Personaggi/Pairing(s): Matt Donovan/Rebekah Mikaelson.
Timeline: post 3x20,
ambientata la mattina dopo il ballo.
Warnings: minuscoli spoiler, fluff.
Note: era un secolo che volevo scrivere di Matt e
Rebekah, che mi hanno colpito molto di più di tante altre coppie nate
nel corso della terza stagione (ok non sono davvero una coppia, ma lasciatemi
sognare, no?). E avevo promesso a Lizzie_Siddal
che le avrei scritto qualcosa prima o poi su questi due. E a Shari
Aruna che avrei pubblicato entro 24 ore. :D
Disclaimer: i personaggi di “The vampire diaries” non mi
appartengono, purtroppo. D:
Shall we dance?
Matt
entrò nella palestra della scuola, sorreggendo una scatola piena di
festoni; una parte del comitato del ballo si stava occupando di sistemare la
palestra dopo il ballo. Avrebbe potuto stare a casa o andare a lavoro piuttosto,
dopo tutto ciò che era successo la sera prima, eppure la voglia di non
stare seduto ad aspettare o pensare troppo l’avevano portato ad unirsi a
loro quella mattina.
Sbatté
le palpebre, nel trovare Rebekah in piedi al centro della palestra, immobile.
«Rebekah,
che fine hai fatto ieri sera?»
La
vampira si girò lentamente verso di lui, squadrandolo da capo a piedi.
«A
quanto pare i balli scolastici non fanno per me.» disse solo, tornando
poi a rivolgere lo sguardo verso la gente che stava togliendo in tutta fretta
le decorazioni della festa che lei
aveva proposto e che lei aveva
organizzato. L’ennesimo ballo scolastico a cui non aveva potuto
partecipare, per forza di cose. Stava iniziando a farci l’abitudine.
Matt
sospirò, appoggiando lo scatolone a terra, «Ha fatto schifo,
credimi.»
«Non
sono neanche arrivata ad indossare il vestito, questa volta.» lo
ignorò lei, con tono sarcastico, «Almeno l’altra volta,
prima che Elena mi pugnalasse letteralmente alle spalle, avevo fatto in tempo a
prepararmi.» scosse la testa, sospirando pesantemente, «Comunque
non sono qui per questo, sono venuta a salutarti.»
«Salutarmi?»
ripeté confuso.
Rebekah
incrociò le braccia al petto e si girò verso di lui, «Io e Nik ce ne andiamo, ci togliamo dai piedi per la vostra gioia.»
esibì un sorriso ironico, che fece sospirare e sorridere rassegnato il
ragazzo. Prima di potersene rendere conto, Matt si era già avvicinato a
lei. La vide alzare un sopracciglio scettica, quando le porse una mano.
«Balliamo?»
Rebekah
fu quasi tentata di scoppiargli a ridere in faccia, «Fai sul serio?»
lui non rispose, si limitò a fissarla in maniera abbastanza eloquente,
così la ragazza roteò gli occhi azzurri esasperata, «Non ho
tempo per queste scioc-»
«Per
favore.» la interruppe Matt.
Lo
fissò un attimo, indecisa: il sorriso di Matt era capace di disarmarla
completamente, così tanto che strinse la sua mano quasi spinta da una
volontà superiore e si lasciò cingere la vita con un braccio.
«Non
c’è neanche la musica.» borbottò Rebekah,
accorgendosi degli sguardi dei presenti puntati su di loro; non le
importò, non le era mai importato il modo in cui la guardava la gente.
«Non
importa.» replicò Matt, muovendosi lentamente sul posto.
Rebekah
lo guardò negli occhi, sospettosa, «Perché stiamo ballando
in una palestra piena di stelle di carta e senza musica, oltretutto?»
chiese d’un fiato.
«Perché
sei venuta a salutarmi.»
«Ti
prego, dimmi che non ti hanno dato un colpo in testa stanotte.» disse
Rebekah sinceramente preoccupata per lui.
Matt
le fece fare un giro su sé stessa, prima di riaccoglierla tra le sue
braccia e sorriderle, «Hai salutato qualcun altro?»
«Oh,
volevo salutare Caroline, ma sai… non l’ho trovata a casa. Un vero peccato!»
ribatté sarcastica.
«Quindi
sono l’unico che ci tieni a salutare, a Mystic Falls.»
«Sei
l’unico che non mi tratta come un mostro.»
disse senza pensarci.
Matt
rimase in silenzio, permettendole in quel modo di distogliere lo sguardo e
appoggiare la guancia contro la sua spalla. Chiuse gli occhi d’istinto,
cercando di immaginare la palestra piena di studenti e loro due vestiti con
tipici abiti anni ’20. Cercò di immaginare anche la musica, ogni
minimo dettaglio che potesse aiutarla a provare un minimo di
quell’emozione da ballo scolastico. Ogni minimo dettaglio di quella vita
che non aveva mai avuto.
«Ci
riesci?» domandò all’improvviso Matt.
Rebekah
riaprì gli occhi, confusa, «A fare cosa?»
«Ad
immaginare la vita che potresti avere.»
Alzò
il viso, presa alla sprovvista da quella risposta, «Non servirebbe a
niente.» mormorò scrutandolo confusa, «Non avrò mai quella vita.»
Matt
annuì lentamente, rimanendo nuovamente in silenzio. Rebekah non
puntò altrove lo sguardo, continuò ad osservarlo ancora qualche
secondo, prima che un sorriso le spuntasse sulle labbra.
«Dovresti
essere contento, la smetto di girarti intorno.»
Lui
aggrottò le sopracciglia divertito, «Ho come l’impressione
che non avresti smesso fino a quando non avresti lasciato la città.»
Rebekah
scrollò le spalle, «Sono testarda.»
«E
anche un po’ capricciosa.» aggiunse Matt, incontrando subito dopo
lo sguardo offeso della vampira, «Non uccidermi.» le
sussurrò, facendola scoppiare a ridere.
«È
ora che vada.»
Si
fermarono entrambi dal ballare, guardandosi intorno un attimo prima che Matt indicasse
l’uscita della palestra con una mano, «Hai intenzione di fare
un’uscita ad effetto? Tipo… sparire davanti ai miei occhi?»
«No,
niente di simile.» negò lei ridendo.
Matt
annuì, sorridendole, «Allora… buona fortuna.»
«Anche
a te…» ricambiò Rebekah e senza pensarci due volte
avvicinò le labbra a quelle di Matt, che sgranò gli occhi
sorpreso. Quando la ragazza si staccò, un sorriso pieno di soddisfazione
le illuminò il viso, «Grazie per avermi accompagnata al ballo.»
Matt
non fece in tempo a rispondere che Rebekah si era già incamminata di
corsa fuori dalla palestra. Rimase fermo, confuso e sorpreso, prima di
scoppiare a ridere e portarsi una mano alla nuca imbarazzato: nonostante tutto,
non riuscì a fare a meno di pensare che un po’ gli sarebbe mancata.