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Autore: _Abigail_    26/04/2012    3 recensioni
Riflessioni/flusso di coscienza post 3x17.
Kurt si trova sopraffatto dalla paura e dalle responsabilità del futuro che sta per affrontare.
E sopraffatto dall'amore per Blaine.
«Ti rendi conto di essere cresciuto, e ti senti in colpa per questo.»
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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» It's time to try defying gravity.

La verità è che non sono pronto per tutto questo.
Sta accadendo troppo, troppo in fretta. Quelli che erano sogni, progetti, quel genere di fantasie che sembrano destinate a restare eternamente lontane, si stanno materializzando davanti ai miei occhi, offrendomi l'opportunità di spiccare il volo.
Sono arrivato a quel momento della mia vita in cui tutti i nodi vengono al pettine. Devo decidere cosa fare della mia esistenza, devo mostrare il mio coraggio, devo dimostrare di meritare un'entrata in scena in grande stile nel mondo degli adulti.
Per diciotto anni questo è stato il mio sogno: un palcoscenico, la possibilità di essere me stesso, delle emozioni da trasmettere.
Ma ecco che, arrivato al punto in cui la mia vita è pronta a cambiare, io non lo sono. Le emozioni sono troppe, Dio, troppe.
E io ho solo la forza di piangere.

In questi quattro anni tutto è cambiato. E rendersene conto fa tremendamente paura.
Quattro anni fa non ci avrei mai creduto. Se qualcuno mi avesse detto “sai, troverai la tua strada, le persone ti ameranno per quello che sei, il tuo talento verrà riconosciuto, ti trasferirai nella città dei tuoi sogni e sarai finalmente libero di camminare a testa alta”, io non ci avrei creduto. Probabilmente avrei riso, cercando di nascondere il mio terrore, la paura di non realizzare mai gli unici sogni che un giorno mi avrebbero potuto rendere felice.
Ed ora eccomi a un bivio. Un passo troppo lungo da fare, un salto terrificante. Perché arrivare a un passo dal tuo più grande obiettivo fa paura. Atterrisce, terrorizza, mozza il respiro. La posta in gioco è troppo alta, il cuore batte troppo forte, ed arrivi a implorare di poter tornare indietro nel tempo, a crogiolarti nell'insicurezza e nell'autocommiserazione.
Ti rendi conto di essere cresciuto, e ti senti in colpa per questo.
Mi guardo allo specchio e vedo il tempo che è passato. Sono più alto, le mie guance sono più scavate, i miei occhi sono un po' più profondi. Il gilet è più raffinato, i pantaloni più attillati.
Mi guardo allo specchio e vedo l'uomo che non mi sono reso conto di essere diventato.
Il Kurt Hummel di quattro anni fa non esiste più. È maturato, ha imparato, ha combattuto, ha amato, è diventato la persona che è ora.
Una persona che in questo momento vorrebbe solo affondare il viso nel petto di sua madre e chiedere aiuto.
Mamma, dove sei? Mamma, ti prego, aiutami.
Papà in questi anni è stato incredibile. Mi ha accettato, supportato, difeso, ascoltato. Ma ora è lui ad avere bisogno di me. Devo lasciarlo da solo... Solo con i suoi ricordi, solo in una casa sempre più vuota. Ti prego, mamma, ti supplico... Da lassù stagli vicino, e aiuta Carole a renderlo un uomo felice. Perché quando sarò lontano senza di te non ce la farà. Ti prego, mamma. Ti prego.

Sto precipitando. In quello che dovrebbe essere il momento più felice della mia vita, io sento il cuore implodere. Come sono arrivato fin qui? Come posso ritrovare me stesso?
New York mi aspetta. E io sono qui, nascosto nelle mie paure, senza la forza di muovermi. Fuori c'è un mondo intero pronto ad acclamarmi o a distruggermi, e io non sono poi così sicuro di voler rischiare.
Blaine, dove sei? Ho bisogno di te. Vieni qui e giurami che tutto andrà bene, che tutto quello che sto vedendo nero come la notte nasconde in realtà colori splendenti.
Vieni qui e ricordami per cosa vivo.
Dio, Blaine. Non voglio che tu mi veda così.

Questo ragazzo meraviglioso è apparso dal nulla e ha dato un senso a ogni cosa. Certe volte mi chiedo cosa sarei ora se non lo avessi mai conosciuto.
E preferisco non darmi una risposta.
Blaine mi ha salvato. Blaine ha preso in mano il mio cuore stretto, crepato, e lo ha modellato fino a farlo battere come mai aveva fatto.
Io per Blaine darei la vita. Ed è una consapevolezza che fa paura.
È per questo che non glielo dirò mai. Non gli svelerò mai dove arriva il mio amore per lui.
Prima di tutto perché non esistono parole in grado di esprimere tutte le emozioni che mi provoca un suo solo sorriso. E poi perché lo spaventerei. Capire quanto il mio amore per lui è grande, profondo, perfino doloroso... Sarebbe troppo. Fuggirebbe terrorizzato.
E io non posso immaginare un solo secondo della mia vita senza lui al mio fianco. Il mondo diventerebbe solo una vertigine, un incubo di quelli che opprimono la testa, di quelli che ti fanno svegliare con le guance rigate di lacrime.
«Tu sei l'amore della mia vita, Kurt».

L'unico pensiero che si è formato nella mia mente è stato Dio, se davvero ci sei, uccidimi. Uccidimi ora. Perché è un'emozione troppo forte, troppo devastante da gestire. E morire di gioia non sembra così male. Morire per il troppo amore. Morire nel momento più felice della propria esistenza.
Non è vero che non stavo pensando alla nostra separazione. Quel pensiero mi perseguitava allora e continua a farlo, gettandomi nello sconforto. Semplicemente, mentivo. Preferivo non ammettere nemmeno a me stesso quello che effettivamente stava e sta succedendo.
Mentivo per non sentirmi strappare il cuore dal petto. Per non rendermi conto di quanto la scelta tra i due miei più grandi amori fosse difficile.
Lui per me ha rinunciato a tutto. Ha cambiato scuola, ha lasciato i suoi amici, ha affrontato il suo passato. E ora lo sto abbandonando.
Blaine, chiedimi di non farlo. Chiedimi di restare, e lo farò. Lo farò, perché ti amo più di qualunque palcoscenico, più di qualunque sogno utopico.
Ma so che non lo farai. Non lo farai perché, per qualche motivo che trascende ogni tipo di logica e buon senso, il fato ti ha portato ad amarmi. Non Sebastian né nessuno di quei meravigliosi ragazzi che avresti potuto avere con un solo schiocco di dita.
Proprio me... Questo patetico, stupido Kurt Hummel che trema di paura per qualcosa che nemmeno conosce. Qualcosa che, nascosto sotto l'etichetta di “futuro”, forse sembra molto più spaventoso di quanto non sia.
O forse no.
Ma potrebbe essere meglio così. In fondo è giusto, è sensato. La vita ci sta sottoponendo ad una prova, e noi la supereremo insieme. Crescere vuol dire anche questo, no? Camminare mano nella mano e lottare perché le nostre dita rimangano intrecciate per sempre, nonostante tutto e tutti.

E quindi vieni qui, Blaine, e riporta la pace. Rendimi schiavo del tuo profumo, avido del tuo tocco; rendimi ancora una volta partecipe della creatura meravigliosa che sei. Mostrami che tutto va bene, che qualunque cosa succeda la Terra continuerà a girare, il Sole a illuminare i prati. Dimmi che mi ami e che non mi lascerai mai.
Perché io non lo farò, Blaine. Io non ti dirò mai addio.
Perché
tu sei l'amore della mia vita.
Sei tutto ciò che ho.
New York mi aspetta, e io non la farò attendere. Lo faccio per me, e lo faccio per te.
Viviamo questa vita, Blaine. Viviamola finché possiamo, finché siamo giovani, finché ne abbiamo la possibilità.
Viviamola, e un giorno guarderemo indietro liberi da ogni rimpianto, da ogni occasione persa.
Sorrideremo e ci guarderemo negli occhi. E, in quel momento, nessuna parola servirà più.
Saranno le nostre mani a parlare. Le dita intrecciate, quel giorno come adesso.
Viviamo, Blaine. Viviamo e dimostriamoci degni di questo assurdo amore, di questa assurda felicità.


COURAGE.




---- Note dell'autrice ----
Hi everybody!
Ogni tanto riappaio.
Questa non è la mia prima fan fiction su Glee, però è la prima che pubblico. Come al solito ho un innato talento per trovare il lato tragico delle cose ahahah
Insomma. La 3x17 è stata emotivamente distruttiva per l'intero fandom, e credo di parlare a nome di (quasi) tutti dicendo che Kurt si è comportato veramente male. Voglio dire, Blaine! Vabbè.
Però, fin dalla prima puntata della prima serie, in Kurt ho ritrovato un po' di me. Non tanto in ciò che si vede di lui, quanto in quello che emerge studiandone la personalità. Mi sono trovata molte volte a comprendere alla perfezione il suo comportamento, a dire "anch'io avrei fatto così" o "anch'io vorrei aver fatto così"...
E così, dopo aver resistito ai singhiozzi per l'intera puntata (le lacrimucce silenziose non valgono), ho ceduto proprio sul brano finale. Quando l'ho visto entrare nell'auditorium così...così cresciuto. Così uomo. Provate a confrontarlo con il video di Mr Cellophane della 1x01 e ditemi se non vi sale il groppo in gola.
Blaine è il mio personaggio preferito, ma Kurt sono io. Motivo per cui questa storia contiene molto di me...ho riversato in Kurt quella parte di me che so che condividiamo. In qualche modo ho capito anche il suo schifoso comportamento.
Ho pianto realizzando il tempo che è passato, il modo in cui è cambiato.

Smetto di annoiarvi.
Se vi andasse di recensire mi rendereste la persona più felice del mondo! Anche per criticarmi, non c'è problema. Anche solo per dirmi "sai, il Times New Roman non va più di moda".
Suvvia, un secondino del vostro tempo! Datemi questa soddisfazione...
Un bacio :)

  
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