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Autore: Ciulla    29/04/2012    5 recensioni
Well, un'altra Mor/Mor, per farle amare di più alle fantastiche frequentatrici di questo fandom!!! *Tenta di arruffianarsele*
Well, che dire? Non ha un perchè logico, mi è uscita così, puff, mi son detta che Seb deve sempre tentare di attirare l'attenzione di Jim in qualche modo, no? Faccio prima così, eh?
"Il cecchino ghignò. Gli piaceva mettere in difficoltà il suo capo. Era una situazione nuova; in genere era lui che si arrovellava per risolvere i suoi enigmi e per capire cosa diamine gli passasse per la testa, mentre l’altro riusciva a leggere i suoi pensieri come su un libro stampato.
Sapere di poter avere anche un solo pensiero privato era un fatto straordinariamente piacevole per Seb. Ma oltre ad essere piacevole, era anche così insolito da non poter sopravvivere a lungo in condizioni avverse."
Buona lettura!!! Perchè sì, voi leggerete... *Guarda male*
:D
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Jim Moriarty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Mormor'
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“Ti amo.”
Jim smise per un attimo di sorseggiare il tè, poi riprese con la stessa tranquillità di prima.
“Lo so.”
Sebastian fece una smorfia di disappunto.
“Quello che non so”, aggiunse però Jim, in uno dei suoi attacchi isterici, posando con rabbia il tè sul tavolino, “E’ perché tu da una settimana ad oggi me lo stia ripetendo ogni tre secondi! E’ snervante non capirlo! Se sai che lo so, a cosa serve insistere? Sei irritante, Sebastian, dannatamente irritante e nocivo per la mia salute psicologica!”
Il cecchino ghignò. Gli piaceva mettere in difficoltà il suo capo. Era una situazione nuova; in genere era lui che si arrovellava per risolvere i suoi enigmi e per capire cosa diamine gli passasse per la testa, mentre l’altro riusciva a leggere i suoi pensieri come su un libro stampato.
Sapere di poter avere anche un solo pensiero privato era un fatto straordinariamente piacevole per Seb. Ma oltre ad essere piacevole, era anche così insolito da non poter sopravvivere a lungo in condizioni avverse.
“Benvenuto nel mondo reale, Jim. Per noi altra gente è normale vivere in questo modo...”
“Ma questo non è vivere! E’ a malapena sopravvivere!”
Sebastian scoppiò a ridere in faccia al suo capo e alle sue malsane idee.
“Oh sì, come si può vivere felicemente se non si capisce cosa passa per la testa a tutta la gente che incontri per strada...”
A Moriarty non piaceva farsi prendere in giro, e soprattutto non da un suo subordinato. Lo afferrò per il colletto della camicia e lo sbatté contro il muro, ottenendo finalmente il suo silenzio.
“Non si tratta dell’altra gente, Sebastian. Si tratta di te.”
“E cos’è”, mormorò il cecchino con la voce strozzata per via della mano del capo che ancora gli rubava l’aria, “Cos’è che mi rende diverso dall’altra gente?”
Non appena fu certo che Seb avesse ripreso il tono timorato che era solito usare con lui, lo lasciò andare.
“Tu sei Sebastian.” Disse semplicemente.
Seb tirò fuori il portafoglio di tasca e, sotto lo sguardo interrogativo di Jim, estrasse i documenti e li lesse.
“Sebastian Moran.” Annunciò. “Sì, hai proprio ragione; grazie per l’informazione, Jim, senza di te non me ne sarei mai accorto.”
“Pochi scherzi”, ringhiò Moriarty minaccioso, “E spiega perché continui a dirmi che mi ami.”
“Lo faccio perché spero di prenderti alla sprovvista”, si arrese Seb con sguardo basso.
Ma Jim continuava a non capire.
“E cosa dovrebbe accadere se tu mi prendessi alla sprovvista? Cosa, ci tengo a precisare, del tutto impossibile.”
Sebastian guardava da un’altra parte, troppo imbarazzato per mantenere il contatto visivo col capo. “Se accadesse tu forse mi risponderesti che... Che mi ami anche tu.”
Qualche istante di silenzio, poi Moriarty scoppiò a ridere e Seb assunse un’aria ferita. Non lo aveva preso sul serio, pensò. Fece per andarsene, ma Jim lo inseguì e lo abbracciò da dietro, sussurrandogli in un orecchio: “Tutto qui?”
“Tutto qui.” Mormorò l’altro in risposta, e si sentì stringere ancora più forte.
“Ti amo anche io, Sebastian.”
Il cecchino sorrise, rigirandosi nell’abbraccio per ricambiarlo. E mentre erano lì, stretti l’uno all’altro, Seb pensò felicemente che, per la prima volta, non aveva perso in una battaglia verbale col suo capo.
Questa volta, ne era sicuro, ne erano usciti entrambi vincitori.


NOTA DELL'AUTRICE
Yeaaaah! Siete arrivate in fondo, quindi che vi costa spendere due secondini di più per lasciare una recensione?
Se invece preferite non farlo, beh, spero che la lettura vi sia piaciuta comunque.
Ciauuuuu!
   
 
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