La forza
dell'amore
(rumore si pioggia,e
di due persone che corrono)
-non servirà a
niente-
-tu vieni con
me!!!-
-lasciami in pace ti
ho detto!!-
-no!voglio che vieni
con me..Io devo...Ti devo...
L'avevo già persa, così la lasciai
andare, non la smetteva di piangere e le sue lacrime si confondevano con la
pioggia.
Ero rimasto lì, tutto bagnato, ma non mi
importava perchè ora non l'avrei più ritrovata.
Vagavo per la città in preda alla
rabbia.
-perchè proprio a me?
mi era saltata addosso e non avevo potuto fare niente-
Mi tormentavo con questi pensieri. Stavo
diventando matto!!
Ero tornato a casa e
quando ho aperto la porta, ho notato una luce provenire dalla mia
camera.
Mi stavo avvicinando per capire chi
fosse.
Avevo raggiunto
l'uscio della porta e davanti a me c'era Iris che stava svuotando i suoi
cassetti e con movimenti frenetici, li ripiegava alla bene e meglio per poi
farli atterrare nella valigia.
Piangeva,
ancora.
Corsi verso di lei
per fermarla, l'avevo presa per un braccio in modo tale da voltarla e lei
velocemente con l' altro mi dette
uno schiaffo sulla guancia destra.
Non sò se per il
dolore o per il dispiacere, ma all'improvviso sentii qualcosa di molto caldo
scivolare sulla mia guancia.
Era una lacrima. La
prima che versavo per lei.
-Vattene!!!-
-Lasciami spiegare ti
prego!-
Nessuna
risposta.
Me ne stavo lì
impalato senza sapere cosa dovevo fare, se andarmene via o rimanere
lì.
Iris continuava
intanto a togliere la sua roba dagli scomparti del comò grande che avevamo
comprato insimeme qualche mese prima.
Avevo i brividi che
mi percorrevano la schiena, ma allo stesso tempo un calore pervadeva incessante
il mio corpo.
Aggrottai la fronte,
serrai le labbra, il mio respiro era diventato più profondo, avevo serrato i
pugni e come se qualcosa mi avesse dato coraggio, afferrai di nuovo lo stesso
braccio di lei, la voltai con molta più forza, e la spinsi in modo tale da farla
cadere sopra al letto e prima che potesse reagire, le mie gambe bloccarono le
sue, così mi buttai con il petto sopra il suo, ma senza toccarlo, in modo da
rimanere a pochi centimetri dalla sua bocca bagnata dalle sue incessanti
lacrime.
Presi entrambe le sue mani incrociandole
alle mie e stesi le braccia con le sue.
-Cosa stai facendo
Adam?- mi disse con voce straziata dal pianto.
-Questo- e posai le
mie labbra sulle sue.
Tenni non sò per
quanto tempo la mia bocca sulla sua.
Non riuscivo a
staccarmi.
Quando fui pervaso dalla stessa forza
che, poco prima, mi aveva spinto a compiere quell'azione.
Mi sentivo spingere all'indietro,
facendomi scivolare sulle sue gambe, e poggiare poi i piedi per
terra.
Mi voltai verso la porta e uscii di
casa.
Stavo percorrendo lo
stesso tragitto da cui ero venuto prima di entrare dentro casa, e rivivevo le
stesse sensazioni.
Ora non sapevo
proprio dove andare.
Aveva smesso di
piovere ma mi accorsi che il mio volto era bagnato.
Stavo piangendo. Non
sapevo cosa significasse fino a quel momento. Ero sempre stato un ragazzo duro,
che non provava emozioni neanche per una ragazza. Ma questa volta, invece, Iris
aveva distrutto il mio cuore di pietra e mi aveva reso felice di vivere la vita
insieme a lei.
Ma ora tutto non era
altro che un vago ricordo ormai senza di lei.
Si alzò un vento
freddo che scivolava tra i miei capelli.
Ero arrivato al
parcheggio del ristorante, dove avevo lasciato la
macchina.
Ero salito e così
accesi il motore. Mi diressi verso la casa del mio migliore amico Brian.
Suonai il campanello
e dopo circa un quarto d'ora che insistevo, lui uscii fuori con gli occhi chiusi
e i suoi riccioli biondi tutti spettinati, la maglietta corta del pigiama era
mezza fuori e mezza dentro i pantaloni del completo. Poggiò il suo braccio
all'uscio della porta in modo tale da coprirsi gli occhi dalla luce che
proveniva dal lampione appena fuori dal viale di casa sua. Aveva una faccia
sbattuta e senza neanche guardare chi fosse alla porta,
domandò:
-chi
è?-
-sono io
Brian-
-ma che ci fai a
quest'ora della notte qui?-
Alzai il braccio
sinistro e portai davanti agli occhi l'orologio: erano le 03.30 del
mattino.
-scusami, non mi ero
reso conto dell'orario, me ne vado, scusa ancora- mi ero voltato per avviarmi
alla mia auto e andarmene
-Adam fermati- dissi
Brian con voce ciondolante -dove vai?entra forza..-
Non me lo feci
ripetere due volte, anche perchè avevo un bisogno estremo di un cambio visto che
ero tutto bagnato.
Chiuse la porta e poi
mi fece strada verso la cucina inciampando più volte negli orli dei tappeti che
erano posti nell'ingresso.
Solamente dopo aver
sbattuto contro il tavolino del soggiorno, che Brian decise di aprire gli occhi
e urlare dal dolore con l'aggiunta di qualche insulto al povero
oggetto.
Una volta trovato
l'interruttore della luce, lo spinse così da illuminare tutta la stanza. Dato
che non si era abituato alla luce, Brian con gesto istintivo si coprì gli occhi
per qualche secondo. Poi prese da non sò dove, un recipiente per metterci
l'acqua e versarci una bustina di caffè.
Si sedette accanto a
me su uno degli sgabelli del tavolo della cucina. Poggiò il braccio sinistro sul
tavolo in modo tale da reggere la testa, facendo pugno con la mano e poggiandola
sulla guancia. Richiuse lgi occhi,
accennando uno sbadiglio e schioccando più volte la
lingua.
Improvvisamente aprii
gli occhi, li teneva sbarrati e mi fissava.
-che
c'è?-
-che cosa c'è me lo
dici tu, non sono certo io che ho bussato alla porta alle 03.30 del
mattino.
-Iris mi ha
lasicato-
Staccò
improvvisamente il braccio dalla testa e si rizzò tutto.
-COSA???MA COME è
SUCCESSO??-
-Samantha-
-quella
p******-
-mi è saltata addosso
nel momento sbagliato e nel posto sbagliato. Stasera infatti, ero andato in un
ristorante con Iris per cena, e mentre lei era andata in bagno per sistemarsi,
eccoti comparire Samantha che mi ha spostato la sedia e mi si è messa sopra
seduta con le gambe accavallate, mi ha preso il colletto della camicia e lo ha
stretto a sè, vicino al suo volto, così vicino che poi mi ha dato un bacio. E'
proprio in quell'istante che Iris è uscita dalla porta del bagno e ha visto la
scena. Io ho cercato di scansarla ed è stato solamente quello il momento in cui
gli occhi di Iris hannno iniziato a brillare come non mai e subito scendere le
lacrime. Lei non ha fatto altro che correre verso la porta principale del
ristorante e uscire.-
-e tu cosa hai
fatto?-chiese Brian che era rimasto a bocca aperta per il
racconto.
-che avrei dovuto
fare?ho scaraventato Samantha per terra, ho preso le cose di Iris che aveva
lasciato sulla sedia del tavolo, ho poggiato i soldi del conto sul tavolo e ho
iniziato a correrle dietro per fermarla e spiegarle tutto. Pioveva a
dirotto!!!-
-ah ecco perchè mi
hai reso la casa un lago!!-
-poi sono tornato a
casa e c'era lei!!-
-ma dai!!e che ci
faceva??-
-stava svuotando la
nostra stanza, e stava mettendo i suoi vestiti nella
valigia.-
-se ne stava
andando?e senza avvertirti?-
-Brian ci sei??mi ha
visto baciare con un'altra, quale sarebbe dovuta essere la reazione se non di
andarsene?
*Nel momento in cui
lo dicevo, mi resi conto di quanto aveva sofferto Iris assisitendo a quella
scena.
-Brian, Brian?sei
sveglio?è pronto il caffè!!-
-lasciami in
pace!-
E tornò con la testa
tra le braccia conserte sopra il tavolo, russando a più non
posso.
Mi sentivo solo per
la prima volta, angosciato, disperato, senza forze.*
Spensi la luce della
cucina e me ne andai al piano di sopra salendo le scale.
Ero quasi arrivato in
cima, quando alla porta bussò qualcuno.
Mi voltai di scatto,
e vidi un' ombra con i capelli lunghi. Scattai e scesi le scale in fretta -che
bello, Iris!!-
Aprii la porta e
davanti a me si materializzò Samantha.
-ciao, mi stavi
aspettando?- mi diede una piccola spinta che mi fece
arretrare.
-che cosa vuoi? non
ti è bastato rovinarmi la vita? vattene brutta p******!-
-a a a ...non te l'ha
insegnato la mamma che certe parole non vanno dette?-
-vattene o
giuro..-
-che cosa fai
è?-disse con tono di sfida-mi sbatti sul letto?allora volentieri!!!cosa
aspetti?!?-
-mi fai schifo!come
sapevi che ero qui?-
-intuito
femminile!-
-bè fatica inutile-e
furono le ultime parole che le dissi. Le chiusi la porta in faccia.
Vidi la sua sagoma
scomparire solo dopo alcuni istanti. Me ne tornai al piano di sopra e mi diressi
al bagno. Mi spogliai e misi i vestiti nell'asciugatrice in modo tale da essere
pronti per il giorno dopo. Quando entrai nella stanza che Brain aveva per gli
ospiti, l'unico mio pensiero fu quello di provare ad addormentarmi ma invano.
Provai più volte infatti ma non facevo altro che rigirarmi nel letto tra le
coperte.
-porca miseria!ma
possibile non c'è un modo per riconquistarla?- Questa domanda mi rendeva nervoso
e per questo non riuscivo a chiudere occhio.
La camera era vuota,
buia, e ciò non facilitava di certo il mio stato d'animo. Avevo inquietudine
dentro di me, non riuscivo a calmarmi.
Le poche ore che
facevano della notte il giorno dopo, passavano lentamente e avevo si e no
dormito 10 minuti. Guardai la sveglia che era posta nel comodino accanto al
letto, erano le 05.32. Non avevo più voglia di rimanere sotto le coperte, così
mi alzai e mi diressi in cima alle scale e l'unico rumore che risuonava in casa
era il russare di Brian, molto più forte di quando eravamo al liceo. Non sapevo
dove andare, poi optai per il bagno.
La testa mi faceva
male.
Stavo per entrare,
quando iniziò a squillare il telefono.
Uno degli apparecchi
era posto proprio all'ingresso dove stavo io.
Naturalmente Brian
non si svegliò per andare a rispondere, così lo lasciai squillare.
Entrò in funzione la
segreteria che informava di lasciare un messaggio vocale dopo il sengale
acustico. Appena dopo il BIP dell' apparecchio, una voce femminile iniziò a
parlare.
Era una voce calda,
quasi sensuale.
Non per curiosità ma
per puro caso, rimasi ad ascoltare il messaggio.
Ero convinto di
conoscerla quella voce per questo rimasi davanti al telefono, ma nonostante
cercavo di ascoltare, non riuscivo a distinguere le parole dato che c'erano dei
rumori di sottofondo.
Terminò il messaggio
e il BIP suonò di nuovo. Una voce meccanica avvertiva che era presente un nuovo
messaggio in segreteria.
Ero mosso dalla
voglia di capire di chi fosse quella voce. Quindi riavvolsi il nastro e
riascoltai il messaggio ma questa volta concentrandomi su quello che
diceva:
-BIP ciao Brian, ho
fatto quello che mi avevi chiesto, ora voglio i soldi, ci incontriamo domani
pomeriggio al pontile alle 15.00. Un'ultima cosa, non mi aspettavo che Adam
fosse cambiato tanto. Si è fatto proprio un bell'uomo. Peccato. Ora hai la
strada libera con Iris. Goditela, si direbbe una brava ragazza dall'aspetto. Mi
raccomando sii puntuale. Ciao.-
-non è
possibile!no...non è possibile..-stavo dicendo ad alta
voce
-cosa non è possibile
Adam?-
Mi girai di scatto
cercando di capire da dove provenisse la voce.
Mi affacciai dalla
rampa delle scale, per vedere se ci fosse qualche luce accesa al piano di sotto,
ma sia quella della cucina che del soggiorno, erano
spente..
L'unica lampada che
illuminava la stanza era quella delll'ingresso dove stavo io.
Era una voce cupa,
quasi cavernicola.
Ero
teso.
Continuavo a voltarmi
a destra e a sinistra, con la paura di dovermi difendere da qualuno. Si ,ma da
chi?.
-perchè non mi
rispondi Adam?-
Insistette la voce
molto lentamente ma profonda allo stesso tempo.
Ora ero davvero
terrorizzato.
Mi mossi molto
lentamente per cercare di raggiungere la camera.
-FERMO!!-mi ordinò la
voce-fai un altro passo e te ne pentirai-
Ero immobilizzato
davanti alla porta del bagno.
Iniziavo a sudare
freddo.
Sentii come un'ombra
molto forte dietro di me.
Con un rapido
movimento mi voltai.
Ma non c'era
nessuno.
Cercai allora di
mantenere la calma il più possibile.
Ero stufo di starmene
lì fermo senza farniente, così cercai di correre il più possibile verso la
camera da letto...
L'odore del sangue mi
fece aprire gli occhi...
Non riuscivo a capire
dove fossi finito.
Ero sdraiato sul
parquet e avevo un gran dolore alla mascella e al naso.
Con i palmi rivolti
verso il pavimento, mi diedi una spinta e con l'aiuto delle braccia, riuscii a
mettermi in ginocchio.
Andai indietro con
laschiena e mi appoggiai al muro.
Respiravo a
fatica.
Misi le mani alla
bocca e quando le allontanai il mio sguardo andò dritto alle dita
insanguinate.
Ebbi un improvviso
giramento di testa.
Poggiai l'altra mano
allo stomaco, sentendo un dolore acuto.
Non mi ricordavo
niente.
Finalmente riuscii ad
alzarmi dopo qualche tentativo di mettermi in piedi, mi fece da sostegno la
colonnina di marmo che reggeva il telefono.
Non ero stabile per
niente. Mi faceva molto male la testa e anche le tempie erano
doloranti.
Andai dritto in bagno
e con un pò d'acqua fredda, tamponai le ferite. Mi asciugai il volto e mi
guardai allo specchio. Avevo una bruttissima cera.
Uscito dal bagno, me
ne andai molto prudentemente al piano inferiore. Accesi la luce della cucina e
notai Brian che dormiva ancora.
Solo quando richiusi
lo sportello del freezer, che Brian alzò di colpo la
testa.
-ma che hai fatto?sei
caduto dal letto?-
-non lo sò..non lo
sò..mi sono ritrovato disteso sul pavimento in questo
stato-
-non è possibile, fai
uso di droghe e non me lo hai detto?-
Accennai un sorriso.
Il primo dopo quello che era successo.
Brian si alzò e si
diresse verso il contenitore con il caffèche era rimasto sullo stesso posto dove
l'aveva lasciato.
Se ne versò un pò in
una tazzae ritornò a sedersi ma stavolta di fronte a me.
Ne bevve un sorso e
fece una smorfia di disgusto.
Io stavo ancora
tenendo il sacchetto con il ghiacchio dentro, avvolto in un panno, vicino alla
bocca, alternando ogni tanto con la tempia.
Ci fu silenzio nella
cucina.
Brian poggiò di nuovo
la tazza sul tavolo dopo aver bevuto un altro sorso, era l'unico rumore che
spezzava la quiete in quel momento.
-ti ha
chiamatoIris?-domandò Brian facendomi sobbalzare.
-no...e credo che non
lo farà più-
-dai non disperare.
Se vuoi posso parlarci io.-
All'improvviso ebbi
come un flashback: in testa la voce di Samantha che diceva "goditela si direbbe
una brava ragazza dall'aspetto" .
Ma non ricordavo
dove, quando, Iris no..non mi lasciare..Brian...no...
-NO!!!-urlai
-ehi ma che ti
prende?-
-scusa, è che mi fa
tanto mael la testa-
-mi fai
preoccupare!vuoi un'aspirina?-
-no,non ti devi preoccupare Brian, tu hai già fatto
tanto per me..è che sto tanto male per lei-
-dai vedrai che
passerà tutto, alla fine ci sono così tante belle ragazze che fanno la fila per
stare con te. Sei un bel ragazzo
Adam di che ti preoccupi? vedrai che anche a lei passerà e troverete entrambi
un'altra persona a cui pensare-
A quelle parole,
scattai in piedi e sbattei Brian contro il muro, afferrandogli con la mano
sinistra il colletto della t-shirt del pigiama.
Lo fissai dritto
negli occhi.
-non ti azzardare
più, neanche minimamente a pensare che un altro ragazzo possa solo sfiorare
Iris. Lei è mia e nessun altro la potrà toccare.
Brian mi diede una
spinta energica all'indietro che mi fece urtare contro il
frigorifero.
-ma sei diventato
scemo???ti rendi conto di quello che hai fatto?non ho reagito solo perchè sono
tuo amico e capisco che sei nervoso, ma controllati!!-fa sì che non succeda mai
più perchè laprossima volta potrei reagire e farti molto
male.
-ti chiedo scusa hai
ragione. Ho sbagliato. Ma solo al pensiero di Iris con un altro ragazzo, mi
manda in bestia. Scusami ancora Brian è stata una reazione spontanea e poco
razionale-
Brian sistemò la
maglia e se ne andò al piano di sopra al bagno. Sentivo l'acqua della doccia
scorrere.
Scese dopo un'ora
vestito elegante.
-dove stai
andando?-
-io ho un lavoro. E
dato che sono il direttore di un ristorante, devo arrivare in
anticipo-
-ma sono le
07.30!-
-apposta è
tardi!-
-va bè buona
giornata!-
Si voltò e sbattè la
porta dietro di sé. Mi alzai per vederlo sparire, avvicinandomi al vetro che
stava vicino alla porta.
Un profumo dolciastro
pervase l'ingresso d'entrata.
Feci una smorfia di
disgusto. Era troppo dolce, lo stesso che aveva al liceo e che se ne spruzzava a
quintali prima di un appuntamento con una ragazza..già una
ragazza..
(goditela si direbbe
una brava ragazza dall'aspetto)
-porca
misera!-
Salii e mi andai a
prendere i vestiti nell'asciugatrice dove li avevo messi la sera prima:
nell'asciugatrice.
Aprii l'oblò e vidi
che la mia roba non c'era più dentro. Sbattei lo sportello e corsi verso la
camera. Aprii tutti i cassetti e l'armadio, ma niente, non trovai niente che mi
appartenesse. Guardai sotto il letto e poi di nuovo in bagno dentro la doccia e
poi dentro la vasca.
-tana!!!-
urlai.
Li andai per prendere
ma erano tutti bagnati fradici.
Qualcuno li aveva
mesi sotto l'acqua e lasciati lì dentro. La soluzione al problema era semplice:
Brian.
Mi diressi verso la
stanza del mio amico e il più velocemente possibile indossai una sua t-shirt e
un suo paio di jeans.
Non mi guardai
nenache allo specchio perchè mi precupitai fuori di casa dopo aver ripescato dai
jeans bagnati, le chiavi dell'auto.
Accesi il motore e
andai dritto verso casa mia.
Non c'era molto
traffico così arrivai dop circa mezz'ora.
Aprii lo sportello e
scesi dalla macchina.
Notai però che la BMW
nera di Iris era ancora parcheggiata nel garage.
-strano..molto
strano..sarà andata a piedi- cercai di giustificare -no,devo farmi forza ed
entrare!!-
Così appoggiai la
mano sulla maniglia e girai verso sinistra spingendo in avanti per
aprire.
C'era molto silenzio
in casa.
La cosa che mi fece
insospettire di più fu trovare il caffè ancora fumante nel recipiente sopra al
tavolo della cucina.
Feci per andare al
piano di sopra quando ebbi un brivido improvviso che mi pervase per tutta la
schiena.
Mi voltai e trovai
Samantha appoggiata alla porta del soggiorno.
-ciao Adam! cos'è
tutta questa fretta?-
-dov'è
lei??-
-chi Iris? mah forse
con Brian a fare colazione..perchè ti interessa?-
-dove sono
andati?-feci con tono sempre più serio
-wow..noto un pizzico
di implorazione da parte tua..sbaglio?..e se ti dicessi che voglio passare un pò
di tempo con te?-
Si stava avvicinando
a me. Sentivo il suo calore. Non lo potevo negare, Sam,antha era una ragazza
molto sensuale.
Mi spinse verso la
parete e mi bloccò mettendomi una mano sul petto. Con le dita salì su fino a
sfiorarmila bocca. Continuò e mi accarezzò la guancia destra per poi terminare
dietro il mio collo.
La sua bocca era a
pochi centimetri dalla mia.
Davanti a me comparì
l'immagine di Iris che piangeva e con una spinta energica, fece cadere Samantha
in terra. Lei si rialzò subito e con la sua mano era pronta a sferrarmi uno
schiaffo ma io le bloccai il braccio e glielo strinsi
forte.
-ti prego lasciami,
mi stai facendo male ora...Adam..-
-parla!-
-ahhi..ok...va
bene..sono andati a fare colazione..-
-dove?!!?-
-in un locale...molto
costoso..vicino al ristorante di Brian-
La lasciai
immediatamente per poi correre e salire in macchina.
Guidavo come un
pazzo. Il tachimetro segnava 160 km/h.
Volevo arrivare più in fretta possibile
prima che, Brian, potesse compiere qualsiasi gesto che lo avrebbe portato poi a
doversene pentire.
Durante il tragitto
non feci altro che pensare a tutti i modi possibile per uccidere il mio amico.
Sapevo che era geloso della mia relazione con Iris.
Provava sentimenti
forti per lei, sin dai tempi del liceo.
In qualche modo
cercava di farmela pagare per essermi messo con lei.
Ma perchè ha
aspettato così tanto?
Perchè non mi ha mai
detto niente tutto questo tempo?
Che stupido io a
fidarmi di lui.
Cercavo in tutti i
modi di calmarmi ma era troppo grave ciò che aveva fatto.
Parcheggiai proprio
davanti all'entrata.
Quando scesi dalla
mia auto c'era la BMW di Brian che stava poco più in là della mia
AUDI.
Entrai dentro al
locale.
Era pieno di
gente.
Mi si avvicinò un
cameriere e gli domandai se avesse visto entrare Brian con una
ragazza.
Il mio amico andava
in quel bar ogni mattina, quindi lo conoscevano tutti.
Il cameriere fece
finta di non sapere niente, così iniziai a vagare per tutto il
ocale.
La gente cercava di
scansarsi con la sedia mentre passavo tra i tavoli ma inutilmente, il corridoio
era troppo stretto così travolgevo spesso persone
innocenti.
Scrutavo ogni tavolo
in cerca di Iris.
Poi presi le scale e
salii al piano di sopra dove si doveva prenotare almeno una settimana prima per
un tavolo.
Aprii i battenti dlla
porta e iniziai anche lì a cercare.
C'era poca
gente.
Girai intorno al
piano bar.
Rivolsi lo sguardo in
fondo alla sala e vidi Brian girato di spalle.
Iniziai a correre
verso il loro tavolo.
Fu un attimo e
scansai la sua sedia verso di me e lo colpii con un pugno sulla
guancia.
Lui si rigirò con la
bocca che iniziava a sanguinare.
-non dovevi farlo-mi
disse con tono minaccioso
E come se
improvvisamente, mi ricordai della voce cupa e tenebrosa della notte scorsa a
casa di Brian.
Era lui che mi aveva
sferrato il pugno e mi aveva fatto perdere conoscenza.
Si alzò di scatto e
quando stava per darmi un pugno io gli bloccai l'avambraccio e lo colpii allo
stomaco, cosicchè cadde per terra dolorante.
Presi per mano Iris,
che testimone di quella scena, si era portata le mani alla bocca in segno di
preoccupazione.
Fu un gesto
automatico quando mi porse la sua mano.
Io rimasi pe run
attimo un pò incredulo, ma poi la trascinai verso
l'uscita.
Salimmo in macchina
ma lei non disse niente.
-Iris, io
voglio..-
-Adam ti prego batsa.
E' finita. Non serviva fare tutta quella scenata dentro il locale. Brian è stato
gentile, mi stava offrendo la colazione per distrarmi un pò da questa situazione
in cui mi trovo.-
-Iris, amore mio, ma
che sti dicendo?-
-mi dispapice Adam,
ma devo invitarti a non cercarmi più.-
Vedevo la sua mano
che si dirigeva verso la maniglia per poi aprire la porta
del'auto.
Prima che Iris
potesse tirare verso di lei la maniglia, accesi il motore e feci retromarcia per
uscire dal parcheggio, misi la prima e scattai con l'auto passando dalla seconda
alla quinta marcia in un attimo. Ora sapevo dove andare: a casa di
Brian.
-Adam che cavolo stai
facendo?-
Non
risposi.
Continuò ad urlare
-Fammi scendere ora!!!-
Inchiodai la
macchina, scesi velocemente e chiusi la porta sbattendola con forza. Andai
dritto verso Iris per farla scendere dall'auto.
-ora scendi e
seguimi-le dissi
-dove mi stai
portando?-
-Iris, porca miseria
dammi asoclto per una volta!!scendi!!-
Ebbe un attimo di
esitazione , ma poi si fidò.
La presi per mano e
la portai davanti all'entrata. Sfondai la porta con un calcio ed
entrammo.
Mi precipitai subito
verso il telefono.
-ascolta questo
messaggio-
Pigiai REWIND e poi
PLAY.
La voce di Samantha
fece sobbalzare Iris.
Per tutta la
registrazione,Iris tenne la sua mano davanti alla bocca.
Quando terminò,
spinsi STOP e in quel momento, sulla mia mano che era appoggiata
all'apparecchio, cadde una lacrima.
Mi voltai di scatto
verso di lei.
Iris non riusciva a
staccare gli occhi dal telefono.
Molto delicatamente
le presi i polsi, scansandole la mano dalla bocca.
Lei alzò lo sguardo
verso di me.
Non riusciva a
parlare.
Io mi avvicinai a
lei.
Iris indietreggiò di
poco.
Tenevo ancora le mie
mani ferme sui suoi polsi. Cercavo di trattenerla, anche perchè non c'era più
motivo perhcè lei potesse fuggire, la verità la sapeva
ormai.
-Adam torniamo a casa
ti prego.-
Mi meravigliai a
quelle parole, ma non potei far altro che asciugarle le lacrime con la mia mano
e avvicinarmi per posare le labbra sulle sue.
Poco dopo
interompemmo quell'attimo magico e ci dirigemmo fuori dalla casa di Brian ed
entrare in macchina.
The
end