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Autore: Rosie Bongiovi    29/04/2012    2 recensioni
"Teneteli" disse, lasciando nelle loro mani un ciondolo. Un simbolo della loro amicizia, solida come una costruzione di acciaio, delicata come un castello di sabbia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Buongiorno!! Dormito bene? Spero di sì, oggi abbiamo parecchio lavoro da sbrigare, ti voglio attiva!”.

“Jon, ma tu non hai un pulsante per spegnerti come faccio con la mia radiosveglia?” farfugliò Chelsea, ancora mezza addormentata. Detestava essere svegliata, finiva sempre per dimenticare i sogni che faceva.

“Purtroppo no” replicò il biondo, accennando una risata. Chelsea sbuffò per poi aprire un occhio.

“Come hai fatto ad entrare?” chiese poi, tra il perplesso e il sorpreso.

“Sono un uomo dalle mille risorse.. E poi c'era la chiave di scorta sotto il tappeto” disse sarcasticamente. La donna rispose con un altro sospiro.

“Forza, che cosa hai in mente per oggi?”. Jon ci dovette pensare per qualche secondo. Si distese accanto a lei, incrociando le braccia e poggiando la testa su un cuscino rosso.

A Chelsea, senza un ragione ben precisa, venne subito in mente un episodio..

 

Non è molto.. Virile quello che stiamo per fare”.

Concordo. Non possiamo andare, che so.. In un bel pub?”.

Tacete, non andremo a bere birre la notte di San Lorenzo!”. Chelsea riportò il silenzio nella 7 posti di Tico. Erano andati a Barcellona per trascorrere una misera settimana di vacanze. Non potevano permettersi molte pause, ciascuno di loro era pieno zeppo di impegni.

Colpa del rock.

Ma certo, noi tutti preferiamo di gran lunga vedere le stelle cadenti ed esprimere desideri per rendere migliore il nostro meraviglioso futuro!” disse Alec, con una finta aria sognatrice. Chelsea gli diede una gomitata nello stomaco.

Alec, vuoi smetterla?”. Il bassista rivolse gli occhi verso il cielo, ridacchiando. Quei cinque erano nati per rendere la vita di Chelsea un inferno, questo era poco ma sicuro.

Chel, va bene se parcheggiamo qui?” domandò il batterista. La ragazza annuì.

Perfetto, si vedranno benissimo da qua..” constatò, osservando una grande spiaggia dalla sabbia bianca, resa ancor più chiara dal sole che stava tramontando. Non c'era nessuno, solo un'immensa distesa di granellini sottili di fronte ad un mare azzurro e limpido.

Hey, è bellissimo qui” commentò Jon, sorridendo. Il resto della band annuì concorde.

Ve l'avevo detto io!” replicò Chelsea, scendendo dall'auto e prendendo un grosso cestino da picnic, nel quale aveva messo dei teli da mare, varie vivande e bevande di ogni genere.

Ve l'avevo detto io” replicò Richie, facendole il verso. La povera futura martire decise di far finta di niente, con lui si sarebbe vendicata più tardi.

I sei ragazzi si diressero verso quel magnifico Paradiso terrestre. Alec e David si occuparono di stendere a terra gli asciugamani, prima di cominciare e gettarsi addosso dell'acqua; tipico. Anche Tico e Jon si unirono.

Chelsea non era dell'umore. Francamente non si spiegava nemmeno il motivo, pochi minuti prima sembrava così felice e del tutto beata.

Mentre gli amici nuotavano al largo, lei preferì distendersi, ad osservare il cielo, pronto a riempirsi di stelle comete. Non poteva costringere quegli scatenati a rimanere lì ad esprimere desideri, Alec aveva ragione.

A che cosa pensi?” domandò Richie, stendendosi accanto a lei. Chelsea fece spallucce e sospirò, senza distogliere lo sguardo da un paio di nuvole, intente ad allontanarsi lentamente.

A tutto e a niente”.

Mh..”. Rich non sapeva bene cosa dire. Eppure era sempre stato particolarmente logorroico e spontaneo. “C'è qualcosa che non quadra. Dai, dimmi che ti succede”. Un milione di cose sfiorarono la mente di Chelsea, che si costrinse a fare un po' di ordine per rispondere a Richie.

Ti arrabbi se ti dico che sto pensando a Ross?”.

I due si frequentavano da un paio di mesi e a Rich questo fantomatico 'Ross' non andava per niente a genio. In realtà non avevano avuto modo di parlare molto, anzi: i giudizi del chitarrista si basavano solo ed esclusivamente su una vigorosa stretta di mano.

Non era geloso, si rifiutava di pensare ad una cosa simile.

Perché dovrei arrabbiarmi? Voglio sapere che cosa ti preoccupa, però..” mormorò, cominciando a prendere della sabbia nella mano destra e a farla scivolare lentamente tra le dita.

Beh.. Sembra che tu non lo sopporti. Sbaglio?”.

No, non sbagliava.

Richie però non poteva confessarlo così, su due piedi. Sarebbe passato per possessivo, non voleva una cosa simile.

Ehi, sei maggiorenne e in pieno delle tue facoltà mentali, sei completamente in grado di decidere cos'è meglio per te” ribatté, cercando di auto convincersi delle sue parole.

Sì.. Hai ragione” rispose Chelsea, dopo un momento di esitazione.

Nella voce di entrambi c'era una grande insicurezza, ma tutti e due cercarono di far finta di niente.

Quel 'sesto senso' di Richie non lo avrebbe mai abbandonato. Quel Ross nascondeva scheletri nell'armadio, se lo sentiva. Eppure.. Eppure pur di non ferire e perdere Chelsea avrebbe messo a tacere ogni sua impressione, senza sapere che avrebbe fatto bene a parlargliene, visti gli esiti del loro rapporto..

Guarda! La prima stella cadente!” esclamò Rich, puntando l'indice verso il cielo.

Esprimi un desidero!” disse Chelsea, sorridendo emozionata. Rimasero in silenzio solo per qualche secondo.

Che cosa hai desiderato?” domandò la ragazza, curiosa.

Non te lo dico, altrimenti non si avvera” replicò Richie, facendole la linguaccia.

Insopportabile di un Sambora..”.

 

“Hey? Terra chiama Chelsea! Hai sentito quel che ho detto?”.

La voce di Jon riportò alla realtà Chelsea, immersa nei suoi ricordi più belli.

“Come? Ah no.. Scusami non, non ho sentito” disse in tono di scusa. Il cantante la squadrò con i suoi occhi blu.

“Ho detto che forse dovremmo parlare con Richie..” propose il biondo.

“Scherzi? Non ci dirà mai niente” replicò la donna, alzandosi dal letto. Indossava una camicetta da notte di un rosa antico. Copriva il suo corpo sottile e ancora in ottime condizioni, nonostante i quarantacinque anni, fino a metà coscia. Sciolse i capelli, lunghi e mossi, che ricaddero con innata leggerezza sulle spalle e sulla schiena.

“No però.. Potremmo chiedergli di vederci. Se uscirà con Denise, allora dirà di essere impegnato”.

Effettivamente Chelsea non aveva pensato a quell'opzione. Annuì vigorosamente, dopo aver aperto l'armadio e scelto gli abiti da indossare.

“Sai, credo che mi sia venuta in mente una bella idea..” mormorò, rivolgendo a Jon un sorrisetto malizioso. L'uomo assunse un'espressione confusa.

“Di che si tratta, Strega di Biancaneve?”.

Chelsea rise e si diresse verso il separé per cambiarsi. L'aveva acquistato in Cina, se n'era innamorata subito. Era di vetro, bianco, con dei disegni di camelie rosa.

“Sai che il nostro caro amico Richie vuole essere impeccabile. Insomma, per lui la seduzione è una vera e propria arte..” commentò, sfilando la vestaglia e indossando una morbida maglia di cotone, grigia, con una modesta scollatura.

“Sì.. Continua”.

“E sai anche quanto possa arrabbiarsi una donna nel momento in cui le dai buca addirittura per due volte di seguito..” aggiunse, mettendosi un paio di pinocchietti aderenti, bianchi. Le stavano a pennello.

“Lo so eccome” rispose accennando una risatina divertita.

“Ecco, quindi..”. Chelsea tornò nel campo visivo di Jon, che si era alzato dal letto e si era messo a camminare per la stanza. “Quindi passami il cellulare e preparati ad avvisare Ava”. Il cantante annuì, senza smettere di sorridere. Probabilmente quella strana, assurda e divertente situazione, lo faceva sentire come una sorta di spia. Passò il cellulare a Chelsea che compose velocemente il numero di Richie.

Ormai lo sapeva a memoria, l'avrà chiamato un miliardo di volte.

“Pronto?”.

“Ehi Bluesman, come stai?”. Doveva essere spontanea e non risultare troppo diversa dal solito.

“E' tutto okay. E tu invece?” rispose l'uomo, con la sua naturalezza di tutti i giorni.

“Si, tutto benissimo.. Non è che ci potremmo vedere in giornata?”. Jon era in un religioso silenzio. Richie ebbe un attimo di esitazione.

“Veramente no.. Oggi ho da finire qualche pezzo che non mi convince..”. Si sentiva l'inconfondibile suono di dita che scivolano sugli specchi.

“D'accordo, non ti preoccupare. Beh, allora vedrò di trovarmi qualcos'altro da combinare, buon lavoro Re dello Swing!” esclamò Chelsea, prima di riattaccare. Guardò Jon. “Come volevasi dimostrare, è 'impegnatissimo'. Chiamo Ava. Inferno, parte 2”.

 

 

Buongiorno bonjoviani, grazie a tutti quelli che hanno letto anche questo capitolo, spero che vi sia piaciuto! Ne capiteranno ancora di tutti i colori al povero Richie, preparatevi a leggere di tutto nel prossimo capitolo! Un bacione a tutti quelli che hanno deciso di seguire questa storia e recensirla:

 

E un bacio alla mia migliore amica che, dato che fa la schizzinosa e i baci da Jon non li vuole, ora si becca questa immagine:

 

 


  
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