John era seduto sul divano e guardava uno dei suoi programmi preferiti con una buona dose di popcorn.
Sherlock era intento in uno dei suoi soliti esperimenti sul tavolo della cucina che implicava una parte umana non ben definita a causa del suo stato di decomposizione e vari elementi chimici non proprio adatti all’ambiente domestico.
Sembrava una giornata tranquilla ma, si sa, la tranquillità non può resiste a lungo al 221B.
Sherlock, dopo aver terminato il suo esperimento con l’organo umano si mise a mescolare varie sostanze cercando di non fare qualche guaio o non far esplodere la cucina, di nuovo.
Stava per aggiungere l’elemento chimico a quello presente in un becker appoggiato sul tavolo, quando gli scivolò la provetta dalle mani e tutto il suo contenuto andò a finire nel becker. Le sostanze cominciarono a reagire tra loro e crearono una grossa schiuma verde che sporcò mezza cucina e più Sherlock cercava di pulire, più sporcava.
La cucina era un disastro e quando Sherlock guardò verso il salotto vide che John non aveva visto nulla e sapeva che appena se ne sarebbe accorto per lui sarebbero stati guai seri, all’improvviso gli venne una delle sue idee geniali.
Andò in salotto, si sedette sul divano e si strinse contro John e il dottore gli passò un braccio attorno alla vita per avvicinarlo di più a se. Anche se era un po’ sorpreso dall’improvvisa manifestazione d’affetto da parte del suo coinquilino non gli diede molto peso.
Sherlock gli diede un dolce bacio sulle labbra che John ricambiò volentieri, dopodiché, il moro cominciò a posargli dei baci sulla guancia, sulla mascella, fino ad arrivare al collo e tra un bacio e l’altro gli sussurrò all’orecchio “John…John…lo sai che ti amo tanto”. Se prima il dottore aveva qualche sospetto, ora non aveva più dubbi, aveva sicuramente combinato qualcosa e disse serio “Che cos’hai fatto?!”
Sherlock smise di baciarlo e lo guardò negli occhi con un finto broncio “Assolutamente niente, John. Non posso più dire ‘ti amo’ al mio fidanzato?” .
 A John faceva ancora uno strano effetto sentirsi chiamare ‘fidanzato’ ma dopo quelle parole gli si stampò in faccia un grande sorriso e andò a cercare le labbra dell’altro per un altro bacio e disse “Scusami, è solo che non è da te fare le coccole e esprimere sentimenti”
“A volte capita anche ai sociopatici d’avere giornate del genere, dovresti approfittarne” detto questo John si fiondò su quelle labbra perfette e cominciò a baciarlo, un bacio appassionato, pieno d’amore e con la mano andò ad accarezzare quei riccioli scuri che tanto ama toccare. Quando si staccarono, solo per carenza d’ossigeno, John accarezzò la guancia di Sherlock e lo guardò in quegli occhi che sembravano ghiaccio e gli disse “Ti amo anch’io Sherlock”
Erano ancora abbracciati sul divano, John aveva Sherlock tra le braccia e non gli importava di cosa succedesse attorno, la casa poteva crollare, prendere fuoco, essere bombardata ma se era con Sherlock sapeva che sarebbe andato tutto bene e in quel momento, su quel divano esistevano solo loro.  All’improvviso però John notò una strana sostanza verde che cominciava a sporcare le pareti del salotto guardò Sherlock con un sopracciglio alzato e disse “Sherlock..hai qualche idea su cosa stia succedendo alle pareti?!”