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Autore: Rota    01/05/2012    4 recensioni
[Kuroko no Basket - TakaoMidorima]
La strada dritta e senza ostacoli gli permise di dirigere il volto al cielo senza incorrere nel rischio di cadere o di inciampare in qualche cosa. Si vedeva solo uno spicchio di Luna e di stelle, nel cielo appena terso, se ne contavano sulle dita della mano.
-Takao, se continui ad andare così lento arriverò a casa quando sarà già mattina.-
Il monito poco gentile riportò il mento del ragazzo alla giusta altezza e abbassò lo sguardo lungo la direzione del viaggio. Takao ebbe sulle labbra una specie di ghigno, tra il divertito e il rassegnato, e obbediente aumentò il ritmo delle pedalate.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shintarou Midorima, Takao Kazunari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: margherota
*Titolo: Rito propiziatorio
*Fandom: Kuroko no Basket
*Personaggi: Midorima Shintaro, Takao Kazunari
*Generi: Sentimentale, Commedia
*Avvertimenti: Shonen ai, One shot, Missing Moment
*Rating: Giallo
*Prompt: Kuroko no Basket, TakaoMidorima, Sfortuna e paranoie
*Note: Altra coppia che mi piace parecchio, assieme li trovo assai comici XD questa è una one shot abbastanza corta, diciamo una mezza flash :D
Il "missing moment" riguarda semplicemente un ipotetico scenario di Takao che porta a spasso, con quella specie di carriola legata alla bicicletta, Midorima - il super viziatissimo uomo con la mania dei peluche e dalle ciglia rifatte - cosa che mi ha fatto pensare fin troppo e quindi portata fin qui. In realtà non è niente di che ma mi sono divertita a immaginarmela e a scriverla :D






La strada dritta e senza ostacoli gli permise di dirigere il volto al cielo senza incorrere nel rischio di cadere o di inciampare in qualche cosa. Si vedeva solo uno spicchio di Luna e di stelle, nel cielo appena terso, se ne contavano sulle dita della mano.
-Takao, se continui ad andare così lento arriverò a casa quando sarà già mattina.-
Il monito poco gentile riportò il mento del ragazzo alla giusta altezza e abbassò lo sguardo lungo la direzione del viaggio. Takao ebbe sulle labbra una specie di ghigno, tra il divertito e il rassegnato, e obbediente aumentò il ritmo delle pedalate.
Il rondò di legno dietro il ragazzo fece uno strano rumore: Midorima si era mosso, forse per sistemarsi meglio. Persino un sospiro – di spossata stanchezza – sfuggì dalle labbra di Shintaro, a ricordargli che persino lui era più o meno umano.
Quello era il momento della giornata che Takao preferiva, in cuor suo, perché Midorima aveva perso la capacità di sputare ordini acidi con la pretesa di essere sempre e comunque ascoltato; inoltre, non si trovava in compagnia di nessun altro, o almeno non di qualcuno davanti a cui si sarebbe sentito in dovere di dimostrare qualcosa, come la fondatezza di una delle sue strambe teorie su Dio ed il suo equilibrio. O forse, com'era naturale, era abbastanza distrutto da non avere più energie.
Takao si fermò ad un semaforo rosso, guardando le macchine scure che si muovevano leste lungo la strada. Aveva i muscoli delle spalle ancora rigidi per gli allenamenti appena conclusi e aveva faticato più del solito quella sera, a condurre Shintaro alla propria abitazione – si chiese, in un solo momento di sconforto, quale assurda virtù lo aveva elevato a conducente personale di quel viziatissimo e strambo ragazzo.
Sentì una specie di stridio e si voltò verso Midorima che preso in mano il pupazzetto del giorno ne aveva schiacciato la pancia piena d'aria e aveva in quel modo prodotto il suono acuto. A ben guardare, aveva negli occhi l'irresistibile ed infantile voglia di farlo ancora e ancora, senza mai fermarsi.
Lo fece senza il minimo ritegno e per tutto il tragitto Takao dovette sopportare anche quell'ulteriore dettaglio.
Fu nell'approssimarsi della meta che tentò di udire un altro rumore che non quello, per salvare i nervi da un attacco isterico in piena regola.
-Quale sarà domani l'animale del giorno?-
Lo immaginò – benissimo – mentre si sistemava gli occhiali sul naso ed assumeva una posa che più seria era impossibile.
-Lo saprai domani mattina, assieme a me, dopo la consueta lettura dell'oroscopo.-
Fu anche certo di essere fulminato da uno sguardo assai poco indulgente che lo colpì, preciso come ogni tiro di Midorima, in mezzo alle spalle: una volta che Shin-chan ti catalogava come cosa stupida semovente, ne dovevi subire tutte le conseguenze.
Arrivarono dunque alla destinazione e il rondò di Kazunari si fermò accanto al cancello di un elegante palazzo residenziale dal verdeggiante giardino e dal garage ampio. Midorima scese e prese il pupazzo con sé, per aggiungerlo alla propria personale collezione; non lo avrebbe mai più degnato di uno sguardo, ma era davvero un gesto scalognato gettare via qualcosa di così determinante per il karma – certamente avrebbe attirato su di sé tutta la malvagità cosmica possibile e immaginabile.
E cercò di sembrare scocciato, davvero scocciato, quando si avvicinò all'altro ragazzo ancora seduto sulla sella. Takao gli ghignò in viso, abbastanza spudorato, perché come ogni volta lui era fin troppo divertito. D'altronde non avrebbe potuto essere altrimenti, perché Shin-chan che si avvicinava a lui con quella faccia tremenda era uno spettacolo impagabile. Accettò di buon grado il saluto senza aggiungere altra parola di scherno. Da quando Midorima si era convinto che quello fosse un rito propiziatorio non aveva smesso di parlargli di sfortuna e di tutte le possibili paranoie attinenti fino a convincerlo della bontà della cosa. Takao era stato perfido a non dirgli che sarebbe bastato davvero poco, in realtà, perché lui seguisse quella che ormai era diventata una tradizione, e certo l'aveva fatto perché si divertiva un mondo alle sue spalle.
Ma andava bene così, assolutamente.
Con quella faccia da finto scocciato, Midorima gli diede un bacio sulle labbra – che no, quella sera non divenne altro – e si allontanò di gran fretta, col viso appena rosso.
-Ci si vede domani a scuola, Takao.-
Kazunari rimase lì, a guardarlo mentre spariva nel buio della notte e pian piano raggiungeva l'ingresso del palazzo, allontanandosi definitivamente dalla sua vista.
Poi tornò a casa, con quel sorriso che non era davvero un ghigno, concedendo a sé stesso l'atto sincero di apprezzamento.
Che fossero tutte, le sere così!
   
 
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