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Autore: xarislife    30/04/2012    0 recensioni
Andiamo, è il sogno di quasi tutte le ragazze, no? Essere famose.
Avere tanti soldi, da potersi comprare qualsiasi cosa. Beh, è anche il mio. Essere una ballerina. Ballo da quando avevo tre anni, è sempre stato il mio sogno. Poter far vedere a tutti quello che so fare, non essere riconosciuta solo per ‘la ragazza con le ciocche verdi e blu’.
Aspettate, non mi sono presentata. Io sono Chanel. Ho sedici anni e sono italiana. Sono una ragazza strana, mi piacciono i colori accesi e infatti, i miei capelli sono molto ‘colorati’. Nella mia scuola, sono riconosciuta come ‘Chanel capelli strani’, e mi piace questo soprannome, è divertente. Frequento il liceo artistico, sono stata bocciata un anno ma sto recuperando e ora me la cavo meglio.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Andiamo, è il sogno di quasi tutte le ragazze, no? Essere famose.
Avere tanti soldi, da potersi comprare qualsiasi cosa. Beh, è anche il mio. Essere una ballerina. Ballo da quando avevo tre anni, è sempre stato il mio sogno. Poter far vedere a tutti quello che so fare, non essere riconosciuta solo per ‘la ragazza con le ciocche verdi e blu’.
Aspettate, non mi sono presentata. Io sono Chanel. Ho sedici anni e sono italiana. Sono una ragazza strana, mi piacciono i colori accesi e infatti, i miei capelli sono molto ‘colorati’. Nella mia scuola, sono riconosciuta come ‘Chanel capelli strani’, e mi piace questo soprannome, è divertente. Frequento il liceo artistico, sono stata bocciata un anno ma sto recuperando e ora me la cavo meglio. Vi va se vi racconto un po’ della mia vita?
Beh, io abito in Canada. Quando avevo tredici anni sono stata adottata da una famiglia canadese, e sono stata spedita lì quasi senza preavviso. I miei genitori mi avevano ‘venduto’ altre volte, ma le famiglie da cui ero stata adottata non mi volevano, e mi avevano rimandato a casa. L’ultima volta che mi avevano adottata avevo nove anni, erano due ragazzi molto giovani, sui trent’anni, non potevano avere figli così hanno adottato me. Ma non si erano resi conto che avrebbero dovuto crescermi, comprarmi le cose per la scuola, per vestirmi, per mangiare e tutto il resto. Così, in mancanza di denaro mi hanno rimandato a casa. Dai nove ai tredici anni sono rimasta con la mia famiglia, e ho cominciato a pensare che mi avrebbero davvero tenuto con loro. Non era così. Un giorno, era una mattina di domenica, mi sono alzata e sono andata a fare colazione. Era tutto tranquillo.
‘Devo dirti una cosa importante.’ mi disse mio padre. Aveva un tono nervoso, come se non vedesse l’ora di dirmelo.
Lo guardai e gli dissi di dirmi ciò che dovevo sapere.
In quel momento, il vuoto. Nella mia testa rimbombavano solo le parole di mio padre, non sentivo nient’altro.
  
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