suo compagno aprì gli occhi sorpreso: ancora meglio del previsto!

- Ma certo! Lord non si tira mai indietro!- esclamò lui gonfiando il petto muscoloso e seguendola al piano di sopra.

Dopo aver girato un poco, trovarono finalmente una stanza libera e come due ladri si intrufolarono al suo interno, senza far rumore.  Appena chiusero la porta, Jo si avvicinò alla sua preda e senza preavviso lo baciò sulle labbra mentre passava lascivamente le mani sulla sua schiena. Il ragazzo non aspettò altro, cominciò a levarle la maglietta e slacciarle i jeans aderenti.

- Spero che non ti dispiaccia se conduco il gioco io, che ne dici?- chiese sensuale Jo spingendolo contro il letto e sedendosi a cavalcioni sul suo basso ventre.

- Oh ma che brava gattina che abbiamo qua!- sghignazzò quello convincendosi che avesse fatto la scelta migliore della sua vita.

- E spero anche che ti piaccia il sesso un pò spinto- continuò lei togliendogli definitivamente i boxer.

- Non c'è problema- replicò lui eccitato come non mai in vita sua. La bionda si chinò sfiorandogli l'orecchio con il naso per poi sussurrare.

- Perfetto...- una sola, semplice parola prima di affondare i canini, allungati a dismisura in quel momento, nel collo dell'uomo e facendolo gridare di piacere prima di farlo sprofondare in una specie di coma orgasmico.

Jo si rialzò dopo due ore di sesso sfrenato, guardando con sufficienza il ragazzo sotto di se, stravolto dalla fatica.

- Wow piccola non credevo che fossi così... beh, caparbia!-  esclamò Lord asciugandosi il sudore sulla fronte e guardandola ammirato. Nonostante un piccolo bruciare al collo, il suo piacere era stato tale da non essersi neanche accorto di quello che aveva fatto la vampira. La vide alzarsi e allontanarsi senza dire una parola, lasciandolo sfinito e nudo sul letto senza che potesse aggiungere altro.

Scott osservava indifferente la ragazza dai lunghi capelli ricci e castani accanto a se che sonnecchiava tranquillamente come una gatta morta. Solita femmina ingenua che era caduta vittima del suo fascino, solita scopata, solita bevuta! Solito tutto per la miseria! Mai niente di così eclatante! Perché trovava quelle azioni così noiose seppur le bramasse con tutto se stesso? Ogni volta si eccitava all'idea di nutrirsi, fare l'amore con una tipa, farle raggiungere l'apice del piacere più grande della sua vita, per poi abbandonarla. Quando finiva però, si rendeva conto che era tutto scontato, niente cose straordinarie, il solito semplice orgasmo che non lo soddisfava mai abbastanza. Bah, Duncan lo definiva spesso uno dai gusti troppo difficili ma lui era un tipo raffinato, non poteva farci niente, era nella sua natura. Si alzò, si rivestì e guardò per un ultima volta quella mora dal volto tanto anonimo sdraiata sul letto. Forse se ne accorse perché si svegliò di scatto e lo guardò interrogativa.

- Dove vai?- chiese con espressione imbronciata. Scott scrollò le spalle e fece per aprire bocca quando un rumore particolarmente familiare catturò la sua attenzione. Sebbene per un comune mortale, non sarebbe stato possibile captarlo per via del frastuono che proveniva da sotto, per il vampiro fu facilissimo così il rosso si avvicinò alla finestra e guardò di sotto, sapendo già cosa stesse accadendo.

- Merda- sibilò mentre usciva a velocità della luce dal privè per correre di sotto. Duncan, stupida testa di cazzo che non era altro!

Uscì dal retro e si trovò di fronte uno spettacolo agghiacciante: il punk era  in piedi con il volto insanguinato, gli occhi rosso fuoco, le zanne scoperte e lunghe e ai suoi piedi un uomo sui trenta anni giaceva senza vita con gli occhi spalancati e vitrei. Il collo era aperto in due ma non c'era traccia di sangue da nessuna parte, l'aveva bevuto tutto il verde.

- Porca troia! Che cazzo hai fatto?!- ringhiò furioso Scott avvicinandosi al cadavere per controllare se, per miracolo, ci fossero ancora segni vitali.

- Senti non è colpa mia! Stavo scopando con una ragazza, sono sceso, questo qua mi è venuto incontro e ha cominciato a coprirmi di insulti dicendo che mi ero fatto la sua tipa! Poi mi ha tirato un pugno ma credo si sia slogato una mano!- ridacchiò divertito il vampiro facendo tornare il suo aspetto normale.

- Tu sei scemo altro che! Guarda che disastro hai combinato- urlò il suo compare cominciando a passeggiare avanti ed indietro nervosamente.

- Ah beh, se è per questo mi ha visto un signore che passava e credo sia corso a sporgere denuncia- sbottò noncurante quello mentre posizionava il cadavere contro la parete del vicolo piccolo e buio dove si trovavano.

- Ti dovrei uccidere io per questo! Porca merda niente più sangue umano! Cazzo a te Duncan! Forza usciamo e andiamo alla macchina, aspetteremo Jo la- disse il rosso rientrando dentro seguito a ruota dal suo amico, senza curarsi della corpo senza vita dietro di loro che li guardava con uno sguardo sofferente dipinto sul viso.

- COSA?! Duncan tu vuoi morire tra le mie grinfie!- gridò Jo partendo a razzo con la povera macchina appena apprese ciò che era successo.

- Senti, lo so che ho fatto una cazzata ma nessuno mi può insultare! Tanto meno un mortale!- si difese pacatamente il vampiro scrollando le spalle.

- Al ci ucciderà! Se qualcuno ti ha riconosciuto ci sarà un processo e dovremmo chiamare nuovamente quelle la...- sbottò sottolineando le ultime due parole con disprezzo totale.

- Ah dici? A me non dispiace!- rise divertito il punk imitato a ruota da Scott.

- Non dirlo più, soprattutto di fronte agli altri, o ci ritroviamo ancora più nella merda di quanto non lo siamo già- concluse Jo passando con il rosso noncurante dei richiami degli altri automobilisti e della polizia che da più di mezz'ora li stava inseguendo con tanto di sirene accese.


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Bridgette, con accanto suo marito Geoff, bussò discretamente alla porta della camera della loro figlia.

- Avanti- una vocina sottile e limpida li accolse, invitandoli ad entrare. I due si pararono di fronte a una ragazzina, con gli occhi chiusi, le gambe incrociate,i lunghi capelli biondissimi quasi bianchi, un maglioncino verde bottiglia addosso e seduta comodamente sul letto.

- Sapevo che eravate voi, ho sentito le vostre aure arrivare- annunciò quella alzando finalmente le palpebre e rivelando un paio di occhi color cobalto, assolutamente unici nel suo genere.

La ragazza sospirò: sua figlia aveva questo potere strano, quello di leggere l'anima di una persona. Sapeva cosa pensava, cosa provava, senza bisogno di sfiorarla o vederla. Un dono prezioso per la loro battaglia, un'arma letale se vogliamo dirla tutta ma era così piccola, non poteva combattere contro quei barbari ignobili! I coniugi speravano con tutto il cuore che il giorno della sua entrata in questa guerra fosse il più lontano possibile ma...

- So già cosa pensate e si: voglio entrare nelle vostre prime file- annunciò Dawn squadrandoli dalla testa ai piedi.

- Ascolta tesoro, ti conosco troppo bene: tu odi la violenza. Cosa stai tramando?- le chiese suo padre sedendosi di fianco a lei.

- Niente papà...- mormorò lei tormentandosi le mani nervosa. A Bridgette questo gesto non sfuggì così disse:

- Dawn non hai mai mentito, non cominciare a farlo proprio ora- la costrinse ad alzare il viso e a guardarla dritto negli occhi. Vide il dubbio farsi strada per poi abbassare lo sguardo verso il suolo.

Dawn odiava mentire ai propri genitori, la faceva sembrare sporca e vigliacca quindi decise di vuotare subito il sacco per tenere a bada la propria coscienza.

- Va bene, ho un piano per far cessare questa stupida guerra. Voglio avvicinare uno di loro, ci parlerà e capirò, leggendogli l'aura, come risolvere il problema degli umani. Voglio far capire loro che è possibile una convivenza con i mortali, così tutto questo finirà! So che non sarà facile perché sono dei testardi ma ho dei buoni poteri psichici e poi la violenza non è mai la soluzione giusta! Perché non proviamo a dialogare, a...- il suo discorso fu interrotto dalla voce dura di suo padre.

- Basta così Dawn. I tuoi intenti sono nobili e ciò ti porta rispetta ma tu non hai idea di che razza di individui sono i vampiri! Sono esseri spietati, senza pietà, uccidono alla minima provocazione! Non sei assolutamente in grado di tenere testa ad uno di loro!- scattò su il biondo alzandosi.

- Tuo padre ha ragione. Guarda che fine ha fatto Brick... eppure era il migliore del corso ma è bastato una piccola battaglia per farlo finire in infermeria. Non vogliamo perderti quindi siamo costretti a proibirti di uscire di qua per non farti commettere pazzie- annunciò sua madre con tono dolce con una nota dura sullo sfondo.

- No! Mamma, papà dovete fidarmi di me! Non sono più una bambina! Posso farcela!- cercò di controbattere la loro figlia.

- Cosa stai dicendo che non sai nemmeno volare! No, la questione è terminata- concluse senza possibilità di replica Geoff lasciando le due a discutere. Dawn trattenne il fiato a quella cruda verità: già, l'unico angelo al mondo che non riusciva a volare. Aveva provato in tutti i modi, aiutata dai suoi genitori, dagli istruttori ma niente... qualcosa la bloccava e non sapeva cosa di preciso. Forse l'altezza, forse la paura di per se, non riusciva ad individuarne la causa.

- Scusalo, è ancora scosso per quello che è successo a Dj, se lo vede morire davanti ogni notte ed è diventato più protettivo. Ascolta Dawn, anche a me non piace la violenza, odio dover uccidere, se posso non lo faccio quasi mai e... credi che non abbiamo già provato a trovare un punto di accordo? Non c'è stato verso, quindi, per ora, non ci resta che continuare su questa strada per quanto essa sia brutta. Vai a dormire amore mio e non pensare più a questa brutta storia. Domani se ho due minuti proviamo di nuovo a volare che dici?- domandò baciandole la fronte prima di lasciarla tra i suoi pensieri e seduta nello stesso modo in cui l'avevano trovata.

Dawn osservò la porta chiusa con insistenza: perché nessuno riusciva a capirla? Perché nessuno credeva in lei? Perché non riusciva a volare?! 

Cercò di non pensarci più o le sarebbe scoppiata la testa, si sdraiò sul letto decisa come non mai a portare a termine il suo piano: quella guerra doveva finire e lei doveva fare qualcosa per far si che ciò accadesse.





Angolo autrice:

Ehila gente, come va? ^^

Duncan: Malissimo

Scott: Concordo...

Oh e come mai?

Duncan: Abbiamo letto il capitolo e indovina?

Non mi dire fa schifo? -.-

Scott: Come sei intelligente XD

Grazie beh, finalmente ho aggiornato l'importante è quello!

Duncan: No per niente!

Vabbè se il capitolo, a discapito di questi due, vi è piaciuto meglio fatemelo sapere ^^ un bacione a tutti ^^


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