Ero appena arrivata a casa. Avevo passato la serata con Damon al Mystic Grill; Stefan era andato a caccia, e mi aveva avvertito che ci avrebbe messo un po’ più del solito, probabilmente perché di questi tempi stava cercando conigli migliori di quelli che si trovano a Mystic Falls.
Nonostante il litigio di due giorni fa fra me e Damon, Stefan mi aveva implorato di stare con lui questa sera, dato che ultimamente Mystic Falls non era il luogo più sicuro del mondo.
- Voglio andare a casa Damon, sono stanca.
- Non puoi proprio aspettare ancora cinque minuti, dolcezza?
- Non ti ho dato il permesso di chiamarmi in quel modo, smettila.
- Ehi, non c’è bisogno di scaldarsi tanto. Intanto sono ancora arrabbiato con te.
- Che cosa?! Dovrei essere io quella alterata! L’altra sera è stata colpa tua, non mia. Inoltre ringrazia il fatto che non l’abbia detto a Stefan.
- Invece dovresti proprio dirglielo, sai? Così almeno si renderà conto di aver lasciato che la sua ragazza si facesse sedurre senza alcuna obiezione da suo fratello.
Lo guardai torva, ma non avevo intenzione di continuare a discutere.
- Vado a casa, aspetterò là Stefan.
- Bene, ti accompagno.
- Posso tranquillamente andarci da sola, grazie.
- Ma non farmi ridere! Se ti lascio sola anche solo un attimo rischio una ramanzina lunga almeno mezz’ora. Non se ne parla neanche, vengo con te.
Uscimmo dal Mystic Grill e ci incamminammo per le strade buie di Mystic Falls. Damon mi stava addosso e scrutava ogni angolo oscuro. Arrivammo sulla soglia di casa mia; stavo per entrare, quando Damon mi prese per un braccio.
- Comunque, per la cronaca, non sono mai stato arrabbiato con te. Buonanotte Elena.
- Buonanotte.
A volte la sua arroganza si trasformava in dolcezza e questo riusciva a farmi sciogliere.
Steso sul divano trovai Jeremy, che mi salutò facendomi un cenno distratto con la mano, impegnato a guardare la televisione. Fortunatamente era sereno; aveva trascorso il pomeriggio con Bonnie. Francamente per me era un po’ strano vederli insieme, in fondo lei è la mia migliore amica e non avrei mai potuto immaginare che potesse intraprendere una relazione con mio fratello. Comunque sia ero felice per loro. Stavo aspettando Stefan, impaziente; mi aveva assicurato che sarebbe passato finita la sua cena, ma non si era ancora fatto vivo.
Avevo tanta voglia di addormentarmi, il mio materasso era talmente soffice da poterci sprofondare dentro. I miei sbadigli erano continui, e non credevo proprio che avrei retto ad aspettare il mio ragazzo. In un men che non si dica il sonno mi colse e mi abbracciò, trascinando i miei pensieri in una grande voragine confusa.