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Autore: Aurelio90    27/04/2012    2 recensioni
Prologo di una oscura storia ambientata nella regione di Skyrim. E non è che l'inizio.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shawn si guardava nervosamente attorno. «Mamma, perché siamo qui?»
«Ssssssh….» la donna lo abbracciò, il volto rigato dalle lacrime.
Shawn non capiva cosa stava succedendo intorno a lui. Si trovava con mamma e Gruf in cantina. Mamma lo aveva scosso nel suo letto, la sera prima, dicendogli di alzarsi e venire con lei. Perché stavano arrivando loro. Shawn aveva avuto molta paura negli ultimi giorni, ma mai come in quel momento. Loro non potevano essere visti, ma si sentivano i rumori che facevano. Bastava fare attenzione. Gruf riusciva ad avvertirne la presenza. Anche prima che le persone del villaggio cominciassero a sparire, Gruf si era messo ad abbaiare e a ringhiare. Ma papà aveva scosso la testa, non capiva. Nessuno nel villaggio aveva capito cosa stava per accadere.
Il primo ad andarsene erano stati il signore e la signora Pelliccia, due gatti a due zampe. La signora Pelliccia stava aspettando un gattino, ma un giorno lei e il signor Pelliccia erano spariti. Così, senza lasciare traccia... o quasi: la loro casa era devastata, peli strappati in giro e sangue. Non tanto. Nessuno era riuscito a capire cos’era successo.
Poi, tutti avevano cominciato a sentirli. La notte avevano sentito le urla dalla miniera vicina. Shawn si era messo a piangere: i versi erano simili ai troll che popolavano nei suoi incubi. Mamma era terrorizzata, Gruf guaiva, e papà si era messo le mani fra i capelli. Poi, la miniera era tornata silenziosa. Anche la casa di un loro vicino era diventata silenziosa: anche lì la casa era a soqquadro. Anche lì non si era capito che era successo.
E da lì in poi, ogni notte spariva qualcuno. Erano spariti via in molti: Squamagrigia, una lucertola a due zampe che bisticciava sempre con il signor Pelliccia; Orecchie a Punta, l’uomo magro che aiutava il suo papà nella miniera; Nemma, la vecchia Bretone che qualche volta regalava un pasticcino a Shawn. E poi un altro, e un altro ancora. E ancora.
Poi, Muso Verde e altre persone erano andate dal suo papà. Erano tutti arrabbiati: avevano detto che avrebbero lasciato il posto, che i soldati non sarebbero mai arrivati perché lo jarl era uno sciocco, e lo jarl era uno sciocco perché non credeva a quello che stava succedendo. «Ma perché lo jarl non può venire qui?» Aveva domandato Shawn. Muso Verde aveva borbottato qualcosa riguardo a un deretano, e il suo papà aveva mandato via Shawn dalla stanza. E avevano continuato a urlare e a litigare. All’alba, gli altri abitanti erano andati via. Erano rimasti Shawn, mamma, Gruf e papà.
Ma quella sera papà non c’era: mamma gli aveva detto che loro avevano preso papà mentre lui era uscito di casa per andare alla miniera. Da solo. Shawn era certo che papà sarebbe tornato, come l’eroe che uccideva il mago cattivo per salvare la principessa. Ma mamma non credeva che papà sarebbe tornato.
Gruf, il vecchio pelosone, era sdraiato nel pavimento della cantina, in mezzo a qualche botte e molte ragnatele. Non vedeva nulla Shawn, ma sentiva il cane guaire piano e strofinargli il naso sulla mano destra. E Shawn poteva sentire il respiro affannoso di mamma, che lo stringeva forte e gli faceva appoggiare la testa sul suo petto. «Mamma, dov’è papà?»
«Papà... papà tornerà, vedrai» disse lei. Ma Shawn sentiva che le tremava la voce. Sentiva anche le sue lacrime che cadevano sulla sua testa. Shawn chiuse gli occhi e si decise di contare mentalmente fino a dieci. Non gli riusciva bene a contare, ma a papà avrebbe fatto piacere. Forse papà sarebbe tornato, e anche il signor Pelliccia e gli altri, sarebbero tornati se fosse riuscito a contare fino a dieci.
Uno, due... cavallo... no. Uno, due...
Gruf si alzò di scatto. Stava annusando intorno.
Sua madre lo strinse più forte.
Crack!
Shawn sentì un rumore di qualcosa che si spezzava vicino, molto vicino a lui. Sua madre urlò. E Gruf cominciò ad abbaiare, andando in direzione del rumore che stava aumentando. Shawn sentì altri rumori, e loro, e sentì Gruf fare uno strano verso. Gruf non si sentì più. «Ti voglio bene, Shawn...» sentì dire la sua mamma, oramai piangendo. E anche Shawn cominciò a piangere.
Gli parve di vedere un volto, un brutto volto affiorare nel buio. Non vide altro.
   
 
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