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Autore: SpaceAce1992    29/04/2012    1 recensioni
Salve a tutti questa è la prima fan fiction che scrivo. Purtroppo non ho il tempo materiale per fare storie di più capitoli. Per il momento mi limito a pubblicare questa one-shot, anche se l'ho fatta molto velocemente e potrebbero esserci alcuni errori, potete trovare qualcosa di familiare alla fine ;). Ho citato, inoltre, nomi di alcuni amici di un GDR sul mondo di Assassin's Creed. Spero vi piaccia
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Roma, anno 1511
Il centro di Roma era affollato, quasi non si vedevano i disagi che i Borgia avevano causato alla città.
Persone sorridenti ovunque, e i mercanti indaffarati a sbrigare le loro faccende. In mezzo alla folla spunta silenziosa una figura incappucciata, vestita di bianco, che camminava tra la folla in groppa al suo cavallo a capo chino. Un Assassino.                                                                                                                                       Percorse tutto il centro di Roma guardando quasi sorridente le persone che passeggiavano senza  alcuna preoccupazione e si diresse verso l’Isola Tiberina, dove vi era situato il covo.                                                Appena arrivato legò il suo cavallo alle scuderie, prese la sacca contenente i suoi affetti personali ed entrò.                                         
Era da tanto tempo che non percorreva quei corridoi. Erano passati molti anni, quel profumo e quelle mura gli fecero tornare in mente i suoi primi ricordi.
*
Da bambino era stato abbandonato in un orfanotrofio li conobbe Francesca, una bambina orfana. Erano molto legati, erano come fratelli, ma non sopportavano quel posto, così decisero di fuggire insieme.
Vivevano per strada e si nutrivano rubando quello che potevano dalle bancarelle. Un giorno una guarda li scoprì e incominciò a inseguirli, ma i due erano agili. Si arrampicavano e correvano sopra i tetti con facilità e naturalezza finchè, una volta ritornati in strada urtarono un uomo alto, incappucciato che guardò severo i due giovani, a terra impauriti dal terrore. L’uomo poi estrasse la sua spada, e il piccolo Fabrizio  si alzò in piedi nonostante fosse impaurito si mise davanti a Francesca a braccia aperte. Ma l’uomo invece di aggredire loro attacco la guardia che li stava inseguendo. I due ragazzini rimasero a bocca aperta, poi l’uomo incappucciato ripose la spada, si girò e si chinò davanti ai ragazzini. Fabrizio si rimise di nuovo davanti a Francesca per proteggerla, ma l’uomo non aveva cattive intenzioni, comprò due mele in una bancarella vicina e le porse ai ragazzini. I due rimasero nuovamente a bocca aperta accettando le mele dello straniero, quest’ultimo disse poi: “Come vi chiamate?” e il ragazzino rispose “Io sono Fabrizio, mentre lei è Francesca.” Risposero.
Ezio: “Molto piacere. Il mio nome è Ezio. Quanti anni avete bambini?”
Fabrizio: “Ei! Bambini a chi? Io ho 14 anni e lei 12! Non siamo bambini!”
Ezio sorrise alla risposta tenace del ragazzino e disse : “haha ti chiedo scusa allora, Fabrizio. Vi ho visti scappare da quella guardia mentre saltavate da un tetto all’altro con estrema facilità. Avete del talento. Volete addestrarvi per poi un giorno servire una causa?”
I due si guardarono in faccia e annuirono alla proposta di Ezio.
Ezio: “Molto bene allora. Venite con me”
Prese per mano i due e si diressero verso il covo degli Assassini.
Gli anni passarono in fretta e i due si addestrarono duramente, giorno e notte, finchè divennero Assassini in men che non si dica. Poi appena 20enne Fabrizio conobbe una ragazza e qualche tempo dopo mise su famiglia e si allontanò da Roma per dirigersi poi verso la Romagna.


*
Continuò a percorrere i corridoi per dirigersi verso la sua vecchia stanza. Appena aprì la porta non potè credere a quello che vedeva. La sua camera era rimasta tale quale a come l’aveva lasciata. I vecchi spallacci sul comodino, la chitarra poggiata all’angolo. Tutto era come un tempo. Posò la sua roba e si diresse in biblioteca, dove Ezio lo stava aspettando.
Arrivò in biblioteca, Ezio era li che leggeva in silenzio, che fu poi rotto dalla voce di Fabrizio.
“Non ci posso credere. Dopo tutti questi anni vedo che non sei cambiato per nulla!” disse sorridendo. Ezio si girò sorridendo e si diresse verso Fabrizio. “Sei arrivato finalmente, Rubacuori!” lo abbracciò “Accidenti quanto tempo. Invece tu sei cambiato tantissimo. Quasi non ti riconoscevo.” Poi la sua espressione cambiò, si fece serio e gli poggiò una mano sulla spalla e disse “Mi dispiace davvero molto per quanto è successo a tua moglie e ai tuoi figli. Vedrai. Cesare la pagherà cara per questo. Ho già pianificato tutto. Domani mattina Cesare e Rodrigo si recheranno al Panthèon. Sarà allora che li attaccheremo.”
La vista di Fabrizio venne annebbiata dalla rabbia, strinse la mano di Ezio tra le sue “E io non vedo l’ora di far assaporare la mia lama a quel Vile!”
Il giovane assassino aveva perso moglie e figli qualche giorno prima da 4 templari che li avevano colti di sorpresa in casa loro. Avevano scoperto che gli Assassini sapevano dei loro piani sulla Romagna. Ma non vollero uccidere l’assassino.
Che Cesare fosse un pazzo psicopatico si sapeva, ma non fino a questo punto.
Legarono Fabrizio ad una sedia mentre la moglie veniva violentata e i figli venivano picchiati dopo di che li impiccarono sotto ai suoi occhi.
Ezio accorgendosi dell’espressione sul volto di Fabrizio decise di cambiare argomento. “Allora,  vieni usciamo e andiamo alla Volpe Addormentata a bere qualcosa come ai vecchi tempi.”
Fabrizio: “Magari più tardi Ezio. Volevo prima andare  a salutare tutti. Francesca è qui?”
Ezio: “Sicuro. La trovi in camera sua. Non gli ho detto che saresti venuto. Volevo farle una sorpresa.”
Fabrizio rise: “Ok allora a più tardi” uscì dalla biblioteca e si diresse verso la camera di Francesca. Bussò alla porta.
Francesca: “Avanti!” Fabrizio aprì la porta e vide Francesca. Era totalmente diversa da come se la ricordava. Era diventata una donna ormai, ed era anche molto attraente.
La sua espressione era incredula spalancò la bocca e si mise una mano davanti e i suoi occhi iniziarono a lacrimare. Non si vedevano ne avevano contatti da diversi anni. Lei gli corse incontro e lo abbracciò. Le arrivava al mento e anche lui la abbracciò, poi Francesca scoppiò in lacrime.
Francesca: “Mi sei mancato tanto!!”
Fabrizio: “Lo so bambina mia. Anche tu. Coraggio, non piangere.”
Francesca: “Idiota! Perché non ti sei mai fatto sentire in tutti questi anni?”
Non rispose ma continuò a tenerla stretta a sé sentendo il profumo dei suoi capelli. Poi si staccò, si sedettero sul letto e raccontò anche a lei quello che era accaduto e anche lei rimase incredula. A un certo punto senti dei rumori provenire dietro di se delle voci familiari.
Paola: “Francesca va tutto bene? Ho sentito qualcuno che piangeva” Fabrizio si girò, erano tutti li. I suoi vecchi compagni di avventure. Walter, Sebastiano, Angela, Jessica e Paola con una splendida bambina in braccio.
Rimase stupito nel vedere quella bambina. Sgranò gli occhi.
Fabrizio: “heh….ehm……e quella da dove viene?” disse come se nulla fosse.
Ma gli altri lo guardarono ancora incredulo. E gli saltarono tutti addosso. Angela lo prese per la veste e lo prese ripetutamente a schiaffi urlando. Insomma faceva….boh..faceva l’Angela.
Fabrizio: “Hahaha anche io sono contento di rivedervi ragazzi.” Ma il suo sguardo era concentrato sulla neonata. “Paola mi vuoi spiegare allora?” disse sorridendo.
Paola: “Ebbene. Fabrizio, ti presento Angelica. Mia figlia!”
Fabrizio: “Non ci posso credere. Alla fine quel vecchietto decrepito si è deciso a metter su famiglia hehehe”
Paola: “Ei bada a come parli! U..U E’ sempre mio marito!”
Fabrizio: “Scusa, scusa Paola. Ma mi riesce difficile immaginare Ezio papà.”
Rimasero nella stanza a parlare fino a sera. Poi dopo cena Fabrizio ritornò in camera e vide la sua chitarra li tutta impolverata  “Ma si. Perché no?!” pensò fra se e se.
Prese la chitarra e andò in cortile nel suo solito posto. Non c’era nessuno in giro, tutti erano nelle proprie stanze. Si sedette e iniziò a suonare il suo assolo preferito la “ROMANZA SPAGNOLA”.
Tutto a un tratto udì la voce di Angela che urlava dalla sua camera “FABRIZIOOOO TI ODIOOOOOOOO!!!!!! T.T” Sorrise nel sentirla.
Da dietro di lui arrivò Paola che si copriva con una vestaglia di seta. Si sedette davanti a lui a guardarlo e dopo qualche secondo chiuse gli occhi e appoggiò la testa al muro dietro di lei, godendosi la melodia.
Una volta finito Paola rialzò la testa, lo guardò e sorridendo disse “Ti ricordi quando me la suonavi qualche anno fa? Era splendido allora. Senza alcuna preoccupazione.”
Fabrizio: “Già…..”
Paola: “Non dovresti andare domani…”
Fabrizio: “Che cosa?! Paola non posso credere che tu mi abbia detto una cosa del genere. Hai dimenticato quello che ha fatto?! HA UCCISO MIA MOGLIE E I MIEI FIGLI.”
Paola: “Sei accecato dalla rabbia. Non puoi combattere in questo stato d’animo. Ti farai ammazzare!”
Fabrizio: “ Non morirò. E anche se fosse, non temo la morte. La accoglierò insieme ai suoi benefici.”
Detto ciò sbattè la chitarra per terra e rientrò a passo lungo nella sua stanza.
Il mattino seguente gli assassini si appostarono sui tetti adiacenti al Pantheon per eliminare le guardie. Di sotto la folla accoglieva il Papa e Cesare mentre passavano in carrozza.
Ezio da sotto iniziò ad avanzare verso di essi. Non appena le guardie lo videro e stavano per prendere la mira con gli archibugi, gli assassini gli eliminarono.
Ezio avanzava lentamente. Una lama nella folla. Le guardie per strada, appena avvistarono Ezio, lo accerchiarono con le lance puntate contro di lui. Cesare uscì dalla carrozza.
Cesare: “hahahahaha…. Ezio Auditore…. Coraggioso a presentarti qui da solo. Ma anche piuttosto ingenuo…ASSASSINO!” Ringhiò
Ezio guardò verso di noi e con un cenno ci diede il segnale. Una tempesta di frecce colpirono tutti i soldati.
Cesare, preso dalla furia, chiamò a se le guardie papali che si schierarono dietro di lui in formazione. Al che Cesare estrasse la sua spada e si mise in guardia.
Noi scendemmo tutti quanti dietro di Ezio. I due schieramenti erano completi. La battaglia stava per avere inizio.
Le due fazioni corsero uno contro l’altro e si scontrarono in una violenta lotta. I cittadini erano intanto scappati. Dopo aver eliminato alcune guardie, Fabrizio si voltò un attimo per vedere la situazione. Walter e Angela combattevano schiena contro schiena, Jessica se la cavava da sola e  Sebastiano… beh lui era un energumeno norvegese non aveva molto bisogno di aiuto, le guardie erano terrorizzate davanti a lui, Ezio stava combattendo contro due guardie, Francesca invece era a terra con un braccio ferito e Cesare che camminava lentamente sorridendo verso di lei.
“MALEDIZIONE!” pensò fra se e se.
Con uno scatto corse verso di lei, Cesare stava per prepararsi a un attacco, ma Fabrizio si contrappose tra lei e Cesare a braccia spalancate. Ezio dopo essersi liberato delle guardie si voltò e vide una scena simile a quando li trovò. Fabrizio che si opponeva alle guardie. Spalancò gli occhi e la bocca all’unisono con Francesca.
Cesare: “MUORI, ASSASSINO!”
Ezio, Francesca: “NOOO!!!”
Cesare aveva trafitto l’addome di Fabrizio. Un gorgoglio di sangue gli uscì dalla bocca e si accasciò al suolo. Ancora vivo, ma per poco.
Cesare: “hahah Poveretto. Davvero pensavi di aver qualche possibilità contro di me?!”
Ezio intanto era stato nuovamente attaccato da altre guardie e furioso si fece strada verso Cesare che intanto avanzava verso Francesca e la prese per i capelli. Si preparò per sferrarle un fendente con la spada.
Cesare: “Credimi. Mi dispiace tanto dover uccidere una cosi bella ragazza!”
Fabrizio: “TI PORTERO’ ALL’ALTRO MONDO CON ME, BASTARDO!!!!”
Con le sue ultime forze si rialzò in piedi ed estrasse la sua lama celata. Ma Cesare se ne accorse e Fabrizio riuscì solo a trafiggergli una spalla. 
Con un urlo rabbioso Cesare urlò ai suoi soldati la ritirata, promettendo vendetta agli Assassini.
Nel frattempo Fabrizio era a terra, in un lago di sangue. Francesca rotta dalle lacrime si accasciò su di lui.
Fabrizio (con un fil di voce) : “Mi…… Mi dispiace…. Non ho mantenuto la promessa. Ti avevo detto che ti avrei protetta per tutta la vita.  Ma non sarà cosi…..Ti ho sempre voluto bene, sorellina.” poi si rivolse a Ezio “Sei stato come un padre…..” e appena dette quelle parole la sua vita si spense e per la prima volta anche Ezio pianse. Gli poggiò una mano sopra gli occhi per chiuderli.
“Requiescat in pace….figliolo"
  
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