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Autore: Vampiresroads    27/04/2012    5 recensioni
Cosa se i Green Day non ne avessero avuti di giorni?
Una piccola finestra sulla vita dei tre amici burloni nell'età infantile/adolescenziale.
E' una giornata soleggiata che Billie e Mike si stanno godendo a pieno, che cosa potrebbe mai succedere?
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rincorsi Mike per un quarto del giardino, quando lo acchiappai e gli saltai sopra.
Cademmo entrambi come due pere cotte procurandoci due belle more sul fondoschiena e tante risate.
Dopo un mese che aveva passato all’ospedale finalmente tornarono le belle giornate dove tutto ciò a cui pensare era il sole, l’erba verde  e il miglior modo per combinarne un’altra delle nostre.
Altro che baby gang dei film. Avevamo solo dieci anni, ma probabilmente saremmo stati capaci di fare qualunque cosa, insieme.
Passavamo pressoché ogni minuto della nostra vita insieme, ma nonostante questo non avevamo l’abitudine di parlare. O almeno, non di cose che non fossero noccioline o piani per ingannare le maestre.
Quel giorno decisi di parlargli. Ci pensai per tutta la giornata e alla fine decisi di farlo.
A quell’età mi piaceva imitare i ragazzini dei film. Mettevo una spiga in bocca, forse perché volevo atteggiarmi, o forse perché avevo bisogno costante di avere qualcosa tra i denti. Non la toglievo mai. Quando diventava aspra e sporca, la buttavo e ne prendevo un’altra, ma non stavo mai senza.
Per la prima volta dopo mesi, la tolsi e la lanciai, senza strapparne un’altra.
Lo guardai e lo chiamai.
“Mike…”
“Joe, oggi sei strano, cos’hai?”
“Niente. Amico mio, oggi mamma ha comprato la tv. Non voleva comprarla, diceva che era una spesa inutile!”
“Bello, bello. Ma non smetteremo di andare a fare le nostre cavolate in giro, non è vero?”
“Ma certo che no! Ahahahaha sei matto, Mike? Il punto è che prima l’ho accesa per vedere come funzionasse e com’era. Ho pensato che ci dovremmo stare noi al posto d quelli. Noi siamo molto meglio. Perché loro sì e noi no?”

“Hei, ci andremo anche noi. Abbiamo dieci anni Joe, possiamo ancora fare qualsiasi cosa. Tutto ciò che vogliamo. E fidati di me amico, un giorno ci guarderanno tutti. Le cinquanta stelle saranno sotto il nostro comando forse, che ne sai?
Ora guarda quel bambino imbranato; chi lo raggiunge prima e lo fa cadere vince. Chi perde offre il gelato!”

Riflettei un attimo sul fatto che forse ci saremmo andati davvero in televisione. Che magari avremmo davvero avuto gli Stati Uniti sotto il nostro comando. Immaginai anche noi come imprenditori in un’industria di attrezzi da basket e football. Per un momento pensai che tutte le strade erano aperte.
Poi vidi le gambe magre e ferite di Mike muoversi velocemente e iniziare una corsa contro il vento. Mi ricordai della sfida e cominciai a correre con una forza che il mio corpicino non aveva mai avuto.
Corsi velocissimo e superai Mike. Raggiunsi la nostra sfortunata vittima e lo feci inciampare facendogli cadere il gelato.

Scoppiò in un pianto ridicolo e viscido.
Il piede di Mike stava a venti centimetri dalla mia caviglia e cercava di bloccarmi.
Stava urlando, con una voce forte quanto lo erano state le mie gambe poco prima, ma non lo ascoltai.
L’adrenalina si faceva sentire e non riuscivo a fermarmi.
“Dai Mike, vediamo se arrivi prima di me alla fontanella. Sei una schiappa oggi!”
Non rispose, continuava a dirmi di fermarmi, ma alla vista di una campo di spighe accelerai il passo per prenderne una da infilarmi in bocca.
“Billie attento! Fermati! Fermati!”
Strinsi i denti assaporando il sapore struggente della spiga sudicia.
“E’ inutile, tanto lo so che è un inganno!”
Sghignazzai, poi ripresi: “Lo so che lo stai facendo per superarmi e vendicarti, ma no…”
Un fischio assordante mi consumò l’anima fino allo strazio.
Ebbi l’impressione che il mio piccolo cuore non reggesse l’ansia. Mi bloccai.
Il fischio aumentava, i miei occhi insistenti avevano deciso di chiudersi sempre più forte.
Il ragazzino coraggioso che era sempre stato la mia corazza fu soffocato dalla paura.
E poi silenzio.

 
  
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