-Amami!-
...Sotto le Stelle che Brillano...
“Sai,
ci conosciamo dai tempi delle elementari...”
“Lo
so! Non fai che parlarmene ogni santo giorno!”
“Oh,
perdonami! Non volevo annoiarti Sango-chan...”
“Non
ti preoccupare! L’unica cosa, è che mi dispiace molto che tu stia soffrendo
così tanto, ora.”
“E’
tutta colpa mia! Non mi sono fatta avanti quanto ancora ne avevo l’occasione,
ed ora è troppo tardi...”
“E
lui?”
“Lui
cosa?”
“Sei
sicura che l’ami?”
“Ma
certo!! Si vede lontano un miglio che pende dalle sue labbra...”
“Soffri
terribilmente Kagome-chan! E non ce la faccio proprio a vederti in questo
stato!...Tu che sei sempre così piena d’energia e sorridente!”
“Lui è il mio limite, Sango-chan! Ed ora,
lo sto perdendo per sempre!!”
Kagome
asciugò una lacrima che le era scesa dagli occhi umidi e rossi, e represse
tutte le altre che di lì a poco sarebbero comparse nonostante tutti gli sforzi
fatti per cancellarle del tutto.
La
sua migliore amica Sango non la lasciava più sola da ormai qualche giorno, e
praticamente si era trasferita a casa sua! Solamente quando lei usciva per
qualche commissione, Kagome si lasciava andare alla più completa disperazione,
liberandosi delle lacrime gelosamente nascoste per quell’amore che le era
appartenuto da sempre, ma che non era mai riuscita ad esternare.
Aveva
fatto parte di tutta la sua vita, fin dal primo anno di elementari, ed era
cresciuto con lei, di anno in anno, facendosi sempre più largo nel suo cuore.
Quando, infine, se ne accorse, la timidezza e la paura di rovinare quella bella
amicizia la fermarono.
L’ingenuità
adolescenziale l’aveva convinta che lui
non sarebbe mai potuto essere di nessun altra, perché loro due si
appartenevano, e niente e nessuno li avrebbe mai potuti dividere; la maturità
non tardò ad arrivare, e con essa anche impegni lavorativi,
appuntamenti...Ma quello che avevano costruito non andò sfaldandosi! Ogni
minuto libero era un momento d’incontro, per prendere un caffè assieme o
semplicemente per godere della presenza dell’altro. E Kagome viveva per quei
bellissimi, magici attimi nei quali poteva sospirare nel guardarlo, assaporare
il suo profumo, sfiorare i suoi capelli lisci...Ed immaginare! Volare con la
fantasia lontano lontano, in un futuro che li vedeva amanti, e così assaggiare
quelle labbra piccole che sapevano di miele.
Kagome
esisteva solo grazie a quei momenti che le davano la possibilità di vederlo e
di parlarci! Uscire il sabato e la domenica, sentirsi al telefono sino a notte
fonda, ed una volta si convinse quasi che anche lui l’amava come lei lo
amava.
Già!
Che utopia...
Stupido
cuore! Stupidi sentimenti! Stupida vita!...
Nulla
avrebbe più avuto sapore di miele. Non esisteva più niente che le avrebbe
strappato un sorriso sincero sul viso.
Perché,
adesso, c’era lei! Che lo
abbracciava, lo guardava, lo baciava, lo accarezzava.
Si può soffrire
così tanto?
Si chiese un giorno Kagome. Si! Le
rispose schietta una voce. Perché hai
avuto un tempo quasi interminabile per farlo tuo, ed hai lasciato che
s’innamorasse di un’altra.
Stupida, stupida
Kagome!
Urlavano i suoi pensieri.
“Hai
più provato a sentirlo al telefono?”
“Non
ne ho il coraggio! Sentire la sua voce mi distrugge...”
“E’
molto preoccupato, e lo sai! Anche se si sta per sposare non significa che
chiuderà i ponti con il passato! Sei pur sempre la sua migliore amica...”
Amica.Amica.Amica.
Tutto
ciò che potrà mai essere! Nulla di più!
“E
se mi ricordasse il fatto che ha invitato anche me alla cerimonia?”
“Non
lo fa certo per farti un torto! E’ naturale che voglia averti al suo fianco,
non per niente ti ha chiesto di fargli da testimone!”
“Già...Così
avrò un posto in prima fila per vedere lo scambio degli anelli!”
Sango
le porse la cornetta del telefono.
“Chiamalo!”
“Umph!...A
te piace torturare le persone!”
“Nel
frattempo andrò a comprare qualcosa per questa sera! Buona fortuna!”
Kagome
non l’ascoltò neppure. Aspettò che la porta di casa si chiudesse e poi compose
sicura il numero.
Il
segnale era libero.
Tuuu…
Non rispondere!
Tuuu...
Non rispondere!
Tuuu...
Ti prego, non
rispondere!!
Risponde la
segreteria telefonica di Inuyasha e di Kikyo!
Al momento non
siamo in casa, oppure non ci va di rispondere!
Se lasciate un
messaggio vi richiameremo il prima possibile!
Bye bye
Kagome
chiuse la chiamata e si sdraiò sul divano.
Sentire
quell’altro nome vicino quello di Inuyasha le aveva fatto molto male!
Quando
erano riusciti a trovare quell’appartamento, sembrava avessero scoperto l’acqua
calda per la felicità! Vi avevano abitato insieme fin quando Kagome non ne
aveva trovato un altro nel quale si era trasferita. Sapere che ora vicino vi
stava dormendo quella donna, le lacerava il cuore.
Kikyo.
Kikyo.
Quel
nome non lo sopportava! Le dava la nausea.
Eppure
era una brava ragazza, gentile, carina, affabile. Chiunque le sarebbe caduto ai
piedi. Ed inoltre...Le somigliava in una maniera davvero impressionante!
Sembravano due sorelle gemelle.
Ma perché allora
ha scelto lei e non me? Si ritrovò a chiedersi migliaia di volte.
Respirò
a pieni polmoni ed andò ad affacciarsi alla finestra. In lontananza, un sole
che andava a nascondersi dietro le colline lasciava spazio a qualche piccola
stella e di lì a poco anche alla luna.
Quel
momento venne interrotto dal suono del citofono di casa.
Kagome
si avvicinò lentamente alla porta per poi aprirla...
“Ciao Kan-Kan!”
“Ciao Inuyasha TT”
Quando
la chiamava in quel modo non lo sopportava!
Uno
stupido soprannome che le aveva affibbiato, risalente alla prima elementare,
quando ancora non riusciva a pronunciare bene il nome di lei.
“Allora,
mi fai accomodare!?”
“Dai
entra!”
Inuyasha
poggiò la giacca sul tavolo per poi andarsi a sedere sul divano, nel salotto.
“Non
ti sei più fatta sentire in questi ultimi giorni! E’ successo qualcosa?”
“No,
non direi...Tutto molto piatto! Come al solito...”
“C’è
Sango?”
“E’
uscita.”
“Fa
nulla, glielo direi te quando torna...”
“Che
cosa?” Ammise Kagome accomodandosi su di una poltrona.
“Ho
pensato di andare a mangiare tutti insieme in un bel ristorante questa sera! Che
ne pensi?”
“Decisamente
no!”
“Eh!!?
Ma...Perchè?”
Brutto idiota!! E’
perché non ce la faccio a vedere te e Kikyo stare insieme!! Stupido stupido
stupido!!
“Non
me la sento! Preferisco starmene a casa...Ma puoi sempre chiederlo a Sango!”
“Ma
io volevo passare un po’ di tempo con te, Kagome! Non ci vediamo da una vita
ormai!”
“Siamo
entrambi molto occupati: io con il lavoro e te con l’organizzazione del tuo
matrimonio! E’ naturale che non ci sia più tempo per vederci!”
Inuyasha
abbassò gli occhi, evidentemente dispiaciuto, e Kagome cercò di trattenersi
dall’andare subito ad abbracciarlo.
“Posso
offrirti qualcosa?” Esordì lei.
“No,
vado di fretta. Devo andare a prendere Kikyo alla boutique dove è andata a
provarsi il vestito.”
“Allora
non farla aspettare!”
Kagome
lo accompagnò sino la porta e l’aprì.
“Ci
vediamo Inuyasha.”
“Si,
Kan-Kan. Ci vediamo.”
Poi,
la porta li divise.
Inuyasha
fissò per qualche interminabile secondo la porta marrone scuro che lo divideva
dalla persona che era stata il suo unico punto di riferimento per tutta la vita
vissuta fino a quel momento. Kagome lo sapeva ascoltare come nessuno c’era mai
riuscito, lo sapeva consolare, far sorridere, ed anche piangere! Ed in quel
momento, era proprio questo che voleva: piangere. Buttare giù quella maledetta
porta ed urlarle di fargli cambiare idea! Di convincerlo a non sposarsi più...
Inuyasha
scosse la testa per riprendersi dall’intensità di quegli strani pensieri e
scese le scale sino ad arrivare alla sua macchina per poi rifugiarvisi dentro.
Ricordava
perfettamente il giorno in cui l’aveva conosciuta come se fosse appena
accaduto: sua madre era di recente venuta a mancare a causa di una grave
malattia, e suo padre non aveva tempo per occuparsi né di lui né di suo
fratello maggiore per i troppi impegni di lavoro; così, i due bambini vennero
affidati alle cure amorevoli della loro nonna materna. Ma cambiare casa,
significò anche cambiare scuola e quindi amici, sicuramente il trauma più
grande nonostante fossero piccoli. E come se non bastasse, Sesshomaru, più
grande di Inuyasha di sette anni, decise improvvisamente di seguire il padre in
America e quindi di studiare laggiù. Per il piccolo Inuyasha fu come una
pugnalata al cuore: ritrovandosi completamente da solo, si chiuse in se stesso
non riuscendo più a familiarizzare con nessuno.
Il
primo giorno alla scuola nuova, cercò subito un banco in fondo la classe per
evitare qualunque tipo di conversazione con chiunque, ma qualcosa non andò
secondo i suoi piani! Infatti, proprio durante la ricreazione, una sua compagna
di classe lo avvicinò chiedendogli il motivo per il quale continuava a starsene
da solo! Kagome, da quel giorno, non lo lasciò più da solo, continuando a
stargli accanto e riuscendo, ogni tanto, a strappargli anche un sorriso!
E
così ebbe inizio la loro bella amicizia che dura ormai da quell’ormai lontano
giorno d’inizio scolastico. Insieme continuarono anche le medie ed il liceo,
per poi optare per l’entrata diretta nel mondo del lavoro. Inuyasha aveva un
posto assicurato nell’azienda della sua famiglia, mentre Kagome avrebbe aiutato
la sua mamma nel negozio di pasticceria.
Ma
fu, probabilmente, durante l’ultimo anno di medie che Inuyasha aveva
incominciato a provare qualcosa di diverso per Kagome: uno strano formicolio
allo stomaco, il cuore che aumenta i battiti improvvisamente, timidezza! Si
riprese più volte convincendosi del fatto che non poteva essersi innamorato di
lei, perché Kagome era la sua migliore amica! La sua Kan-Kan.
Eppure,
la consapevolezza di quell’amore crebbe assieme a lui, fino a diventare troppo
forte da sopportare; ma Inuyasha lo tenne per sé, perché non voleva e non
poteva rovinare quella bellissima amicizia che li legava da sempre!
E
poi, aveva incontrato Kikyo: tale e quale a lei! La somiglianza lo aveva per un
momento stordito, e fu quella, probabilmente, a convincerlo a chiederle di
diventare la sua ragazza e, successivamente, a sposarlo! Ma perché non ci aveva
mai provato con Kagome? Perché aveva preferito “innamorarsi” di una persona che
le somigliava nell’aspetto? Adesso, era davvero troppo tardi per tornare
indietro, perché, in fondo, voleva bene a Kikyo e non sarebbe mai riuscito ad
abbandonarla proprio sull’altare.
Accese
l’auto e partì lungo la strada.
***
Kagome
tornò a sdraiarsi sul divano, proprio qualche minuto prima del ritorno di
Sango.
“Uhh!
Si congela proprio di fuori!”
“Già.”
La
ragazza poggiò la busta sul tavolo per poi accorgersi di una giacca abbandonata
su di esso.
“Kagome,
di chi è questa??” Ammise Sango prendendo in mano l’oggetto, portandolo
all’amica.
“Mh!?...E’
di Inuyasha!”
“Cosa???Inuyasha
è stato qui??”
“Ti
sembra tanto strana la cosa!!?” Kagome si alzò dal divano scocciata.
“No,
affatto!...Cosa era venuto a dirti?”
“Solo
se volevamo uscire con lui e Kikyo stasera, ma naturalmente non ho accettato!”
“Ci
sarà sicuramente rimasto male, poverino.”
Kagome
non rispose.
Le
sarebbe piaciuto tanto uscire ancora con lui, ma non con la presenza di Kikyo
accanto! Se non fosse riuscita a superare questo trauma, non sarebbe più
riuscita ad incontrarlo.
“Perché
non glielo riporti?”
“Eh!!?”
“Secondo
me è un ottimo modo per metterti alla prova, Kagome-chan!”
“Prova??Ma
quale prova??”
“Ma
vederli insieme, è ovvio! Ti devi solamente abituare all’idea e poi andrà tutto
meglio!”
Forse,
Sango aveva ragione! Poteva essere un’ottima opportunità per conoscere meglio
Kikyo e vedere come se la passassero insieme lei ed Inuyasha.
“E
va bene! Andrò da lui...Cioè, da loro!”
Sango
le porse la giacca e, dopo aver indossato la propria, Kagome s’incamminò verso
l’abitazione dove vi aveva vissuto per qualche tempo.
***
Il
palazzo non era per nulla cambiato: le solite piccole crepe, il cancellino nero
pece, sembrava che tutto fosse rimasto in stanby a quando vi abitava lei!
Si
fece coraggio ed entrò, salendo le scale sino il secondo piano per poi
arrestarsi davanti l’appartamento numero cinque.
Senza
indugiare oltre, vi bussò.
All’inizio
non udì alcun rumore, poi sentì l’avvicinarsi di alcuni passi e poi finalmente
la porta si aprì.
“Kagome!”
“Ciao
Inuyasha!”
“Ma...Cosa
ci fai qui?”
“Avevi
dimenticato questa a casa mia!”
Kagome
gli porse la giacca.
“Ahh,
già! Me ne sono accorto quando ormai ero rientrato! Sei stata molto gentile a
riportarmela, ti ringrazio.”
“Di
nulla!”
“Vuoi
entrare?”
Entrare.Entrare.
Rendersi
conto che qualcosa è cambiato lì dentro.
Che
ora non abita più da solo.
Mettersi
alla prova.
“Ok!”
Kagome
appese il suo cappotto e si andò a sedere nel soggiorno seguita da Inuyasha.
“Dov’è
Kikyo?”
“Questa
sera è rimasta a dormire da sua sorella!”
“Non
sapevo avesse una sorella...”
“A
quanto pare lavora sempre all’estero, ma è tornata in vista delle nozze!”
“Certo,
è ovvio.”
Non
si aspettava di trovarlo da solo! Si era immaginata una tranquilla
conversazione a tre, loro due che si abbracciavano e ogni tanto si guardavano
innamorati, e lei che cercava di superare le sue paure e la consapevolezza di
averlo perso per sempre.
“Mi
stavo cucinando qualcosa di buono, mi fai compagnia?”
“Sango
mi sta a spettando a casa...”
“Ma
certo! Mi avevi accennato che fosse uscita a fare la spesa...”
“Già.”
Non
sapeva nemmeno cosa la stava trattenendo dall’abbracciarlo e baciarlo! Si rese
conto di avere di una grande forza di volontà, ma prima che questa svanisse si
alzò dal divano, indossò il cappotto, e si diresse verso l’ingresso.
“Ora
vado.”
“Vuoi
che ti accompagni?”
“No,
non ce ne bisogno! Farò in un attimo...”
Inuyasha
le aprì la porta.
“Ci
vediamo Kan-Kan.”
“Si
Inuyasha, a presto”
Loro
due.
In
quella casa.
Inuyasha
avvertiva un calore diverso dal solito. Qualcosa che con Kikyo non riusciva
minimamente a provare.
L’amava.
L’amava
da impazzire.
E
lo sapevo da troppo tempo. Ed il suo cuore non ce la faceva più a tenere
segregato quell’amore immenso.
In
un attimo ogni buon proposito se ne andò a farsi friggere, fermandola.
“Aspetta
Kagome.”
“Mh!?
Cosa c’è?”
Lo
sguardo di Inuyasha era serio, ma vi si poteva notare un velo di paura.
“I-io
devo dirti una cosa...”
“Dimmi
tutto.”
“Ecco,
vedi...Non-non è semplice...”
Inuyasha
si passò una mano fra i lunghi capelli, e Kagome conosceva fin troppo bene quel
gesto d’insicurezza che era tipico di lui: ogni volta che si vergognava lo
dimostrava passandosi una mano in mezzo i lunghi capelli neri come i suoi
occhi. Ed era successo anche quando si erano conosciuti, ed anche durante la
sua dichiarazione a Kikyo.
Cosa
le voleva mai dire per renderlo così agitato tutto a un tratto?
“Che
cosa non è semplice?”
“Questo!”
Se
glielo avesse espresso con un gesto, sarebbe stato più semplice capirlo! Ed
infatti, Inuyasha le prese il volto fra le mani e la baciò.
Kagome
sentì le gambe tremarle, ed il cuore scoppiarle! Come era possibile che lui la
stesse baciando? Doveva essere sicuramente un sogno, perché non poteva capitare
proprio a lei una cosa del genere.
Rimase
immobile, senza capire cosa fosse più giusto fare: dare libero sfogo ai suoi
desideri o essere corretta nei confronti di Kikyo?
Quando
Inuyasha si allontanò, Kagome provò un improvviso senso di vuoto.
“Co-co-cosa
significa?” Ammise lei titubante, con la voce simile ad un sussurro.
“Che
ti ho mentito, Kagome! Una volta ti dissi che non avrei mai avuto segreti per
te, ma in realtà perché ne ho uno...”
“E
qual è?”
Era
un momento magico, indescrivibile.
E
Kagome non riusciva più a trattenersi dal baciarlo anche lei...
Aspettava
quelle parole che desiderava sentire da una vita intera! E forse, il suo sogno
si sarebbe finalmente realizzato.
“Kagome
io...”
Il
trillo di un telefono.
Inuyasha
sbatte le palpebre e lasciando il viso di lei rientrò in casa rispondendo.
“Pronto?...Oh,Kikyo!
Sei tu...No, non ho ancora mangiato!...No no, rimani pure da tua sorella e
divertiti! Ti vengo a prendere domani mattina verso le undici, va
bene?...Perfetto! Allora a domani!”
Riagganciò.
Girando
appena gli occhi, la vide ancora là, immobile sull’uscio, come aspettando
qualcosa che a lungo aveva desiderato ma che non poteva in alcun modo avere! E
forse, adesso gli era tutto più chiaro.
Kagome
lo amava.
E
quegli occhi supplichevoli d’amore ne erano la prova.
Avevano
entrambi tenuto nascosto all’altro anni di amore segreto e custodito nel cuore.
Se solo avessero avuto più coraggio...
“Kagome.”
“Mh!?”
“E’
meglio se vai a casa, Sango ti starà aspettando.”
Kagome
sgranò gli occhi e represse un singhiozzo.
No!
Non
era possibile!!
Dov’era
finito l’Inuyasha di pochi attimi prima?!
Perché
ora la stava trattando con sufficienza?
Il
suo cuore sembrava essersi fermato in quel preciso momento, e non sarebbe mai
riuscita a spiegare a parole la sofferenza che stava provando in quel momento.
Quel
bacio era stato sincero, lo sapeva! Ne era certa!
Ma
allora perché Inuyasha continuava a fare finta di niente?
Sapeva
perfettamente che sarebbe scoppiata a piangere entro pochi secondi, e non
poteva proprio davanti a lui! Non sarebbe stata debole ed insicura, se ne
sarebbe andata a testa alta e con gli occhi asciutti...Per poi non rivederlo
mai più e continuare a vivere di quell’attimo nel quale le loro labbra si erano
incontrate per la prima volta.
“Si
Inuyasha! Credo sia meglio. Già che ci sono ti avverto che non sarò presente né
alla cerimonia né alla cena, quindi dovrai trovarti un altro testimone.
Cia...Addio!”
Si
girò ed incominciò a scendere le scale.
Ed
Inuyasha non riusciva ancora a capacitarsi di quella parola...
Addio.
Addio.
Addio.
Cosa
significava?
Che
cosa voleva dire “addio” detto dalla sua Kan-Kan?
E
cosa avrebbe fatto lui senza di lei?
Non
poteva immaginare la sua esistenza senza Kagome al suo fianco...
E
poi, per quanto tempo ancora lei sarebbe rimasta “la sua amica delle
elementari”? Prima o poi anche Kagome si sarebbe sposata, ed al suo fianco non
ci sarebbe stato spazio che per l’amore della sua vita.
E
lui?
Come
avrebbe reagito?
Sarebbe
impazzito?
Se
fosse stato lui a trovarsi nella situazione in cui ora si trovava Kagome, che
cosa avrebbe fatto?
Presa
coscienza di una cosa del genere, ebbe paura! Una fottutissima paura.
Non
sarebbe mai riuscito a dividerla con nessun altro, ed il solo pensiero lo
distruggeva.
Allora,
forse, doveva essere stato così anche per Kagome! Chi gli dava l’assoluta
certezza a lui che la ragazza non avesse sofferto alla notizia del suo
matrimonio?!
Solo
ora si spiegava il motivo di quell’allontanamento forzato da parte della
giovane ed il perché cercava di evitarlo, quando poteva!
In
quel momento, il pensiero di Kikyo e del matrimonio scivolarono via, ed al loro
posto s’insinuò il ricordo e l’amore di Kagome.
Quello
che doveva fare gli venne semplice, come se lo avesse premeditato da molto più
tempo: le corse dietro per le scale e la bloccò ad un braccio costringendola a
voltarsi e guardarlo negli occhi.
“Non
puoi dirmi addio! Io non lo accetto!”
“E
cosa dovrei fare, sentiamo!”
Kagome
aveva gli occhi umidi e rossi di pianto, e le guance era solcate da piccole
scie luminose.
“Io
non ce la faccio a vederti assieme a lei, Inuyasha...Mi stai chiedendo
troppo...”
“Non
mi pare di averti mai detto nulla del genere.”
La
ragazza si coprì il viso con le mani e continuò a piangere.
“Ti
prego Kagome, dimmi qualcosa. Qualsiasi cosa...”
Quelle
parole le saltarono all’orecchio come un invito.
Sentiva
come se dietro vi fosse nascosto un significato particolare, qualcosa che avrebbe
dovuto scoprire da sola, senza l’aiuto di niente e di nessuno.
Asciugò
le ultime lacrime del suo pianto con una mano e lo andò a fissare negli occhi
nero pece.
Si.
Lei
aveva un desiderio.
Qualcosa
di silenzioso, che nessuno sapeva e doveva sapere. E si trovava proprio lì, nel
cuore e nella sua testa; ed ora, le sembrò arrivato il momento giusto.
Si
fece coraggio.
“Inuyasha...”
“Si?!”
E gli si fece più vicino.
Kagome
lo abbracciò forte a lei, ed alzandosi sulle punte dei piedi gli sussurrò
all’orecchio...
“Ti
prego, amami solo per questa notte! Fammi sentire tua, abbracciami e stringimi
forte. Sotto la luna e le stelle che brillano, voglio essere tua...Inuyasha.”
Il
ragazzo tremò, di desiderio e di paura.
Gli
sarebbe mai bastata una sola notte, dopo averla sentita sua per una volta nella
vita?
Ma
non gl’importò questo! No.
Scacciò
ogni pensiero, ogni titubanza, ogni risentimento e la baciò.
Lentamente
risalirono le scale e richiusero la porta alle loro spalle. Kagome si tolse il
cappotto e lo lasciò cadere per terra, mentre Inuyasha, per una mano, la
trascinava in un’altra stanza, quella che li avrebbe visti uniti per quella
notte magica.
***
Le
tende aperte lasciavano che qualche raggio argenteo di luna illuminasse la
camera buia nel quale entrarono due giovani, per poi richiudere la porta dietro
di loro.
Nelle
tenebre, si potevano notare due profili ben definiti che ad un tratto si
unirono in un bacio ricco di passione; Kagome carezzava lentamente i capelli di
Inuyasha, quei capelli che aveva imparato ad amare da non sapeva nemmeno quanto
tempo.
Le
loro lingue giocavano e si rincorrevano, ora veloci, ora più lente.
Inuyasha
mise fine a quel lungo contatto, ed incominciò a baciarla prima sulle guance
accaldate, poi incominciò a scendere pian piano per l’esile collo, mordendo e
baciando con sempre maggior foga. Spinse la giovane fino a farla inciampare sul
letto e ve l’adagiò sopra.
Kagome
lo tirò a sé e lo baciò ancora una volta, ma Inuyasha si ritrasse quasi subito,
togliendosi il maglione che indossava per poi far scivolare lentamente verso il
basso la zip della felpa della ragazza che poi l’aiutò a togliersi.
Ricominciò
a baciarle il collo, insinuando una mano sotto la maglietta a maniche corte, e
carezzandole un seno coperto da un sottile reggiseno di cotone. Kagome fremette
a quel contatto ed inarcò un po’ la schiena; poi, entrambi si tolsero le
magliette, e la ragazza disegnò con le mani il contorno degli addominali e del
petto scolpiti del giovane: non pensava che Inuyasha fosse così bello! E
sentiva di amarlo ancora di più.
Da
dietro la schiena sentì le mani del ragazzo aprire con cura la chiusura del
reggiseno e poi toglierlo del tutto.
Inuyasha
sorrise: non era mai stato così felice fino a quel momento!
Affondò
il viso fra i seni della giovane, la quale continuava ad invocare sommessamente
il suo nome e a carezzargli i capelli lisci.
Con
una spinta di reni, fu Kagome a ritrovarsi sopra di lui e dopo la sorpresa
iniziale, la ragazza incominciò a baciargli il collo, per poi scendere verso il
petto e poi sino l’ombelico. Dopo avergli slacciato la cinta dei pantaloni, fu
nuovamente Inuyasha a trovarsi sopra di lei e in un attimo fece sparire anche i
pantaloni di entrambi.
Tirò
più su la giovane, facendola meglio accomodare sul letto a due piazze per poi
riprendere a baciarla e a toglierle lentamente le mutandine e lanciarle ai
piedi del letto; anche Kagome fece scivolare i bordi dei boxer di lui, i quali
andarono a far compagnia al resto degli abiti già tolti.
I
loro respiri si erano fatti più forti ed ansanti, e non aspettavano altro che
unirsi in un solo unico corpo.
Inuyasha
insinuò una mano nel mezzo delle gambe della ragazza, carezzandole il centro
del suo piacere e facendola ansimare ancora più forte; Kagome incurvò ancora di
più la schiena, facendo combaciare i loro due bacini. Inuyasha ritrasse la mano
e la guardò fisso negli occhi.
La
ragazza lo rassicurò con un sorriso e dopo aver posato un altro bacio sulle
labbra si lui, Inuyasha entrò lentamente in lei.
Kagome
represse un piccolo urlo che sentì salirle su per la gola, e strinse forte nei
pugni le lenzuola bianche del letto. Ma il dolore passò in fretta, lasciando
spazio ad un forte piacere.
Il
ragazzo incominciò a muoversi sempre più velocemente dentro di lei, e gli
sembrò di aver raggiunto il paradiso! Dopo un’ultima poderosa spinta, i due
raggiunsero l’apice del desiderio, ed Inuyasha si accosciò ansimante sul corpo
di lei, scosso da brividi e fremiti.
Kagome
lo abbracciò da dietro la schiena, respirando il dolce profumo dell’uomo che
desiderava e che amava più della sua vita.
“Ti
amo Inuyasha.”
Il
ragazzo alzò la testa e la guardò.
“Anch’io
Kagome.”
***
La
luce del sole entrò di soppiatto nella stanza, illuminandola di caldi raggi dorati;
e proprio uno di questi si andò a posare sulla figura ancora immobile di un
ragazzo che, disturbato, aprì lentamente gli occhi e sbadigliò.
Accoccolata
al suo petto, notò una chioma corvina muoversi appena e stringerlo di più a sé.
Inuyasha
sbatte gli occhi alcune volte, e tutto quello che era accaduto la notte
precedente gli ritornò alla testa come un fulmine: lui e Kagome. Che si erano
dichiarati subito dopo aver fatto l’amore. Quello era stato un momento come
pochi se ne hanno nella vita! Aveva provato una tale felicità nello scoprire
che anche lei lo amava che quasi faceva fatica a credere tutto fosse successo
per davvero, e che non fosse stato un bellissimo sogno!
Kagome
dormiva beata fra le sue braccia, con la bocca incurvata in un leggero sorriso.
Quant’è bella! pensò.
Non
poteva credere che stava rinunciando al tenerla così stretta a lui! Provava una
sensazione talmente fantastica che non sarebbe riuscito a riabituarsi a nulla
del genere! Lui voleva che Kagome rimasse per sempre al suo fianco, desiderava
soltanto questo.
Ad
un tratto, anche la ragazza aprì gli occhi.
La
prima cosa che vide fu il petto di Inuyasha, al quale si stringeva forte, poi,
alzando più la testa incontrò il suo viso ed i suoi occhi che sembravano
sorriderle.
“Buongiorno!”
“‘Giorno
Inuyasha!”
“Dormito
bene?”
“Direi
proprio di si! Questo letto è molto comodo...!”
“Non
mi stavo riferendo al letto, IO T.T”
“Ahah!!
Dai, stavo scherzando! ^^”
Si
scambiarono un dolcissimo bacio.
“Che
ore sono?”
“Mh!
Fammi controllare...Accidenti!! Sono le undici e mezza!! Dovevo passare a
prendere Kikyo da sua sorella!!”
Kagome
abbassò gli occhi e guardò da un’altra parte per evitare lo sguardo di lui.
Inuyasha
se ne accorse e subito cercò di tranquillizzarla.
“Tranquilla
Kan-Kan! Appena la vedo, le spiegherò ogni cosa.”
“Davvero?”
“Sicuro!”
La
ragazza si gettò fra le sue braccia e lo baciò.
***
Una
volta che furono entrambi pronti, Inuyasha riaccompagnò a casa Kagome e poi
ripartì.
La
ragazza si sentiva leggera come piuma, e non vedeva l’ora di raccontare quello
che era accaduto a Sango!
Già!
Povera Sango!
Probabilmente,
si doveva essere preoccupata parecchio non vedendola tornare!
Inserì
la chiave nella serratura e la girò
Nella
casa regnava ancora il più assoluto silenzio.
Strano! Sango è
sempre così mattiniera...
Kagome
si diresse in soggiorno e gettò il cappotto sul divano…
“Ehi!!
Ma che modi!!”
“Eh!?
Sango!!”
“Kagome!!
Ma si può sapere che cavolo ti è successo?? Mi hai fatto stare in pensiero!”
“Perdonami.
Ma ho delle novità super-mega strabilianti!!”
“E’
successo qualcosa fra te ed Inuyasha per caso??”
“Sisisisisisisiiiiiii!!!”
Sango
non riuscì a credere alle proprie orecchie quando, poi, Kagome le raccontò per
filo e per segno quello che era successo la notte scorsa.
“Ed
ora?”
“Mi
ha detto che ne parlerà con Kikyo!”
“E
siamo sicuri che all’ultimo momento non ci ripensi?”
“Perché
dovrebbe ripensarci, scusa?! Inuyasha mi ama! Me lo ha detto chiaro e tondo!”
“Non
metto in dubbio il fatto che lui ti ami, Kagome-chan! Solo che dobbiamo vedere
come reagirà Kikyo alla notizia!...Cercherà in tutti i modi di fargli cambiare
idea.”
Kagome
si fece per un attimo pensierosa.
A
questo non aveva proprio pensato. Se fosse stata lei a trovarsi nei panni di
Kikyo, probabilmente si sarebbe aggrappata a lui con tutte le sue forze ed
avrebbe cercato di farlo innamorare di nuovo di lei.
Ma
aveva una gran fiducia in Inuyasha e non l’aveva mai delusa sotto questo punto
di vista.
Doveva
solamente attendere pazientemente una sua telefonata e tutto si sarebbe
concluso nel migliore dei modi.
“Adesso
non ci voglio pensare! Piuttosto, vado a farmi una doccia.”
La
ragazza si alzò e si diresse in bagno.
Sotto
il getto d’acqua calda ripensò a quella magnifica notte e alle molte altre che
sicuramente avrebbero passato insieme. Il suo più grande sogno si era, infine,
realizzato e non poteva chiedere di più dalla vita.
Dopo
una buona mezz’ora, uscì dalla doccia, si mise il suo accappatoio e si attorcigliò
fra i capelli un asciugamano, giusto in tempo per sentire lo squillo del
telefono.
Si
catapultò fuori dal bagno e rispose.
“Pronto?”
“Kagome?”
“Inuyasha!”
“C-ciao...Ehm,
io...Ecco ho parlato con Kikyo e...”
“E??”
“Mi
sono accorto che abbiamo fatto una cavolata, questa notte!...Lo so che ora
detto così non ha alcun significato, ma rimango dell’idea che sposare Kikyo sia
la cosa più giusta da fare.”
Kagome
scosse la testa, come se quelle parole appena sentite fossero un brutto
scherzo! Un orrendo scherzo.
“I-Inuyasha,
non capisco...”
“Quello
che è successo fra di noi questa notte, Kagome, è stato bellissimo ed io non ho
mentito quando ho detto di amarti!”
“Dov’è
il problema, allora??”
“Il
problema è che mi sono già impegnato con Kikyo e non posso lasciarla proprio
adesso...”
Kagome
non volle ascoltare altro! Chiuse la comunicazione e stacco il telefono.
Non
poteva essere quella la realtà, così diversa dalla notte appena trascorsa.
Era
un dannato incubo, e doveva svegliarsi prima di impazzire!
Cominciò
a camminare avanti e indietro per la casa, con le mani che cercavano di coprire
un pianto ormai prossimo: com’era possibile che Inuyasha l’avesse presa in
giro? Non riusciva davvero a crederci.
Cadde
per terra e si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
In
quel momento sentiva l’impellente bisogno di avere accanto la sua amica Sango
per potersi sfogare sulla sua spalla, ma la ragazza era uscita per andare a
prendere il fratellino minore a scuola.
Voleva
morire.
Chiudere
per sempre gli occhi e dimenticare. Dimenticare. Dimenticare. Tutto! Anche la
notte trascorsa... Al solo pensiero di non poterlo più avere per sé, dei
fortissimi brividi la scossero e si sentì quasi venir meno.
Asciugandosi
le guance bagnate, si alzò dal pavimento e camminò sino la sua stanza, nella
quale vi si chiuse.
Sedutasi
sul letto intatto, cercò di riprendersi con dei lunghi respiri, ma subito
rinascose il viso fra le mani per poi ricominciare a piangere.
Era
proprio unitile!
Questa
volta non sarebbe riuscita a riprendersi con facilità.
Sapevi
perfettamente che sarebbe andata a finire così! le disse una
voce. E poi, in fondo, gli avevi chiesto
solamente una notte! Se non ti avesse illusa che anche lui provava i tuoi stessi
sentimenti, non avresti mai pensato al fatto che avresti potuto avere molte
altre notti assieme a lui.
Kagome
si riprese.
Già. pensò. E’ vero.
Si
soffiò il naso con un fazzolettino e si sdraiò sul letto.
La
camera era illuminata da un sole mattutino che preannunciava una bellissima e
abbastanza calda giornata d’inizio autunno.
Più
tardi avrebbe chiamato la mamma, si disse la ragazza, per avvertirla che quel
giorno non sarebbe andata al negozio. Era come se tutto a un tratto la sua
voglia di vivere si fosse affievolita...
La
cosa che più di ogni l’aveva fatta soffrire era stata la bugia di Inuyasha.
Perché dirle di amarla se non era vero?
Ricordava
perfettamente le parole del giovane al telefono: “Quello che è successo fra di
noi questa notte, Kagome, è stato bellissimo ed io non ho mentito quando ho
detto di amarti!” E gli era sembrato quasi sincero...Ma ora, non sapeva più che
cosa pensare! Si sentiva triste ed amareggiata, ma soprattutto presa in giro! E
la colpa era proprio del suo migliore amico d’infanzia. Non avrebbe scommesso
uno yen se qualcuno le avesse mai detto che la loro amicizia sarebbe finita in
questo modo!
Per
quel giorno sarebbe rimasta così.
Anche
la voglia di parlarne con Sango era scomparsa.
Conosceva
un solo modo che l’avrebbe tirata su di morale: ascoltare un po’ di musica!
Fra
i molti cd che aveva, ne prese uno a caso. Era un po’ rovinato, ma lo inserì
ugualmente nel suo stereo. Le note partirono.
Cannot touch , cannot hold , cannot be
together
[Non posso toccarti, non posso abbracciarti, non dobbiamo
stare insieme]
Cannot love , cannot kiss , cannot have each other
[Non posso amarti, non posso baciarti,
non posso averti]
Must be strong and we must let go
[Devo essere forte e lasciarti]
Cannot say what our heart must know
[Non posso dire ciò
che il mio cuore già da troppo tempo cerca di urlare.]
Alla
grande! Aveva beccato l’unica canzone che poteva farla sentire solamente
peggio!
Ma
oramai, peggio di così non poteva di certo stare! Ed inoltre, lo stereo si
trovava esattamente al lato opposto del letto...Troppo lontano! Cambiare
canzone avrebbe significato alzarsi, camminare, un passo dietro l’altro...No
no! Decisamente non era in grado. Quelle parole non avrebbero fatto altro che
farla rimuginare sull’accaduto,
ripensare a lui incessantemente per tutta la durata del pezzo, e forse non le
avrebbe fatto poi così male!...Imparare dai propri errori, le ripeteva sempre
il nonno. E di certo, quell’esperienza le aveva fatto perdere tutta la fiducia
che riponeva in Inuyasha.
Ed
anche se lui si fosse presentato con un mazzo enorme di rose, porgendole le sue
più sentite scusa, lo avrebbe cacciato via tirandogli dietro le sue inutili
rose rosse!!
Lei
era stata sincera e si era donata a lui completamente, non aspettando altro che
quel momento da molti anni; e nonostante Inuyasha avesse accettato di fare
l’amore con lei, aveva avuto come il presentimento che lo avesse fatto
solamente per pure divertimento...
E che cosa ti
aspettavi?!
si disse. Gli avevi chiesto di passare
la notte con te, e lui ha preso la palla al balzo! Sei stata solamente una
sentimentale, una debole, una sciocca...
How can I not love you
[Come posso non amarti?]
What do I tell my heart
[Cosa direbbe il mio cuore]
When do I not want you
[Se gli dicessi che non ti voglio]
Here in my arms
[Qui tra le
mie braccia]
How does one waltz away
[Come posso
andarmene]
From all of the memories
[E dimenticare
tutto]
How do I not miss you
[Come potresti non mancarmi]
When you are gone
[Quando me ne sarò andata.]
Eppure,
quell’odio che stava cercando in tutti modi di provare stava già scomparendo
dal suo cuore.
Lei
non aveva mai odiato Inuyasha! Nemmeno una sola volta l’odio li aveva
divisi...Strano a dirsi, ma loro due erano sempre andati d’accordo. Quel
sentimento di semplice amore fraterno che li aveva uniti era stato più forte di
qualsiasi altra cosa.
Ed
ora che Kagome cercava di dimenticarlo servendosi dell’ odio, questo non le
serviva assolutamente a nulla! Perché il suo cuore continuava a desiderarlo e a
volerlo...Il resto, non aveva alcuna importanza.
Si
sa che il cuore è un muscolo involontario, che fa quello che gli pare, quando gli
pare e per tutto il tempo che vuole. Nessuno può controllarlo...Nemmeno il
cervello! Ed i sentimenti lo abitano, e fanno quello che lui dice loro di fare,
perché non possono in alcun modo opporvi resistenza. E Kagome, stava
sperimentando tutto questo... Ed odiava il suo cuore, perché era stato ancora
più debole di lei! Era ceduto ancor prima della ragione... Avrebbe voluto
strapparselo dal petto e così smettere di soffrire.
Ma
era come se adesso il suo cuore le parlasse, per dirle di farsi forza e di non
lasciarsi andare, perché anche lui stava soffrendo assieme a lei.
Cannot dream , cannot share sweet and
tender moments
[Non posso sognare, non posso
continuare con questi teneri e dolci attimi ]
Cannot feel how we feel , must pretned
it's over
[Non posso più sopportare questo
dolore che ho dentro, sapendo che il tuo cuore è di un’altra, è finita]
Must be brave and we must go on
[Devo avere
coraggio, e andare avanti]
Must not say what we've know all alone
[Non posso più credere che tu un
giorno mi amerai.]
Avrebbe
smesso di pensare a quell’amore impossibile. Ci sarebbe riuscita! Era questo,
ora, lo scopo della sua vita.
Poterlo
definitivamente dimenticare per poter ricominciare tutto da capo...Adesso,
desiderava questo più di ogni altra cosa. Perché non era giusto che a
rimetterci fosse solamente lei, una ragazza la cui unica colpa era stata quella
di essersi illusa troppo facilmente di essere ricambiata in amore.
Aveva
ancora molto di cui vivere, e se da adesso in poi Inuyasha non sarebbe più
stato al suo fianco vi ci avrebbe fatto l’abitudine! In fondo, aveva solamente
ventitre anni, e poteva ancora fare quello che le pareva senza che nessuno la
sgridasse!
Avrebbe
fatto un bel viaggio...! Si, magari nella lontanissima Italia, dove desiderava
andarci fin da piccolina. Sarebbe andata a stare da alcuni suoi parenti che vi
abitavano da molti anni, e l’avrebbe vista tutta! Non gli importava se ci
avrebbe messo un anno o due, anche tre per quello che gli importava! Si sarebbe
concessa del tempo per pensare, per dimenticare...Per ricominciare! Perché,
oramai, non poteva più sperare che lui un giorno l’avrebbe amata.
Must be brave and we must be strong
[Devo avere
coraggio, devo essere forte]
Cannot say what our heart must know
[Non posso dire ciò che il mio cuore
urla.]
Kagome
andò a spegnere lo stereo, giusto in tempo per sentire la porta di casa aprirsi
per poi richiudersi.
“Kagome,
sono tornata!!”
***
Tre mesi dopo...
“Ok,
sono pronta! Che ne pensi?”
“Dico
che farai cadere tutti gli invitati di sesso maschile ai tuoi piedi!”
“Spiritosa!”
Ammise Sango preparando la borsetta.
“Sei
davvero convinta di non voler venire?”
“Convintissima.”
“Allora
non proverò più a convincerti...Ci vediamo questa sera!”
La
ragazza uscì.
Aveva
provato in tutti i modi possibili ed immaginabili a convincere Kagome a partecipare
almeno alla cena, ma non c’era stato proprio verso di smuoverla. Inoltre, non
aveva voluto neppure parlare o vedere Inuyasha dopo quello che era successo...
Sango
salì sulla sua auto e raggiunse in poco tempo la chiesa dove si sarebbe svolta
la funzione nuziale. Appena vi entrò, venne fermata dal fratello maggiore di
Inuyasha, Sesshomaru...
“Tu
devi essere Sango, giusto?!”
“Si
esatto!... E tu devi essere Sesshomaru! Somigli da morire ad Inuyasha...”
“Ti
vuole vedere...”
Sango
lo seguì sino ad una piccola stanzetta nell’oratorio dietro la chiesa dove vi
trovò per l’appunto Inuyasha.
“Non
è venuta, vero?”
“Mi
dispiace molto Inuyasha. Ho provato in tutti i modi a convincerla, ma non c’è
stato verso.”
“
Che razza di situazione...Non sarei mai voluto arrivare fino a questo punto...”
“Kagome
si è sentita profondamente ferita dal tuo comportamento Inuyasha, e non riesce
ancora a capacitarsi di quello che tu le hai fatto...”
“Se
solo avesse voluto ascoltarmi almeno una volta le avrei spiegato ogni cosa!”
“C’è
poco da spiegare ad una donna ferita in amore. Lei ti ama sinceramente, ed
anche se cerca di fare la dura io la conosco troppo bene...Come anche te del
resto!”
“Ho
sbagliato tutto Sango! Tutto! Ed ora l’ho persa per sempre...”
“Adesso
non fare la vittima! Ti sei scavato la fossa da solo mio caro quindi ti sta
proprio bene!”
“Non
ti ci metterai anche tu, spero?!”
“E
invece si! Ho cercato di essere il più arbitraria possibile ma ora non c’è più
kami che tenga, quindi mi ascolterai: stai commettendo il più grosso errore
della tua vita e non te ne accorgi nemmeno! Quanto tempo pensi ci metterà Kikyo
a rendersi conto che suo marito non la ama come lei vorrebbe?! Eh!? Sarete in
due a soffrire a questo punto e di certo Kagome non starà qui ad aspettarti a
braccia aperte! Perciò se vuoi evitare un completo fallimento, poni subito
rimedio prima che sia davvero troppo tardi!”
Sango
si risistemò meglio la pettinatura e si lisciò il vestito.
Dopo
avergli lanciato un’ultima occhiata, uscì dalla stanza e si diresse nuovamente
verso l’entrata della chiesa.
Inuyasha
era rimasto davvero molto colpito dalle parole della ragazza, ed in cuor sapeva
che Sango aveva ragione: lui voleva sì bene a Kikyo, ma non l’amava! E non
sarebbe mai riuscito ad amarla...Perchè il suo cuore ed i suoi pensieri erano
già occupati dall’immagine di un’altra bellissima ragazza che lui amava da
impazzire!
Non
era ancora troppo tardi per rimettere tutte le cose a posto!
Ma
la cosa più importante da fare, prima di ogni altra, era di parlare con
Kikyo...Ma questa volta, nulla lo avrebbe convinto dal desistere ad amare
Kagome!
Uscito
dalla saletta, si diresse immediatamente verso quella nella quale, sapeva,
Kikyo si stava preparando.
Arrivato
davanti ad essa, vi bussò.
“E’
aperto!”
Inuyasha
aprì la porta.
“Kikyo,
sono io.”
“Inuyasha!!
Ma sei impazzito?? Lo sai che porta male vedere la sposa prima della
cerimonia?!”
“Ti
prego, devo assolutamente parlarti! E’ importante...”
“Mi
sembri sconvolto!...Dai, entra.”
Kikyo
si sedette su di una sedia, cercando di sgualcire il meno possibile il vestito,
ed Inuyasha camminò sino il centro della stanza.
“Dimmi,
avanti.”
“E’
così complicato, Kikyo. Non so davvero da che parte incominciare...”
“Ti
chiedo solamente di essere sincero Inuyasha.”
Inuyasha
ebbe come il presentimento che Kikyo avesse già capito tutto.
“Vedi,
io credo che siamo stati un po’ troppo sbrigativi nel volerci sposare così
giovani...In fondo, abbiamo tutta una vita davanti, non credi anche tu?!”
“E’
per Kagome, non vero?”
Inuyasha,
a questo punto, non seppe più cosa dire ed abbasso lo sguardo.
“Lo
sapevo che non l’avresti dimenticata...Anche se, in fondo, lo speravo!”
Kikyo
si alzò dalla sedia e si andò ad affacciare alla finestra: da lì, poteva
scorgere parte degli invitati al suo matrimonio.
“Già
la prima volta che me l’hai presentata avevo subito notato che c’era qualcosa
fra di voi...Qualcosa che andava ben al di là della semplice amicizia, ma ho
cercato di far finta di niente! In fondo, tu avevi scelto me e non lei. Ma sono
stata una sciocca nel credere che, presto o tardi, quel posto nel tuo cuore che
lei occupava lo avrei occupato io...L’ho sperato con tutta me stessa, ma alla
fine ho perso.”
“Kikyo
io...”
“Ti
prego non dire altro! Ho capito perfettamente quello che sei venuto a dirmi e
non sarò certo io a fermarti...Va da lei Inuyasha!” Gli disse la ragazza con un
sorriso forzato sul volto.
Inuyasha
non sapeva che cosa fare: aveva la possibilità di correre finalmente libero
dalla sua Kagome, ma come avrebbe potuto lasciare Kikyo a quel modo?!
“Ma...”
“Penserò
io a dirlo a tutti gli invitati, non ti preoccupare! Avanti, và!”
Ma
Inuyasha non si mosse.
Possibile
che non riuscisse a capire quanto lei stesse soffrendo nel lasciarlo andare a
quel modo?!
“VATTENE!!”
A
quell’urlo, il ragazzo indietreggio di qualche passo e corse fuori.
Adesso,
lo aveva perso davvero per sempre.
***
“Sango!”
“Inuyasha…Ma,
che ci fai già qui?? Non è ancora arrivato il momento di...”
“Prestami
le chiavi della tua macchina!”
“Cosa??”
“Avanti,
sbrigati!”
“Ma
mi vuoi spiegare che diamine sta succedendo?”
“Io
e Kikyo non ci sposiamo più!”
A
quell’affermazione, diversi partecipanti si voltarono a guardarlo.
“Che
storia è questa??”
“Ti
sbrighi a darmi quelle maledette chiavi!!?”
“Ecco
tieni.”
Inuyasha
volò fuori dalla chiesa sotto gli occhi indagatori e curiosi di molte persone.
Anche
se non sapeva dove Sango avesse parcheggiato l’auto, la trovò ugualmente con
facilità, vi salì e partì alla volta di casa di Kagome.
Questa
volta, niente e nessuno sarebbe riuscito a fermarlo! Nemmeno Kami in persona ne
avrebbe avuto la forza!!
Stava
andando a prendersi la donna che sapeva di amare da un’eternità ma che non
aveva mai avuto il coraggio di conquistare...E si maledì decine di volte per
averle fatto patire le pene dell’inferno solamente a causa sua e della sua
inettitudine!
Guidò
come un pazzo per le strade della città, sino ad arrivare al palazzo nel quale
abita Kagome. Parcheggiò alla bene e meglio la macchina e salì a due a due i
gradini delle scale per poi bussare alla porta, quasi a volerla buttare giù!
“Eccomi,
eccomi! Un attimo...”
Kagome
stava tranquillamente mangiando un panino, quando sentì qualcuno bussare
violentemente alla sua porta.
Bevve
un sorso d’acqua ed andò ad aprire...
“Ma
si può sapere chi diavolo...”
Non
fece in tempo a finire la frase, che si ritrovò schiacciata contro il muro da
un corpo che sapeva perfettamente di conoscere e due labbra calde che la
stavano baciando come fosse l’ultima volta...
Lentamente
queste si allontanarono lasciandola respirare.
“Kagome...”
“Inuyasha,
ma cosa ci fai qui?”
“Scusami,
scusami se sono stato così ottuso, così stupido! Ti prego Kagome, perdonami se
puoi...Ti ho fatto soffrire, ho fatto soffrire la persona che più amo a questo
mondo! Potrai mai perdonarmi?!”
Aveva
capito bene o stava solo sognando?!
Possibile
che Inuyasha fosse proprio lì davanti a lei e le avesse detto per la seconda
volta che l’amava?
“So
che non ti sarà facile credermi, ma io ti amo! Eccome se ti amo, ti ho sempre
amata, ma l’ho sempre tenuto nascosto...Ti scongiuro, non dirmi di no!!”
Dirgli
di no?
E
dove lo trovava il coraggio adesso per dirgli di no?!
Non
ci pensò su nemmeno per un secondo! Inuyasha era sempre stato sincero con lei,
sempre. Mai una volta l’aveva delusa...Ed ora, era tornato per farsi perdonare.
Kagome
lo accolse fra le sue braccia, ed unirono nuovamente le loro labbra in un
intenso bacio. Solamente il primo di una lunga serie...
“Dov’è
Sango?”
“E’
rimasta alla cerimonia, ma le ho praticamente rubato la macchina! La farò
andare a prendere da Miroku, un mio amico...”
“E??”
“E...gli
chiederò di trattenerla fuori casa per almeno tutto il resto della giornata!”
Kagome
gli saltò in braccio, attorcigliando le gambe dietro la sua schiena e
baciandolo con foga e passione.
Si
diressero verso la camera della ragazza...
La
notte giunse velocemente, facendo salire la luna sul suo piedistallo blu scuro,
circondata da miriadi di stelle. Quelle stesse stelle che ogni sera vedevano
l’affacciarsi di una ragazza dalla sua finestra e che parlava con
loro...Parlava loro di un sogno, un sogno d’amore, un sogno di vita, un sogno
per l’eternità...
Ma
quella notte non la videro affacciarsi e salutarle...
Allora,
forse, il sogno, si era realizzato.
-Fine-
Non
mi sembra vero di aver finalmente concluso questa shot! Due giorni pieni di
lavoro...Uff, però mi piace moltissimo!! Era in cantiere da un eternità, ma
volevo che fosse fantastica, e spero proprio di esserci riuscita! ^^ La canzone
sopra riportata appartiene a Joy Enriquez e s’intitola “How can i not love You”
(colonna sonora del film “Anna and the King”). Ringrazio tutti coloro che
leggeranno e commenteranno (anche perché è lunghissima!) Un kiss by kagome ^^