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Autore: JesterZ    27/04/2012    0 recensioni
L'inizio di uno strampalato impiego aziendale per il trentenne Mario Genchi.
Un esordio per me medesimo con la presunzione di divertire, perciò, divertitevi.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 
"Nonno nonno!" entrano schiamazzando Aldo e Cristina, i miei nipotini.
"Raccontaci un'altra delle tue storie divertenti!".
"Sì dai! raccontala"
Insistenti non trovate? ma lasciate che mi presenti, il mio nome è Mario Genchi, commercialista genovese in pensione, ho molte cose da raccontare anche a voi, ma..procediamo passo passo, dov'eravamo? ah già, le mie piccole piattole chiedevano una storia.
Li accolgo con un sorriso, i bambini hanno bisogno di una sensazione di felicità - anche apparente - che li circondi per crescere bene.
Si siedono e mi guardano per un poco, prima di ricominciare a pretendere un frutto della mia - a mio parere - ben sviluppata fantasia.
Poso il mio Sudoku - sono in pensione sì, ma i numeri sono ancora il mio forte - e rifletto su che cosa tirar fuori dal cilindro quando mi balza in testa un'idea.
Un'idea interessante quanto, forse, malsana...
"Ok bambini, però fate meno baccano, oggi non ho molta fantasia, ed è pure tardi, dunque che ne dite se vi racconto una storia davvero accaduta al nonno?".
Con sufficiente eccitazione fanno cenno di sì con il capo, concedendo ai miei neuroni il via.
Purtroppo alla mia veneranda età la materia grigia comincia a perdere colpi, quindi perdonatemi, alcuni fatti potrebbero variare dalla realtà, ma ahimè, cercherò di ricordare il più possibile.
Spero che non troverete questa serie di storielle ripetitive come buona parte dei telefilm americani dopo la terza serie.
Sinceramente vostro, Mario Genchi.

 
1.
 
Il mio primo giorno alla ditta fu come uno spartiacque, uno spartiacque tra la mia vita da imbecille disoccupato, a quella di solo imbecille.
Avevo già la mia trentina sulle spalle ma finalmente pareva avessi trovato la stabilità di un posto fisso, un piccolo mattone da cui partire per costruirmi le fondamenta di una vita da uomo maturo, magari con una donna al mio fianco...una donna alla quale non dia fastidio una persona che fino a qualche anno fa pensava che Albert Einstein e Frankenstein fossero la stessa persona.
Varcata la soglia mi trovai davanti un'unica grande stanza in cui erano situate varie postazioni pc.
Incontro a me avanzò un personaggio che ricordai vagamente essere il figlio del capo, lo avevo già visto di sfuggita nel giorno del mio colloquio, aveva la faccia da raccomandato.
"Lei dev'essere il nostro nuovo commercialista, molto piacere, Filippo Toscano, venga venga, le faccio fare un breve giro turistico dell'azienda".
Disse con aria di chi ha appena fatto una battuta geniale, la sua voce trasmette un non so che di femminile, indossa una classica camicetta grigia ed ha un viso che pare non aver mai avuto un pelo addosso incorniciato da capelli biondi e mossi.
Non so con quali basi ma il mio istinto sentenziò che avevo ragione, era un raccomandato.
Dopo circa una ventina di minuti il telefono aziendale cominciò a squillare, Toscano Jr. mi lascia alle mie faccende e risponde.
Mi sedetti alla mia postazione, finalmente, e cominciai a rivolgere un'occhiata a ciò che ho da fare.
Tutt'ad un tratto l'aria all'interno dell'ufficio si fece come più fredda e l'atmosfera diviene più cupa.
Una porta si apre, da essa fuoriesce quella rotonda figura di Giuliano Toscano, il capo.
A guardarlo viene da pensare che potrebbe tranquillamente fare da sosia alla mascotte della Michelin.
Aveva un paio di baffi da tricheco biancastri, occhiali datati appoggiati su di un corto naso, occhi azzurri ancora vispi ed intelligenti, cranio che sfoggiava ancora gli ultimi superstiti di una chioma, un tempo forse rigogliosa, eccolo, Toscano Senior.
Filippo Toscano non da tempo alla porta per chiudersi che è già dinanzi al padre con diverse lamentele.
"Papà papà i finlandesi hanno chiamato, per lamentarsi ancora di quel piccolo difetto di fabbricazione dei nostri prodotti".
Cominciai a pentirmi di aver accettato il posto.
"Sì?" rispose il padre come se non lo stesse ascoltando.
"Ah, i vostri computer esplodono! Eh di qua, eh di la, mi hanno proprio stufato, vedi di rimediare in qualche modo".
"Sì".
Filippo Toscano si allontanò.
Perchè quella sera, Giuliano Toscano e consorte non sono andati a prendere un bel gelato?? mi viene malignamente da pensare.
Toscano Senior si avvicinò ad uno dei dirigenti senza fare una piega.
"Vedi di chiamare i finlandesi ed aggiustare tutto Massimo, qui rischiamo di perderci la reputazione, Madonna santa!".
"Sì signor Toscano, subito".
Sarei rimasto subito sorpreso da quel tono servile se avessi saputo che quell'uomo era Massimo Turaco, la terza figura più importante all'interno dell'azienda, e successivamente uno dei miei migliori amici, ma questi sono altri capitoli.
Quando arrivò il momento della pausa, Filippo mi invitò a prendere un caffè con altri due colleghi, accettai, avevo alternative?
Salimmo una corta rampa di scale e ci trovammo davanti alla classica macchinetta da ditta, mi guardo intorno, eravamo soltanto noi quattro, dopotutto, non era un'azienda con parecchi dipendenti.
"Allora? come ti trovi?" mi domandò Toscano, non mi piaceva nemmeno un po'.
"Diciamo che devo ancora ambientarmi" abbozzai un sorriso ben poco convincente, ma sufficiente per far sì che quello stolto restasse soddisfatto della risposta.
La pausa non mi lasciò sconvolto come credevo, escluse alcune discutibili esternazioni del Toscano Jr. era stata quasi piacevole.
"Tu hai mai viaggiato? Eh Marco?" mi chiese con una pacca sulla spalla, ignorai il fatto che non ricordasse il mio nome e replicai.
"Beh ho fatto soltanto un viaggio degno di nota in vita mia, a Vienna, che città favolosa.." ero sincero, ne ero rimasto davvero estasiato, e tutto ciò era curioso, dato che sino alla terza superiore non avevo la minima idea di dove trovarla sulla cartina!
"Eh già, bella la Romania, ci sono stato tre volte, ma mai a Vienna, la prossima volta ci passerò"
L'unica cosa che mi uscì fu un sorrisetto di pietà, l'uomo che avevo davanti guadagnava il triplo del mio stipendio, ma di conseguenza sembrava dieci volte più stupido, che amara a volte la vita.
Nel resto della giornata non accadde nulla di interessante, e forse fu meglio così, sapevo soltanto che da quel giorno iniziava il mio servigio per la "Toscano spa".
  
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