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Autore: LaMusaIspiratrice162    01/05/2012    0 recensioni
Tratto dal documentario "Stay Strong" è una storia scritta da me sul tempo trascorso in clinica.Spero vi piaccia!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Screaming
-Capitolo 10-

E finalmente dopo quasi 4 mesi uscii dalla clinica.Varcai la soglia con in mano la valigia e procedetti in fretta per tutto il sentiero.Quando fui abbastanza lontana mi voltai e guardai la struttura.Il vento mi muoveva i capelli mentre osservavo quell’edificio che avevo così odiato e amato.Sembrava essere passato un secolo da quel giorno in cui piena di rabbia ero entrata lì.
Eppure era passato tutto!Sospirai e sorrisi.Mi voltai e continuai a camminare canticchiando e ballando su me stessa.
Man mano che mi avvicinavo all’auto di mia madre mi sentivo sempre più leggera e felice.
Si,felice.Quanto amavo quella parola.
Aprii la portiera della macchina e mi sedetti accanto a mia madre.Lei si voltò verso di me sorridente e mi chiese:-Allora come ci si sente a far parte di nuovo della vita reale?-
Mi fermai un attimo e poi risposi:-E’ meraviglioso,è come tornare a vivere-
Lei mi guardò con gli occhi lucidi e sussurrò commossa:-Sono così orgogliosa di te…vedrai d’ora in poi tutto andrà bene-
Mi abbracciò ed io la strinsi a me.Poi si staccò da me e girò la chiave.Il motore si accese e la macchina partì veloce.
Cullata dalla musica dello stereo e dal rumore del motore ripensai a ciò che era accaduto nelle ultime ore.Erano capitati così tanti episodi in così poche ore che non avevo avuto neanche il tempo di rifletterci.
Fino a quella mattina ero ancora in clinica triste come sempre fin quando un’infermiera si era presentata nella mia camera e mi aveva detto che sarei potuta uscire.Avevano subito telefonato mia madre mentre io preparavo la valigia più velocemente possibile.
Avevo indossato un paio di pantaloni neri,una canottiera nera ed un lungo cardigan di cotone beige decorato da alcuni fiori neri.
E alle 10 dopo aver firmato alcuni documenti e salutato tutti con le lacrime agli occhi ero “evasa”.
-Dove vuoi andare,tesoro?-mi chiese mia madre distogliendomi dai miei pensieri.-Dimmi un luogo qualsiasi e ti porterò.Sono così contenta di vederti qui accanto a me,libera da tutto che…giuro ti porterei anche al Polo Nord!-
Risi e le risposi:-No mamma voglio solo tornare a casa.Ma prima passiamo da…-
-Da starbucks-gridammo insieme battendo il cinque.
-Ho proprio voglia di un frappuccino-sussurrai leccandomi le labbra.
-Agli ordini-esclamò e imboccò la strada in direzione di Los Angeles.

-Allora sei pronta a scendere?-mi chiese preoccupata
-Si-annuii poco convinta stringendo la maniglia della portiera.
-Vuoi che scenda con te?-
-No…li affronterò da sola-sussurrai e scesi dalla macchina.
Il sole mi colpiva riscaldandomi la pelle e il cuore.I miei piedi si muovevano incerti sull’asfalto mentre il mio cuore batteva forte.
Loro erano lì.Mi aspettavano con le loro macchine fotografiche pronte ad evidenziare qualsiasi mia imperfezione. Il centro non mi aveva curato,ne ero consapevole.Tuttavia mi aveva insegnato a comprendere i miei problemi e mi avevano mostrato il cammino verso la guarigione.Ora dovevo soltanto seguirlo.Sarebbe stata dura,lo sapevo,ma non avevo più paura ora.Il lungo periodo passato in riabilitazione a contatto con ragazzi affetti da vari problemi più o meno gravi dei miei mi aveva reso una persona migliore.Più forte.
Ricordavo ancora le parole che un’infermiera mi aveva rivolto quando le avevo chiesto se sarei mai guarita.
“Tesoro,devi capire che non sei come un’auto che va in carrozzeria ed esce come nuova.No sarà un percorso lungo che probabilmente ti accompagnerà per tutta la vita,ma ti assicurò che ne varrà la pena”
In quel momento mi ero sentita scoraggiata,ma adesso avevo capito il vero significato di quelle parole.
Capii che ci sarebbero stati momenti bui,ma che ormai ero diventata abbastanza forte da superarli.Sospirai e cominciai a camminare con maggiore decisione.
Ripensai a tutti i fan che mi avevano sostenuto sempre.Allora sorrisi.
Non lo feci per i fotografi,no,non mi interessava.Lo feci per loro,i miei fedelissimi fan che non avevano fatto altro che pensarmi,pregare per me,difendermi dagli haters.
Non volevo che mi vedessero triste,non lo meritavano.
Mi fermai e mi lasciai fotografare sorridendo.
-Demi,ma è uscita dalla clinica?-mi chiese un giornalista.
-Si-dissi commossa.
  
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