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Autore: NikkisallIneed___    27/04/2012    6 recensioni
Synacky... la mia droga peggiore!
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                           My heart's always with you.

In una giornata calda per essere autunno, le strade erano perennemente vuote come sempre, come quando c’era il sole, o la neve. Le insegne metalliche dei negozi ormai chiusi da tempo, cadevano a pezzi ed ogni tanto si udiva un ronzio proveniente dalla scia elettrica di un qualche neon distrutto.

All’orizzonte, il cielo grigio si confondeva con il suolo del cimitero, non c’era più un limite nemmeno per quello.
Tra le strade abbandonate, rimbombavano i lenti passi di un uomo molto avanti con l’età, coperto da un impermeabile beige ed un cappello nero, un cappello alla “Synyster Gates”, come si usava dire anni prima. Perché ormai quel famoso “Synyster Gates” era sparito da tempo, sepolto dal progresso, sepolto dagli anni. Era diventato raro, lo si poteva trovare solo in qualche scatolo di CD impolverato, perso chissà in quale soffitta.
Synyster Gates era morto.
E con lui il mito degli Avenged Sevenfold.
L’uomo, avanzando a passi pesanti e sempre più lenti, arrivò davanti un grande cancello nero tra lunghe mura di un intonaco bianco ormai sporco e scrostato dal tempo, sormontato dalla scritta “HUNTINGTON BEACH CEMETERY”. Era forse il posto più vivo della città.
La donna addetta alla sorveglianza conosceva bene quell’uomo, o almeno di vista poiché lui non parlava mai e andava lì ogni giorno, aprì il cancello, che si spalancò solo dopo un fortissimo cigolio.
L’uomo, allora, ringraziò con il capo, e proseguì sulla stradina di pietre romane, affiancata da valli verdi. Era stremato dal peso dei fiori che portava nelle mani, ne erano troppi, almeno per un uomo della sua età.
Camminando a piccoli passi su quel sentiero, che pian piano si fece terroso, arrivò vicino ad un bivio, e si fermò.
Stringeva forte i denti, voleva scacciare via qualcosa.
Prese il sentiero sulla destra, finchè arrivò vicino una specie di foresta, famosa per la grande quercia vuota.
Il sentiero non si riconosceva più, era ormai ricoperto dalle foglie multicolore che l’autunno strappava ai suoi alberi, regalandole al terreno.
Nel centro di quella piccola foresta, nei pressi della quercia, vi erano quattro tombe, poste intorno al grande albero.
Erano quasi tutte recenti, tranne una, quasi del tutto cosumata, dove a malapena vi si poteva leggere il nome, “James Owen Sullivan”.
Le quattro tombe erano poste a raggi di sole.
Infatti quel posto era fantastico, uno spettacolo della natura, perché nonostante il cielo completamente nuvoloso, dalle fitte chiome degli alberi, che si intersecavano tra di loro, filtravano leggeri raggi di sole, il quale aveva deciso di giocare a nascondino per un periodo interminabile di tempo.
Ma mancava un raggio di sole: vi era giusto il posto per un altro sepolcro lì.
Ed era riservato.
Il vecchio si tolse il cappello e con qualche movimento privo d’equilibrio, s’inchinò sulla prima pietra. Ripassò con le sue dita rugose e tremolanti il nome del suo caro amico, che moltissimi anni prima, nel 2009, aveva lasciato sprofondare lui e gli altri in un pozzo di tristezza, buio e senza fondo. Sostituì i fiori ancora freschi del giorno prima, con le nuove margherite, e sorrise malinconicamente sfiorando con l’indice ed il medio la foto sorridente di Jimmy.
Passò quasi gattonando al sepolcro accanto, quello di Johnathan Lewis Sewarde poi a quello di Matthew Charles Sanders, stroncato anche lui ancora nel pieno della sua vita da un terribile incidente, adornandoli sempre con colori più vivaci del giorno passato.
Ed ecco arrivò a quella che era la sua ultima tappa, la tomba che risultava più bella, adornata di fiori d’ogni tipo, foto, lettere, candele varie.
“Zachary James Baker” citava la scritta.
L’uomo abbandonò completamente le proprie gambe, cadendo in ginocchio sopra l’erba.
Mise un’altra rosa, blu, vicino a tutte quelle che erano state poste in precedenza.
Non cambiò nulla.
Era tutto lì, da quando in quel giorno d’estate, durante una scampagnata, Zachary si era perso, e fu ritrovato solo pochi metri lontano, steso su un tronco secco. Privo di sensi. Privo di ragione. Da quel giorno quella fu la tomba più bella del cimitero.
“Zacky.. Zacky, sono io, Brian.” cominciò a sussurrare con la sua voce rauca e quasi estinta il vecchio, lucidando quella pietra con le sue lacrime calde “Zacky, sono qui, mi senti? Sai, ripensavo a quei giorni, quei giorni quando il sole ci donava quel sorriso che solo noi due conoscevamo, quel sorriso forte, quel sorriso che è stato giovane fino a poco fa. Solo noi due, quella casa lontana dal nulla, la nostra vita, il nostro amore. Oh.. Il nostro amore. E’ stata la cosa più bella della mia vita, Zachary. Lo sento mancare sempre più, quel vortice nel mio petto è sempre più grande. La tua ssenza è così presente.. Ricordi quando mi regalasti quella Harley Davidson? Ero incredulo, pensavi di avermi fatto un regalo stupendo. Ma io non saltavo di gioia per la moto e non ho mai saltato di gioia per nessun regalo. Saltavo di gioia perché ero fortunato, avevo avuto il più grande dono dell’universo intero. Quel dono.. eri tu. Eravamo speciali, te lo dissi molte volte e lo ripeto ancora oggi, come se fossimo invincibili.. Ma questa è la triste e fredda verità.” Strinse gli occhi per smettere di piangere. “Vecchiaia, morte. Il sorriso si è spento, ed una parte è sepolta qui, con te, scalpitante perché viva, l’altra è conservata nel mio vecchio cuore mal funzionante..” singhiozzò, portando come una piccola scossa di terremoto la sua mano sulla parte sinistra del petto. “Lo senti? Senti questo battito? Non è forte, ma c’è. Il sangue scorre ancora dentro di me, il mio cuore, il mio povero, triste e malato cuore, batte ancora, e sai perché? Perché ti amo. E sì, è la prima volta che lo dico così esplicitamente, non sono mai stato bravo ad esprimere i miei sentimenti. Te lo dimostravo assaporando le tue dolci labbra al sapore di birra e cadendo in paradiso tra le lenzuola del nostro letto. Ma non è tardi per dirtelo. E lo dico oggi, perché c’è qualcosa in me, Zacky, che solo tu puoi comprendere. Nemmeno io posso..” Non riuscendo più a trovare la forza di parlare, Brian baciò da lontano la foto dell’uomo che era stato e continuava ad essere la sua vita, quella foto così giovane, sorridente. Nella foto Zachary stava abbracciando qualcuno e Brian sapeva bene chi era quel qualcuno.
Come ogni giorno, cercando di non cadere, si stese sull’erba, accanto a quel che rimaneva del suo unico amore e, per rilassarsi, chiuse gli occhi.
Un gesto ormai quotidiano.
L’amore che quell’uomo nutriva per Zachary era impercettibile all’umanità, una grandissima forza viva, che ovunque li teneva uniti.
E quel giorno, mentre i deboli raggi di sole riscaldavano senza risultato il triste viso di chi un giorno era chiamato Synyster Gates, viso ormai segnato da profonde rughe, quell’incredibile forza chiamata “amore” si fece ancora più grande e generosa.
E, volendo rivedere quei sorrisi sui visi dei suoi più grandi frutti, fece in modo che, senza alcun dolore, l’anima di quel vecchio legato al ricordo di un amore così passionevole e felice, attraversasse il freddo ed umido terreno e raggiungesse la sua metà, che da tempo lo aspettava.
Così di Brian Elwin Haner Jr., un uomo che aveva trascorso una vita tormentata e allo stesso tempo forse la vita che ogni essere umano vorrebbe, rimaneva quel giorno come ricordo, il suo corpo steso sull’erba.
Le sue mani stringevano una foto sua e di Zacky.
Il suo volto sorrideva.








 
 
SYNACKY is the way!
Bene, questa è la mia prima Fan Fiction e anche la mia prima Synacky. C'è da dire che io vivo di Synacky!
Volevo cimentarmi con una Lemon, ma ho avuto l'ispirazione questa mattina e ho completato questa "opera" in un'ora e mezza, meno del previsto!
Cosa dire più? Non ne ho lette molte, quindi scusatemi se magari ho preso qualcosa da qualcuno, non era mia intenzione.
Il titolo è preso da Gunslinger mentre la frase "[...]come se fossimo invincibili.. Ma questa è la triste e fredda verità." è un chiaro riferimento a So far away (It seems we're so invincible, but the truth is so cold)
Spero che questa "storia d'amore" sia di vostro gradimento! ;3
  
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