Disclaimer
Kisshu Ikisatashi, Pai ikisatashi, Taruto Ikisatashi, Deep Blue e l’appena
citata Ichigo Momomiya non mi appartengono e, sfortunatamente, mai mi
apparterranno. Sono proprietà esclusiva di Mia Ikumi e Reiko Yoshida.
Shin Fukazaki, Iwo Nohara, Lyarco e Meiko Hida, invece, sono proprietà esclusiva
della sottoscritta, nonché amorevole frutto della mia testolina bacata.
Titolo: Fireflies
Autore: Bea_chan
Rating: PG
Genere: commedia, romantico, saga
Personaggi: Shin Fukazaki, Meiko Hida, Iwo Nohara, Kisshu Ikisatashi e
fratellini..
Pairing: Shin/Meiko
Warning: Shin POV; Spin-Off; One-Shot
Commento: …"Le lucciole sono coloro che hanno preferito bruciare in
eterno, piuttosto che spegnersi chissà dove…e il Cielo li ha puniti, poiché le
anime ardenti non possono andare lassù"...Shin Fukazaki pensava che nessuno più
credesse in queste leggende. Nessuno, tranne Lei. Due anni prima della
Ribellione, una calda notte d’estate e una bizzarra discussione dalle
conseguenze…inaspettate. Un piccolo Spin-Off su Shin Fukazaki, alieno della mia
fanfiction “No Escape”.
Thanx to: tutte coloro che leggono e apprezzano l’ennesimo sfogo della
mia recalcitrante fantasia, “No Escape”, e alle quali dedico questo
piccolo Spin-Off sull’affascinante timidone Shin Fukazaki; i Nickelback e le
loro meravigliose canzoni; Wolverine, che mi ha influenzato parecchio per
il Kisshu di questa fanfiction..
Note: questa fanfiction è su Tokyo Mew Mew, certo; ma la ritengo più che
altro uno Spin-Off, uno di quei famosi Missing Moments che cominciano ad
affiorare durante lo svolgersi di una storia ben più lunga. Questo, in
particolare, è da collocarsi due anni prima dell’inizio della storia cui fa
riferimento, “No Escape”, ed è dedicato ad un alieno nato dalla mia
fantasia, il Generale Shin Fukazaki.
Racconta la storia di come egli si sia innamorato di Meiko Hida, un’altra aliena
inventata dalla sottoscritta; pur essendo Shin e Meiko personaggi non esistenti
nella serie reale di Tokyo Mew Mew, mi sono talmente affezionata a loro che li
considero come parte integrante d’essa.
Essendo il concorso giunto proprio mentre progettavo questa fanfic, ho deciso
comunque di inviarla, più che altro per mio sfizio personale…
Fireflies
..:Capitolo Unico:..
Qualcuno, tanto tempo fa, mi
disse che le lucciole non sono altro che scintille di esistenze finite, vite
stroncate con violenza e ancora irrimediabilmente aggrappate a quell’ombra di
essenza che possono chiamare Vita.
Sciocchezze, ovviamente.
Non è da me credere a queste favolette per bambini, racconti bisbigliati nella
notte dei tempi e, misteriosamente, giunti fino a noi, inalterati..
Affascinante, tutto sommato, ma solamente storie.
La realtà, soprattutto per quelli come noi, è decisamente diversa.
Ormai, nessuno crede più a queste leggende.
Nessuno.
…Tranne lei…
Lei, sempre così fredda e controllata, sempre due passi avanti agli altri solo
per il terrore che, fermandosi, resterebbe indietro senza poter più proseguire.
Lei, l’arrogante quanto spregiudicata aliena, spia fidata del Sommo Deep Blue.
Già, proprio lei ha dimostrato di prestar ancora fede a questa diceria.
Ma è proprio per questo, forse, che me ne sono innamorato…
****
No, we're never gonna quit
Ain't nothing wrong with it
Just acting like we're animals
Nickelback; Animals
Se c’è una cosa che adoro, in questa squallida Base, sono gli *spettacoli*
gentilmente offerti da chi capita, durante la cena serale alla Mensa.
Mentre tenti di ingurgitare una misera porzione di un qualcosa che
vorrebbe tanto assomigliare ad una minestra, stai pur certo che qualcosa
capiterà.
Vuoi che l’ennesimo ferito di questa Guerra senza fine corra dritto in Sala
Mensa, strepitando contro l’inefficienza dell’infermeria, o che Deep Blue decida
di uscire dai suoi regali alloggi e fare una visitina al suo esercito.
Che poi, detto tra di noi, personalmente quell’alieno non mi è mai andato tanto
a genio…
Così, visto che ci è stato categoricamente impedito di far installare nei
circuiti del grande schermo al plasma i componenti dei televisori umani, forse
l’unica cosa positiva che questa razza abbia fabbricato sulla Terra, qualcosa
bisogna pur inventarsi.
E questa sera, hanno fatto le cose in grande…
Kisshu Ikisatashi, nella sua più tipica fattispecie, ha fatto scoppiare una
rissa in Sala Mensa.
Per la terza volta, questa settimana.
La questione, come al solito, è molto semplice.
Prendete un alieno attaccabrighe come il Generale dell’esercito dell’Ovest,
Ikisatashi Kisshu, 19 anni freschi freschi, fondamentalmente convinto che questa
Guerra sia un’inutile perdita di tempo, ed unitelo al glaciale quanto supponente
Iwo Nohara, il Generale dell’esercito dell’Est, anni di onorata carriera a soli
24 inverni passati.
Cosa vi risulta?
Una miscela decisamente esplosiva…
Se poi mettiamo al centro della discussione l’alquanto discutibile infatuazione
di Ikisatashi per una dei Leader degli umani che ci combattono tanto
strenuamente, l'ormai famosa Momomiya Ichigo, allora la situazione non può che
degenerare in poco meno di un battito di ciglia.
Giusto il tempo di usare il vassoio come scudo prima di essere colpiti in pieno
da uno dei fulmini che vagano per la Sala o uno schizzo di minestra,
precisamente.
-Lurido bastardo!-
Ecco, proprio di questo stavo parlando.
Signori e signori, sembra che lo spettacolo stia cominciando…
-Kisshu, la vuoi piantare?-
-Lasciami Pai, questo schifoso merita una lezione..-
Ovviamente, dopo questo educato scambio di battute, nessuno può fare a meno di
sollevare gli occhi dalla triste brodaglia nel piatto e fissare discretamente il
dibattito.
Me compreso.
Pai Ikisatashi, rispettabile Generale dell’esercito del Sud, nonché fratello
maggiore di quella testa calda di Kisshu, sta cercando di trattenere per le
spalle il suddetto fratellino impedendo che questo si scagli furioso addosso a
Nohara, placidamente seduto sulla panca, guarda caso, in fronte all’altro.
Quando si dice l’ironia della vita..
Iwo sogghigna appena, inarcando tetro un sopracciglio, che sparisce sotto il
lungo ciuffo color zaffiro.
-Ikisatashi, tu vorresti darmi una lezione?-
Un pensiero si fa strada rapidamente nella mia mente.
L’immagine nitida degli allenamenti di Iwo nella Sala apposita.
E forse, a giudicare dall’espressione velata sul volto di Kisshu, ci sta
pensando anche lui…
Tuttavia, sembra fregarsene, tornando a tirare verso Nohara. Pai lo tiene così
strettamente che ho quasi il sospetto che il rissaiolo Kisshu si stia lussando
le spalle.
-La verità è che non vuoi affrontarmi, Nohara..- sibila velenoso –Solamente
perché sei uno sciocco burattino nelle mani di Colui che chiamiamo capo, Deep
Blue-
Sulla Sala Mensa piomba istantaneamente il silenzio.
Quello ove anche un singolo respiro è visto come una colpa, ove l’eco delle
parole appena pronunciate ancora rimbalza tra le pareti, pesanti come macigni
sul lucido pavimento.
-Questa volta Kisshu l’ha sparata grossa-
Il sussurro di Taruto Ikisatashi, seduto alla mia sinistra, è di poco udibile.
L’ultimo fratello della famiglia Ikisatashi, il minore di appena 15 anni e già
mio valido sottoposto nell’esercito del Nord.
A quanto ne so, nonostante la sua giovane età, è stato uno dei primi a giungere
sulla Terra..
Soldato leale e coraggioso, nonché mio amico.
Annuisco impercettibilmente.
Non posso fare a meno di abbozzare un sorrisetto ironico.
-Se non altro, ha ravvivato la serata…-
Appunto.
Un lampo di luce verdastra colpisce Kisshu in pieno stomaco, scaraventandolo
assieme al fratello sul tavolo opposto, sopra i piatti di minestra e le brocche
d’acqua.
Iwo troneggia in piedi, la micidiale falce stretta tra le mani affusolate,
scintille smeraldine che ancora danzano sul filo della lama e gli occhi grigio
chiaro stretti in una morsa d’ira.
-Ripetilo, Ikisatashi..-
Il sibilo di un serpente poco prima di mordere la preda.
Pai è sdraiato di traverso sugli alieni seduti al tavolo, faticando a
rialzarsi, mentre questi lo sostengono piuttosto spaventati dallo svolgimento
dei fatti.
Kisshu, dal canto suo, si rialza tentennante, in piedi sul tavolo: la divisa da
Generale, blu scuro come quella degli altri, compresa la mia, sporca di minestra
è stracciata dallo sterno fino al ventre.
Un sogghigno saldamente ancorato alle labbra scarlatte, mentre si pulisce con la
manica un rivolo di sangue che cola dal mento.
-Lo ripeto quanto volte vuoi, Nohara..- ridacchia, luccichio di follia nelle
iridi ambrate –Sei la marionetta di quel pazzo che vuol far credere che questa
Guerra serva al nostro popolo, quando invece è solamente un massacro senza
senso…-
Taruto si alza in piedi, la panca stride contro il pavimento, mani poggiate al
tavolo.
-Mio fratello è impazzito o cosa?- ringhia a bassa voce.
Gli altri alieni seduti al nostro tavolo annuiscono, sembrano concordare con le
parole del quindicenne.
Ammetto che anch’io sono tentato di credergli…
Kisshu ha appena materializzato i tridenti, già fulmini dorati serpeggiano
minacciosi sulle affilate lame.
Digrigna i denti, furioso.
Si strappa violentemente di dosso la casacca lacera della divisa, rivelando la
semplice e aderente maglia bianca a maniche corte sotto di essa, piantandosi poi
a gambe larghe sul tavolo.
Le stoviglie cadono, mentre ogni alieno presente alla tavolata si alza
rapidamente.
Pai cade miseramente a terra, non più sorretto dagli alieni.
Soffoco una risatina nell’udire le sue imprecazioni..
Riporto lo sguardo su Kisshu, più che mai deciso a farsi parecchio male, questa
sera.
-Fatti sotto, Nohara…- esordisce in tono cantilenante, agitando un tridente.
Iwo non se lo fa certo ripetere due volte.
-Oh no..- mormoro appena.
Prima che una violenta esplosione scuota la Sala Mensa fin nelle fondamenta,
seguita subito dopo dalla caratteristica degenerazione totale.
Non sono certo pochi coloro che sfruttano queste faide per regolare conti
personali…
Anzi, diciamo che tutti gli alieni presenti in Sala furono alquanto solerti nel
fomentare la rissa.
Giusto mentre mi abbasso per schivare un piatto mezzo pieno diretto verso la mia
testa, noto solo ora Lyarco, il boia e torturatore delle misteriose segrete, giù
nei Sotterranei, gettarsi dal tavolo a volo d’angelo in un folto gruppo
di combattenti.
Se Deep Blue non arriva adesso, i Miracoli esistono..
Questa volta, la sospensione in gruppo non ce la leva nessuno.
-Dannazione a Ikisatashi..- impreco, strisciando sotto il tavolo, evitando la
bolgia di lottatori.
Chissà come mai, noi alieni in grado di teletrasportarci e di usare quella gran
cosa chiamata telecinesi, nonché far sfoggio armi sofisticate complete di
fulmini e saette dai colori a scelta, quando scoppiano queste risse da strada ci
dimentichiamo della loro esistenza.
I misteri della Vita.
La mia divisa è praticamente ridotta ad uno straccio, ho minestra in posti che
neanche pensavo di avere e per di più Kisshu e Iwo stanno radendo al suolo la
Mensa.
Va bene che questa Sala non mi piaceva, ma smantellarla del tutto mi sembra
decisamente esagerato…
Mi rialzo in piedi, piegandomi a destra per evitare un raggio di luce blu venuta
da chissà chi, e scorgo Taruto a cavalcioni di un alieno, intento a dargliele di
santa ragione.
Scuoto il capo, incredulo.
-Ma che…-
Non faccio nemmeno in tempo a finire che qualcosa di molto, molto
doloroso mi piomba direttamente in faccia. Forse un piatto, o un vassoio…
No, una brocca di vetro.
…Ahia…
Barcollo, sento la testa che rimbomba.
Già l’occhio sinistro comincia a gonfiarsi, mi succhio il labbro inferiore
sanguinante, urtato anch’esso dall’arma impropria.
Adesso basta…
La parte in me assolutamente animalesca urla a gran voce di gettarsi
nella mischia, senza alcun ritegno.
Ma, anche questo, non sarebbe da me..non amo combattere, se non sono costretto.
Sono un soldato, certo.
Un Generale, anche se ho solo 17 anni.
Ma la faccenda è un tantino più complicata di quello che sembra.
Lunga storia, non è di certo questo il momento più opportuno…
Quindi, dando ascolto alla mia parte razionale, decido di cercare una via
d’uscita.
Già, ottima questione.
No, un momento…perché usare la porta, tra l’altro impraticabile causa folla
infernale impegnata in primitivi combattimenti piantata d’innanzi ad essa,
quando c’è una via di scampo molto più semplice?
Così, accennando un sorrisetto soddisfatto, mi smaterializzo rapidamente via
dalla Sala Mensa.
Peccato non assistere al Gran Finale della rissa Ikisatashi Kisshu contro Nohara
Iwo.
Me lo
farò raccontare, di certo…
***
And in the air the fireflies
Our only light in paradise
Nickelback; If everyone cared
Che strano.
Molto spesso mi ritrovo a pensare cosa avrei fatto se non ci fosse stata questa
Guerra.
Non so, ad esempio sarei andato in una scuola vera, piuttosto che all'Accademia
Militare; avrei avuto una ragazza, poi una famiglia, un lavoro come si deve, una
vita fondamentalmente tranquilla…
Invece, eccomi qua a dirigere un Esercito contro la razza umana, sulla Terra.
E’ tutta colpa di queste creature se il nostro Pianeta è ridotto a languire in
condizioni disperate, se il nostro popolo vive da centinaia di anni sotto terra,
tentando di sopravvivere in qualsiasi modo.
E pensare che una volta, a quanto dicono i Saggi Anziani, non era così...
Io sono troppo giovane, ovviamente, ma mi piace immaginare che, tanti anni fa,
il pianeta ove attualmente è insediata la nostra razza fosse addirittura più
bello della Terra.
Il Pianeta Azzurro, la chiamano.
Ammetto che è affascinante, sotto molti aspetti.
Ma anche della Terra, mi ricordo ben poco.
E pensare che…
Mezzosangue.
Eterna dannazione per quel peccato di Nascita.
Il figlio di un Errore.
O forse no…?
Ho vaghi ricordi di qualcuno che mi cullava teneramente, una voce melodiosa
nelle caldi notti d’estate, dolce il frinire dei grilli e luminose le lucciole
nel prato buio.
Già, le lucciole…
Fuochi fatui, fuggevoli e impalpabili prima che la rugiada del mattino li
faccia sparire all’improvviso.
Ridacchio appena.
-Ridicolo..-
Tendo ad essere troppo sentimentale, alle volte.
Il portico della Base dà sul retro, un quadrato di terra smossa con un albero
rinsecchito e qualche scarno filo d’erba ancora superstite.
Proprio dietro la Tokyo Tower, questi umani hanno davvero costruito dappertutto.
E’ già tanto che ci sia questa terra, nuda e priva del grigio cemento brulicante
ovunque.
Il Dormitorio si affaccia su questo piccolo portico, colonne in acciaio
sostengono il piano superiore, e così via fino ai Piani Alti. Oltre il quadrato
di terra, un alto cancello di tubi intrecciati, rudimentale ma alquanto efficace
a tener lontani gli umani.
Il generale Nohara, alle volte, si apposta alla finestra del suo ufficio e si
diletta nel tiro al bersaglio dei coraggiosi che gironzolano furtivi da queste
parti…
Non approvo il suo comportamento, ma non ci tengo a far niente, dopo tutto.
Inspiro profondamente, l’aria è calda e pesante, satura del pregnante silenzio
di queste notti d’estate.
I rumori della rissa in Sala Mensa sono lontani, attutiti; forse Deep Blue se
n’è accorto e ha preferito non intervenire…non è possibile che nessuno non abbia
sentito.
Mi poso le dita sul labbro gonfio.
L’occhio sinistro pulsa e fatico a tenerlo aperto.
-Se becco quello che mi ha lanciato la brocca…- sibilo, alquanto scocciato.
Poggio la schiena ad una delle colonne del porticato, slacciandomi appena il
colletto alto della divisa. Mi concedo un sospiro soddisfatto, mentre la calda
brezza mi spettina i capelli castani, già arruffati di loro.
Qualcosa, d’un tratto, attira la mia attenzione.
La noto appena con la coda dell’occhio, girandomi bruscamente.
-Non è possibile-
Una lucciola.
Piccola ma così brillante nel buio di questa notte, posata leggera sopra uno dei
pochi fili d’erba che punteggiano la terra scura.
Mi concedo di fissarla attentamente, praticamente rapito da quella minuscola
lucina.
Subito, la voce di qualcuno si fa insistentemente strada nella mia mente…
-Le vedi, Shin-chan? Quelle fiammelle si chiamano lucciole e sono tanti
piccoli spiriti che ci guardano e ci proteggono…-
-Davvero, mamma?-
-Ma certo, tesoro..anzi, se le guardi bene, puoi persino riconoscere chi
siano..-
-Anche papà…?-
Ella stava zitta.
Si strinse al seno quella piccola creaturina, tre anni al massimo, distogliendo
lo sguardo.
-Non lo so..non so che fine fanno gli alieni giustiziati senza senso…-
-Cosa, mamma?-
Un sorriso amaro, una speranza ormai sgretolata nelle sue parole.
-Niente d’importante..-
Scuoto il capo violentemente.
Odio questo assurdo rivangare nel passato, è inutile.
Preferisco buttare via i ricordi e vivere di futuro, proprio perché se solo si
smette di lottare, nessuno avrà un avvenire in questo mondo…
Sto giusto per andarmene a dormire, forse i rissaioli della Mensa hanno finito,
ma quando mi giro trovo la strada bloccata.
Da qualcuno di vagamente familiare.
D’innanzi a me, sbucata praticamente dal nulla, sta in piedi un’aliena dalla
lunga chioma corvina, vestita con abiti umani e l’espressione decisamente
scocciata sui fini lineamenti dell’incarnato pallido.
L’ho già vista da qualche parte, a zonzo per la Base..
-Oh, scusa…-
Faccio un passetto indietro, fronteggiandola, e sorridendo educatamente.
Lei non sembra aver voglia di essere cortese: schiocca la lingua in segno di
disapprovazione, scoccandomi un’occhiata imperiosa.
Poi, si concede il lusso di osservarmi da capo a piedi, con occhio critico.
Certo, non devo fare un bell'effetto, spettinato, con il volto pestato e la
divisa sporca di minestra.
Mi spolvero il davanti, risistemando una coccarda appuntata sul petto, che pende
storta.
Senza risultato.
Patetico...
-Emh..-
Ella sbuffa, scocciata.
-Fukazaki, togliti di torno..-
Inarco perplesso un sopracciglio, decidendo di ignorare il gentile
consiglio.
-Sai il mio nome?-
-Ovviamente-
La voce arrogante dell’aliena contiene una nota ironica, come se conoscermi
fosse la cosa più logica del mondo.
Un rossore indignato colora appena le mie gote pallide e aumenta d’intensità
quando il mio sguardo cade sul vertiginoso scollo di quella maglia.
E lei sembra essersene accorta..
Mi concede un sorrisetto malizioso, luccichio sibillino in quelle iridi
glaciali sotto il lungo ciuffo color inchiostro. Sembra divertita.
-Meiko Hida-
Si presenta laconica, senza nemmeno tendere la mano.
Io tento miseramente di riprendere il controllo, accennando un inchino con il
capo.
-Shin Fukazaki, Generale del…-
-..dell’esercito del Nord, lo so, lo so- ennesimo sorrisetto –Sei uno dei
quattro Generali, non credere che non ti conosca-
Corrugo le sopracciglia, sospettoso e curioso, mio malgrado.
Come fa a sapere tante cose, se l’ho incrociata per i corridoi sì e no due volte
appena?
-Chi sei, veramente..?-
Lei mi fissa, strafottente.
-Non penso siano affari tuoi, Generale- il tono è pieno di sarcastico
disprezzo –Chi sono e cosa faccio non ti deve interessare…-
Mi tiro indietro, come scottato.
Velenosa la ragazza, accidenti.
-D’accordo, signorina Hida..- inarco appena un sopracciglio –Posso chiederti
almeno che ci fai vicino al Dormitorio dei soldati? A giudicare dal tuo
abbigliamento, non mi sembri proprio un militare..-
Ancora l’occhio non può che cadermi sullo scollo, e di nuovo il rossore mi
colora le gote.
Distolgo lo sguardo, schiarendomi la voce.
-Quindi, ti pregherei di…-
-Hai visto?-
Ritorno a fissarla, circospetto.
A cosa si riferisce, di preciso?
Sto giusto per lanciarmi in una patetica tiritera che suonerebbe come “Ehi,
ti sei vestita tu così e, malgrado tutto, sono sempre un alieno maschio nel
pieno della sua adolescenza”.
Apro bocca, quando lei, inaspettatamente, mi sorride.
Un vero sorriso.
Rimango piacevolmente sorpreso, non sembra più così tetra.
E’ piuttosto carina, ora che la guardo bene…
Quanti anni avrà?
Diciassette, non di più.
-Una lucciola..-
Forse diciotto, ma non ne sarei sicur…aspettate, ha detto qualcosa?
-Eh?-
Sono vivamente tentato di mordermi a sangue la lingua.
Perché devo sempre fare queste figure meschine in presenza di un essere di sesso
femminile?
Scommetto che mi sentirei in imbarazzo anche di fronte a mia nonna.
Se solo ne avessi una, ovvio..
Meiko ridacchia appena, con quell’aria di perenne supponenza.
-Ho detto che c’è una lucciola, là fuori..-
Ah.
E io che credevo chissà che cosa…
-Sì ho visto- replico freddamente, tornando ad appoggiarmi alla colonna di
acciaio e cemento armato.
Lei mi fissa, quasi studiandomi.
Sembra pensare a qualcosa, mi sento decisamente osservato.
Incrocio le braccia, a disagio.
-Gradirei la smettessi di fissarmi in quel modo, graz..-
-Lo sai cosa si dice delle lucciole?-
Quest’aliena ha il vizio di interrompermi, decisamente.
Ho perso il conto da quando abbiamo cominciato questa conversazione senza
senso.
Scuoto il capo, indifferente.
In realtà lo so benissimo, ma certamente una come lei non si metterà certo a
dire che sono le anime dei defunti ancora aggrappati alla vita… Probabilmente
sarà qualcosa di scientifico.
O qualcosa di simile, insomma.
Lei sorride ancora, quegli occhi incredibilmente freddi sembrano scaldarsi,
fissi sulla piccola lucina tremolante, semi nascosta tra la rada erba.
-Sono coloro che hanno preferito bruciare in eterno, piuttosto che spegnersi
chissà dove…e il Cielo li ha puniti, poiché le anime ardenti non possono andare
lassù..- tende un dito verso il cielo buio, punteggiato da stelle.
Diamanti su velluto blu scuro.
Ridacchia, poggiandosi di tre quarti alla colonna di fronte alla mia, mani
incrociate dietro le reni.
-Personalmente io credo di andare laggiù, invece..- batte un piede sul cemento
–Sono una Peccatrice, dopo tutto…-
La fisso, abbastanza scettico in realtà.
-Tu…tu credi a queste storie?-
Meiko mi fissa, ed io mi sento affogare in quel mare di ghiaccio.
Soffocante.
-Certo che sì-
Sussulto, una strana scossa mi attraversa rapidamente, da capo a piedi, mentre
uno strano calore si sprigiona nel petto, diffondendosi in corpo.
Non me l’aspettavo proprio…
-Davvero..?-
Ella abbozza un sorrisetto enigmatico.
Formicolio sulla punta delle dita, mille farfalle colorate nello stomaco..cos'è
questa sensazione..?
Annuisce, la lucida chioma corvina segue docile i movimenti del capo.
-Meiko Hida ha una sola parola..-
Poi, senza che io possa aggiungere nient'altro, alza la mano destra d'innanzi al
viso.
Sul palmo dell'affusolata e pallida mano, improvvisamente, appaiono una miriade
di faville bianche, luminose in quella notte afosa, tingono di ombre il volto
dell'aliena, che sorride alla fiammelle e poi, alzando lo sguardo, anche a me.
Proprio a me.
Soffia appena sulle scintille e quelle volano via leggiadre, danzando nel buio,
spandendosi nel rado prato, come tante altre piccole lucciole.
Mi volto verso quella terra smossa, che ora mi appare come una galassia in
miniatura.
Luccichii come pietre preziose, ricamate con perizia su quella terra scura.
Non ho mai visto nulla di simile...
-E'...è bellissimo- mormoro appena, senza fiato -Davvero, è..-
Mi volto, deciso a parlarle.
Sparita.
Mi guardo attorno, magari si è allontana di poco, non può essersene andata
così..
E invece sì.
Cosa credevi, Shin?
Tuttavia, non riesco a scacciare quella sensazione che è mi strisciata sotto la
pelle, forse appena l'ho vista.
Cinica e indifferente, misteriosa e arrogante, ma ingenuamente ancora fiduciosa
in queste leggende che io stesso ho dimenticato da tempo.
Rivolgo ancora uno sguardo alle lucciole create dalla ragazza, sospese in quell'atsmofera
quasi magica...
Sorrido, dolcemente.
-Meiko..-
Dolce nome, che col tempo imparai ad amare con tutto me stesso, assieme a
Colei che lo porta.
Giro sui tacchi, dirigendomi rapidamente verso il Dormitorio, con passo leggero.
Non faccio nemmeno in tempo a girare l'angolo del porticato che l'ultima
favilla, silenziosa, si spegne nel buio...
***
And now I know who you are
It wasnt that hard
Just to figure you out
Nickelback; Figured you out
-Qualcuno conosce il modo per tirare via le macchie di minestra?-
Va bene, forse questo non è un argomento da trattare la mattina presto, ma dovrò
pur fare un tentativo...
Gli sguardi vacui dei miei compagni di stanza, appena alzatisi dal letto
all'alba delle cinque di mattina, non sono certo d'aiuto.
Probabilmente, non hanno nemmeno capito cos'ho detto.
Rivolgo un'altra occhiata sconsolata alla mia divisa da Generale, sporca di
quell'orrida brodaglia della sera precedente.
Non credo verrà più pulita...
La getto a terra, mettendomi a frugare nel cassetto in cerca di quella di
ricambio.
Se penso che quella Meiko mi ha visto in quelle condizioni...
-Ehi Generale, avresti dovuto vedere ieri sera..- la risata di un alieno mi
riscuote dai miei pensieri -Ikisatashi e Nohara hanno praticamente fatto saltare
la parete Nord della Sala Mensa, quella confinante con la cucina-
-E, guarda caso, il pentolone di zuppa era proprio nel raggio del Generale Iwo..-
I due scoppiano a ridere, e il mio terzo compagno, tra le risatine, riesce a
borbottare.
-Inutile dire che la Mensa è al momento impraticabile...-
Abbozzo un sorrisetto, ritornando a frugare nel cassetto.
Vorrei dire che la mia serata è stata decisamente più interessante della
loro.
Giusto per il gusto di farli schiattare d'invidia..solo che...
Mi blocco a mezz'aria, la casacca blu della divisa di scorta stretta nel pugno,
senza indossarla.
E se fosse stato tutto un sogno..?
Forse, il parlarne rivelerebbe solamente che non esiste nessuna Meiko Hida, nè
leggende sulle lucciole, nè dolci sorrisi complici nel buio di una calda notte
d'estate.
Non sono sicuro di volerlo davvero sapere.
Quell'aliena era strana, vestita con abiti umani, apparsa dal nulla.
Ma mi conosceva...
-Shin, che ti prende?-
Uno degli alieni mi sventola una mano d'innanzi al volto, perplesso.
Io scuoto il capo, intorpidito, riprendendo contatto con la realtà.
Lo fisso, mentre questo ricambia dubbioso il mio sguardo.
-Stai bene?-
Anche gli altri due mi fissano, curiosi.
Io inarco un sopracciglio, pacato.
-Certo, stavo solo pensando ad una cosa..- rispondo semplicemente, indossando la
casacca e allacciandola fino all'ultimo bottone.
Vado d'innanzi al piccolo specchio posto sopra il lavandino, fissando la mia
immagine riflessa.
-E' un peccato che te ne sei andato, ieri..-
Mi sistemo le coccarde dorate sul petto, tentando inutilmente di appiattirmi gli
arruffati capelli castani.
-Non direi, visto che rischiavamo parecchio..- ribatto, sarcastico -E' strano
che Deep Blue non sia accorso con il suo Esercito Scelto..-
-Forse perchè erano anche loro impegnati nella rissa- ridacchia l'altro alieno,
levandosi la maglia.
Un'ultima occhiata nello specchio, per poi voltarmi.
Accenno un sorriso misterioso, ancora ripensando all'aliena di ieri sera.
-Diciamo che ho trovato..di meglio da fare-
I tre mi fissano, avidi di saperne di più.
-Dì la verità, il fascino della divisa da Generale ti ha fatto rimorchiare
un'aliena- mi chiede malizioso il terzo alieno, incrociando le braccia.
Il primo del gruppo annuisce con aria saputa.
-Ci sono certe bellezze nell'Infermeria...-
-Già, hanno due..-
-Va bene, ho capito-
Stronco bruscamente il discorso, che sta decisamente degenerando nel triviale.
Non sono un libertino come voci di corridoio bollano Kisshu Ikisatashi.
Anzi, a dirla tutta questi argomenti mi imbarazzano...
-Niente di importante, credetemi-
-Ma..-
Prima che possano fare altre domande, esco rapidamente dalla stanza,
attraversando praticamente di corsa tutto il Dormitorio.
Varco la porta scorrevole che sbocca nel corridoio, lungo e tortuoso, prima di
giungere nella Sala delle Riunioni.
E sono già in ritardo.
-Maledetti curiosi e le loro domande..- mastico tra i denti, camminando per il
corridoio, illuminato di fioche luci al neon.
Mi fermo, tuttavia.
In realtà, ciò che è successo ieri sera è molto importante.
Talmente labile e dolce, ovattato in quell'atmosfera soffusa di ieri, che ho
quasi paura di parlarne.
Preferisco cullarmi nell'illusione di poterla ancora rivedere.
Meiko Hida.
Sorrido, ripensando alle mille lucciole nel buio della notte.
Per poi riprendere a camminare, sparendo rapidamente lungo il corridoio.
Non mi sono neanche accorto che, dietro l'angolo, due occhi di ghiaccio mi
stavano fissando.
Sorride.
Centinaia di faville nell'azzurro delle sue iridi.
Per poi sparire di nuovo, così com'era venuta.
The End