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Autore: Kagome_chan88    19/11/2006    12 recensioni
"Non mi è bastata un'intera vita per dirti che ti amo. Ma quella notte, stretta fra le tue braccia, ho trovato il coraggio di sussurrartelo all'orecchio.
Guardo le stelle...
Le lacrime si confondono tra di loro...
Lo dirò anche a voi, amiche lontane, e mantenete il segreto: io ti amo!
Ed il sogno si è avverato..."
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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-Amami

-Amami!-

 ...Sotto le Stelle che Brillano...

 

 

“Sai, ci conosciamo dai tempi delle elementari...”

“Lo so! Non fai che parlarmene ogni santo giorno!”

“Oh, perdonami! Non volevo annoiarti Sango-chan...”

“Non ti preoccupare! L’unica cosa, è che mi dispiace molto che tu stia soffrendo così tanto, ora.”

“E’ tutta colpa mia! Non mi sono fatta avanti quanto ancora ne avevo l’occasione, ed ora è troppo tardi...”

“E lui?”

“Lui cosa?”

“Sei sicura che l’ami?”

“Ma certo!! Si vede lontano un miglio che pende dalle sue labbra...”

“Soffri terribilmente Kagome-chan! E non ce la faccio proprio a vederti in questo stato!...Tu che sei sempre così piena d’energia e sorridente!”

Lui è il mio limite, Sango-chan! Ed ora, lo sto perdendo per sempre!!”

 

Kagome asciugò una lacrima che le era scesa dagli occhi umidi e rossi, e represse tutte le altre che di lì a poco sarebbero comparse nonostante tutti gli sforzi fatti per cancellarle del tutto.

La sua migliore amica Sango non la lasciava più sola da ormai qualche giorno, e praticamente si era trasferita a casa sua! Solamente quando lei usciva per qualche commissione, Kagome si lasciava andare alla più completa disperazione, liberandosi delle lacrime gelosamente nascoste per quell’amore che le era appartenuto da sempre, ma che non era mai riuscita ad esternare.

Aveva fatto parte di tutta la sua vita, fin dal primo anno di elementari, ed era cresciuto con lei, di anno in anno, facendosi sempre più largo nel suo cuore. Quando, infine, se ne accorse, la timidezza e la paura di rovinare quella bella amicizia la fermarono.

L’ingenuità adolescenziale l’aveva convinta che lui non sarebbe mai potuto essere di nessun altra, perché loro due si appartenevano, e niente e nessuno li avrebbe mai potuti dividere; la maturità non tardò ad arrivare, e con essa anche impegni lavorativi, appuntamenti...Ma quello che avevano costruito non andò sfaldandosi! Ogni minuto libero era un momento d’incontro, per prendere un caffè assieme o semplicemente per godere della presenza dell’altro. E Kagome viveva per quei bellissimi, magici attimi nei quali poteva sospirare nel guardarlo, assaporare il suo profumo, sfiorare i suoi capelli lisci...Ed immaginare! Volare con la fantasia lontano lontano, in un futuro che li vedeva amanti, e così assaggiare quelle labbra piccole che sapevano di miele.

Kagome esisteva solo grazie a quei momenti che le davano la possibilità di vederlo e di parlarci! Uscire il sabato e la domenica, sentirsi al telefono sino a notte fonda, ed una volta si convinse quasi che anche lui l’amava come lei lo amava.

Già! Che utopia...

Stupido cuore! Stupidi sentimenti! Stupida vita!...

Nulla avrebbe più avuto sapore di miele. Non esisteva più niente che le avrebbe strappato un sorriso sincero sul viso.

Perché, adesso, c’era lei! Che lo abbracciava, lo guardava, lo baciava, lo accarezzava.

Si può soffrire così tanto? Si chiese un giorno Kagome. Si! Le rispose schietta una voce. Perché hai avuto un tempo quasi interminabile per farlo tuo, ed hai lasciato che s’innamorasse di un’altra.

Stupida, stupida Kagome! Urlavano i suoi pensieri.

 

“Hai più provato a sentirlo al telefono?”

“Non ne ho il coraggio! Sentire la sua voce mi distrugge...”

“E’ molto preoccupato, e lo sai! Anche se si sta per sposare non significa che chiuderà i ponti con il passato! Sei pur sempre la sua migliore amica...”

 

Amica.Amica.Amica.

Tutto ciò che potrà mai essere! Nulla di più!

 

“E se mi ricordasse il fatto che ha invitato anche me alla cerimonia?”

“Non lo fa certo per farti un torto! E’ naturale che voglia averti al suo fianco, non per niente ti ha chiesto di fargli da testimone!”

“Già...Così avrò un posto in prima fila per vedere lo scambio degli anelli!”

 

Sango le porse la cornetta del telefono.

 

“Chiamalo!”

“Umph!...A te piace torturare le persone!”

“Nel frattempo andrò a comprare qualcosa per questa sera! Buona fortuna!”

 

Kagome non l’ascoltò neppure. Aspettò che la porta di casa si chiudesse e poi compose sicura il numero.

Il segnale era libero.

 

Tuuu…

Non rispondere!

Tuuu...

Non rispondere!

Tuuu...

Ti prego, non rispondere!!

 

Risponde la segreteria telefonica di Inuyasha e di Kikyo!

Al momento non siamo in casa, oppure non ci va di rispondere!

Se lasciate un messaggio vi richiameremo il prima possibile!

Bye bye

 

Kagome chiuse la chiamata e si sdraiò sul divano.

Sentire quell’altro nome vicino quello di Inuyasha le aveva fatto molto male!

Quando erano riusciti a trovare quell’appartamento, sembrava avessero scoperto l’acqua calda per la felicità! Vi avevano abitato insieme fin quando Kagome non ne aveva trovato un altro nel quale si era trasferita. Sapere che ora vicino vi stava dormendo quella donna, le lacerava il cuore.

Kikyo.

Kikyo.

Quel nome non lo sopportava! Le dava la nausea.

Eppure era una brava ragazza, gentile, carina, affabile. Chiunque le sarebbe caduto ai piedi. Ed inoltre...Le somigliava in una maniera davvero impressionante! Sembravano due sorelle gemelle.

Ma perché allora ha scelto lei e non me? Si ritrovò a chiedersi migliaia di volte.

Respirò a pieni polmoni ed andò ad affacciarsi alla finestra. In lontananza, un sole che andava a nascondersi dietro le colline lasciava spazio a qualche piccola stella e di lì a poco anche alla luna.

Quel momento venne interrotto dal suono del citofono di casa.

Kagome si avvicinò lentamente alla porta per poi aprirla...

 

“Ciao Kan-Kan!”

“Ciao Inuyasha TT”

 

Quando la chiamava in quel modo non lo sopportava!

Uno stupido soprannome che le aveva affibbiato, risalente alla prima elementare, quando ancora non riusciva a pronunciare bene il nome di lei.

 

“Allora, mi fai accomodare!?”

“Dai entra!”

 

Inuyasha poggiò la giacca sul tavolo per poi andarsi a sedere sul divano, nel salotto.

 

“Non ti sei più fatta sentire in questi ultimi giorni! E’ successo qualcosa?”

“No, non direi...Tutto molto piatto! Come al solito...”

“C’è Sango?”

“E’ uscita.”

“Fa nulla, glielo direi te quando torna...”

“Che cosa?” Ammise Kagome accomodandosi su di una poltrona.

“Ho pensato di andare a mangiare tutti insieme in un bel ristorante questa sera! Che ne pensi?”

“Decisamente no!”

“Eh!!? Ma...Perchè?”

 

Brutto idiota!! E’ perché non ce la faccio a vedere te e Kikyo stare insieme!! Stupido stupido stupido!!

 

“Non me la sento! Preferisco starmene a casa...Ma puoi sempre chiederlo a Sango!”

“Ma io volevo passare un po’ di tempo con te, Kagome! Non ci vediamo da una vita ormai!”

“Siamo entrambi molto occupati: io con il lavoro e te con l’organizzazione del tuo matrimonio! E’ naturale che non ci sia più tempo per vederci!”

 

Inuyasha abbassò gli occhi, evidentemente dispiaciuto, e Kagome cercò di trattenersi dall’andare subito ad abbracciarlo.

 

“Posso offrirti qualcosa?” Esordì lei.

“No, vado di fretta. Devo andare a prendere Kikyo alla boutique dove è andata a provarsi il vestito.”

“Allora non farla aspettare!”

 

Kagome lo accompagnò sino la porta e l’aprì.

 

“Ci vediamo Inuyasha.”

“Si, Kan-Kan. Ci vediamo.”

 

Poi, la porta li divise.

Inuyasha fissò per qualche interminabile secondo la porta marrone scuro che lo divideva dalla persona che era stata il suo unico punto di riferimento per tutta la vita vissuta fino a quel momento. Kagome lo sapeva ascoltare come nessuno c’era mai riuscito, lo sapeva consolare, far sorridere, ed anche piangere! Ed in quel momento, era proprio questo che voleva: piangere. Buttare giù quella maledetta porta ed urlarle di fargli cambiare idea! Di convincerlo a non sposarsi più...

Inuyasha scosse la testa per riprendersi dall’intensità di quegli strani pensieri e scese le scale sino ad arrivare alla sua macchina per poi rifugiarvisi dentro.

Ricordava perfettamente il giorno in cui l’aveva conosciuta come se fosse appena accaduto: sua madre era di recente venuta a mancare a causa di una grave malattia, e suo padre non aveva tempo per occuparsi né di lui né di suo fratello maggiore per i troppi impegni di lavoro; così, i due bambini vennero affidati alle cure amorevoli della loro nonna materna. Ma cambiare casa, significò anche cambiare scuola e quindi amici, sicuramente il trauma più grande nonostante fossero piccoli. E come se non bastasse, Sesshomaru, più grande di Inuyasha di sette anni, decise improvvisamente di seguire il padre in America e quindi di studiare laggiù. Per il piccolo Inuyasha fu come una pugnalata al cuore: ritrovandosi completamente da solo, si chiuse in se stesso non riuscendo più a familiarizzare con nessuno.

Il primo giorno alla scuola nuova, cercò subito un banco in fondo la classe per evitare qualunque tipo di conversazione con chiunque, ma qualcosa non andò secondo i suoi piani! Infatti, proprio durante la ricreazione, una sua compagna di classe lo avvicinò chiedendogli il motivo per il quale continuava a starsene da solo! Kagome, da quel giorno, non lo lasciò più da solo, continuando a stargli accanto e riuscendo, ogni tanto, a strappargli anche un sorriso!

E così ebbe inizio la loro bella amicizia che dura ormai da quell’ormai lontano giorno d’inizio scolastico. Insieme continuarono anche le medie ed il liceo, per poi optare per l’entrata diretta nel mondo del lavoro. Inuyasha aveva un posto assicurato nell’azienda della sua famiglia, mentre Kagome avrebbe aiutato la sua mamma nel negozio di pasticceria.

Ma fu, probabilmente, durante l’ultimo anno di medie che Inuyasha aveva incominciato a provare qualcosa di diverso per Kagome: uno strano formicolio allo stomaco, il cuore che aumenta i battiti improvvisamente, timidezza! Si riprese più volte convincendosi del fatto che non poteva essersi innamorato di lei, perché Kagome era la sua migliore amica! La sua Kan-Kan.

Eppure, la consapevolezza di quell’amore crebbe assieme a lui, fino a diventare troppo forte da sopportare; ma Inuyasha lo tenne per sé, perché non voleva e non poteva rovinare quella bellissima amicizia che li legava da sempre!

E poi, aveva incontrato Kikyo: tale e quale a lei! La somiglianza lo aveva per un momento stordito, e fu quella, probabilmente, a convincerlo a chiederle di diventare la sua ragazza e, successivamente, a sposarlo! Ma perché non ci aveva mai provato con Kagome? Perché aveva preferito “innamorarsi” di una persona che le somigliava nell’aspetto? Adesso, era davvero troppo tardi per tornare indietro, perché, in fondo, voleva bene a Kikyo e non sarebbe mai riuscito ad abbandonarla proprio sull’altare.

Accese l’auto e partì lungo la strada.

 

***

 

Kagome tornò a sdraiarsi sul divano, proprio qualche minuto prima del ritorno di Sango.

 

“Uhh! Si congela proprio di fuori!”

“Già.”

 

La ragazza poggiò la busta sul tavolo per poi accorgersi di una giacca abbandonata su di esso.

 

“Kagome, di chi è questa??” Ammise Sango prendendo in mano l’oggetto, portandolo all’amica.

“Mh!?...E’ di Inuyasha!”

“Cosa???Inuyasha è stato qui??”

“Ti sembra tanto strana la cosa!!?” Kagome si alzò dal divano scocciata.

“No, affatto!...Cosa era venuto a dirti?”

“Solo se volevamo uscire con lui e Kikyo stasera, ma naturalmente non ho accettato!”

“Ci sarà sicuramente rimasto male, poverino.”

 

Kagome non rispose.

Le sarebbe piaciuto tanto uscire ancora con lui, ma non con la presenza di Kikyo accanto! Se non fosse riuscita a superare questo trauma, non sarebbe più riuscita ad incontrarlo.

 

“Perché non glielo riporti?”

“Eh!!?”

“Secondo me è un ottimo modo per metterti alla prova, Kagome-chan!”

“Prova??Ma quale prova??”

“Ma vederli insieme, è ovvio! Ti devi solamente abituare all’idea e poi andrà tutto meglio!”

 

Forse, Sango aveva ragione! Poteva essere un’ottima opportunità per conoscere meglio Kikyo e vedere come se la passassero insieme lei ed Inuyasha.

 

“E va bene! Andrò da lui...Cioè, da loro!”

 

Sango le porse la giacca e, dopo aver indossato la propria, Kagome s’incamminò verso l’abitazione dove vi aveva vissuto per qualche tempo.

 

***

 

Il palazzo non era per nulla cambiato: le solite piccole crepe, il cancellino nero pece, sembrava che tutto fosse rimasto in stanby a quando vi abitava lei!

Si fece coraggio ed entrò, salendo le scale sino il secondo piano per poi arrestarsi davanti l’appartamento numero cinque.

Senza indugiare oltre, vi bussò.

All’inizio non udì alcun rumore, poi sentì l’avvicinarsi di alcuni passi e poi finalmente la porta si aprì.

 

“Kagome!”

“Ciao Inuyasha!”

“Ma...Cosa ci fai qui?”

“Avevi dimenticato questa a casa mia!”

 

Kagome gli porse la giacca.

 

“Ahh, già! Me ne sono accorto quando ormai ero rientrato! Sei stata molto gentile a riportarmela, ti ringrazio.”

“Di nulla!”

“Vuoi entrare?”

 

Entrare.Entrare.

Rendersi conto che qualcosa è cambiato lì dentro.

Che ora non abita più da solo.

Mettersi alla prova.

 

“Ok!”

 

Kagome appese il suo cappotto e si andò a sedere nel soggiorno seguita da Inuyasha.

 

“Dov’è Kikyo?”

“Questa sera è rimasta a dormire da sua sorella!”

“Non sapevo avesse una sorella...”

“A quanto pare lavora sempre all’estero, ma è tornata in vista delle nozze!”

“Certo, è ovvio.”

 

Non si aspettava di trovarlo da solo! Si era immaginata una tranquilla conversazione a tre, loro due che si abbracciavano e ogni tanto si guardavano innamorati, e lei che cercava di superare le sue paure e la consapevolezza di averlo perso per sempre.

 

“Mi stavo cucinando qualcosa di buono, mi fai compagnia?”

“Sango mi sta a spettando a casa...”

“Ma certo! Mi avevi accennato che fosse uscita a fare la spesa...”

“Già.”

 

Non sapeva nemmeno cosa la stava trattenendo dall’abbracciarlo e baciarlo! Si rese conto di avere di una grande forza di volontà, ma prima che questa svanisse si alzò dal divano, indossò il cappotto, e si diresse verso l’ingresso.

 

“Ora vado.”

“Vuoi che ti accompagni?”

“No, non ce ne bisogno! Farò in un attimo...”

 

Inuyasha le aprì la porta.

 

“Ci vediamo Kan-Kan.”

“Si Inuyasha, a presto”

 

Loro due.

In quella casa.

Inuyasha avvertiva un calore diverso dal solito. Qualcosa che con Kikyo non riusciva minimamente a provare.

L’amava.

L’amava da impazzire.

E lo sapevo da troppo tempo. Ed il suo cuore non ce la faceva più a tenere segregato quell’amore immenso.

In un attimo ogni buon proposito se ne andò a farsi friggere, fermandola.

 

“Aspetta Kagome.”

“Mh!? Cosa c’è?”

 

Lo sguardo di Inuyasha era serio, ma vi si poteva notare un velo di paura.

 

“I-io devo dirti una cosa...”

“Dimmi tutto.”

“Ecco, vedi...Non-non è semplice...”

 

Inuyasha si passò una mano fra i lunghi capelli, e Kagome conosceva fin troppo bene quel gesto d’insicurezza che era tipico di lui: ogni volta che si vergognava lo dimostrava passandosi una mano in mezzo i lunghi capelli neri come i suoi occhi. Ed era successo anche quando si erano conosciuti, ed anche durante la sua dichiarazione a Kikyo.

Cosa le voleva mai dire per renderlo così agitato tutto a un tratto?

 

“Che cosa non è semplice?”

“Questo!”

 

Se glielo avesse espresso con un gesto, sarebbe stato più semplice capirlo! Ed infatti, Inuyasha le prese il volto fra le mani e la baciò.

Kagome sentì le gambe tremarle, ed il cuore scoppiarle! Come era possibile che lui la stesse baciando? Doveva essere sicuramente un sogno, perché non poteva capitare proprio a lei una cosa del genere.

Rimase immobile, senza capire cosa fosse più giusto fare: dare libero sfogo ai suoi desideri o essere corretta nei confronti di Kikyo?

Quando Inuyasha si allontanò, Kagome provò un improvviso senso di vuoto.

 

“Co-co-cosa significa?” Ammise lei titubante, con la voce simile ad un sussurro.

“Che ti ho mentito, Kagome! Una volta ti dissi che non avrei mai avuto segreti per te, ma in realtà perché ne ho uno...”

“E qual è?”

 

Era un momento magico, indescrivibile.

E Kagome non riusciva più a trattenersi dal baciarlo anche lei...

Aspettava quelle parole che desiderava sentire da una vita intera! E forse, il suo sogno si sarebbe finalmente realizzato.

 

“Kagome io...”

 

Il trillo di un telefono.

Inuyasha sbatte le palpebre e lasciando il viso di lei rientrò in casa rispondendo.

 

“Pronto?...Oh,Kikyo! Sei tu...No, non ho ancora mangiato!...No no, rimani pure da tua sorella e divertiti! Ti vengo a prendere domani mattina verso le undici, va bene?...Perfetto! Allora a domani!”

 

Riagganciò.

Girando appena gli occhi, la vide ancora là, immobile sull’uscio, come aspettando qualcosa che a lungo aveva desiderato ma che non poteva in alcun modo avere! E forse, adesso gli era tutto più chiaro.

Kagome lo amava.

E quegli occhi supplichevoli d’amore ne erano la prova.

Avevano entrambi tenuto nascosto all’altro anni di amore segreto e custodito nel cuore. Se solo avessero avuto più coraggio...

 

“Kagome.”

“Mh!?”

“E’ meglio se vai a casa, Sango ti starà aspettando.”

 

Kagome sgranò gli occhi e represse un singhiozzo.

No!

Non era possibile!!

Dov’era finito l’Inuyasha di pochi attimi prima?!

Perché ora la stava trattando con sufficienza?

Il suo cuore sembrava essersi fermato in quel preciso momento, e non sarebbe mai riuscita a spiegare a parole la sofferenza che stava provando in quel momento.

Quel bacio era stato sincero, lo sapeva! Ne era certa!

Ma allora perché Inuyasha continuava a fare finta di niente?

Sapeva perfettamente che sarebbe scoppiata a piangere entro pochi secondi, e non poteva proprio davanti a lui! Non sarebbe stata debole ed insicura, se ne sarebbe andata a testa alta e con gli occhi asciutti...Per poi non rivederlo mai più e continuare a vivere di quell’attimo nel quale le loro labbra si erano incontrate per la prima volta.

 

“Si Inuyasha! Credo sia meglio. Già che ci sono ti avverto che non sarò presente né alla cerimonia né alla cena, quindi dovrai trovarti un altro testimone. Cia...Addio!”

 

Si girò ed incominciò a scendere le scale.

Ed Inuyasha non riusciva ancora a capacitarsi di quella parola...

Addio.

Addio.

Addio.

Cosa significava?

Che cosa voleva dire “addio” detto dalla sua Kan-Kan?

E cosa avrebbe fatto lui senza di lei?

Non poteva immaginare la sua esistenza senza Kagome al suo fianco...

E poi, per quanto tempo ancora lei sarebbe rimasta “la sua amica delle elementari”? Prima o poi anche Kagome si sarebbe sposata, ed al suo fianco non ci sarebbe stato spazio che per l’amore della sua vita.

E lui?

Come avrebbe reagito?

Sarebbe impazzito?

Se fosse stato lui a trovarsi nella situazione in cui ora si trovava Kagome, che cosa avrebbe fatto?

Presa coscienza di una cosa del genere, ebbe paura! Una fottutissima paura.

Non sarebbe mai riuscito a dividerla con nessun altro, ed il solo pensiero lo distruggeva.

Allora, forse, doveva essere stato così anche per Kagome! Chi gli dava l’assoluta certezza a lui che la ragazza non avesse sofferto alla notizia del suo matrimonio?!

Solo ora si spiegava il motivo di quell’allontanamento forzato da parte della giovane ed il perché cercava di evitarlo, quando poteva!

In quel momento, il pensiero di Kikyo e del matrimonio scivolarono via, ed al loro posto s’insinuò il ricordo e l’amore di Kagome.

Quello che doveva fare gli venne semplice, come se lo avesse premeditato da molto più tempo: le corse dietro per le scale e la bloccò ad un braccio costringendola a voltarsi e guardarlo negli occhi.

 

“Non puoi dirmi addio! Io non lo accetto!”

“E cosa dovrei fare, sentiamo!”

 

Kagome aveva gli occhi umidi e rossi di pianto, e le guance era solcate da piccole scie luminose.

 

“Io non ce la faccio a vederti assieme a lei, Inuyasha...Mi stai chiedendo troppo...”

“Non mi pare di averti mai detto nulla del genere.”

 

La ragazza si coprì il viso con le mani e continuò a piangere.

 

“Ti prego Kagome, dimmi qualcosa. Qualsiasi cosa...”

 

Quelle parole le saltarono all’orecchio come un invito.

Sentiva come se dietro vi fosse nascosto un significato particolare, qualcosa che avrebbe dovuto scoprire da sola, senza l’aiuto di niente e di nessuno.

Asciugò le ultime lacrime del suo pianto con una mano e lo andò a fissare negli occhi nero pece.

Si.

Lei aveva un desiderio.

Qualcosa di silenzioso, che nessuno sapeva e doveva sapere. E si trovava proprio lì, nel cuore e nella sua testa; ed ora, le sembrò arrivato il momento giusto.

Si fece coraggio.

 

“Inuyasha...”

“Si?!” E gli si fece più vicino.

 

Kagome lo abbracciò forte a lei, ed alzandosi sulle punte dei piedi gli sussurrò all’orecchio...

 

“Ti prego, amami solo per questa notte! Fammi sentire tua, abbracciami e stringimi forte. Sotto la luna e le stelle che brillano, voglio essere tua...Inuyasha.”

 

Il ragazzo tremò, di desiderio e di paura.

Gli sarebbe mai bastata una sola notte, dopo averla sentita sua per una volta nella vita?

Ma non gl’importò questo! No.

Scacciò ogni pensiero, ogni titubanza, ogni risentimento e la baciò.

Lentamente risalirono le scale e richiusero la porta alle loro spalle. Kagome si tolse il cappotto e lo lasciò cadere per terra, mentre Inuyasha, per una mano, la trascinava in un’altra stanza, quella che li avrebbe visti uniti per quella notte magica.

 

***

 

Le tende aperte lasciavano che qualche raggio argenteo di luna illuminasse la camera buia nel quale entrarono due giovani, per poi richiudere la porta dietro di loro.

Nelle tenebre, si potevano notare due profili ben definiti che ad un tratto si unirono in un bacio ricco di passione; Kagome carezzava lentamente i capelli di Inuyasha, quei capelli che aveva imparato ad amare da non sapeva nemmeno quanto tempo.

Le loro lingue giocavano e si rincorrevano, ora veloci, ora più lente.

Inuyasha mise fine a quel lungo contatto, ed incominciò a baciarla prima sulle guance accaldate, poi incominciò a scendere pian piano per l’esile collo, mordendo e baciando con sempre maggior foga. Spinse la giovane fino a farla inciampare sul letto e ve l’adagiò sopra.

Kagome lo tirò a sé e lo baciò ancora una volta, ma Inuyasha si ritrasse quasi subito, togliendosi il maglione che indossava per poi far scivolare lentamente verso il basso la zip della felpa della ragazza che poi l’aiutò a togliersi.

Ricominciò a baciarle il collo, insinuando una mano sotto la maglietta a maniche corte, e carezzandole un seno coperto da un sottile reggiseno di cotone. Kagome fremette a quel contatto ed inarcò un po’ la schiena; poi, entrambi si tolsero le magliette, e la ragazza disegnò con le mani il contorno degli addominali e del petto scolpiti del giovane: non pensava che Inuyasha fosse così bello! E sentiva di amarlo ancora di più.

Da dietro la schiena sentì le mani del ragazzo aprire con cura la chiusura del reggiseno e poi toglierlo del tutto.

Inuyasha sorrise: non era mai stato così felice fino a quel momento!

Affondò il viso fra i seni della giovane, la quale continuava ad invocare sommessamente il suo nome e a carezzargli i capelli lisci.

Con una spinta di reni, fu Kagome a ritrovarsi sopra di lui e dopo la sorpresa iniziale, la ragazza incominciò a baciargli il collo, per poi scendere verso il petto e poi sino l’ombelico. Dopo avergli slacciato la cinta dei pantaloni, fu nuovamente Inuyasha a trovarsi sopra di lei e in un attimo fece sparire anche i pantaloni di entrambi.

Tirò più su la giovane, facendola meglio accomodare sul letto a due piazze per poi riprendere a baciarla e a toglierle lentamente le mutandine e lanciarle ai piedi del letto; anche Kagome fece scivolare i bordi dei boxer di lui, i quali andarono a far compagnia al resto degli abiti già tolti.

I loro respiri si erano fatti più forti ed ansanti, e non aspettavano altro che unirsi in un solo unico corpo.

Inuyasha insinuò una mano nel mezzo delle gambe della ragazza, carezzandole il centro del suo piacere e facendola ansimare ancora più forte; Kagome incurvò ancora di più la schiena, facendo combaciare i loro due bacini. Inuyasha ritrasse la mano e la guardò fisso negli occhi.

La ragazza lo rassicurò con un sorriso e dopo aver posato un altro bacio sulle labbra si lui, Inuyasha entrò lentamente in lei.

Kagome represse un piccolo urlo che sentì salirle su per la gola, e strinse forte nei pugni le lenzuola bianche del letto. Ma il dolore passò in fretta, lasciando spazio ad un forte piacere.

Il ragazzo incominciò a muoversi sempre più velocemente dentro di lei, e gli sembrò di aver raggiunto il paradiso! Dopo un’ultima poderosa spinta, i due raggiunsero l’apice del desiderio, ed Inuyasha si accosciò ansimante sul corpo di lei, scosso da brividi e fremiti.

Kagome lo abbracciò da dietro la schiena, respirando il dolce profumo dell’uomo che desiderava e che amava più della sua vita.

 

“Ti amo Inuyasha.”

 

Il ragazzo alzò la testa e la guardò.

 

“Anch’io Kagome.”

 

***

 

La luce del sole entrò di soppiatto nella stanza, illuminandola di caldi raggi dorati; e proprio uno di questi si andò a posare sulla figura ancora immobile di un ragazzo che, disturbato, aprì lentamente gli occhi e sbadigliò.

Accoccolata al suo petto, notò una chioma corvina muoversi appena e stringerlo di più a sé.

Inuyasha sbatte gli occhi alcune volte, e tutto quello che era accaduto la notte precedente gli ritornò alla testa come un fulmine: lui e Kagome. Che si erano dichiarati subito dopo aver fatto l’amore. Quello era stato un momento come pochi se ne hanno nella vita! Aveva provato una tale felicità nello scoprire che anche lei lo amava che quasi faceva fatica a credere tutto fosse successo per davvero, e che non fosse stato un bellissimo sogno!

Kagome dormiva beata fra le sue braccia, con la bocca incurvata in un leggero sorriso.

Quant’è bella! pensò.

Non poteva credere che stava rinunciando al tenerla così stretta a lui! Provava una sensazione talmente fantastica che non sarebbe riuscito a riabituarsi a nulla del genere! Lui voleva che Kagome rimasse per sempre al suo fianco, desiderava soltanto questo.

Ad un tratto, anche la ragazza aprì gli occhi.

La prima cosa che vide fu il petto di Inuyasha, al quale si stringeva forte, poi, alzando più la testa incontrò il suo viso ed i suoi occhi che sembravano sorriderle.

 

“Buongiorno!”

“‘Giorno Inuyasha!”

“Dormito bene?”

“Direi proprio di si! Questo letto è molto comodo...!”

“Non mi stavo riferendo al letto, IO T.T”

“Ahah!! Dai, stavo scherzando! ^^”

 

Si scambiarono un dolcissimo bacio.

 

“Che ore sono?”

“Mh! Fammi controllare...Accidenti!! Sono le undici e mezza!! Dovevo passare a prendere Kikyo da sua sorella!!”

 

Kagome abbassò gli occhi e guardò da un’altra parte per evitare lo sguardo di lui.

Inuyasha se ne accorse e subito cercò di tranquillizzarla.

 

“Tranquilla Kan-Kan! Appena la vedo, le spiegherò ogni cosa.”

“Davvero?”

“Sicuro!”

 

La ragazza si gettò fra le sue braccia e lo baciò.

 

***

 

Una volta che furono entrambi pronti, Inuyasha riaccompagnò a casa Kagome e poi ripartì.

La ragazza si sentiva leggera come piuma, e non vedeva l’ora di raccontare quello che era accaduto a Sango!

Già! Povera Sango!

Probabilmente, si doveva essere preoccupata parecchio non vedendola tornare!

Inserì la chiave nella serratura e la girò

Nella casa regnava ancora il più assoluto silenzio.

Strano! Sango è sempre così mattiniera...

Kagome si diresse in soggiorno e gettò il cappotto sul divano…

 

“Ehi!! Ma che modi!!”

“Eh!? Sango!!”

“Kagome!! Ma si può sapere che cavolo ti è successo?? Mi hai fatto stare in pensiero!”

“Perdonami. Ma ho delle novità super-mega strabilianti!!”

“E’ successo qualcosa fra te ed Inuyasha per caso??”

“Sisisisisisisiiiiiii!!!”

 

Sango non riuscì a credere alle proprie orecchie quando, poi, Kagome le raccontò per filo e per segno quello che era successo la notte scorsa.

 

“Ed ora?”

“Mi ha detto che ne parlerà con Kikyo!”

“E siamo sicuri che all’ultimo momento non ci ripensi?”

“Perché dovrebbe ripensarci, scusa?! Inuyasha mi ama! Me lo ha detto chiaro e tondo!”

“Non metto in dubbio il fatto che lui ti ami, Kagome-chan! Solo che dobbiamo vedere come reagirà Kikyo alla notizia!...Cercherà in tutti i modi di fargli cambiare idea.”

 

Kagome si fece per un attimo pensierosa.

A questo non aveva proprio pensato. Se fosse stata lei a trovarsi nei panni di Kikyo, probabilmente si sarebbe aggrappata a lui con tutte le sue forze ed avrebbe cercato di farlo innamorare di nuovo di lei.

Ma aveva una gran fiducia in Inuyasha e non l’aveva mai delusa sotto questo punto di vista.

Doveva solamente attendere pazientemente una sua telefonata e tutto si sarebbe concluso nel migliore dei modi.

 

“Adesso non ci voglio pensare! Piuttosto, vado a farmi una doccia.”

 

La ragazza si alzò e si diresse in bagno.

Sotto il getto d’acqua calda ripensò a quella magnifica notte e alle molte altre che sicuramente avrebbero passato insieme. Il suo più grande sogno si era, infine, realizzato e non poteva chiedere di più dalla vita.

Dopo una buona mezz’ora, uscì dalla doccia, si mise il suo accappatoio e si attorcigliò fra i capelli un asciugamano, giusto in tempo per sentire lo squillo del telefono.

Si catapultò fuori dal bagno e rispose.

 

“Pronto?”

“Kagome?”

“Inuyasha!”

“C-ciao...Ehm, io...Ecco ho parlato con Kikyo e...”

“E??”

“Mi sono accorto che abbiamo fatto una cavolata, questa notte!...Lo so che ora detto così non ha alcun significato, ma rimango dell’idea che sposare Kikyo sia la cosa più giusta da fare.”

 

Kagome scosse la testa, come se quelle parole appena sentite fossero un brutto scherzo! Un orrendo scherzo.

 

“I-Inuyasha, non capisco...”

“Quello che è successo fra di noi questa notte, Kagome, è stato bellissimo ed io non ho mentito quando ho detto di amarti!”

“Dov’è il problema, allora??”

“Il problema è che mi sono già impegnato con Kikyo e non posso lasciarla proprio adesso...”

 

Kagome non volle ascoltare altro! Chiuse la comunicazione e stacco il telefono.

Non poteva essere quella la realtà, così diversa dalla notte appena trascorsa.

Era un dannato incubo, e doveva svegliarsi prima di impazzire!

Cominciò a camminare avanti e indietro per la casa, con le mani che cercavano di coprire un pianto ormai prossimo: com’era possibile che Inuyasha l’avesse presa in giro? Non riusciva davvero a crederci.

Cadde per terra e si lasciò andare ad un pianto liberatorio.

In quel momento sentiva l’impellente bisogno di avere accanto la sua amica Sango per potersi sfogare sulla sua spalla, ma la ragazza era uscita per andare a prendere il fratellino minore a scuola.

Voleva morire.

Chiudere per sempre gli occhi e dimenticare. Dimenticare. Dimenticare. Tutto! Anche la notte trascorsa... Al solo pensiero di non poterlo più avere per sé, dei fortissimi brividi la scossero e si sentì quasi venir meno.

Asciugandosi le guance bagnate, si alzò dal pavimento e camminò sino la sua stanza, nella quale vi si chiuse.

Sedutasi sul letto intatto, cercò di riprendersi con dei lunghi respiri, ma subito rinascose il viso fra le mani per poi ricominciare a piangere.

Era proprio unitile!

Questa volta non sarebbe riuscita a riprendersi con facilità.

Sapevi perfettamente che sarebbe andata a finire così! le disse una voce. E poi, in fondo, gli avevi chiesto solamente una notte! Se non ti avesse illusa che anche lui provava i tuoi stessi sentimenti, non avresti mai pensato al fatto che avresti potuto avere molte altre notti assieme a lui.

Kagome si riprese.

Già. pensò. E’ vero.

Si soffiò il naso con un fazzolettino e si sdraiò sul letto.

La camera era illuminata da un sole mattutino che preannunciava una bellissima e abbastanza calda giornata d’inizio autunno.

Più tardi avrebbe chiamato la mamma, si disse la ragazza, per avvertirla che quel giorno non sarebbe andata al negozio. Era come se tutto a un tratto la sua voglia di vivere si fosse affievolita...

La cosa che più di ogni l’aveva fatta soffrire era stata la bugia di Inuyasha. Perché dirle di amarla se non era vero?

Ricordava perfettamente le parole del giovane al telefono: “Quello che è successo fra di noi questa notte, Kagome, è stato bellissimo ed io non ho mentito quando ho detto di amarti!” E gli era sembrato quasi sincero...Ma ora, non sapeva più che cosa pensare! Si sentiva triste ed amareggiata, ma soprattutto presa in giro! E la colpa era proprio del suo migliore amico d’infanzia. Non avrebbe scommesso uno yen se qualcuno le avesse mai detto che la loro amicizia sarebbe finita in questo modo!

Per quel giorno sarebbe rimasta così.

Anche la voglia di parlarne con Sango era scomparsa.

Conosceva un solo modo che l’avrebbe tirata su di morale: ascoltare un po’ di musica!

Fra i molti cd che aveva, ne prese uno a caso. Era un po’ rovinato, ma lo inserì ugualmente nel suo stereo. Le note partirono.

 

Cannot touch , cannot hold , cannot be together

 [Non posso toccarti, non posso abbracciarti, non dobbiamo stare insieme]
Cannot love , cannot kiss , cannot have each other

[Non posso amarti, non posso baciarti, non posso averti]
Must be strong and we must let go

[Devo essere forte e lasciarti]
Cannot say what our heart must know
[
Non posso dire ciò che il mio cuore già da troppo tempo cerca di urlare.]

 

Alla grande! Aveva beccato l’unica canzone che poteva farla sentire solamente peggio!

Ma oramai, peggio di così non poteva di certo stare! Ed inoltre, lo stereo si trovava esattamente al lato opposto del letto...Troppo lontano! Cambiare canzone avrebbe significato alzarsi, camminare, un passo dietro l’altro...No no! Decisamente non era in grado. Quelle parole non avrebbero fatto altro che farla rimuginare  sull’accaduto, ripensare a lui incessantemente per tutta la durata del pezzo, e forse non le avrebbe fatto poi così male!...Imparare dai propri errori, le ripeteva sempre il nonno. E di certo, quell’esperienza le aveva fatto perdere tutta la fiducia che riponeva in Inuyasha.

Ed anche se lui si fosse presentato con un mazzo enorme di rose, porgendole le sue più sentite scusa, lo avrebbe cacciato via tirandogli dietro le sue inutili rose rosse!!

Lei era stata sincera e si era donata a lui completamente, non aspettando altro che quel momento da molti anni; e nonostante Inuyasha avesse accettato di fare l’amore con lei, aveva avuto come il presentimento che lo avesse fatto solamente per pure divertimento...

E che cosa ti aspettavi?! si disse. Gli avevi chiesto di passare la notte con te, e lui ha preso la palla al balzo! Sei stata solamente una sentimentale, una debole, una sciocca...

 

How can I not love you

[Come posso non amarti?]
What do I tell my heart

[Cosa direbbe il mio cuore]
When do I not want you

[Se gli dicessi che non ti voglio]
Here in my arms

[Qui tra le mie braccia]
How does one waltz away

[Come posso andarmene]
From all of the memories

[E dimenticare tutto]
How do I not miss you

[Come potresti non mancarmi]
When you are gone

[Quando me ne sarò andata.]

 

Eppure, quell’odio che stava cercando in tutti modi di provare stava già scomparendo dal suo cuore.

Lei non aveva mai odiato Inuyasha! Nemmeno una sola volta l’odio li aveva divisi...Strano a dirsi, ma loro due erano sempre andati d’accordo. Quel sentimento di semplice amore fraterno che li aveva uniti era stato più forte di qualsiasi altra cosa.

Ed ora che Kagome cercava di dimenticarlo servendosi dell’ odio, questo non le serviva assolutamente a nulla! Perché il suo cuore continuava a desiderarlo e a volerlo...Il resto, non aveva alcuna importanza.

Si sa che il cuore è un muscolo involontario, che fa quello che gli pare, quando gli pare e per tutto il tempo che vuole. Nessuno può controllarlo...Nemmeno il cervello! Ed i sentimenti lo abitano, e fanno quello che lui dice loro di fare, perché non possono in alcun modo opporvi resistenza. E Kagome, stava sperimentando tutto questo... Ed odiava il suo cuore, perché era stato ancora più debole di lei! Era ceduto ancor prima della ragione... Avrebbe voluto strapparselo dal petto e così smettere di soffrire.

Ma era come se adesso il suo cuore le parlasse, per dirle di farsi forza e di non lasciarsi andare, perché anche lui stava soffrendo assieme a lei.

 

Cannot dream , cannot share sweet and tender moments

[Non posso sognare, non posso continuare con questi teneri e dolci attimi ]

Cannot feel how we feel , must pretned it's over

[Non posso più sopportare questo dolore che ho dentro, sapendo che il tuo cuore è di un’altra, è finita]
Must be brave and we must go on

[Devo avere coraggio, e andare avanti]
Must not say what we've know all alone

[Non posso più credere che tu un giorno mi amerai.]

 

Avrebbe smesso di pensare a quell’amore impossibile. Ci sarebbe riuscita! Era questo, ora, lo scopo della sua vita.

Poterlo definitivamente dimenticare per poter ricominciare tutto da capo...Adesso, desiderava questo più di ogni altra cosa. Perché non era giusto che a rimetterci fosse solamente lei, una ragazza la cui unica colpa era stata quella di essersi illusa troppo facilmente di essere ricambiata in amore.

Aveva ancora molto di cui vivere, e se da adesso in poi Inuyasha non sarebbe più stato al suo fianco vi ci avrebbe fatto l’abitudine! In fondo, aveva solamente ventitre anni, e poteva ancora fare quello che le pareva senza che nessuno la sgridasse!

Avrebbe fatto un bel viaggio...! Si, magari nella lontanissima Italia, dove desiderava andarci fin da piccolina. Sarebbe andata a stare da alcuni suoi parenti che vi abitavano da molti anni, e l’avrebbe vista tutta! Non gli importava se ci avrebbe messo un anno o due, anche tre per quello che gli importava! Si sarebbe concessa del tempo per pensare, per dimenticare...Per ricominciare! Perché, oramai, non poteva più sperare che lui un giorno l’avrebbe amata.

 

Must be brave and we must be strong

[Devo avere coraggio, devo essere forte]
Cannot say what our heart must know

[Non posso dire ciò che il mio cuore urla.]

 

Kagome andò a spegnere lo stereo, giusto in tempo per sentire la porta di casa aprirsi per poi richiudersi.

 

“Kagome, sono tornata!!”

 

***

 

Tre mesi dopo...

 

“Ok, sono pronta! Che ne pensi?”

“Dico che farai cadere tutti gli invitati di sesso maschile ai tuoi piedi!”

“Spiritosa!” Ammise Sango preparando la borsetta.

“Sei davvero convinta di non voler venire?”

“Convintissima.”

“Allora non proverò più a convincerti...Ci vediamo questa sera!”

 

La ragazza uscì.

Aveva provato in tutti i modi possibili ed immaginabili a convincere Kagome a partecipare almeno alla cena, ma non c’era stato proprio verso di smuoverla. Inoltre, non aveva voluto neppure parlare o vedere Inuyasha dopo quello che era successo...

Sango salì sulla sua auto e raggiunse in poco tempo la chiesa dove si sarebbe svolta la funzione nuziale. Appena vi entrò, venne fermata dal fratello maggiore di Inuyasha, Sesshomaru...

 

“Tu devi essere Sango, giusto?!”

“Si esatto!... E tu devi essere Sesshomaru! Somigli da morire ad Inuyasha...”

“Ti vuole vedere...”

 

Sango lo seguì sino ad una piccola stanzetta nell’oratorio dietro la chiesa dove vi trovò per l’appunto Inuyasha.

 

“Non è venuta, vero?”

“Mi dispiace molto Inuyasha. Ho provato in tutti i modi a convincerla, ma non c’è stato verso.”

“ Che razza di situazione...Non sarei mai voluto arrivare fino a questo punto...”

“Kagome si è sentita profondamente ferita dal tuo comportamento Inuyasha, e non riesce ancora a capacitarsi di quello che tu le hai fatto...”

“Se solo avesse voluto ascoltarmi almeno una volta le avrei spiegato ogni cosa!”

“C’è poco da spiegare ad una donna ferita in amore. Lei ti ama sinceramente, ed anche se cerca di fare la dura io la conosco troppo bene...Come anche te del resto!”

“Ho sbagliato tutto Sango! Tutto! Ed ora l’ho persa per sempre...”

“Adesso non fare la vittima! Ti sei scavato la fossa da solo mio caro quindi ti sta proprio bene!”

“Non ti ci metterai anche tu, spero?!”

“E invece si! Ho cercato di essere il più arbitraria possibile ma ora non c’è più kami che tenga, quindi mi ascolterai: stai commettendo il più grosso errore della tua vita e non te ne accorgi nemmeno! Quanto tempo pensi ci metterà Kikyo a rendersi conto che suo marito non la ama come lei vorrebbe?! Eh!? Sarete in due a soffrire a questo punto e di certo Kagome non starà qui ad aspettarti a braccia aperte! Perciò se vuoi evitare un completo fallimento, poni subito rimedio prima che sia davvero troppo tardi!”

 

Sango si risistemò meglio la pettinatura e si lisciò il vestito.

Dopo avergli lanciato un’ultima occhiata, uscì dalla stanza e si diresse nuovamente verso l’entrata della chiesa.

Inuyasha era rimasto davvero molto colpito dalle parole della ragazza, ed in cuor sapeva che Sango aveva ragione: lui voleva sì bene a Kikyo, ma non l’amava! E non sarebbe mai riuscito ad amarla...Perchè il suo cuore ed i suoi pensieri erano già occupati dall’immagine di un’altra bellissima ragazza che lui amava da impazzire!

Non era ancora troppo tardi per rimettere tutte le cose a posto!

Ma la cosa più importante da fare, prima di ogni altra, era di parlare con Kikyo...Ma questa volta, nulla lo avrebbe convinto dal desistere ad amare Kagome!

Uscito dalla saletta, si diresse immediatamente verso quella nella quale, sapeva, Kikyo si stava preparando.

Arrivato davanti ad essa, vi bussò.

 

“E’ aperto!”

 

Inuyasha aprì la porta.

 

“Kikyo, sono io.”

“Inuyasha!! Ma sei impazzito?? Lo sai che porta male vedere la sposa prima della cerimonia?!”

“Ti prego, devo assolutamente parlarti! E’ importante...”

“Mi sembri sconvolto!...Dai, entra.”

 

Kikyo si sedette su di una sedia, cercando di sgualcire il meno possibile il vestito, ed Inuyasha camminò sino il centro della stanza.

 

“Dimmi, avanti.”

“E’ così complicato, Kikyo. Non so davvero da che parte incominciare...”

“Ti chiedo solamente di essere sincero Inuyasha.”

 

Inuyasha ebbe come il presentimento che Kikyo avesse già capito tutto.

 

“Vedi, io credo che siamo stati un po’ troppo sbrigativi nel volerci sposare così giovani...In fondo, abbiamo tutta una vita davanti, non credi anche tu?!”

“E’ per Kagome, non vero?”

 

Inuyasha, a questo punto, non seppe più cosa dire ed abbasso lo sguardo.

 

“Lo sapevo che non l’avresti dimenticata...Anche se, in fondo, lo speravo!”

 

Kikyo si alzò dalla sedia e si andò ad affacciare alla finestra: da lì, poteva scorgere parte degli invitati al suo matrimonio.

 

“Già la prima volta che me l’hai presentata avevo subito notato che c’era qualcosa fra di voi...Qualcosa che andava ben al di là della semplice amicizia, ma ho cercato di far finta di niente! In fondo, tu avevi scelto me e non lei. Ma sono stata una sciocca nel credere che, presto o tardi, quel posto nel tuo cuore che lei occupava lo avrei occupato io...L’ho sperato con tutta me stessa, ma alla fine ho perso.”

“Kikyo io...”

“Ti prego non dire altro! Ho capito perfettamente quello che sei venuto a dirmi e non sarò certo io a fermarti...Va da lei Inuyasha!” Gli disse la ragazza con un sorriso forzato sul volto.

 

Inuyasha non sapeva che cosa fare: aveva la possibilità di correre finalmente libero dalla sua Kagome, ma come avrebbe potuto lasciare Kikyo a quel modo?!

 

“Ma...”

“Penserò io a dirlo a tutti gli invitati, non ti preoccupare! Avanti, và!”

 

Ma Inuyasha non si mosse.

Possibile che non riuscisse a capire quanto lei stesse soffrendo nel lasciarlo andare a quel modo?!

 

“VATTENE!!”

 

A quell’urlo, il ragazzo indietreggio di qualche passo e corse fuori.

Adesso, lo aveva perso davvero per sempre.

 

***

 

“Sango!”

“Inuyasha…Ma, che ci fai già qui?? Non è ancora arrivato il momento di...”

“Prestami le chiavi della tua macchina!”

“Cosa??”

“Avanti, sbrigati!”

“Ma mi vuoi spiegare che diamine sta succedendo?”

“Io e Kikyo non ci sposiamo più!”

 

A quell’affermazione, diversi partecipanti si voltarono a guardarlo.

 

“Che storia è questa??”

“Ti sbrighi a darmi quelle maledette chiavi!!?”

“Ecco tieni.”

 

Inuyasha volò fuori dalla chiesa sotto gli occhi indagatori e curiosi di molte persone.

Anche se non sapeva dove Sango avesse parcheggiato l’auto, la trovò ugualmente con facilità, vi salì e partì alla volta di casa di Kagome.

Questa volta, niente e nessuno sarebbe riuscito a fermarlo! Nemmeno Kami in persona ne avrebbe avuto la forza!!

Stava andando a prendersi la donna che sapeva di amare da un’eternità ma che non aveva mai avuto il coraggio di conquistare...E si maledì decine di volte per averle fatto patire le pene dell’inferno solamente a causa sua e della sua inettitudine!

Guidò come un pazzo per le strade della città, sino ad arrivare al palazzo nel quale abita Kagome. Parcheggiò alla bene e meglio la macchina e salì a due a due i gradini delle scale per poi bussare alla porta, quasi a volerla buttare giù!

 

“Eccomi, eccomi! Un attimo...”

 

Kagome stava tranquillamente mangiando un panino, quando sentì qualcuno bussare violentemente alla sua porta.

Bevve un sorso d’acqua ed andò ad aprire...

 

“Ma si può sapere chi diavolo...”

 

Non fece in tempo a finire la frase, che si ritrovò schiacciata contro il muro da un corpo che sapeva perfettamente di conoscere e due labbra calde che la stavano baciando come fosse l’ultima volta...

Lentamente queste si allontanarono lasciandola respirare.

 

“Kagome...”

“Inuyasha, ma cosa ci fai qui?”

“Scusami, scusami se sono stato così ottuso, così stupido! Ti prego Kagome, perdonami se puoi...Ti ho fatto soffrire, ho fatto soffrire la persona che più amo a questo mondo! Potrai mai perdonarmi?!”

 

Aveva capito bene o stava solo sognando?!

Possibile che Inuyasha fosse proprio lì davanti a lei e le avesse detto per la seconda volta che l’amava?

 

“So che non ti sarà facile credermi, ma io ti amo! Eccome se ti amo, ti ho sempre amata, ma l’ho sempre tenuto nascosto...Ti scongiuro, non dirmi di no!!”

 

Dirgli di no?

E dove lo trovava il coraggio adesso per dirgli di no?!

Non ci pensò su nemmeno per un secondo! Inuyasha era sempre stato sincero con lei, sempre. Mai una volta l’aveva delusa...Ed ora, era tornato per farsi perdonare.

Kagome lo accolse fra le sue braccia, ed unirono nuovamente le loro labbra in un intenso bacio. Solamente il primo di una lunga serie...

 

“Dov’è Sango?”

“E’ rimasta alla cerimonia, ma le ho praticamente rubato la macchina! La farò andare a prendere da Miroku, un mio amico...”

“E??”

“E...gli chiederò di trattenerla fuori casa per almeno tutto il resto della giornata!”

 

Kagome gli saltò in braccio, attorcigliando le gambe dietro la sua schiena e baciandolo con foga e passione.

Si diressero verso la camera della ragazza...

 

La notte giunse velocemente, facendo salire la luna sul suo piedistallo blu scuro, circondata da miriadi di stelle. Quelle stesse stelle che ogni sera vedevano l’affacciarsi di una ragazza dalla sua finestra e che parlava con loro...Parlava loro di un sogno, un sogno d’amore, un sogno di vita, un sogno per l’eternità...

Ma quella notte non la videro affacciarsi e salutarle...

Allora, forse, il sogno, si era realizzato.

 

-Fine-

 

Non mi sembra vero di aver finalmente concluso questa shot! Due giorni pieni di lavoro...Uff, però mi piace moltissimo!! Era in cantiere da un eternità, ma volevo che fosse fantastica, e spero proprio di esserci riuscita! ^^ La canzone sopra riportata appartiene a Joy Enriquez e s’intitola “How can i not love You” (colonna sonora del film “Anna and the King”). Ringrazio tutti coloro che leggeranno e commenteranno (anche perché è lunghissima!) Un kiss by kagome ^^

 

 

 

 



 

 

 

 

 

 

 

   
 
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