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Autore: Bookseater    26/04/2012    3 recensioni
Dustan è un giovane eroe, in un mondo fantastico, dei tempi passati, ma anche attuale.
Una fiaba abbastanza corta e che ha in sè un po' tutti i fondamenti della fiaba.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La leggenda di Dustan

C’era una volta in un regno lontano un borgo chiamato Amidra. Quest’ultimaera chiamata borgo, poiché il paese era cresciuto attorno ad un castello. Quest’ultimo era abitato dai regnanti, il re e la regina, e la principessa.
Il borgo si chiama Amidra.
La principessa era la ragazza più bella del reame e tutti i ragazzi la volevano in sposa.
Giungevano anche ricchissimi principi, ma la principessa rifiutava sempre le proposte perché era innamorata di un giovane di nome Dustan, ricambiata.
Un giorno Dustan chiese al re e alla regina la mano della principessa ed essi accettarono.
Sfortunatamente, prima della data del matrimonio, mentre la principessa stava cavalcando in un prato vicino al castello con il suo cavallo preferito, Stella, dei nemici barbari la rapirono.
Il re ordinò che la principessa fosse trovata e alcuni cavalieri partirono alla sua ricerca. Chiesto il permesso al re, Dustan lasciò il castello e partì per cercare la principessa in tutto il continente,
ma non la trovò.
Quindi fece ritorno ad Amidra.
Qui incontrò un cavaliere, che disse al giovane che avevano avvistato la principessa. Si trovava in un villaggio nella valle dei draghi. Dustan decise dunque di partire con i pochi cavalieri che avevano il coraggio di affrontare questa prova che poteva richiedere la morte.
Si imbarcarono per raggiungere l’isola dove vivevano i barbari. Posto pericoloso perché si trovava nella terra dei draghi, esseri estinti ormai da tempo in quel luogo, ma ancora ricordati nel nome per spaventare quelli che volevano avventurarsi sull’isola.
Un cavaliere di nome Anacleto avvistò l’isola dopo alcuni giorni di viaggio. I cavalieri parlarono tra loro, dicendo che ci avevano messo pochissimo, ma per Dustan, che soffriva d’amore per la principessa, ogni secondo durava un’eternità e pensava che non sarebbero mai arrivati in tempo.
Il giorno seguente il veliero raggiunse l’isola. In lontananza, i salvatori della principessa, vedevano solo una foresta, distante un paio di miglia da loro.
Dopo essersi rifocillati, si incamminarono verso la foresta. Una volta entrati i giovani vennero subito attaccati da un puma, che fu prontamente infilzato al cuore dalla lancia di Anacleto.
Dopo alcune ore di strada il gruppo si imbatté in un bivio. Decisero di fare due gruppi, Anacleto e alcuni cavalieri sarebbero andati a destra e Dustan, con altri cavalieri sarebbero andati a sinistra. Il primo che trovava la principessa avrebbe avvisato gli altri.
Poco dopo Dustan raggiunse una palude che sembrava malsana. Lì vicino c’era un cartello che diceva “palude degli zombie”.
Dustan si incamminò per primo nella palude, incurante della minaccia del cartello, ma cadde nelle sabbie mobili, e alcuni zombie, comparsi dal nulla, cercarono di afferrarlo. I cavalieri si mossero subito e, raccolta una liana dalla foresta, lo aiutarono a uscire dalle sabbie che lo stavano per sommergere.
Dustan era salvo.
Nello stesso momento Anacleto giunse sotto a una collina, sulla quale si vedevano alcune tombe. Lì vicino c’era un cartello che diceva “cimitero dei lupi mannari”.
Anacleto si fece coraggio e disse ai cavalieri che lo accompagnavano di seguirlo, che non c’era alcun pericolo. Purtroppo però Anacleto si sbagliava e, superate le prime tombe, furono attaccati dai lupi mannari. I cavalieri riuscirono a difendersi e stavano avendo la meglio, ma si accorsero tardi che un lupo era riuscito a scappare e ad avvisare il capo dei lupi mannari. Esso era più grande rispetto ai suoi simili, era alto come due uomini, privo di peli e molto feroce. Il capo dei lupi mannari, vedendo i corpi dei suoi compagni a terra, si arrabbiò molto e attaccò con forza i cavalieri, uccidendoli tutti. Fortunatamente un cavaliere di nome Ubi, rimasto indietro perché si era accorto che c’era un sentiero nascosto, quando raggiunse i compagni, vide il lupo mannaro ucciderli tutti. Ubi, spaventato, scappò dal cimitero e tornò alla strada che aveva trovato prima. Seguendo il sentiero nascosto, arrivò a un ponte sospeso e, lì vicino trovò un altro sentiero. Ubi sperò che fosse quello imboccato da Dustan.
Si sedette su un masso, in attesa.
Dopo pochi minuti Ubi sentì dei rumori e volse lo sguardo, prendendo in mano la lancia. Quando vide comparire la testa di Dustan, abbandonò la lancia e corse verso di loro.
I compagni riconobbero il cavaliere e lo accolsero. Ubi raccontò loro che erano stati attaccati dai lupi mannari e i suoi compagni erano stati uccisi. Lui era riuscito a salvarsi perché aveva notato un sentiero che lo aveva portato qua, ma quando aveva cercato i compagni per avvisarli, li aveva visti cadere uno dopo l’altro sotto gli artigli del lupo mannaro.
Un cavaliere del gruppo di Dustan raccontò quindi la loro storia. Erano arrivati alla palude degli zombie, che li avevano quasi presi, ma, andando avanti uno alla volta e con l’aiuto di alcune liane trovate nella foresta, erano riusciti a superare la pericolosa palude.
Raccontate le loro tristi sventure e dopo essersi messi in forze, i cavalieri superarono il ponte di legno sospeso uno alla volta, per non attirare l’attenzione degli abitanti del castello.
Giunti ai piedi del castello, lo osservarono, e poco dopo entrarono di nascosto.
All’interno i saloni erano giganteschi. Sulle pareti delle torce illuminavano la via con un intervallo di quindici piedi. Le poche finestre che incontrarono avevano le sbarre, e guardavano su un cortile interno che dall’esterno non si notava.
Un cavaliere disse di vedere una buca all’interno del cortile,
allora il gruppo uscì dal castello per scoprire cos’era.
Scoprirono che era un’entrata. Al suo interno, infatti, si poteva vedere una scala che scendeva in basso.
Sembrava un pozzo senza uscita.
Dustan decise si entrare e, seguito da alcuni dei cavalieri, iniziò a scendere, seguendo la scala.
Dopo mezz’ora di cammino tra quei cunicoli, i cavalieri erano molto stanchi, poiché la strada non era rettilinea ma saliva e scendeva, e i cavalieri pensavano ormai allo stremo, che fosse infinita.
Fortunatamente per loro non era così. Erano arrivati difatti alla fine della scala.
Lì c’era un cartello, che diceva “grotta di Dragonhorse”.
In quel momento sentirono un ruggito spacca timpani. I cavalieri si coprirono le orecchie con le mani e si guardavano l’un l’altro impauriti. Non avevano idea di quale creatura potesse emettere un tale suono.
Avanzarono comunque, anche se impauriti, con le lance in mano e guardandosi intorno continuamente.
Poco dopo raggiunsero la grotta, e videro, in fondo a questa, una cella contenente la principessa.
Dustan, impaziente di riabbracciare la principessa, corse verso di lei,
ma all’improvvisò la terra tremò con un boato e Dustan si fermò.
Da dietro una roccia apparve un enorme drago, che a ogni suo passo faceva tremare il suolo. I cavalieri erano talmente terrorizzati da quella creatura metà drago e metà cavallo che non avevano neanche il coraggio di scappare, ma rimanevano fermi come se fossero statue.
Il mostro era prevalentemente drago, dalle zampe possenti si vedevano grandi artigli affilati, la coda imponente era lunga e terminante con una palla chiodata, le ali erano sottili ma all’apparenza forti. Erano di tre colori dall’interno all’esterno azzurro, rosso magenta, azzurro acqua
e terminavano a coda di rondine.
La testa era enorme, verde e incuteva timore: aveva la bocca di un drago da cui si vedevano molti denti aguzzi, sul mento e sulla fronte aveva due corni. L’occhio era formato da un fulmine blu e all’interno un occhio rotondo azzurro che a sua volta ne conteneva un altro. La criniera era gialla e sembrava un fulmine. Sul collo, nascosto dalla criniera, c’era quello che sembrava un terzo occhio quadrato, ma che in realtà serviva ad ingannare le prede e i nemici. Quest’ultimo aveva al suo interno tanti occhi rotondi che ne contenevano altri, tutti di diverse tonalità verde, dal più scuro esterno, al più chiaro interno.
Il mostro emesse un altro ruggito e si mise in posizione di attacco, con le fauci spalancate e gli artigli che inesorabilmente avanzavano verso Dustan e i cavalieri. Ma non riuscì nel suo intento, perché, come si accorsero poi i cavalieri, era legato con pesanti catene alle zampe posteriori.
I cavalieri erano pronti a combattere quando videro che da una roccia, usciva un barbaro. Dustan non sapeva chi combattere, quando da una cella, aperta dal barbaro, uscì un troll color indaco,
alto e grasso, che roteava in aria una mazza.
Alcuni cavalieri, lancia alla mano, iniziano a combattere contro il troll, mentre i pochi rimasti tenevano occupato il drago, permettendo a Dustan di raggiungere la cella della principessa. Il troll, è più forte di quello che pensavano i cavalieri e, in pochi minuti, ebbe la meglio. Dustan, furioso per la perdita dei compagni, chiamò il troll in modo da farlo combattere con lui.
La principessa, intanto, urlava disperata, perché vedeva i cavalieri e Dustan che rischiavano la vita per lei.
Il troll con un colpo della mazza, fece cadere Dustan, che fortunatamente riportò solo un taglio superficiale alla spalla sinistra. Lui si rialzò e fece appena in tempo ad abbassarsi per evitare il secondo colpo tirato dal troll. Ma il colpo, non va a vuoto, e colpì la zampa destra del drago, che con un ruggito, si girò. Il troll, con un colpo vibrato con maggior potenza, colpì Dustan,
impegnato a evitare le fauci di Dragonhorse.
Tra Dragonhorse e il troll iniziò una lotta furibonda.
I cavalieri intanto, stupiti dal combattimento tra i due mostri, andarono alla cella per liberare la principessa, mentre Ubi andò a vedere come stava Dustan. Una volta liberata, la principessa corse verso Dustan, ancora a terra vicino a Ubi, e con orrore vide che purtroppo era morto.
I cavalieri presero sulle spalle il corpo inerte di Dustan e, seguendo il consiglio della principessa, trovarono il passaggio segreto attraverso il quale lei era stata portata.
Dopo esser usciti, i cavalieri appoggiarono delicatamente Dustan a terra e la principessa,
in lacrime, abbracciò e pianse sul suo corpo.
Dalla foresta i cavalieri videro arrivare alcuni gnomi. All’inizio i cavalieri volevano attaccarli,
ma loro gli spiegarono che erano lì per aiutarli.
Raccontarono che Dragonhorse era un drago particolare, ma non cattivo. Poi però i barbari l’avevano trovato, quando era ancora un cucciolo, e l’avevano rinchiuso nella grotta, facendolo diventare cattivo e spietato contro qualsiasi cosa o persona incontrasse sulla sua strada.
Mentre gli gnomi raccontavano, i cavalieri furono raggiunti dai compagni che non erano scesi nella grotta.
Questi ultimi, avevano trovato e fatto scappare tutti i barbari del castello dall’isola.
Gli gnomi, sentendo queste parole, dissero che per aver salvato la loro isola dai barbari, avevano diritto ad una ricompensa. I cavalieri dissero che l’unica cosa che avrebbero desiderato era poter riavere tutti i compagni morti in quel viaggio e Dustan, ancora con loro, ma sapevano che non era possibile far resuscitare i morti.
Gli gnomi si avvicinarono e iniziarono a bisbigliare tra loro. Alla fine, uno di questi disse che non era impossibile.
La principessa li guardò e disse loro di farlo.
Gli gnomi si misero in cerchio e si diedero la mano. Il rito durò attimi eterni mentre i cavalieri e la principessa guardarono meravigliati le mani degli gnomi diventare pian piano brillanti. Poco dopo i cavalieri videro stupiti i loro compagni, che credevano uccisi, prendere vita vicino a loro. La principessa, asciugate le lacrime, si girò verso Dustan, ma vide disperata, che era ancora a terra, immobile.
Gli gnomi le dissero che Dustan era un eroe e che quindi, per salvarlo, serviva il frutto della vita.
La principessa chiese dove si trovava e gli gnomi dissero che l’albero che dava questi frutti non era lontano, ma era raggiungibile solo con un unicorno.
Detto questo, un gnomo tornò nella foresta e ne uscì con un esemplare di unicorno: “Potete usare questo, ma fate attenzione, prima dovete conquistarne la fiducia”.
La principessa si avvicinò piano e poi chiese all’unicorno se poteva cavalcarlo.
L’unicorno abbassò la testa e si fece cavalcare.
Lo gnomo disse di fidarsi di lui e lasciarlo fare, che l’avrebbe condotta all’albero e indietro.
Detto questo, gli gnomi se ne andarono.
Subito dopo l’unicorno seguì gli gnomi nella foresta. La principessa era impaziente di raggiungere l’albero, ma non disse niente, e dopo pochi minuti era giunta a destinazione. La principessa scese dall’unicorno e si avvicino piano all’albero. Era bellissimo, imponente e con tanti frutti viola a forma di cuore. La principessa ne prese uno e tornò sull’unicorno.
Giunta alla radura, fu accolta dai cavalieri, ma lei aveva occhi solo per Dustan.
Gli si avvicinò e gli diede il frutto.
Ma non successe niente.
Uno gnomo rimasto lì vicino disse alla principessa di lasciarlo lì, che si sarebbe risvegliato e l’avrebbe raggiunta al castello dei genitori, ormai in pena per la lunga assenza della loro amata figlia. La principessa non voleva, ma alla fine si fece convincere dallo gnomo e abbandonò Dustan,
mentre tornava al veliero con i cavalieri.
Dustan si svegliò tossendo dopo qualche ora. Lo gnomo gli disse che era morto, ma che con l’aiuto di un frutto la principessa era riuscito a salvarlo. Dustan gli chiese dov’era ora, e lo gnomo gli disse che l’aveva convinta a tornare a casa e gli aveva detto che l’avrebbe raggiunta al suo risveglio. Dustan gli chiese come tornare a casa e lo gnomo gli disse che poteva usare Dragonhorse,
se esso si fosse lasciato cavalcare.
Impiegò una settimana, ma grazie alla perseveranza di Dustan, alla fine riuscì a convincere Dragonhorse, tornato gentile dopo la liberazione.
Dopo un solo giorno di viaggio a dorso di Dragonhorse, Dustan giunse in vista di Amidra.
La principessa, rimasta triste tutti i giorni dopo l’abbandono di Dustan, vedendo Dragonhorse si preoccupò, ma poi, scorgendo Dustan sul suo dorso, si tranquillizzò e felice come non mai corse verso la radura dove stavano atterrando Dragonhorse e Dustan.
I giovani si abbracciarono e dopo qualche giorno, si sposarono.
Il matrimonio fu festeggiato in tutto il borgo con feste e banchetti, a cui parteciparono tutti gli abitanti.
Dustan e la principessa vissero bene per tanto tempo e non ricevettero più notizie dagli gnomi che li avevano aiutati tanti anni prima, se non per la loro incoronazione di re e regina, molti anni dopo. Una breve lettera, portata da un falco, che diceva che erano felici di aver salvato Dustan
perché era una brava persona e un buon re.
Riguardo a Dragonhorse, divenne “l’animale di casa” e giocava spesso con i due figli di Dustan e
la principessa.
 
Gli abitanti del borgo vissero per sempre felici e contenti.
 

Fine

  
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