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Autore: greenbird    27/04/2012    0 recensioni
FF ambientata durante il manga. Hisashi e Akiko sono amici d'infanzia. Ora che lui ha fatto pace con il basket, le cose tra loro potrebbero cambiare... La storia è raccontata dal punto di vista di Akiko e Hisashi.
E' la mia prima FF, i commenti (anche negativi) sono ben accetti!
Slam Dunk e i relativi personaggi sono copyright di Inoue Takehiko.
Io ho creato solo i personaggi originali.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisashi Mitsui, Nuovo personaggio, Shinichi Maki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9.

E' il giorno della semifinale del campionato prefettorio, il 20 giugno.
Fino a un mese fa, tra me e Akiko erano rose e fiori.
Adesso io mi sono accorto di essere innamorato di lei, mi sono allontanato per questo, e sono solo spine.
Con Atsuko praticamente non ci parlo più; cioè, se fosse per me sì, ma lei mi ha pure tolto il saluto. Dopo la lite dell'altro giorno, pian piano le cose tra me e Akiko stanno tornando quasi come al solito per questi tempi; solo che io non ho più il coraggio di andare a casa sua se c'è qualche problema da me, e lei ha ridotto le sue visite. Non assiste nemmeno più così spesso agli allenamenti. Credo che abbia contribuito anche il fatto di non aver saputo direttamente da me che mi piace una, come succedeva una volta. Ma come facevo a dirtelo…?
Non so nemmeno se oggi è qui a vedermi.
– Tutto bene, Mitsui?
Alzo la testa, c'è Ayako davanti a me. Annuisco. – Tutto ok.
Mi guarda, non è molto convinta. Sorrido per farle capire che sto bene. – Andiamo, – dico alzandomi. – Facciamo vedere al Kainan chi è lo Shohoku.

Sono le 9.50, siamo tutti in campo. Guardo verso gli spalti. Ci sono Haruko e le sue amiche, il resto dell'armata Sakuragi… ma non Akiko. Strano… non è nemmeno venuta a fare il tifo per Kiyota?! Eccolo lì… cretino al pari di Sakuragi con cui sta litigando… Probabilmente per non vedere me non è venuta nemmeno a vedere lui.

– Atsuko, devo andare! Sono in ritardissimo!
–  Perché?!
–  Perché sono le 9.40 e io sono ancora qui!
–  Voglio dire perché devi andarci?!
–  Perché gioca lo Shohoku! E' la mia squadra! E visto che gioca contro il Kainan, dovresti venire pure tu, visto che è la tua scuola e c'è Maki!
Perché c'è Hisashi che gioca, Atsuko… Hisashi gioca e per una volta ha un buon motivo per ignorarmi!
–  Piantala di tirare in ballo Maki! C'è Mitsui!
–  Lo so, n. 14, guardia tiratrice, cecchino da 3 punti eccetera. E allora?! Io vado!
–  E la solidarietà tra sorelle?!
–  Atsuko! – mi volto, spazientita. – Ho avuto anch'io dei rifiuti, sai?! E non per questo non sono andata avanti! Sono qui, come te! Supererai la cosa, e se cominci ad interessarti più seriamente a Maki, vedrai che passerà anche prima! Non puoi continuare ad odiare Hisashi per sempre…
Beh, oddio, conoscendola forse sì… lui e quell'altra!
–  …né impedire a me di andare alle sue partite, se lo voglio!
–  Akiko! – chiama lei, mentre scendo giù.
–  Hisashi è il mio migliore amico…
Sì, come no!
–  …e devo essere con lui a questa partita!
Prendo e scappo prima che aggiunga altro. Non è più il mio migliore amico. Ora è il ragazzo che amo… e chi se ne frega se lui ama un'altra. Lo conosco meglio di tutti, so come prenderlo nei momenti buoni e no… Ho un vantaggio enorme su qualunque altra… Atsuko inclusa… E pace se ultimamente ci siamo allontanati…

Ok, adesso lo ammazzo. Da che è iniziata la partita, quel deficiente di Kiyota se l'è presa con me. Ignora totalmente Sakuragi e Rukawa, e marca stretto me. Troppo stretto. Qual è il tuo problema?! Pensi che se Akiko non è qui è per colpa mia?!Sembra che stia facendo di tutto per cercare lo scontro con me.
Appena prendo la palla, eccolo lì, dritto dritto a puntarmi addosso anche se ho già un suo compagno a marcarmi. Solo che ci arriva a valanga. La cosa divertente è che rischia di farmi fallo tutte le volte.
Non posso farmi fregare da quella scimmia (Hanamichi ha ragione, per una volta tanto) incazzata per chissà quale motivo con me. Se non la pianta, il nervoso glielo faccio passare a suon di calci.
Anche se da come lo fissa Maki, credo che manchi solo tanto così perché lo ammazzi in diretta lui prima di me.
Se gli sguardi potessero uccidere, non so chi, tra me e quello lì, resterebbe in vita oggi.
–  Tranquillo, Mitsui, – cerca di calmarmi Akagi. – Tu sai come evitare di fare fallo. Cerca di farli commettere a lui.
–  Sì, se non lo strozzo prima.
–  O non lo butta fuori Takato. Il che ti risolverebbe il problema. Dai, resta concentrato, – dice, allungando il passo per tornare nella nostra metà campo.
Questa non è una partita facile. Il Kainan è il Kainan, noi ci stiamo giocando l'accesso al campionato e ci manca solo ‘sto demente che ci innervosisce tutti. Me per primo.
Ho capito: devo togliermelo definitivamente dalle balle il prima possibile.

Accidenti ad Atsuko, mi ha fatto perdere tutto il primo tempo… Vabbè, ormai Hisashi ha dato per scontato che non ci sono… avrà una sorpresa! Haruko mi saluta e mi dice il risultato parziale: 49 a 49. Ragazzi, siete grandi! Riuscire a essere in parità con Kainan è un ottimo inizio! Le squadre sono negli spogliatoi e se voglio salutare Hisashi devo fare in fretta, così corro a cercarli. Oggi con tutta la corsa che ho fatto ho perso cinque chili, come minimo! Ecco lì… SHOHOKU! Sì, ma adesso che faccio, mica posso bussare… Non faccio in tempo a pensarlo che la porta si apre e i ragazzi escono. Ayako mi saluta; noto subito che ha una faccia tesa.
Vedo Hisashi e gli sorrido, facendo un cenno con la mano. Con due passi è davanti a me, l'espressione dura. Perfetto. Ci mancava solo che riaffiorasse il vecchio Hisashi. Non vedevo l'ora.
–  Dì al tuo amico del Kainan di giocare onestamente e di smetterla di starmi addosso in quel modo. O sarò più che felice di infrangere la promessa fatta ad Anzai di non picchiare più nessuno.
La squadra trattiene il fiato, passando lo sguardo da me a lui. Io lo fisso come se fosse sceso in quel momento da un'astronave. Cambio umore in mezzo secondo.
–  Punto primo, – ribatto col suo stesso tono, puntandogli l'indice contro il petto. Lui lo guarda come se me lo volesse staccare, poi torna a guardare me. – sono appena arrivata. Mi sono persa tutto il primo tempo e non so cosa è successo tra te e Kiyota. Punto secondo: non faccio parte dello staff del Kainan. Se hai rimostranze falle all'arbitro, a Maki o a Takato. Punto terzo: io sono una studentessa e una tifosa dello Shohoku. Tutto chiaro, Mitsui?
Ci fissiamo in cagnesco per qualche secondo, in silenzio.
–  Mitchi, l'hai trovato chi ti rimette in riga, eh?! – esclama Hanamichi, allentando la tensione. – A quando le nozze?
–  Ma non dire cazzate! – esclamiamo in coro io e Hisashi, fulminandolo. Poi ci guardiamo, un po' meno male. Cercando di mantenere una dignità, reprimiamo un sorriso.
–  Su, su, a giocare! – esclama Ayako, spingendo i ragazzi di nuovo verso l'ingresso al campo. Hisashi mi fa un mezzo cenno di saluto e va con loro. Ayako si gira e mi fa l'occhiolino.
–  Bravissima! – aggiunge sottovoce, tutta felice. Poi raggiunge i ragazzi.
Io resto lì a chiedermi che cosa è mai successo tra Kiyota e Hisashi, sperando che il secondo tempo non si trasformi in uno spargimento di sangue. Haruko, Yohei e il resto dell'armata sono in prima fila sugli spalti. Io mi defilo, sedendomi quasi in cima alle gradinate, protetta dal resto del pubblico. Non voglio immischiarmi. Se Kiyota sta addosso a Hisashi per quello che è successo tra noi, vedermi che tifo per lui lo farà ulteriormente innervosire, col rischio di far saltare in aria quell'altro. Santo Maki, intercedi per me per la pace in campo! Aaah, che pazienza. I maschi, che razzaccia!

Maki deve aver dato una bella ramanzina a Kiyota, perché finalmente si mette d'impegno a marcare Rukawa anziché me. Per quanto comunque non mi risparmia le occhiatacce, ma su quelle posso sorvolare.
Alzo gli occhi sugli spalti. E adesso dov'è sparita quell'altra?! Perché non è con Mito e gli altri?! Vuole la guerra anche lei?!
–  Ehi, – mi dice Miyagi, dandomi una pacca sulla spalla. – Tranquillo, sarà in mezzo al resto della nostra tifoseria.
Lo guardo male. – Non ho bisogno di aiuto, grazie, – ribatto, asciutto.
Ma lui non se la prende. Sorride sornione. – Impegnati, Mitsui. Portala fuori. Si è nascosta, per qualche motivo? E tu dagliene uno migliore per farla uscire allo scoperto a tifare per te.
Non faccio in tempo a ribattere che Hanamichi gli passa la palla e lui scatta in avanti, si smarca e nel giro di qualche secondo è davanti all'area del Kainan, pronto a passare la palla a Rukawa.
–  Alla grande, Ryota! – grida Ayako.
E lì, ho l'illuminazione.
Il nervosismo mi passa. Sorrido. O meglio, ghigno.
Ci speri, cara la mia Nobu-scimmia, di fregare Hisashi Mitsui!

…o forse no. Ero partito in quarta, convintissimo: nel secondo tempo avrei fatto scintille. Akiko sarebbe stata più che fiera di me. Sarebbe stata in prima fila a urlare il mio nome. E invece eccomi qui, a sentirmi un cretino: canestri mancati, passaggi persi, fiato corto.
Di Akiko non c'è traccia.
Il Kainan sta avendo la meglio su di me.
Jin infila canestri da tre uno dopo l'altro; io non ne ho fatto nemmeno mezzo. Il mio cavallo di battaglia, e oggi è un altro che li segna a raffica.
Ci manca solo che perdiamo la partita!

Salto in piedi insieme al resto dei tifosi della scuola, il fiato sospeso. Sono rimasti pochissimi minuti e lo Shohoku al completo sta dando spettacolo, è una furia che riesce a tenere testa al Kainan e coinvolge noi spettatori. Se vedessi qualcuno dell'altra squadra fare il tifo per noi, non mi stupirei! Getto un'occhiata alla prima fila degli spalti: Yohei e gli altri stanno facendo tifo di brutto. Ci stiamo giocando il tutto per tutto.
Guardo Hisashi e capisco che non posso più stare in disparte.
Lui, sull'orlo dello sfinimento, che continua a combattere.
Lui, innervosito per aver mancato un passaggio, che si riprende e torna lucido.
Lui, che ho visto più volte alzare gli occhi verso ogni lato degli spalti per cercarmi, senza trovarmi.
Lui, che sono convinta pensi che sto tifando per Kiyota anche se gli ho detto che sono dello Shohoku.
Stringo le labbra. Le mie gambe si muovono da sole.
Passo velocemente davanti agli altri ragazzi della mia fila, sperando di non inciampare visto che ho scelto il momento peggiore: il Kainan ha appena riportato il distacco a 6 punti e tutti stanno gridando la loro frustrazione, sbracciando come forsennati. Scendo di corsa le scale e arrivo davanti al parapetto con così tanta foga che è roba che mi ribalto. Yohei mi saluta con un sorriso. Un secondo di esitazione. Porto le mani a coppa intorno alla bocca proprio mentre Hisashi si trova davanti Takasago.
–  HISASHI, SEGNA PER ME! – urlo con quanto fiato ho in corpo.
Non so se mi ha sentito. Si smarca dal giocatore del Kainan e segna. Tutta la tifoseria dello Shohoku esplode in un boato.
Hisashi guarda in su, verso Mito e gli altri, per l'ennesima volta. E mi vede. Resta interdetto per un secondo, poi alza il braccio, la mano chiusa a pugno. Sorride con la sua solita espressione di trionfo dopo un canestro.
Sorrido anch'io mentre faccio lo stesso gesto.

Sono sdraiato sul letto, le braccia incrociate dietro la testa, e fisso semplicemente il soffitto.
Troppi pensieri in testa e nessuno su cui abbia veramente voglia di soffermarmi. Il leggero bussare alla porta mi riporta sul pianeta Terra. – Avanti, – dico.
La porta si apre e spunta la testa di Akiko. Cavoli, questa sì che è una sorpresa! Mi metto a sedere. Cerco di ignorare il turbine di emozioni che mi assale. Io che cerco di far sì che lei si faccia vedere. Lei che infine è in prima fila a urlare il mio nome. La partita persa. E, come al solito in questi casi, la parte più bastarda di me prende il sopravvento.
–  Che ci fai qui? – chiedo, cercando di domare l'occhiataccia che mi sta salendo da dentro.
–  Che domande! Nella buona e nella cattiva sorte, ricordi? – sorride, entrando e chiudendo la porta. Si vede che si sente a disagio, ma non capisco perché. E in questo momento, nemmeno mi interessa.
–  Ormai non è più nella buona o nella cattiva sorte dello Shohoku. Vai a festeggiare con Kiyota.
–  Posso sedermi?
La squadro per qualche secondo, poi annuisco e si siede anche lei sul letto. Resta in silenzio per un po', fissandosi le mani; poi alza gli occhi su di me.
–  Io e Kiyota non usciamo più insieme. Era quello che cercavo di dirti l'altra volta, quando mi hai liquidato con “Sono stanco per parlare di problemi di cuore”.
Bam. Colpito e affondato. La rabbia mi passa in un secondo. – Io… Scusami… – balbetto. – Non volevo…
Ma intanto, dentro, esulto. No, esultare non è esatto. Mi sento in paradiso. La primavera è arrivata! Allora ho speranze!
Scuote una mano, come a dire “ormai è andata”.
–  E… perché non uscite più insieme?
Per un attimo, tentenna. – Per… divergenze di carattere, ecco. Abbiamo litigato dopo la partita contro lo Shoyo.
Inarco un sopracciglio. Lo sguardo di Kiyota che va da me ad Akiko. Lo sapevo io che ci sarebbero stati problemi. Beh, peggio per lui. Di certo non vado a dirgli di ripensarci, se è stato lui a troncare, né dirò ad Akiko di riprovarci. Fossi matto.
–  Ah… Ora mi spiego perché avesse deciso di farsi ammazzare da me. Cos'è, è geloso dell'atteggiamento che abbiamo uno con l'altra?
–  All'incirca…
Scuoto la testa con un mezzo sorriso. Evvai, Hisashi 1-Kiyota 0! – Sai, quando è iniziata la partita e non ti ho visto, ho pensato fosse per la storia di Atsuko. Però mi sembrava strano che non venissi a vedere Kiyota.
–  In realtà ho fatto tardi perché secondo Atsuko, dopo quello che è successo tra voi due, la solidarietà tra sorelle avrebbe dovuto avere il sopravvento e ha cercato di convincermi della cosa. Ma non potevo non esserci, – sorride. – Lo Shohoku è la mia squadra, te l'ho detto.
–  Grazie. Anche se non è finita come avrebbe dovuto.
Alza le spalle. – Non tutto va come si vorrebbe, – dice semplicemente. – Tu come stai?
–  Né bene, né male… Abbiamo ancora una partita e finché non siamo ufficialmente fuori dal campionato non mi preoccupo.
–  Sicuro?
–  Sicuro, – sorrido. – Cos'è, pensavi di trovarmi qui a fare a pezzi la camera per la rabbia?
Sorride anche lei. – Più o meno…! Visti i tuoi trascorsi…
–  Grazie della fiducia! – esclamo, aggrottando le sopracciglia. – Sono cresciuto, sai!
–  Da come ti sei comportato oggi nell'intervallo, non si direbbe proprio, – borbotta.
–  Aaah, quello era il nervoso! – esclamo. Poi la guardo compiaciuto. – Lo sai, sono orgoglioso di me stesso. Ho fatto un ottimo lavoro nel renderti una mia degna allieva. Il modo in cui mi hai risposto… lo sguardo… sì, proprio un ottimo lavoro! Ti promuovo a pieni voti!
Akiko mi guarda di traverso, un sopracciglio inarcato, poi scoppia a ridere. Finalmente, penso, sento di nuovo il suono della sua risata. Mi è mancato tanto. Mi sposto verso di lei, e la abbraccio. Faccio un profondo respiro, assaporando il suo profumo. Lei si gira leggermente, posando la testa sulla mia spalla. Sento che sorride e si stringe a me.
Ho perso la partita, è vero. Ma ho riconquistato qualcosa di molto, molto più prezioso.

 

Capitolo leggermente modificato; spero che vi piaccia! Non ero sicura di saper rendere la tensione della partita, così al solito ho cercato di concentrarmi sui protagonisti. Spero di esserci riuscita!

  
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