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Autore: Never Let Me Go    28/04/2012    9 recensioni
Elena é una ragazza molto instabile ed impaurita: non riesce ad ammettere i propri sentimenti per il vampiro dagli occhi di ghiaccio, o almeno... non subito.
La mia prima FF Delena.
Lo fissai dritto negli occhi: faceva male, il suo sguardo dolce mi trafiggeva l’animo, perché l’unica cosa che volevo era essere stretta dal suo abbraccio e invece lottavo contro me stessa, un nemico indistruttibile, affinché non cedessi. E tutto il nervosismo, tutta la tensione e la paura si manifestarono quando scoppiai a piangere, e vinsi la mia lotta interiore, perché le sue braccia mia avvolsero delicatamente. Non ci fu bisogno di nessuna spiegazione, lui capì che avevo bisogno della sua presenza e rimase li per me.
Spero vi piaccia e che recensirete, un commento sulla propria storia fa sempre sentire bene un'autrice!
Enjoy it!
Valentina :)
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Ciao a tutte/i, scrivo da circa un anno ma sono abbastanza critica riguardo il mio modo di mettere per iscrito dei fatti. Ho sempre tenuto per me le mie storie ma desso voglio condividerle con voi. Aggiornerò questa fan fiction Delena ogni tre giorni circa, perchè la scuola mi ruba molto tempo....e poi anche un po' di svago ci vuole....
Niente, spero che vi piaccia questo capitolo, che continuerete a seguire la mia FF e che lascerete numerose recensioni :)
Bacioni, Valentina :)


Distesa sul mio letto, pensavo a quanto le cose fossero davvero cambiate nel corso di un anno. A quanto fosse cambiata la mia amica Caroline, alla situazione familiare in casa mia, ai pericoli che mettevano a rischio quotidianamente la nostra vita, a Stefan… che era ritornato ad essere ciò che era già stato in passato… uno squartatore; a quanto fosse cambiato lui…… Damon, che era inconsapevolmente maturato grazie all’amore incolmabile che provava nei miei confronti. L’avevo ferito più volte, ma nonostante tutto lui tornava da me. Non si tirava mai indietro e ogni volta che mi dimostrava un sentimento io ero capace di distruggere quel briciolo di speranza che si trovava nel suo sguardo e quell’amore che provava veniva sfrattato, lasciando posto alla delusione e la tristezza che vedevo negli occhi cristallini del vampiro. Mi sentivo una persona fredda e spietata, che quando agiva lo faceva perché aveva paura di ammettere ciò che provava, i veri sentimenti che portava dentro di sé da tanto tempo. Perché era inutile negarlo.
 
Mi risvegliai dal terribile sogno di quella notte sussultando e dopo che ebbi aperto gli occhi, ritrovai l’ambiente familiare della mia camera da letto. Una gocciolina di sudore mi solcò la fronte e le mie mani tremavano ancora, reduci di un incubo da cui non avevo alcuna via di scampo.
 
Su una collina sperduta, lugubre e al buio, ero circondata dagli Originali. Il fantasma di Finn era tornato per vendicare la sua morte, il volto buio coperto da quei capelli lisci che assomigliavano a tanti serpenti; Kol, sorridente, era di fianco a Rebekah che mi osservava con i suoi occhi pieni di odio e disprezzo, pronta a dissanguare il mio corpo fino all’ultima goccia di sangue che scorreva nelle mie vene. E infine, Klaus, che mostrava i canini: dagli angoli della bocca partivano due strisce di sangue, rosso intenso. Sentivo il mio collo particolarmente umido e capii che Klaus mi aveva morsa. Che la mia morte era vicina. Cominciai a correre implorando che non mi avrebbero mia raggiunta: un desiderio irrealizzabile. Avrei lasciato la mia vita, avrei lasciato i miei amici, avrei lasciato lui …. per andare incontro a qualcosa che non volevo e qualcosa che mi aveva spaventata da sempre e che mi aveva già marchiata in precedenza. Il mio animo era timoroso: aveva paura di affrontare di nuovo la morte. Non ero pronta e cercavo con tutte le mie forze di poter mettere fine a quell’inferno. Ma sapevo che pur essendo contraria a ciò che stava per accadere, non avevo le forza necessarie per affrontare quella situazione.. avevo bisogno di una persona che mi aiutasse a scappare da quello che ormai era diventato il mio orribile destino, e straziata, cominciai a urlare a perdifiato il nome della persona che per me ……
 In un attimo non vidi più niente, ma dopo aver riaperto gli occhi, ne vidi altri due color ghiaccio che mi fissavano intensamente e sentii solo “ Stai tranquilla, ora ci sono io qui con te”.
E nient’altro.
 
Il mio riflesso nello specchio mi fissava immobile, ad ogni mio movimento questo mimava il gesto appena compiuto e poi ritornava alla posizione di partenza. Nello specchio vedevo solo un’Elena straziata, consapevole di essere una totale masochista, che pur sapendo cosa veramente desiderava, doveva comunque porsi innumerevoli problemi per sé stessa e per gli altri. Ma forse non ero poi così altruista come veramente credevo. Intorno a me, le persone che consideravo più importanti, soffrivano, piangevano e io non facevo niente per far cambiare le cose. Mi sentivo come se fossi una persona priva di utilità, che nel suo piccolo non poteva contribuire per regalare un sorriso a qualcuno. Mi vedevo come se fossi io la causa del male che avevano subito gli altri: beh, probabilmente era così. Mi bastava vedere gli occhi di Caroline quando parlava di suo padre, quando vedevo Stefan a casa Salvatore rimuginare sui suoi sbagli….. era sufficiente guardare gli occhi di Damon. Gli occhi carichi di sofferenza che possedeva Damon.
-Ciao Buffy.. – conoscevo fin troppo bene quella voce: rabbrividii. – Dunque è questo l’effetto che ho su di te? –
Il riflesso di Damon era una figura possente e meravigliosa che ammiravo dallo specchio in camera mia. Non riuscivo a muovermi o a parlare. Non riuscivo a fare niente, pensavo solo che in quel momento avrei desiderato trovarmi tra le sue braccia. Ma non feci niente per farlo capire.
-Sei arrivato all’improvviso, Damon. – feci spallucce – mi fai uno strano effetto, soprattutto dopo aver visto la tua faccia di prima mattina. – I suoi occhi si celarono di una tristezza sincera. –Ehi, stavo scherzando! Non potresti mai spaventarmi. – Gli sorrisi debolmente.
Quello che successe dopo fu un attimo.
Mi afferrò dai fianchi e mi mise con le spalle al muro, il suo volto a pochi centimetri dal mio, il suo caldo e dolce respiro bruciava la mia pelle: restavo ferma, sofferente, senza reagire, aspettando la sua prossima mossa. Non lasciava mai il mio sguardo, si avvicinava sempre di più a quella che poteva essere la fine……
Si fermò a un centimetro dalle mie labbra, che ardevano dal desiderio di incontrare le sue, e spostò la sua bocca sul mio orecchio con un movimento dolce ma allo stesso tempo carico di passione. E mi sussurrò – Avevo ragione, ti faccio uno strano effetto. – Prese timidamente le distanze e mi chiese – Quindi, cosa dicevi principessa guerriera? –
La mia camera da letto era ormai invasa dal suo seducente odore, che mi faceva impazzire. Le mie gambe tremavano talmente tanto fino a pensare che da un momento all’altro avrebbero potuto cedere e che sarei potuta crollare sul pavimento. Ma mi ripromisi che non l’avrei fatto.
Il mio respiro era affannato, ero ansiosa e stordita: non solo dall’improvvisa presenza di Damon in casa mia, ma soprattutto dal suo gesto che mi aveva lasciata senza fiato.
Mi sorrise e il mio cuore iniziò a palpitare sempre più veloce, frenetico. Arrossii involontariamente.
-Elena, cosa ti prende? Hai perso la parola? Ti faccio paura? Sono brutto? –
Esitai a rispondere, pensando che i pensieri che incombevano nella sua mente erano piuttosto bizzarri e irrealizzabili. Non avrebbe mai potuto farmi paura. Mai. E questo lui doveva capirlo.
-Non ho mai avuto paura di te Damon. Neanche quando ti ho visto nutrirti di esseri umani. Neanche quando ti ho visto in delle “performance” che non erano delle tue migliori. Ho sempre conosciuto il tuo modo di essere e se non mi fossi andato a genio non sarei qui a parlare con te adesso. Non mi fai paura, anzi, forse è il contrario. –
Notai una luce nel suo sguardo, come se in lui si fosse riaccesa un’antica speranza che covava dentro di sé e che faticava ad esternare per paura che non sarebbe mai maturata. Capii che avevo detto qualcosa che era totalmente fuori luogo alla domanda ironica da lui posta pochi istanti prima e afferrai di aver esternato dei sentimenti ben nascosti dentro di me.
-Elena,davvero? –
-Davvero cosa, Damon? –
Sapevo benissimo a cosa alludesse il vampiro, ma fingevo di non capire. Fingevo. Non sapevo neanche io perché. Orgoglio. Presunzione. Arroganza. Stupidità.
- Davvero provi questo Elena?-
-A cosa ti riferisci Damon? Non capisco?-
Se fossi stata al suo posto, non avrei esitato a girare i tacchi e andare via dopo un tale comportamento. Ma lui non lo fece. Damon rimase li con me, pazientemente, facendomi un’ulteriore domanda.
-Davvero non hai paura di me? Davvero ti senti sicura con me?-
Lo fissai dritto negli occhi: faceva male, il suo sguardo dolce mi trafiggeva l’animo, perché l’unica cosa che volevo era essere stretta dal suo abbraccio e invece lottavo contro me stessa, un nemico indistruttibile, affinché non cedessi. E tutto il nervosismo, tutta la tensione e la paura si manifestarono quando scoppiai a piangere, e vinsi la mia lotta interiore, perché le sue braccia mia avvolsero delicatamente. Non ci fu bisogno di nessuna spiegazione, lui capì che avevo bisogno della sua presenza e rimase li per me.
-Sì – Sussurrai.
  
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