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Autore: carelesslove    27/04/2012    2 recensioni
Una cosuccia semplice e innoqua ma spero carina. S/W
dal testo:- Si tolga quel sorriso compiaciuto dalla faccia Holmes. E’sfacciato da parte sua irridermi così – Il dottore sapeva bene che il detective considerava le sue premure eccessivamente sentimentali e spropositate
Il detective alzò un sopracciglio sorpreso - Cosa le fa pensare che stia ridendo di lei?-
- Cosa mi potrebbe far pensare che lei non lo stia facendo?-
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Quando Watson entrò vide Holmes adagiato su una branda con l’ago di una flebo infilato nel braccio e l’altro compostamente ripiegato sullo stomaco.
Sembrava dormire beatamente ma il suo viso appariva pallido e stanco, e aveva la fronte sudata. Il dottore non lo aveva mai visto in quelle condizioni. Neanche quando esagerava con la cocaina era mai apparso così debole e indifeso, purtuttavia la sua bellezza non ne era intaccata affatto.
Quando erano arrivati in ospedale il detective versava in condizioni disperate e Watson per un momento temette di averlo perso. Nonostante tutti i suoi sforzi per arrestare l’emorragia di Holmes, durante il tragitto in carrozza egli aveva perso una quantità di sangue impressionante e una volta giunti in ospedale l’operazione si era protratta per varie ore. Watson aveva aspettato pregando per la vita del suo amico, senza che nessuno lo informasse sullo stato della situazione, finchè a intervento concluso il chirurgo gli disse che la pallottola era stata rimossa senza lesionare gli organi interni e le condizioni del paziente erano stabili. Ora bisognava aspettare che si svegliasse.
John non sapeva più a che santo votarsi in quelle ore di angoscia e chiese subito di vederlo. Inizialmente gli fu negato ma, poichè si trattava di un collega, il chirurgo fece un eccezione, quantunque fortemente contrariato.
- Mio dio – mormorò il dottore ancora scosso, avvicinandosi al suo capezzale.
- Come ho potuto lasciare che accadesse? – un singhiozzo trattenuto e John cercò con la sua la mano del detective.
Dopo alcune ore Holmes mosse le dita e l'amico scattò in piedi  come un pupazzo a molla.
Le palpebre del detective tremarono appena e Watson provò a parlargli –Holmes, riesce a sentirmi?
Sono io, Watson-
Il detective cercò di mettere a fuoco la figura dell’amico ma a tutta prima non ci riuscì e a mala pena potè produrre un suono vagamente comprensibile – j..john-
- Sono qui Holmes, va tutto bene. E' finita - sussurrò con voce roca
- E' ferito Watson? - si informò l'altro non riusciendo a vederlo bene.
- Affatto. Non pensi a me adesso. Riposi. -
Il detective si rilassò un pò e scivolò di nuovo nel sonno.
 
Il giorno seguente il redivivo si era già ripreso quel tanto che bastava da mettere a dura prova la pazienza di John, che come risaputo era infinita, ma non bastevole quando si trattava del coinquilino.
Il dottore era tornato a casa a cambiarsi gli abiti e a prendere alcuni effetti personali del detective.
- Come sta vecchio mio? La sua ferita? – gli chiese una volta tornato
- Ah, poca cosa. Sto molto meglio. In fede mia, lei si preoccupa troppo –replicò l’altro con un vago gesto della mano, fingendosi scocciato. In realtà avere l’attenzione dell’amico concentrata esclusivamente su di sè lo lusingava, ma si sarebbe fatto tagliare una mano piuttosto che ammetterlo.
- Idiota! Si rende conto che ha rischiato di morire ? Non gliene frega niente della sua vita ma almeno dovrebbe curarsi del male che può fare agli altri vederla morire - lo accusò duramente Watson.
Il detective inarcò lievemente le labbra pensando all'affetto che traspariva implicito da quelle parole, purtroppo il dottore fraintese totalmente quel gesto, nel modo peggiore.
- Si tolga quel sorriso compiaciuto dalla faccia Holmes. E’sfacciato da parte sua irridermi così – il dottore sapeva bene che il detective considerava le sue premure eccessivamente sentimentali e spropositate.
Il detective alzò un sopracciglio sorpreso - Cosa le fa pensare che stia ridendo di lei?-
- Cosa mi potrebbe far pensare che lei non lo stia facendo?-
- Forse il fatto che la rispetto e non mi permetterei mai di deriderla-
- Le racconti a qualcun altro queste fandonie –
- Magari sorrido perché sono lieto di vederla -
- Non lei. Lei non è mai stato semplicemente felice di niente in vita sua che non riguardasse il risolvere un caso o mettere in mostra le sue capacità investigative.-
- Forse la prospettiva della morte ha fatto emergere altre priorità-
-Forse…- il dottore partì in quarta pronto a sciorinare un altro commento salace, non aspettandosi una tale risposta da parte del detective. Ma si zittì non appena la sua mente ebbe tempo di focalizzare la frase pronunciata dall’altro.
- Bè, sono lieto di vedere che riesco a stupirla anche senza ricorrere alle mie capacità deduttive, qualche volta -
- Mi dispiace Holmes. Mi perdoni . Io…-
- E di cosa? Lei è adorabile - a quelle parole il dottore pensò realmente di stare sognando o che nella colluttazione del giorno prima doveva aver battuto la testa molto forte. O Forse era Holmes che aveva riportato danni cerebrali, per il detective profondersi in complimenti nei suoi confronti era alquanto inusuale, per non dire improbabile.
- Il mio cuore, che ancora si dibatte nonostante ieri io abbia sfiorato la morte, non è realmente di ghiaccio come a lei potrebbe sembrare -
Watson aprì la bocca ma non ne uscì parola alcuna, non riuscendo ad articolare alcun suono.
- Lei mi ha soccorso e le devo la vita . Ma le devo anche molto di più -
- Cosa intende? - chiese il dottore
- Mi ha insegnato che ci sono persone che contano per noi più di altre, persone per cui daremmo tutto e nel mio caso non ho dubbi su quale sia questa persona e non ho alcuna intenzione di ridere di essa, perché deriderla sarebbe l’ultima cosa al mondo che potrei fare -
- Holmes, la prego.. - mormorò Watson con voce flebile mentre qualcosa nella sua pancia si contorceva
- Mi scusi se questo le crea imbarazzo - disse il detective abbassando lo sguardo
- No…certo che no, io … - staccò la sua mano da quella di Holmes e cominciò a farla vagare lungo il braccio del detective, accarezzandolo lievemente.
- La mia stima e devozione va a lei e a nessun altro. Ma ora basta con le smancerie, come lei ben sa non mi si addicono - concluse Holmes con un sorriso birichino, cercando di alleggerire l’atmosfera seriosa con un pizzico di ironia.
- Veramente io …non vorrei aver frainteso le sue parole, ma …- balbettò continuando ad accarezzare la pelle dell’uomo e guardando ovunque fuorchè nei suoi occhi.
Il detective posò una mano sulla sua e questo gli diede un po’ di coraggio.
- Io..se non parlo ora non avrò più il coraggio … la verità è che ho paura …-
Il detective rimase per un momento in silenzio a riflettere, poi del tutto inaspettatamente borbottò in modo impercettibile - Anche io. E’ inevitabile quando si ama, non crede? -
La reazione di Watson fu repentina, gli occhi si inumidirono di lacrime e uno strano bagliore li attraversò all’idea che anche il detective fosse attratto da lui e lo desiderasse nella stesso modo.
- Watson dica qualcosa …- lo incitò holmes sulle spine, temendo di essere stato troppo frettoloso nel trarre le conclusioni e non ancora del tutto certo di essere ricambiato dal dottore. Certo tutto faceva propendere in quella direzione ma quando si trattava del dottore la propria capacità di ragionare lucidamente andava a farsi benedire.
Watson che aveva chinato lo sguardo imbarazzato tornò a fissare il detective negli occhi. Lo guardò confuso ma traboccante d’amore - Io… - disse totalmente incredulo per la dichiarazione che aveva ricevuto da Holmes. Deglutì a vuoto cercando le parole da dire - … con tutto il cuore..non desidero altro che noi due, per sempre…e adesso potrei anche morire di gioia -
- Watson questo è fuori discussione -
John si irrigidì immediatamente e temette di aver detto qualcosa di sbagliato. Forse Holmes lo desiderava ma non era innamorato di lui, forse non intendeva essergli fedele, magari avrebbe voluto altri uomini oltre a lui, nonostante le sue parole iniziali avessero decisamente fatto ben sperare.
- C…cosa? - Chiese con un nodo in gola che non riusciva a sciogliere.
Il detective sorrise del suo smarrimento e rettificò  –tu non morirai John Hamish Watson o te la dovrai vedere con me, e parola mia non ti conviene proprio -
Watson scoppiò in una risata di sollievo e al colmo della gioia si chinò per poggiare la fronte contro la spalla del detective, cercando di riprendere possesso delle proprie facoltà mentali.
- Proprio tu lo dici che mi hai quasi fatto venire un infarto facendoti sparare - obiettò il dottore un po' risentito.
- Già - mormorò il detective per poi baciargli dolcemente il capo.
- Giuro che sei un vero incosciente. Promettimi che starai più attento- lo pregò Watson immagonato.
- Farò del mio meglio -
- Quando fai del tuo meglio di solito capitano le cose peggiori - lo rimproverò scuro in viso ma poi tornò a sorridere, perché dopotutto era vivo, ed erano insieme. Si chinò esitante per posargli un lieve bacio a fior di labbra, e il detective catturò le sue e iniziò a baciarlo con dolcezza infinita, senza lasciarlo andare finchè non fu obbligato a prendere fiato.
- Non pensavo che avrei mai potuto fare questo – proferì John incredulo.
- Allora non è stato del tutto vano farmi sparare –
Il dottore lo guardò truce e anche se i suoi occhi parlavano da soli rispose – avrei preferito arrivarci per un'altra strada -
Holmes lo attirò a se delicatamente e lo accarezzò piano facendogli correre brividi di piacere lungo la schiena.
Pur giacendo tra le braccia del detective, e non c’era in verità altro posto in cui volesse stare, il dottore era teso.
- Cosa c’è? - chiese l’altro  preoccupato.
- Niente. Questa giornata rischia di diventare la più bella della mia vita, mentre l'altra sera è senz'altro stata la più terribile - realizzò mentre un altro brivido lo scuoteva, questa volta non di piacere.
Holmes lo strinse a sé mentre il cuore chiuso in una morsa gli martellava dolorosamente nel petto - Dovresti riposare un po’- disse.
- Anche tu - replicò il dottore ma fece come gli era stato detto e chiuse gli occhi beandosi delle braccia calde di Sherlock Holmes strette a cingerli la schiena.
 
 
N.d.a: Forse un po’ OOC anche se ho cercato di evitarlo. A voi l’ardua sentenza. Manca qualche virgola qua e là perché è da rivedere

  
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