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Autore: Astrid 5E    30/04/2012    0 recensioni
Questa è una storia di sentimenti.
Sentimenti che possono cambiare e che fanno cambiare.
Sentimenti che crescono e aiutano a crescere.
Sentimenti di una ragazza troppo timida per lasciarsi andare.
E sentimenti di un ragazzo, tanto stupido da non poterlo capire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E-ehm! Dopo essere arrivati fin qui, ormai tutti quelli che seguono questa storia avranno già notato la mia famosa “puntualità” e la mia capacità nel mantenere gli impegni. … Bene! Di conseguenza, senza altri indugi, diamo il via a questo nuovo capitolo! (me ne vergogno, sappiate che me ne vergogno -.-)
 
 
Act Seven:Chapter 7_
 
“ All the art of living lies in a fine mingling of letting go and holding on (Havelock Ellis). “
“ Tutta l’arte di vivere si trova in una bella mescolanza di lasciarsi andare e aggrapparsi ”.
 
La notizia le giunse d’improvviso e la colse alla sprovvista.
<< Eh? >> .
 
Quella soleggiata mattina, dal cielo limpido e chiaro, era cominciata monotona come suo solito.
All’interno della classe, le urla e gli schiamazzi dei ragazzi rimbombavano sulle pareti.
Nonostante la confusione, solo il suono stridulo della campanella riuscì a risvegliare la moretta persa nei suoi pensieri.
Svogliatamente prese il cellulare dall’astuccio, sbloccò la tastiera e diede un’occhiata allo schermo.
<< Sbrigati che sta arrivando >> . Nora le si era avvicinata.
Dalia alzò lo sguardo sull’amica e annuì.
Le undici e venti: Claudette stava per arrivare.
Puntuale come un orologio, la folta chioma bionda non si fece attendere e fece capolino dalla porta di metallo grigio non appena le due ragazze si furono alzate in piedi.
<< Dalia! Nora! Venite, andiamo! >> sorrise allegramente.
La mora e la castana ricambiarono il sorriso e la seguirono, rassegnate.
Salutarono di sfuggita Lucia, che le incitò a non arrendersi, e uscirono tutte e tre dall’aula.
 
Scendendo le scale, iniziarono a chiacchierare insieme, una con voce squillante, una con tono pacato, l’altra impacciata.
<< Oggi Alessio non c’è, non è venuto a scuola >> sussurrò quasi la bionda, accennando un broncio.
<< Ah sì … >> . Dalia fu in parte sollevata da quelle parole; non aveva la minima intenzione di vedere il moro, non dopo quel giorno …
Chissà cosa gli avrà mai detto Diego, dopo quella domanda che gli aveva fatto … .
Già, Diego, chissà se aveva capito qualcosa …
<< Comunque vi sono venuta a cercare per chiederti una cosa, Dalia! >> . La biondina si era girata verso la moretta sorridendo di nuovo.
Nora le diede una pacca sulla spalla e Dalia alzò la testa di scatto.
 

 
<< Eh? >> .
Aprendo una delle pesanti ante del portone, Claudette le sorrise di nuovo.
<< Sì! Che te ne pare? >> .
 
Si erano sedute tutte e tre sulla solita panchina del cortile, accanto al pesco.
<< Hai detto … una gita? >> .
La biondina addentò delicatamente il panino e poi annuì decisa.
<< Sì! Non ti pare un’ottima idea? Usciamo tutti insieme! Vedrai, sarà sicuramente divertente! >> .
Dalia non era del tutto convinta dell’idea; stare tutto il giorno insieme a quei due e vederli abbracciati davanti ai suoi occhi per tutto il tempo non era proprio il suo concetto tipico di “ divertimento sfrenato ”.
Sentendosi persa, aveva lanciato un’occhiata di scongiuro alla castana, ma quella intenta nella sua lettura, l’aveva ricambiata con un mezzo sorriso, alzando le spalle; dopotutto lei cosa poteva farci? Non era stata mica invitata.
La mora sospirò.
No, grazie, una tortura come quella non l’avrebbe sopportata senz’altro.
<< Ecco, Claudette, mi dispiace ma … >> . Il suono della campanella interruppe a metà la frase di Dalia.
<< Oh, no! Adesso ho il compito in classe di italiano! >> . La bionda era scattata in piedi.
<< Dillo a noi, che abbiamo l’interrogazione di letteratura inglese >> sospirò invece Nora.
Claudette annuì comprensiva.
<< Sentite, ragazze, ci vediamo dopo la scuola all’uscita. Mi raccomando, Dalia, dammi la conferma più tardi! Ci vediamo! >> le salutò correndo.
La castana trattenne un sorriso e appoggiò una mano sulla spalla dell’amica.
<< Andiamo, forza >> .
<< Ok … >> .
Avrebbe risposto più tardi alla proposta della biondina e la sua idea non sarebbe cambiata.
 
Fatto sta che dopo il suono della metallica campanella, ad aspettarle all’uscita le due non scorsero tra la folla solo la folta chioma bionda della ragazza.
<< Diego! >> gli urlò stupita Dalia, una volta raggiunta Claudette.
Il ragazzo si girò verso di loro, colto a parlare animatamente con la biondina.
<< Ehi! >> . Il biondo le salutò entrambe con un sorriso.
<< Di … di che stavate parlando? Vi abbiamo interrotto? >> .
Claudette la guardò interrogativa, con un largo sorriso stampato in faccia.
La moretta era leggermente in ansia; le aveva detto qualcosa riguardo Alessio? Aveva capito veramente qualcosa?
Da tutti quei pensieri la allontanò la castana.
<< Non ti impicciare in cose che non ti riguardano. E adesso andiamo, siamo in ritardo >> le disse atona.
<< Ah! Aspettate! Dalia! >> .
Quella si girò; la biondina le aveva afferrato un lembo della maglia.
<< Non mi hai ancora risposto. Allora? Ci vieni domenica? >> .
Si morse un labbro nervosa.
<< E … te lo faccio sapere al telefono, non preoccuparti, ok? Ciao, adesso dobbiamo proprio andare! >> le rispose sorridendole leggermente mentre si allontanava.
Claudette la salutò con una mano, vedendola andar via.
<< Scusa >> le disse poi una voce << ma vado via anche io, ci sentiamo! >> .
Diego le aveva poggiato una mano sulla spalla e le aveva sorriso.
Lei annuì e ricambiò il sorriso.
Uscendo poi dal cancello del cortile interno, vide un autobus in lontananza avvicinarsi, così attraversò in fretta la strada e arrivò alla fermata in tempo per prenderlo.
Da una delle tante finestre dell’autobus, riuscì a scorgere in lontananza il trio che se ne tornava a casa.
 
<< Ehi! >> .
Il grido le raggiunse da lontano; senza saperne il perché Dalia si ritrovava quasi a dover correre, tirata dalla castana occhialuta.
<< Ehi ragazze! Aspettatemi! >> .
Nora sbuffò, leggermente scocciata; poi rallentò il passo.
Ancora in corsa, il biondo le raggiunse in poco tempo.
<< Perché ve ne siete andate così? Ero venuto per farvi una sorpresa e accompagnarvi a casa! >> .
Non era vero. Era venuto a controllare che Alessio non fosse nei paraggi e che Dalia non stesse con lui.
Nessuna delle due ragazze gli rispose e i tre continuarono a camminare insieme, fianco a fianco: Dalia al centro, Diego sulla destra e Nora a sinistra.
Dopo qualche minuto di camminata, il biondino pensò a qualcosa da dire per rompere il silenzio.
<< Allora, cos’è questa storia? >> . Cercò di sembrare naturale.
La moretta gli rivolse uno sguardo interrogativo.
<< Dici a me? >>
<< Certo, tonta, che dico a te! Cosa dovresti fare questa domenica con Claudette? >> .
la mora era indecisa: che fare? Dirglielo o non dirglielo?
Oh, al diavolo!
<< Vado … Claudette mi ha proposto di uscire con loro per una gita al parco, questa domenica; nulla di che, insomma >> .
Con loro ”…
<< “ Con loro ” chi? >> le chiese di nuovo, sorridendo.
<< Chi vuoi che siano: lei e il ragazzo! >> gli rispose a sua volta la moretta, arrossendo leggermente.
Lo sguardo di Nora cadde un attimo di sbieco su di lei, poi la castana riprese a guardare dritto davanti a sé.
<< E allora? Hai intenzione di andarci? >>
<< Q … questo non lo so ancora, poi vedremo! >> .
In effetti non aveva le idee ben chiare; se da una parte non aveva la minima intenzione di trovarsi davanti la bionda e il moro e le loro scene d’amore, dall’altra non voleva nemmeno lasciarli da soli, liberi di stare insieme!
La sua idea iniziale era di non voler soffrire più del dovuto.
Dopotutto però, in quel momento pensò che avrebbe sofferto di più sapendoli insieme, in gita da soli.
Scosse la testa.
Immaginare, al momento, era più doloroso che assistere alla realtà.
<< E va bene! Ci sto! >> .
L’urlo della moretta spaventò sai Diego che Nora, che la fissarono attoniti.
<< Eh?! Che vuoi dire scusa? >>
<< Ho detto che va bene, imbecille! >>
<< L’imbecille sarai te! Va bene cosa?! Sei impazzita?! >> .
Dalia fece un lungo respiro, poi alzò la testa e fissò dritto il suo sguardo sugli occhi verdi del biondo.
<< Ti ho detto di sì, ho intenzione di andare a quella gita >> . le guance le si imporporarono leggermente.
Dal canto suo Nora si mise una mano sulla fronte; stavano per presentarsi altri problemi!
<< Mmh … >> . Diego si fece pensieroso.
D’un tratto schioccò le dita e sorrise divertito.
<< E va bene! Allora vorrà dire che mi unirò anch’io! >>
<< Cosa?! >> .
La risposta del biondo la prese in contropiede;  e se avesse approfittato della giornata per dire qualcosa ad Alessio?
<< Non se ne parla, tu non vieni! >>
<< Assolutamente sì, invece, vengo eccome! >> .
Dalia si innervosì. << No! Non puoi venire! >>
<< Posso eccome! Cosa me lo vieta? >>
<< N … non sei stato invitato! Ecco! Non sei stato invitato e quindi non puoi venire! >> .
Diego ci rifletté sopra. Poi sorrise.
<< E invece ti dico che posso! Sono pur sempre un amico di Alessio; se viene lui, posso venire anch’io! >> .
La mora era rimasta a bocca aperta, cercando qualche scusa valida da sputare in faccia all’amico, ma non trovandone nessuna, aveva stretto i pugni e aveva digrignato i denti, offesa.
<< Evvai, sì! Allora questa domenica verrò anch’io alla gita! >> continuava ad urlare il biondino, divertito dall’espressione della bassa moretta.
Tra il rumore dei passi e la risata sommessa del ragazzo, uno sbuffo irritato attirò l’attenzione.
<< E sia. Mi avete scocciato con questa storia della gita >> .
Nora aveva rallentato il passo, avvicinandosi alle spalle dell’amica.
<< Sia chiaro, però >> le aveva messo una mano sulla spalla e aveva fissato dritto negli occhi il biondino. << Vengo anch’io >> .
Diego indietreggiò istintivamente la testa da quello sguardo gelido.
La castana non aveva la minima intenzione di permettere al biondino di mettere i bastoni fra le ruote a quei due.
<< E adesso andiamo >> .
I tre ripresero a camminare in fila e mentre il biondo sudava ancora freddo, la mora tratteneva una risata con tutte le sue forze.
 
Per quella domenica, le previsioni avevano accennato ad un tempo particolarmente favorevole per escursioni e scampagnate, caratterizzato da venti leggeri e un sole caldo e splendente su un cielo senza nuvole.
Quale giornata migliore per una gita tanto compromettente?
Dalia era indecisa su cosa mettersi.
Era stata in piedi davanti allo specchio per tre ore e non aveva ancora trovato niente che le sembrasse “ decente ”; non doveva fare una brutta figura, non davanti a quella biondina piena di pizzi e merletti!
C’era solo una cosa da fare! …
 
<< Pronto? >>
<< Ehi, Nora! Mi serve un consiglio … >> .
Dall’altro lato della cornetta si sentì una risata smorzata.
<< Non dirmelo, immaginavo che mi chiamassi, tranquilla; mettiti i jeans scuri con quella maglietta nera a pipistrello. Dovrebbe andar bene così, fidati! >> .
La mora sorrise contenta.
<< Grazie mille, sei la migliore! >>
<< Al tuo servizio! Ci vediamo dopo alla fermata, vedete di non far tardi! >> e dopo qualche risata misero giù.
 
Legatasi i capelli in un’alta coda riccioluta, mise ancora un po’ di ombretto sulle palpebre e un filo di matita sotto gli occhi, cosicché quando si osservò per un’ultima volta allo specchio, sorrise fiera: era pronta.
Al suono del citofono mise in fretta e furia un paio di ballerine nere e si precipitò giù per le scale con la borsetta nera a tracolla.
Ad attenderla giù, un giovane dai biondi capelli scompigliati al vento stava giocando con dei bambini del cortile, rincorrendoli da tutte le parti.
Una volta aperto il pesante portone di metallo, Dalia sbuffò, ritrovando l’amico seduto a terra che disegnava sulla strada con gli altri bambini.
<< Andiamo, Diego, alzati! Non dobbiamo fare tardi, dobbiamo andare alla fermata! >> .
Il ragazzo si girò verso di lei, le sorrise e socchiudendo le labbra emise un fischio d’apprezzamento.
<< Non sei messa mica male, eh? >>
<< E smettila! >> . Tutti quei complimenti la mettevano in imbarazzo.
<< Diego! Diego! Gioca con noi! >>
< Sì, gioca con noi, gioca con noi! >> . I bambini si erano avvicinati tutt’intorno il biondino e lo afferravano per le maniche della maglietta verde.
<< Ragazzi, adesso non posso, devo andare! >> cercava di tranquillizzarli il biondo.
Disperato chiese aiuto alla mora, girando la testa verso di lei, ma quella in risposta gli sorrise maliziosa.
<< Nora ci sta aspettando alla fermata. ti conviene non fare tardi … >> sogghignò poi.
La risposta del ragazzo fu improvvisa: si alzò di scatto dalla cerchia di ragazzini imploranti, si scusò con loro pulendosi i jeans schiariti e in fretta e furia afferrò il polso dell’amica, schizzando a gambe levate verso il ciottolato.
<< Muoviamoci! Un minuto di più e quella mi strozza! >> .
A quelle parole Dalia non poté far altro che ridere di gusto.
 
Dopo un breve semaforo di due minuti, l’autobus che avevano preso cinque fermate prima, raggiunse l’ennesima, fermandosi davanti ad un grande cancello bianco.
I tre scesero con un salto sul marciapiede, pronti per entrare nella villa.
La “ gita ” che aveva programmato Claudette consisteva in un’uscita al parco in una delle tante ville, gigantesche e bianche, presenti nella loro città; queste, oltre che dall’edificio, erano caratterizzate anche da enormi giardini sui quali si allestivano pic-nic famigliari ogni qual volta il bel tempo primaverile dominava per un’intera giornata. 
Entrati nella villa “ Degli Alti cipressi” dal bianco cancello principale, la mora, la castana e il biondino attraversarono con calma il viale, osservandosi intorno.
Un sacco di gente era sparpagliata sui prati, sdraiata al sole o seduta su di una tovaglia a pranzare allegra; c’era chi invece portava a passeggio i cani, che si incrociavano e si abbaiavano fra loro, chi in cerca di feste, chi, ringhiando, in cerca di sfide; altri genitori portavano i figli sulle spalle o li aiutavano ad affacciarsi sul ponte di legno dal quale davano da mangiare ai cigni, che beatamente galleggiavano nel laghetto al centro del parco; c’era chi correva, chi rideva, piangeva, giocava felice, faceva volare il proprio palloncino o ne comprava uno che legava al polso per non perderlo; c’era chi leggeva seduto all’ombra di un albero, chi dormiva.
In questa confusione non fu semplice riuscire a trovare i due fidanzatini, così Diego decise di fare uno squillo all’amico.
Dopo qualche minuto di conversazione, il biondo mise giù e guidò le due ragazze verso un chiosco poco lontano dal lago.
Per arrivarci in meno tempo, il ragazzo le condusse sul ponte di legno d’ebano che conduceva da una parte all’altra del lago; passando sul ponte Nora fu sorpresa dalla vista di un elegante cigno bianco che le passò accanto galleggiando sull’acqua come stesse danzando.
Si accorse di essersi imbambolata a fissarlo solo quando Diego si avvicinò ad entrambe.
<< Allora, ragazze, ve la date una mossa? State qui ferme da dieci minuti; guardate che vi lascio qui! >> .
La castana e la mora si sorpresero nella stessa posizione - poggiate al bordo del ponte con il volto sorretto da entrambe le mani - e scoppiarono a ridere insieme.
Oltrepassato il lago non fu difficile scorgere in lontananza, dietro una grande folla di ragazzini, un’insegna con su scritto “ chiosco bevande e panini ”, così si diressero verso quella casetta e quell’insieme di persone.
Tra la folla, le sembrò di vedere qualcosa muoversi veloce.
Forse se l’era immaginato, così sì stropicciò gli occhi con una mano; aguzzò la vista e strizzò gli occhi.
Dopo un po’ Dalia si accorse di una giovane dai lunghi e mossi capelli biondi che oscillava un braccio verso l’alto, come per attirare la loro attenzione.
Si avvicinò di un passo; sì, erano loro, accanto alla biondina c’era …
<< Eccoli! Sono loro! >> . Diego iniziò a muovere la mano a destra e a sinistra attirando l’attenzione dei due, che si avvicinarono.
Il leggero vestito di seta arancione della ragazza svolazzò al muoversi delle lunghe gambe magre, sfiorando il cinturino delle bianche scarpe col tacco; un nastro bianco, decorato da una dalia arancione, le legava i capelli in una lunga coda, bionda e voluminosa.
Claudette accorse gioiosa, senza smettere di agitare il braccio e quando li raggiunse li salutò facendo loro mille feste.
Di seguito alla bionda giunse poi un alto ragazzo dai capelli scuri come una mora e dallo sguardo leggermente assonnato; alla sua vista, il cuore di Dalia perse un battito.
I lunghi jeans scuri coprivano i nodi delle scarpe nere, le mani affondavano nella tasca centrale della felpa bianca con il cappuccio e i capelli ondeggiavano lentamente, smossi dal vento.
Alessio gli si avvicinò, salutandoli con una mano.
<< Ehi >>
<< Ehi >> gli rispode Diego, strizzando l’occhio.
<< Dalia! Meno male, alla fine sei venuta! Non avevo idea di cosa avrei fatto, se non ci fossi stata! >> .
Claudette continuava a scuotere la moretta prendendole le mani e facendole andare su e giù, su e giù.
<< Non … non ti preoccupare, Claudette; hai visto? Sono venuta, eccomi, quindi stai tranquilla >> cercava di parlare la moretta, con faccia sofferente.
D’un tratto il suo sguardo incrociò quello del moro che le sorrise.
<< Ciao! >> .
Da quella volta nell’aula video non si erano più parlati né incontrati.
Da quella volta aveva capito che le piaceva.
E in quel momento non sapeva più cosa fare.
<< Ehm … c … ciao! >> sorrise a sua volta, arrossendo involontariamente.
Sentiva i battiti del suo cuore aumentare e sperò con tutta se stessa che non fossero tanto forti da potersi sentire anche al di fuori.
Diego girò la testa da un lato, sbuffando.
Tsk. Quelle scene lo innervosivano.
<< Oh! Ma … Nora! Ci sei anche tu? >> . Claudette parve sorpresa.
Quell’altra annuì e sorrise leggermente.
<< Sì >> rispose << mi sono voluta unire al gruppo. Spero non sia un problema >> disse poi guardando negli occhi prima la bionda e poi l’alto ragazzo moro.
<< Oh no, no! Figurati! Anzi, meglio: più si è, meglio è! >> sorrise a sua volta la biondina.
Alessio assecondò la ragazza, annuendo e sorridendo all’occhialuta.
Rallegrandosi, l’occhio di Claudette cadde anche sul biondo che stava in piedi, alla sinistra di Nora, con aria scocciata.
L’aveva visto prima muovere la mano e far loro segno di avvicinarsi, ma in quel momento le venne da pensare che non l’aveva invitato lei e che non si ricordava bene chi fosse.
Forse l’aveva incontrato a scuola, ma non ne era sicura.
Il biondino la vide avvicinarsi e le rivolse un’occhiata.
Claudette gli si porse davanti e gli chiese gentilmente: << Così tu saresti … ? >> .
Lui ricambio lo sguardo, osservandola interrogativo.
<< Diego, lui è Diego; come dire, è venuto a giocare con noi >> . Nora rispose per lui, avvicinandosi ad entrambi.
La bionda sbatté le palpebre più volte.
<< Bene! Piacere di conoscerti! >> disse poi con un enorme sorriso.
Diego le strinse la mano dubbioso; d’un tratto parve ricordare.
<< Eh? … Ah, sì … Ah! Eh, già, nella fretta l’altra volta non abbiamo neanche avuto il tempo di presentarci! Piacere di conoscerti, io sono Diego >>
<< Claudette! >> . I due si presentarono nuovamente a vicenda, ridendo.
Alessio si avvicinò all’amico guardandolo stupito.
<< Voi due …? Vi conoscevate anche prima? >> .
Diego si mise una mano dietro la testa.
<<  Non proprio. L’altro giorno sono venuto a scuola tua per sapere tue notizie e così l’ho avvicinata per parlarle un po’, ma non penso che mi abbia mai visto prima, giusto? >>
<< M-mh! >> annuì la bionda.
<< Adesso in marcia >> annunciò poi << andiamo a trovare un buon posto dove accamparci! >> .
<< Ah … ! Io proporrei il prato! >> . Dalia si fece avanti decisa.
<< È enorme questo giardino, magari possiamo trovare un posticino sotto un albero che ci ripari dal sole >>
<< Sì, sono d’accordo >>
<< Idem >> .
Claudette e Alessio si fissarono un attimo; il ragazzo sorrise lanciando un’occhiata alla moretta e la bionda annuì.
<< Ok! E prato sia! >> .
Claudette entusiasmata mise un braccio al collo di Dalia e si incamminò avanti portandosela con sé.
Si ritrovarono a camminare in tre, uno accanto all’altro lungo la via ghiaiosa; Dalia era felice di stare là, sebbene provasse un po’ di ansia a camminare fianco a fianco con Alessio.
Si sforzava di parlare del più e del meno, di sembrare naturale e di disinteressarsi al rossore che le scottava le guance; gli sorrideva e lui sorrideva a lei, poi parlavano con Claudette.
Ridevano, sorridevano e parlavano ancora.
Non era semplice, ma si sforzava di farlo.
Non voleva assolutamente perdere occasioni come quella, così poco frequenti nella vita.
 
D’altra parte, il biondino era irritato.
Il vialetto era troppo stretto perché potesse camminare di fianco a loro senza far passare le altre persone, così era costretto a camminare più indietro.
Nonostante cercasse di non pensarci, il suo sguardo cadeva avanti a lui e quello che vedeva lo innervosiva.
Già, lo innervosiva a tal punto che avrebbe voluto far qualcosa.
Qualcosa? E che cosa?
E poi, anche se fosse, era davvero giusto? Ne aveva il diritto?
In fondo, lui per lei non era altro se non un semplice amico d’infanzia.
No, non poteva, ma di una cosa era certo: lo tormentava il fatto di doverla vedere comportarsi così.
Di dover vedere quella stupida comportarsi così.
Eppure, lui non poteva far altro, se non continuare a guardare.
Da lontano.

Da dietro, Nora lo teneva d’occhio.
 
 
Chapter 7: finished
Ed eccoci qui, a commentare come sempre! … Gumennasai! Mi dispiace infinitamente, ma i miei ritardi nel caricare i capitoli sono ormai leggenda in questo sito così come nella vita reale. Mi scuso davvero con tutti voi: scusate! Ma ultimamente ho davvero troppi pensieri per la testa e non riesco mai a fare tutto quello che vorrei! >.<” Per i prossimi capitoli, comunque, c’è già una trama stesa, quindi penso di finirli in meno tempo di questo qui. Nonostante alla fine si sia rivelato un capitolo di transizione, mi dispiace un po’ che sia venuto più corto degli altri; il problema era che dovevo per forza fermare la storia qui, altrimenti poi avrei descritto vicende che appartenevano ai capitoli successivi!
 Eh Dalia, Dalia, Dalia, come cresci in fretta! X) E tu Diego, non ti arrabbiare! … Nora? Cosa stai architettando? E Alessio … eheheheh rimarrà tutto un mistero che sveleremo pian piano!
Bene, se avete ricevuto abbastanza forza dal genio della tartaruga per poter arrivare a leggere fin qui, oltre ai miei più infiniti “ Grazie ”, mi inchino al vostro cospetto XD
Un grazie a tutti coloro che hanno letto e basta, a chi recensirà e a chi non ha chiuso questa pagina prima della fine: G R A Z I E ! Spero che continuiate a seguire questa storia!
Alla prossima! Baciuzzi, Astrid 5e  (^.=.^)S <(neko)
  
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