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Autore: Elis12    30/04/2012    1 recensioni
"La prima cosa che vidi quando riaprii gli occhi dopo un tempo che mi parve infinitamente lungo, fu il corpo Kaname Kuran appoggiato alle sbarre di ferro della prigione in cui ero rinchiuso."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaname Kuran, Zero Kiryu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER:  i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

Buondì, o forse dovrei dire buonasera. Comunque sia, volevo solo precisare che quella descritta sotto è una scena del manga, sì esattamente quella in cui Zero morde Kaname in "cantina", che poi chissà perchè in cantina, su cui tutti scrivono fic. Fatto sta che piace anche a me, però mi sono semplicemente limitata a descrivere la scena aggiungendo i pensieri e gli stati d'animo del nostro amato Zero.
Ok, ho finito, vi lascio alla lettura. ^^



Legame di Sangue



La prima cosa che vidi quando riaprii gli occhi dopo un tempo che mi parve infinitamente lungo, fu il corpo Kaname Kuran appoggiato alle sbarre di ferro della prigione in cui ero rinchiuso. Sentivo male dappertutto, come se avessi tutti i muscoli, tutte le articolazioni lacerate, e il minimo movimento mi provocava un dolore inimmaginabile. Accasciato sul pavimento della mia cella, con la schiena appoggiata al muro e le mani incatenate sopra la mia testa, sollevai di poco la testa, per quanto il dolore me lo permettesse, e anche se non avevo una visuale completa capii comunque che si trattava di lui dalla sua inconfondibile odiosa aura. Che diavolo voleva ora quel dannato purosangue? Sicuramente era venuto per prendermi in giro per la situazione in cui mi trovato.

“Sei messo peggio di quel che pensavo, Kiryu. Sembri davvero ridotto a uno straccio” come volevasi dimostrare era venuto solo per sfottermi.
“Sei sempre stato così gentile, Kuran?!”
“Sai, la mia gentilezza la rivolgo solo a te” rispose ironico con un sorrisetto appena accennato.
“Che cosa vuoi Kuran?”
“Che scortese, sono venuto a vedere come stavi.”
“E da quando t’interessa la mia salute?!”
“Hai ragione, non m’interessa. Però interessa alla piccola Yuki, il che mi da parecchio fastidio. Soprattutto il suo continuo ‘chissà come sta Zero’”, rispose Kaname con una punta d’irritabilità nella voce.
“Spiacente di crearti così tanto disturbo. Seriamente, che cosa sei venuto a fare? Se sei qui per prendermi in giro, puoi anche andartene, non sono in vena” disse Zero.
“Strano ma vero, non sono venuto qui per beffarmi di te. Sono solo passato a trovarti.”
“Nessuno ti ha chiesto niente. Vattene ora.” Zero cominciava ad arrabbiarsi. Quel dannato purosangue lo faceva incazzare come niente. Era impossibile che non fosse lì per prendersi gioco di lui, lo faceva sempre, era probabilmente il suo hobby preferito. Cosa che a Zero faceva montare la rabbia ancora di più. Quel dannato mostro si dava solo arie, e per i suoi gusti, dava fin troppe attenzioni a Yuki. Alla sua Yuki.

Dovette però ricordarsi che Yuki non era sua, perché Zero era sicuro che non avrebbe mai scelto lui, non quando amava così tanto quell’irritante di Kuran.

“Andarmene? Non darmi delle così buone idee. Lo sai che hai bisogno del mio aiuto, quindi non ti conviene dirmi di andarmene o potrei prenderti sulla parola”, riprese Kaname.
“Io non ho bisogno dell’aiuto di nessuno, soprattutto non del tuo. Non accetterò mai il tuo aiuto”, rispose Zero adirato.
“Sai Zero, dovresti crescere un po’ e mettere da parte l’orgoglio per una volta. Io l’ho fatto per offrirti il mio aiuto, e non mi è costato poco. Dovresti prendere esempio.”
“Tu sei di sicuro l’esempio peggiore che ci sia su questa Terra. Sparisci dalla mia vista e torna pure dalla tua Yuki”, replicò Zero sempre più irritato.

Kaname si avvicinò e s’inginocchiò davanti al ragazzo. “Spero che non ti rimangerai quello che hai appena detto, in futuro.”
“Pensi in grande? Nel mio di futuro, invece, tu non sei previsto..”
“Buffo, visto che hai bisogno del mio sangue per sopravvivere”, rispose Kaname sorridendo sadicamente.
“Non berrò più il tuo sangue, neanche se dovessi morire.”
“Non fare promesse che non puoi mantenere, Zero. Sai che berrai ancora il mio sangue, ora e in futuro.”
“NO!” gridò Zero: “Stammi lontano, e lasciami solo.”

Con un solo gesto, Kaname spezzò le catene che serravano i polsi di Zero, sostenendo il ragazzo per impedire che si accasciasse a terra.

“Non fare il ragazzino, e bevi il mio sangue. Sai che ne hai bisogno.” Così dicendo, sollevò con una mano il viso di Zero e se lo portò al collo.

Zero, per quanto poteva, cercò di fare resistenza, cercò con tutte le sue forze di resistere, di conservare ancora quel poco dell’orgoglio che gli rimaneva. Ma Kaname faceva di tutto per far cedere anche quella piccola parte di sanità che dominava ancora nella sua mente, sussurrandogli esortazioni all’orecchio.

“Starai meglio, piccolo Zero.”

Bastardo. Non chiamarmi in quel modo.

Bastardo. Lo fai apposta per vedermi affondare.

Bastardo. Ti diverti a farmi stare ai tuoi ordini?

“Sì, mi sto divertendo tantissimo”, rispose Kaname come se gli avesse letto nel pensiero. “Forza Zero, sì ubbidiente come un bravo cagnolino.”

Kaname, tenendo sempre Zero con il viso vicino al suo collo, sfoderò le zanne e si morse un polso, facendo zampillare il suo sangue puro davanti agli occhi di Zero. Il ragazzo digrignò i denti ringhiando debolmente, cercando di resistere invano; i suoi occhi divennero cremisi, i muscoli ricominciarono a bruciare, tutto il suo corpo era in fiamme.

Aveva bisogno di sangue, di quella sostanza densa e gustosa che gli stava gocciolando davanti agli occhi, aveva bisogno di sangue subito. Del suo sangue. Del sangue di quel dannato bastardo, che non aspettava altro che farsi mordere, per poi rinfacciarglielo a vita.

Kaname Kuran non era cambiato di una virgola dalla prima volta che l’aveva incontrato, era sempre il solito maledetto sadico fiero Purosangue, d’altronde era un vampiro, creature perfette, bellissime, immortali.

“Ma che diavolo stai pensando, Zero?” si disse: ci manca solo di pensare che Kaname è bellissimo e poi siamo a posto.

Per quanto in realtà Kaname sia davvero bellissimo, in quel momento per Zero, l’unica cosa bellissima era quel liquido color amaranto che sgorgava dal polso di Kaname, che già si stava rimarginando, spezzando quell’incantesimo.

Zero non ce la faceva davvero più, voleva del sangue, ora, subito.

Tornando padrone di sé per un momento, sfoderò i canini e morse il collo del rivale con forza, cercando di fargli il più male possibile, accontentando allo stesso tempo quel sadico.

La bocca di Zero si riempì di quella sostanza tanto desiderata, annebbiandogli la mente con quella sensazione soffusa di quando, dopo tanto tempo, riassaggi qualcosa di veramente gustoso, e ti accorgi di quanto ti era mancata, di quanto ti eri dimenticato del suo sapore così perfetto.

Gocce di sangue scivolarono lungo il collo di Kaname macchiandogli la camicia della divisa, mentre il Purosangue teneva una mano tra i capelli di Zero, e con l’altra gli accarezzava dolcemente la schiena.

Forse quel ragazzo non era così crudele e stronzo come amava, invece, dimostrare. Forse non era del tutto vero che Kaname non fosse interessato delle sorti di Zero, forse voleva solo assicurarsi che Yuki non perdesse il suo migliore amico; o forse, semplicemente, non voleva perdere una pedina da prendere continuamente in giro.

Angolo dell'autrice:

Voglio solo ringraziare in anticipo chi lascerà una recensione, sempre ben accette, e coloro che hanno letto.

Bye, Elis12.

  
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