Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |       
Autore: All my Darkness    26/04/2012    14 recensioni
...presa da un impeto improvviso poggiai la mia mano sulla sua, fermamente ancorata al volante. Si voltò di scatto, puntando i suoi occhi nei miei, e rabbrividii: una luce folle, pericolosa, furiosa li illuminava, mentre si sottraeva con rabbia al contatto, lasciandomi con la mano a mezz'aria dallo stupore.
- Hai avuto un bel viaggetto, recuperato tuo fratello sano e salvo e passato un po' di tempo con il vampiro cattivo, ora puoi andartene e lasciarmi in pace. Contenta, piccola Katherine?- sibilò, con il tono di voce più crudele che gli avessi mai sentito, perforandomi con lo sguardo.
Piccola Katherine. Quelle due parole mi trafissero l'anima, mentre sentivo già lacrime bollenti formarsi inesorabilmente tra le ciglia. Tremai.
- Sparisci.- ribadì, avviando già la macchina.
- Damon...- sussurrai, ingoiando le lacrime.
- Sparisci!- gridò, sporgendosi ed aprendomi seccamente la portiera con una spinta della mano.
Corsi fuori dalla macchina, mentre lo sentivo già ingranare la marcia e partire al massimo della velocità: le ruote stridettero sulla ghiaia mentre in meno di un secondo scomparve dalla mia vista appannata dalle lacrime.
Genere: Erotico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ll Ciao a tutti! Eccomi quì con una nuova fan-fiction Delena che spero possa piacere! Ringrazio in anticipo tutti coloro che leggeranno, se volete fatemi capire tramite recensioni se è passabile o se devo ritirarmi già da ora.
Causa scuola dovrò aggiornare ogni due-tre giorni, a meno che non avrò un lampo di genio creativo e mi porterò avanti con i capitoli.  Se volete leggere qualcos' altro di mio, ho scritto How could  I not love you, Damon? sempre su TVD.
Comunque, un bacio e buona lettura! :)


Pov Elena


Lessi il cartello Benvenuti a Mystic Falls, trattenendo un moto di sollievo: la pioggia e il vento continuavano a sferzare l'asfalto, mentre cercavo in tutti i modi di guardare fuori dal finestrino, e non verso lo sguardo color ghiaccio che sentivo trafiggermi da molto, da quando eravamo saliti in macchina. Damon guidava in silenzio accanto a me, stringendo forte, troppo forte, il volante e Jeremy forse si era addormentato, o forse no, non mi arrischiavo a controllare. La tensione nell'abitacolo era così palpabile, che mi sembrò di tornare a respirare quando finalmente l'auto accostò davanti casa nostra: Jeremy scese sbadigliando, io esitai, ancora seduta.
- Fate pure con comodo.- disse mio fratello, piccato, mentre in un attimo percorreva il vialetto di casa e si fiondava dentro, lasciandoci inevitabilmente soli.

Arrossii, pensando di incrociare finalmente quegli occhi che per così tanto tempo mi ero così preoccupata di evitare: Damon però guardava dritto davanti a sé, immobile. Non faceva freddo, perlomeno non lì dentro, ma sentii comunque un brivido attraversarmi la schiena.
- Scendi dalla macchina e vattene, Elena.

Sussultai, nel sentire la sua voce fredda colpirmi come uno schiaffo. Sbattei le palpebre più volte, incredula.
- Che cosa?

- Ho detto scendi dalla macchina e vattene. Andare via, lasciare un luogo, prendere un'altra strada. Sparisci.

Cercai invano il suo sguardo, ma non lo trovai.
- Damon...

Non rispose: presa da un impeto improvviso poggiai la mia mano sulla sua, fermamente ancorata al volante. Si voltò di scatto, puntando i suoi occhi nei miei, e rabbrividii: una luce folle, pericolosa, furiosa li illuminava, mentre si sottraeva con rabbia al contatto, lasciandomi con la mano a mezz'aria dallo stupore.
- Hai avuto un bel viaggetto, recuperato tuo fratello sano e salvo e passato un po' di tempo con il vampiro cattivo, ora puoi andartene e lasciarmi in pace. Contenta, piccola Katherine? - sibilò, con il tono di voce più crudele che gli avessi mai sentito, perforandomi con lo sguardo.

Piccola Katherine.
Quelle due parole mi trafissero l'anima, mentre sentivo già lacrime bollenti formarsi inesorabilmente tra le ciglia. Tremai.
- Sparisci.- ribadì, avviando già la macchina.

- Damon...- sussurrai, ingoiando le lacrime.

- Sparisci!-
gridò, sporgendosi ed aprendomi seccamente la portiera con una spinta della mano.
Corsi fuori dalla macchina, mentre lo sentivo già ingranare la marcia e partire al massimo della velocità: le ruote stridettero sulla ghiaia mentre in meno di un secondo scomparve dalla mia vista appannata dalle lacrime.
Caddi seduta sullo scalino del portico, notando solo in quel momento che ero fradicia dalla testa ai piedi, ma non me ne curai: mi presi il viso tra le mani e chiusi gli occhi, lasciando che i ricordi mi inondassero la mente. Mi pareva di sentire ancora le sue mani accarezzarmi con dolcezza e bramosia crescente mentre le nostre labbra combaciavano e lo stringevo a me, per un momento beatamente incurante di tutto e di tutti: avevo dimenticato chi ero, la mia storia, sentivo solo il suo calore e il suo profumo fondersi con il mio e non volevo che finisse.
Ma era finito. Era finito tutto.

Non lo so.
Quanta sincerità, e quanta meschinità allo stesso tempo era celata in quelle tre parole?
Non toccarla! L'eco della sua voce continuava a risuonarmi nelle orecchie, mentre per l'ennesima volta mi proteggeva, nonostante tutto.
Ma era vero? Non lo sapevo, o non
volevo saperlo? Avevo paura. Paura delle conseguenze, dei giudizi degli altri, dei cambiamenti, di tutto. Non lo so.
Piccola Katherine. Un altro singhiozzo mi scosse, mentre le lacrime continuavano a cadere, lente e inesorabili. Sentivo uno squarcio irreparabile nel petto continuare a pulsare, una ferita profonda: non avevo mai pianto così, non avevo mai sentito il cuore così straziato, e me ne sorpresi. Avevo perso i miei genitori, ero stata vittima di rapimenti, sacrifici, spettatrice di innumerevoli omicidi, eppure non ero mai crollata così, e soprattutto non avevo mai sentito quella strisciante sensazione di senso di colpa e vergogna che mi attanagliava lo stomaco. Di solito era colpa degli altri se stavo male, dell'ibrido, della morte o del vampiro di turno, non mia. Questa volta era diverso.
Era tutta colpa mia.

E' finita. Non voglio vederti, non voglio stare con te. Queste erano le parole con cui Stefan mi aveva lasciata, non le avevo dimenticate, ma ciò che avevo provato in seguito non era neanche paragonabile alla sofferenza che sentivo in quel momento.
Damon mi aveva fatto dimenticare tutto.
Ma ora non avrei avuto più nessuno.
- Entra, Elena. Sei fradicia, ti prenderà qualcosa.- Jeremy esitava alla porta, guardandomi preoccupato. Mi alzai di scatto ed entrai in casa e, senza dire una parola, lo abbracciai, singhiozzando.

- E' per Damon, vero?

Non c'era irritazione o rabbia nella sua voce, solo rassegnazione e dispiacere. Mi scostai e mi asciugai le lacrime.
- Sì.- risposi, voltandogli le spalle e salendo piano le scale.



Pov Stefan


Sentii la porta di casa aprirsi e il passo lento e familiare di mio fratello varcare la soglia. Alzai lo sguardo da Moby Dick per incontrare il suo: sembrava stravolto, completamente prosciugato. In un attimo mi alzai e gli fui davanti.
- Cos'è successo?- domandai.
- Piano fallito, come al solito, viaggio tranquillo e poco traffico. Niente da evidenziare.- rispose, con il solito tono sarcastico che stonava completamente con la sua espressione afflitta. Fece per scansarmi ma lo bloccai.
- Elena?- continuai, cercando invano di catturare il suo sguardo sfuggente.
- Intendi la doppelganger di Katherine? Oh, sta bene, magari un po' stanca, ma che vuoi farci. -
In quel momento mi avvicinai, e sentii stranamente un altro profumo che conoscevo benissimo mescolato a quello secolarmente familiare di mio fratello.
Capii tutto, e in meno di un secondo lo sbattei con forza contro il muro, bloccandolo: alcuni quadri appesi alla parete caddero per l'impatto.
- Dimmi cos'è successo. Ora!- gridai, a pochi centimetri dal suo viso.
- Quello che succede sempre, solo che stranamente ha preso lei l'iniziativa. Comunque puoi stare tranquillo, il suo essere Petrova si fa avanti sempre nei momenti sbagliati. Ora è il tuo turno, immagino, non so se ha una lista. -
Si liberò dalla mia presa e mi guardò, fulminandomi.
- Non può andare avanti così.- dissi, prendendo a camminare avanti e indietro al centro del grande soggiorno.
- Chissà perchè, ho come un
deja vu.
- Sono serio, Damon.
- Anch'io.
Ci scrutammo per quella che parve un'eternità.
- Comunque, ho preso una decisione.- disse poi, ad un tratto. Si avvicinò alla vetrina e ne afferrò una bottiglia di cristallo colma di liquido ambrato: versò il contenuto in un bicchiere e se lo portò alle labbra, prima di continuare.
- Me ne vado, Stefan. Non ho più motivi per restare quì, dopo stasera.
Spalancai gli occhi. - Che cosa?- domandai, incredulo.
Bevve l'ultimo sorso e posò il bicchiere, guardandomi.
- Mi riconosci, Stefan? Puoi leggere almeno parte di quello che provo nei miei occhi? Non posso continuare a ridurmi così. E' diventato un gioco che mi sta uccidendo.
- E cosa concluderai, andandotene?
Alzò le spalle, appoggiandosi alla parete.
- Magari apprezzerà l'assenza, visto che la presenza non le piace abbastanza.
Esitai. - Non puoi andartene... sei importante per lei. Crollerebbe.- ammisi, amareggiato.
Mi trafisse con lo sguardo. - Non è questo che vuoi? Averla tutta per te e poterla riconquistare? Al posto tuo non mi lamenterei. -
Rimasi in silenzio per un po', punto nel vivo.
- Dove hai intenzione di andare?
Si concesse un altro bicchiere di bourbon prima di rispondere. - Non lo so. Lontano da quì.-
Detto questo afferrò la giacca di pelle dal divano e mi fece un cenno con la mano.
- Ci si vede, fratellino.
- Lei ti ama.
Rimase fermo alla porta.
- Non abbastanza.- rispose, la voce completamente spezzata.
- Sì, invece. E non sai quanto mi costa ammetterlo, ma è la verità. Se te ne vai ora... a cosa sarà valso tutto ciò? - fissai il fuoco che ardeva nel caminetto.
Si voltò di scatto e fu di nuovo davanti a me. - Come mai tutto questo spirito di sacrificio? Che c'è, hai pietà per il tuo povero fratello respinto?
Lo guardai negli occhi. - Mi sto solo comportando da uomo, cosa che non ho fatto nel 1864, con Katherine.-
Sembrò colpito da quella affermazione, ma non reagì come mi aspettavo.
- Mi dispiace, Stefan. Almeno tu non le farai del male.- disse, affranto, lanciandomi un ultimo sguardo, prima di sparire.







  
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: All my Darkness