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Autore: itsmegiulia    26/04/2012    3 recensioni
Questa One-Shot è basata completamente sui miei commenti di una role svolta con una persona molto importante per me. L'ispirazione mi è venuta così, all'improvviso, senza un motivo preciso. Pian piano la storia ha preso forma nei miei commenti, e ho deciso di postarla.
La dedico a Dalia, è grazie a lei se esiste.
Mi fai un favore?
Resti per sempre?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel pomeriggio avevo incontrato il mio ex al parco, lo stesso che lasciandomi, tempo fa, mi aveva fatto conoscere te.
Mboh, chissà come te la passavi.
Comunque, appena mi ha visto mi ha chiesto di perdonarlo, quel bastardo.
Paroline dolci, un po' di tempo trascorso insieme e ora, stiamo facendo l'amore.
Penso.
Non so se definirlo sesso o amore.
E' fiacco, sembra con la testa da un'altra parte.
Viene.
Sussurra il nome di un'altra.

Mi sento morire.

Gli tiro un ceffone, prendo la mia roba ed esco sulla strada seminuda.
Sono le due di notte.
Mi vesto velocemente e accendo il cellulare; ci sono quasi venti messaggi da parte tua.
Ti chiamo subito.
Non mi importa disturbarti o meno, sono a pezzi.
Ho bisogno di te.
Ti sento rispondere dopo qualche squillo del cellulare.
«Pronto?» dici con la tua solita voce.

Mi eri mancato.

Esito per un po'.
Ho la bocca semiaperta, gli occhi gonfi e le guance bagnate.
Non riesco a parlare.
Appena provo a dire qualcosa, scoppio a piangere singhiozzando.
Mi tremano le mani, reggo il telefono a fatica.
Ho bisogno di te più di chiunque altro in quel momento, ma non ce la faccio a parlare.
Mi sento stupida, ingenua, usata, non amata.
Una merda, insomma.
Inizi a parlare, senti la mia voce sussurrare qualcosa tra quel singhiozzare disperato.

Sei unico, sai?

Ti preoccupi, vuoi sapere dove mi trovo.
Cerco di fare mente locale, mi guardo attorno.
Riconosco la discoteca in cui ci siamo conosciuti la prima volta; sorrido.
«Alla discoteca, la nostra.» Dico velocemente, tra i singhiozzi.

Son felice di averti conosciuto.

Attacchi il telefono, e aspetto di vederti comparire al bivio della strada.
Così succede dopo pochi minuti.
Lasci cadere la moto, corri verso di me e mi abbracci forte.
Mi aggrappo alle tue spalle, stringendo la tua maglia fra le dita.
Mi dici di non piangere, ma io continuo a farlo.
Mi sento così..sporca.
Kal, non puoi immaginare.
«Sono una stupida!» Esclamo, riprendendo a piangere più forte, rimanendo quasi senza fiato.
Mi dici di star tranquilla, mi abbracci, mi sollevi da terra.

Sono serena tra le tue braccia.

Successivamente, mi fai sedere sul muretto, lo stesso che aveva assistito al nostro primo incontro.
Passi dolcemente le dita sul mio viso, ad asciugarmi le lacrime, continuando a tranquillizzarmi.
Se solo sapessi cosa mi è successo..
Smetto di piangere lentamente, poi ti guardo, accarezzandoti il viso.
«Ci son cascata come una cogliona..» Sussurro, mordendomi le labbra per evitare che scendano altre lacrime.
Fa fottutamente male.

Sei così dolce con me.

Mi chiedi cosa è successo, e mi dici di parlarne solo se ne ho voglia.
Le tue dita percorrono le mie guance più e più volte, per rassicurarmi.
La tua fronte è sulla mia, i nostri respiri si fondono.Immagini riaffiorano nella mia mente.

La nostra prima volta, ricordi?

Io volevo vendicarmi del bastardo che mi aveva lasciata, volevo divertirmi.
Scambiammo due parole e finimmo a letto, se così vogliamo dire.
Lo facemmo nell'ascensore, sul tavolo, sul divano, addosso alla parete.. ovunque.
Ogni angolo della tua casa fu testimone della nostra nottata d'amore.
Ora quel bastardo mi aveva ferita di nuovo, e io avevo nuovamente voglia di vendicarmi, usando te.
Sì, usandoti, perché alla fine era quello che avevo fatto sempre.
Ti cercavo quando avevo bisogno, una scopata e via, alla prossima volta.

Ero, sono, una troia, Kal, non potevi trovare ragazza peggiore.

«Ci son cascata di nuovo.» Mormoro nuovamente, abbassando lo sguardo.
Ti stacchi da me, ti sento distante.

Soprattutto col cuore.

Mi bisbigli «Non dire altro.- senza neanche guardarmi.
Sei occupato a guardare la moto, vuoi andare via.

Sparirai, non è così?
Mi lascerai da sola?
Io non ce la faccio senza te.


Mi alzo dal muretto, mi asciugo velocemente gli occhi, che si erano bagnati nuovamente di lacrime, e mi fermo a qualche passo da te.
La tua sagoma è così grande in confronto alla mia.
Vorrei abbracciarti, vorrei stringerti forte, vorrei non lasciarti più.
Ma la tua reazione è chiara: ti ho ferito, e probabilmente ti ho perso.

Sento una fitta al cuore, e una allo stomaco.
Kal, sto cadendo a pezzi
.


«Resta..» Ti imploro, ricominciando a singhiozzare più silenziosamente possibile.

Senza di te non sarebbe lo stesso.

Due lacrime hanno scavato le tue guance, ma sei teso.
Sembri una statua, immobile, rigida e indifferente.
Le mani sono strette a pugni, e mi guardi quasi con odio.

«A che scopo? Hai voglia di una scopata vendicativa?» mi dici, molto acidamente.

Mi uccidi.
Sento mancarmi il fiato, mi gira la testa.
Kal, smettila.


Fosse per me, Dio, mi farei a pezzi.
Mi strapperei via ogni lembo di pelle che può recarmi piacere, per farti capire che da te non voglio quello.
«No..» Dico, alzando lo sguardo verso di te e incatenando i miei occhi ai tuoi.
Guardami, Kal, guarda come cado a pezzi sotto ai tuoi occhi.
Mi abbracci, tenendomi stretta a te.
Il tuo viso è nell'incavo tra la mia spalla e il mio collo; percepisco il tuo respiro sulla pelle.

Ti ho fatto pena, vero?

Non so fare altro, ormai.
Mi dici che resti, mentre sento le tue dita percorrermi la schiena.
Dopo di esse, vari brividi.


Ti rendi conto dell'effetto che mi fai, mh?

Non so che dire, non c'è nulla da dire.
Resterei così con te, sempre.
Ma sono stanca, mi scoppia la testa, ho bisogno di dormire, non voglio farlo da sola.
«Dormi con me?»
Ti chiedo, timorosa della risposta.
Ho paura che tu fraintenda le mie intenzioni; non farlo, per favore.
Mi rispondi di sì, e mi tiri sulla moto.
Mi stringo a te, soffocando il viso nella tua maglietta.
Inspiro più volte, assaporando il tuo profumo che tanto mi piace.
Dopo pochissimo tempo ci troviamo davanti casa tua.
Mi prendi in braccio con dolcezza, e mi sento protetta tra le tue braccia.
Mi accoccolo al tuo petto, mentre ti sento chiamare l'ascensore.
Mi tranquillizzi ancora, mi dici che andrà tutto bene, perché ci sei tu ora.

Mi fai un favore?
Resti per sempre?


Entriamo dentro e chiudi la porta alle tue spalle.
Mi ricordo ogni minimo particolare, come se l'ultima volta in cui ci avessi messo piede, fosse ieri.
Mi porti in camera da letto, mi posi sulle coperte.
Mi infilo nel letto, assonnata, mentre ti spogli davanti ai miei occhi.
Rimani con un paio di boxer neri, e ti metti sotto le coperte accanto a me.
Mi stringi, ti vedo sereno.
Mi dici di dormire, mi volto verso di te e ti accenno un sorriso, mentre mi accarezzi la schiena con dolcezza infinita.

Son sicura che ti sognerò tutta la notte.
E tutte le notti, da oggi in poi.


Mi stringo a te, sempre più.
Voglio sentirmi parte di te, perché tu sei in ogni parte di me.
Intreccio le gambe alle tue; sospiro felice a quel contatto.
Apro gli occhi, e ti guardo.

Sei bellissimo, sai?

Non come quel bastardo.
Cosa diamine avevo in mente, eh?
Mi donavo ad una merda di uomo, mentre ne avevo uno mille volte migliore davanti a me?

Scusami, Kal, di tutto.
Ti ho fatto soffrire, lo so.
Non me lo perdonerò mai.


Chiudo gli occhi, ho bisogno di dormire.
Ho voglia di guardarti, ma mi accontenterò di trovarti nei miei sogni.

Bellissimo, come sempre.



 



ecco qui una schifezzuola presa da una mia ruolata.
per la cronaca(?), il personaggio maschile si chiama Kalenor, Kal è il soprannome.
comunque, a me piace, non ha un'inizio, non ha una fine.
questa è la cosa bella.
spero vi piaccia.

Dalia, la dedico a te.
non ho bisogno di dirti niente, le parole sono inutili.
lo sai, sono solo parole.


un bacio, Giulia.
  
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