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Autore: Green Eyed    30/04/2012    1 recensioni
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La ragazza si girò, sentendo chiamare il suo nome. Non poteva credere ai suoi occhi. Cosa ci faceva lui,lì?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Emma. >>

La ragazza si girò, sentendo chiamare il suo nome. Non poteva credere ai suoi occhi. Cosa ci faceva lui,lì?Nella stazione, a quell’ora della sera? Emma non riusciva a spiccicare una sola parola;la lingua era attaccata al palato.

<< C-ciao. >> Riuscì a balbettare.

Perché era lì? Finalmente, dopo 3 anni era riuscita a superare la loro separazione, ed ora rispuntava così, dal nulla, nella sua vita. Un’altra volta ancora.

E adesso? Cosa sarebbe successo?

Duncan la squadrò dall’alto in basso, notando com’era diversa…

Certo che è diversa, cosa ti aspettavi? In fondo sono passati 3 anni dall’ultima volta che vi siete visti! , si rimproverò mentalmente.

<< Sei… cambiata. Come stai? >> le chiese gentilmente.

Emma lo osservò: i capelli erano più corti rispetto a come li portava di solito, il viso più definito e gli occhi, beh, quelli erano rimasti sempre gli stessi. Dolci, profondi, allegri… Era facile immergersi in quelle pozze azzurre che aveva al posto degli occhi, facile come camminare, facile come respirare.

<< Bene. Sto bene. E tu? >> In fondo, era quella la verità. Ora stava finalmente bene.

<< Anche io. Che ne dici di andare a prendere qualcosa? >> propose Duncan.

Poteva rifiutare? Probabilmente sì. Segui sempre il tuo cuore…

All’improvviso Emma si ricordò le parole che le ripeteva sempre sua nonna

Mandy quand’era piccina…

Segui sempre il tuo cuore e sii felice, bambina mia. Non permettere a nessuno di renderti triste.

Se non ci fosse stata sua nonna, a quest’ora Emma sarebbe da qualche parte del mondo sotto le grinfie di sua madre e del suo nuovo marito. Già, perché sua madre aveva l’abitudine di cambiare marito quasi ogni anno.

<< Lo faccio per te, Emma. >> le rispondeva ogni volta che Emma le chiedeva il perché.

Se questa fosse stata la verità, Annie non si sarebbe risposata 2 mesi dopo la morte di suo padre. Avrebbe chiesto il parere di Emma, invece di abbandonarla poche ore dopo il rito nuziale ed escluderla completamente dalla sua vita.

Così si trasferì da sua nonna Mandy, l’unica persona che la ascoltava e che la capiva veramente. Per Emma era tutto: una madre,un padre,una sorella,una confidente e un’amica. Una grande amica. Poi, quando morì, Emma si sentì sola.

Completamente sola.

Dopo qualche mese, incontrò lui, Duncan; da lì in poi, Emma visse una nuova vita: era come se fosse entrata in un mondo di cui ignorava l’esistenza e che ora amava profondamente. Lei e Duncan erano felici come non mai, avevano tanti progetti per il loro futuro e stavano perfino pensando di convolare a nozze, quando la madre di Emma decise di portarla con sé. Per questo lei e Duncan avevano rotto.

<< D’accordo. Prendiamoci un caffè. >>

Si incamminarono verso l’uscita della stazione e quando furono sotto il cielo scuro di Londra, non poterono fare a meno di prendersi per mano.

Anche se quel gesto era solo un piccolo contatto, per loro rappresentava molto: gioia, amore, fedeltà, amicizia, rabbia, rispetto, dolore…

Si guardarono negli occhi e sorrisero, un sorriso sincero.

Entrarono da Starbucks e si sedettero ad un tavolo vicino alla finestra; Emma guardò la strada illuminata da qualche lampione diventare deserta, a parte una coppia che camminava frettolosamente per il freddo.

Ripensò a tutto quello che lei e Duncan avevano condiviso negli anni passati, e le vennero le lacrime agli occhi.

Perché si erano rincontrati? Proprio quando, dopo quasi 2 anni, stava cominciando ad accettare il fatto che si fossero lasciati (ovviamente, tutto per colpa di sua madre), ecco che ricompariva improvvisamente nella sua vita.

Emma sospirò e si girò verso Duncan. Lui la stava osservando da molto tempo e notò che era molto agitata.

<< Salve ragazzi. Cosa vi porto? >>

I due giovani alzarono gli occhi ed incontrarono il volto della giovane cameriera.

Poteva avere 20 anni, massimo 22. Fisico asciutto, abbastanza alta e lunghi capelli color mogano legati in una coda di cavallo. Gli occhi erano verdi, di un verde brillante che forse neanche esisteva.

<< Un caffè lungo ed un cappuccino con poco latte, grazie. >> rispose Duncan.

<< Ok, arrivo subito. >> Detto questo, la cameriera girò i tacchi e andò verso un'altra coppia pronta per ordinare.

Emma sorrise. << Ti ricordi ancora. >>

<< Cosa? >>

<< Quello che prendo di solito. >>

<< Oh… Certo che ricordo! Ricordo anche il nostro primo incontro! >> e scoppiò in una fragorosa risata.

<< Dun, smettila, ti prego. >> lo implorò Emma arrossendo.

In effetti, anche lei ricordava quel giorno. Lo ricordava perfettamente.

<< Bene… >>

<< Allora… >>

Parlarono insieme e questo provocò un altro scoppio di risa da parte dei due giovani.

<< Come sei bella quando ridi… >> le disse Duncan sfiorandole una guancia imporporata.

Se possibile, Emma diventò ancora più rossa e riuscì a balbettare un misero

<< G-grazie… >> volgendo lo sguardo altrove per cercare di calmarsi.

Calò un silenzio imbarazzante fra i due. Duncan sorrideva mentre Em spostava lo sguardo continuamente, imbarazzata al massimo.

Per fortuna, la cameriera li salvò.

<< Ecco qui. >> disse posando il vassoio sul tavolo.

<< E quelli? >> chiese Duncan indicando i muffin posti sul vassoio rosso.

<< Oh, questi li offre la casa. >> rispose la brunetta. << Buona serata ragazzi. >> Sorrise e se ne andò con il vassoio vuoto in mano.

Duncan prese il suo caffè lungo e ne bevve un sorso, assaporandone il gusto intenso.

Emma lo guardò attentamente e si chiese se tutto potesse ritornare come prima.

Chissà se lui l’avrebbe perdonata…

<< A che pensi Em? >> le domandò.

<< Eh? A niente…a niente… >> mormorò e prese un muffin per tenere la bocca impegnata ed evitare di dire qualche stupidaggine.

<< Va bene, come vuoi. >>

Rise. << Tanto lo so che dopo te lo dovrò dire lo stesso... >> e gli fece una linguaccia.

<< Oh, Em... Datti un contegno! Siamo in un luogo pubblico! >> scherzò il ragazzo afferrando l'ennesimo muffin ai mirtilli.

<< Come se qualcuno ci stesse guardando... Siamo solo noi e un'altra coppia laggiù in fondo... Chi ci dovrebbe guardare? >>

<< Beh, i proprietari del locale. >>

<< Dai Duncan, non fare lo scemo. >>

<< Ma io sono serissimo. >> ribattè.

<< Si, come no. >> Emma alzò gli occhi al cielo e sorrise.

<< Allora >> riprese Duncan << Parliamo d'altro. Cosa hai fatto in questi anni, Em? >> Altro sorso di caffè lungo.

Restò un po' sorpresa, non si aspettava quella domanda.

<< Ho viaggiato per un po' con mia madre... India, Cina, Germania, Africa... >>

<< Scommetto che ti sei divertita durante questi viaggi... >> constatò Duncan.

Nel suo tono di voce Emma colse un velo di tristezza e malinconia.

Era la stessa tristezza che aveva accompagnato Emma per tutti quegli anni.

Si sentiva vuota, senza Duncan accanto.

Lui era la sua forza, la sua luce, il suo porto sicuro.

Sapeva che poteva contare sempre su di lui.

Ma ora, dopo 3 anni di separazione, poteva ancora fidarsi di lui?

<< Ehi? Em, ci sei? >>

Duncan le sventolò una mano davanti agli occhi ed Em si riprese dallo stato di trance nel quale era caduta.

<< Si, si ci sono... >>

Si ricordò di quello che aveva detto Duncan un minuto prima e un moto di rabbia si scatenò improvvisamente dentro di lei.

<< Divertita? Pensi che mi sia divertita? >> sbottò. << Mia madre che mi picchiava ogni sera, suo marito che ritornava alle 3 del mattino sbronzo marcio minacciandoci di morte e mi violentava, tu lo chiami divertimento questo? Eh Duncan? >>

<< Io... io.. non ho parole. Pensavo che i rapporti con tua madre fossero migliorati in questi anni. Scusa. Scusami tanto Em. >>

<< Non.. non fa niente. Scusami tu, non avrei dovuto aggredirti in quel modo. >> singhiozzò. In quel momento aveva proprio bisogno del suo abbraccio. Detto fatto. O meglio, pensato fatto.

Ducan si alzò dalla sedia ed abbracciò un'Emma singhiozzante e tremante.

<< Shh... shh... non piangere... >> sussurrò. << Tranquilla... ci sono io qui... shh... >>

Tra le braccia possenti di Duncan si sentiva al sicuro, protetta, ma nonostante ciò non riusciva a calmarsi. Aveva sofferto troppo in quegli ultimi anni. Si era tenuta tutto dentro. Ma, in fondo, con chi poteva parlarne? L'unica persona a cui poteva confidare tutto quanto ora si trovava lì, a tranquillizzarla sussurrandole parole piene di dolcezza.

<< Ehi... guardami. >> Duncan le mise due dita sotto il mento e le sollevò il viso guardandola dritta negli occhi.

Ghiaccio e cioccolato si fusero insieme nell'esatto istante in cui i loro sguardi s'incontrarono.

E fu un'esplosione.

Mille emozioni lottavano tra di loro dentro l'anima dei due ragazzi: paura, amore, tristezza, gioia...

<< Io sono qui. E sempre ci sarò. Lo sai da sempre. >> Prese un lungo respiro. << Prima... quando ti ho vista... ho provato rabbia... Ho pensato: “Perché è qui?” “Mi sta seguendo?” “Oppure sta cercando di rientrare nella mia vita?” Ma... sai perché ti ho chiesto di venire qui? >>

<< N-no... >>

<< Perché ho pensato a tutti i momenti belli che abbiamo passato insieme, a tutte le esperienze che abbiamo condiviso e... io non voglio riporle nel dimenticatoio. Voglio rifarle. Con te. Io ti amo ancora, Em. E non m'interessa se mi hai lasciato in tronco alle tre di notte con un bigliettino sul cuscino, sicuramente avrai avuto le tue buone ragioni. Insomma, io in quel periodo ero un po' distante... >>

<< Ehi, no, non dire così. Non è stata colpa tua. >> disse Emma bevendo un sorso del suo cappuccino con poco latte.

Respirò profondamente due volte prima di cominciare a raccontare quella verità che non aveva detto a nessuno. << Qualche giorno prima che ti lasciassi, Louis mi ha violentata.. >> tirò su col naso e continuò nonostante il dolore che stava cominciando ad affiorare. << Non dire niente, ti prego. Aspetta la fine della storia. >> disse appena vide che Duncan sgranò gli occhi e stava per dire qualcosa. << E' stata un'esperienza orribile.. non l'augurerei neanche al mio peggior nemico, credimi. Mi ha toccata ovunque, anche in profondità >> rabbrividì al ricordo << e.. poi mi ha strappato i vestiti di dosso e.. ha fatto quel che ha fatto. Quando sono ritornata a casa, mi sentivo un'estranea dentro il mio corpo; era come se il mio mondo fosse crollato all'improvviso e fosse stato sostituito con un altro più crudele, fatto solo di malvagità. Due giorni dopo ha chiamato mia madre per dirmi che se non fossi partita con loro Louis ti avrebbe ucciso. Lo so, sembra assurdo, ma è la verità. Dun, ti avrebbero fatto del male, ti avrebbero tolto tutto e... io non potevo permetterlo. Capisci? Dopo tutti i sacrifici che abbiamo superato per essere felici, questo era il minimo che potessi fare, Dun. Dovevi vivere la tua vita e andare avanti, anche senza di me. Solo assecondando mia madre potevo farti rimanere ancora in vita Dun. >>

<< Perché non mi hai detto nulla? Saremmo potuti andare dalla polizia. >>

<< Non avremmo risolto niente. Avrebbero trovato lo stesso un modo per ucciderti. Ed io non avrei permesso loro di portarmi via l'unica fonte di felicità che avevo. Per questo ti ho lasciato, Duncan. Ho dovuto farlo. >>

<< Quindi... tu l'hai fatto per proteggermi... >> disse stupefatto.

Emma annuì. Aveva gli occhi lucidi e ci mancava poco che ricominciasse a piangere.

<< E' una cosa meravigliosa, Em. Davvero... non ho parole. Grazie. Grazie infinite. Ti devo la vita. >> Anche lui aveva gli occhi lucidi.

Emma rise. << Ma dai... aspetta, quindi non sei arrabbiato con me? Cioè, insomma, dopo quello che ho fatto... >>

<< Arrabbiato? Ma quando mai. Ammetto che lo sono stato per le prime settimane, ma poi c'ho fatto l'abitudine. Ho dovuto. Ma ora, dopo quello che mi hai detto, non ce l'ho con te. Affatto. Anzi, ti sono grato. Sono in debito con te Em. Grazie, dal profondo del cuore.>>

<< Beh... prego. >>

<< Senti... tu mi ami ancora? >> chiese.

Il cuore di Emma si scaldò. Certo che lo amava.

<< Ovvio, Dun. Non ho mai smesso di amarti. >>

Duncan sorrise. << Allora.. che ne dici di ricominciare? Noi due insieme, felici come un tempo. >>

<< Oddio... >> sussurrò. << Dici sul serio? >>

<< Certo. >> le sfiorò una mano. << Io credo in noi. >>

Emma non resistette più e cominciò a piangere, ma questa volta di gioia.

Quelle furono le parole che le disse Duncan prima di baciarla per la prima volta. E da lì cominciò tutto. Si può dire che questo era il loro motto.

Annuì tra le lacrime. << Sì. Ricominciamo. >>

Duncan l'abbracciò di slancio e la baciò appassionatamente.

E lì, in una delle tante fredde sere di Londra, Emma e Duncan uscirono dal locale più innamorati di prima e pronti a ricominciare la loro vita insieme.

 

 

 

Angolo autrice:

Salvee (: Sì, sono di nuovo qui LOL

Allora, inizio col dire che la fine doveva essere diversa, ho cominciato a scriverla ma non riuscivo ad andare avanti così l'ho conclusa in questo modo. Spero vi sia piaciuta xD

Ringrazio come sempre la mia grande pensatrice (ormai ti chiamerò così LOL) e anche Francy ed Ele (love u <3)

Credo di aver detto tutto, anche se probabilmente qualche cosa i sarà sfuggita xD

Ora scappo a studiare 3 capitoli di storia ç___ç (kill me please çç)

P.S. Me la lasciate una recensioncina? :3

 

Besos,

Simmy.

 

P.P.S. Vi lascio il link del finale originale previsto per questa shot u.u se volete fate un salto! XD

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=925719

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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