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Autore: micRobs    29/04/2012    9 recensioni
Primo giorno della Kurtofsky!Week - Pirates!Kurtofsky
Dal testo "«David Karofsky!»
La voce soave e melodiosa di Kurt riecheggiò nel piccolo appartamento di centro città e il ragazzo, una minuta furia dai capelli perfetti e dalla pelle di porcellana, si materializzò nella camera del suo coinquilino stringendo tra le mani il corpo del reato."
Primissima Kurtofsky in assoluto, giusto per gradire e prendere parte a questa meravigliosa iniziativa! #KurtofskyPowaaa
Thalia!
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel | Coppie: Dave/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pairing: Dave/Kurt
Genere: Romantico / Commedia / Fluff / Generale
Avvertimenti: One Shot / Slash
Rating: Verde
NdA: Scritta per il primo giorno della Kurtofsky!Week con il prompt Pirates!Kurtofsky. Che dire, ho fatto del mio meglio ma temo di aver toppato di brutto dal momento che è la prima volta che scrivo su loro due. La rimando al vostro giudizio e alla vostra clemenza quindi: prendetela esattamente per quello che è!
Un bacio a Vals che me l'ha betata al volo e che continua a rassicurarmi nonostante la mia scarsa autostima! 
Ho preferito non inserirla in una raccolta perchè non so se riuscirò a partecipare a tutta la settimana (i prompt sono difficili ç___ç).
Il titolo, ovviamente, l'ho preso dal famoso Parlè di Jack Sparrow e, non sapendo come si scrive, ho preferito scriverlo come si pronuncia, tanto per gradire! xD

 

“Parlè”

 
 
«David Karofsky!»
La voce soave e melodiosa di Kurt riecheggiò nel piccolo appartamento di centro città e il ragazzo, una minuta furia dai capelli perfetti e dalla pelle di porcellana, si materializzò nella camera del suo coinquilino stringendo tra le mani il corpo del reato.
David sussultò a quella improvvisa intrusione, ma quando i suoi occhi caddero sulle mani di Kurt, il calore gli abbandonò il viso e la bocca si schiuse stupidamente.
«Come intendi giustificare questo?» Scandì Kurt, alzando un braccio e lasciando che l’oggetto incriminato fosse inequivocabilmente visibile.
L’altro boccheggiò, mentre Kurt avanzava minaccioso verso di lui e lui si ritrovava costretto ad indietreggiare. Kurt era la metà di lui ma, quando si infuriava, David sapeva che era meglio stargli alla larga.
«Sto aspettando» lo incalzò.
«Emm… non è come sembra. Giuro» si affrettò a chiarire.
«No?» concesse Kurt, «E com’è, allora?»
David distolse lo sguardo. Quello non poteva spiegarglielo, sarebbe stato troppo… patetico.
«Allora?»
«Parlè» sputò fuori David.
«Parlè?» Ripeté Kurt, perplesso.
«Parlè» si impuntò David, «invoco il diritto parlamentare.»
Kurt roteò gli occhi, «Non siamo pirati, Dave» gli fece notare.
«Ma siamo coinquilini» precisò, «dovremmo averlo anche noi un codice d’onore».
«E dovremmo avere anche un regolamento che ti vieta di far questo» obiettò, alzando nuovamente la mano e lasciando che il concetto fosse ben chiaro.
«Okay, okay» concesse David, facendosi di lato e riportandosi al centro della stanza. «Mi dispiace, sei contento?»
«Sarò contento quando avrai trovato un modo per riportare questo foulard al suo antico splendore».
David si lasciò cadere stancamente sul letto. «Non era mia intenzione ridurlo così» provò, «solo che…»
«Solo che?»
Ma David non poteva dirgli che Kurt indossava quel foulard la prima volta che avevano fatto l’amore, non poteva dirgli che lo aveva ritrovato il mattino dopo sotto il suo letto ed aveva notato che conservava ancora il suo profumo, non poteva dirgli che da quel giorno lo portava sempre con sé perché Kurt era la sua forza e aveva bisogno di sentire la sua costante presenza nei propri giorni. Non poteva dirgli che era quello il motivo per cui era finito in lavatrice insieme alla sua giacca sportiva e si era macchiato irrimediabilmente.
Non poteva. Eppure fu esattamente quello che fece.
L’espressione sul viso di Kurt si addolcì mentre David esponeva confusamente l’evolversi degli eventi.
«… e quindi mi dispiace» concluse mestamente.
Kurt si morse un labbro, sedendosi sul letto accanto a lui e stringendogli una mano.
«È una cosa molto carina, David» mormorò, sinceramente colpito: erano rare le sue manifestazioni d’affetto, ma Kurt sapeva che David teneva davvero a lui e quei piccoli momenti di dolcezza gli ricordavano il motivo per cui aveva deciso di fidarsi di lui e di affidargli il suo cuore, il suo corpo, la sua vita.
Si sporse in avanti, incontrando le sue labbra e lasciando che quei pensieri arrivassero direttamente a lui nel modo migliore che conosceva.
«Quindi mi perdoni?» sussurrò David sulle sue labbra.
Kurt ridacchiò. «Per questa volta» lo ammonì, «ma la prossima non sarò così indulgente.»
David si allontanò da lui, alzandosi in piedi e facendo un paio di passi indietro. «Quindi questo non è il momento adatto per parlarti dell’altra cosa…»
Kurt scattò in piedi all’istante. «Quale altra cosa, David?» Domandò minaccioso.
Il ragazzo indietreggiò fino a raggiungere la porta. «Ecco, il tuo soprabito beige…»
«Cosa è accaduto a quel soprabito!?» Strillò Kurt.
«Parlè» si difese David, «Io non centro niente, parlè!». Incespicò, fiondandosi fuori dalla porta e sparendo nel salotto.
«David Karofsky, torna immediatamente qui!»
 
The End.
 

 
 

 
 
 
 
 
   
 
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