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Autore: Ale HP    01/05/2012    5 recensioni
Kurt Elizabeth Hummel era un principe davvero altezzoso e viziato, e a testimoniare questo c'erano i suoi mille e più abiti da cerimonia e i suoi costosi intrugli per la faccia.
Non c'era da aspettarsi altro dal figlio del Re dell'ultimo Reame a destra, proprio quello dopo il triste Regno plasmato dalla Regina Cattiva.
Blaine Anderson, invece, era un povero viandante che girava per questi due regni; un povero viandante che non aveva nulla, nemmeno dei ricordi a cui aggrapparsi.
Nessuno avrebbe mai pensato che le loro strade si sarebbero incrociate.
Con il prompt Fandom!AU
Glee/Once Upon a Time
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'There was a town in Maine...'
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Fandom: Glee/Once Upon a Time
Personaggi: Kurt/Blaine, Emma Swan, MaryMargaret, Henry, Regina (accenni a Burt, Finn e Tremotino)
Avvertimenti: One-shot - Crossover
Prompt: Fandom!AU
Note: alla fine <3


Happily ever after.

 
Kurt Elizabeth Hummel era un principe davvero altezzoso e viziato, e a testimoniare questo c'erano i suoi mille e più abiti da cerimonia e i suoi costosi intrugli per la faccia.
Non c'era da aspettarsi altro dal figlio del Re dell'ultimo Reame a destra, proprio quello dopo il triste Regno plasmato dalla Regina Cattiva.
Blaine Anderson, invece, era un povero viandante che girava per questi due regni; un povero viandante che non aveva nulla, nemmeno dei ricordi a cui aggrapparsi.
Nessuno avrebbe mai pensato che le loro strade si sarebbero incrociate.
 

 
 
Henry era seduto sul sedile del passeggero della macchina di Emma, e continuava a pensare a quei due ragazzi che aveva visto il giorno prima.
Erano dieci anni che viveva lì e non li aveva mai visti prima. Due ragazzi mano nella mano se li sarebbe ricordati, no?
« Cosa succede? » gli chiese Emma, scrutandolo con il suo solito volto serio.
Henry non ci pensò due volte a spiegare la situazione, mentre Emma ascoltava silenziosa.
« Sei proprio sicuro di non averli visti prima? » domandò quando ebbe finito di parlare.
Il bambino annuì, deciso, per poi ritornare a pensare.
« E non c'erano nemmeno nel libro delle favole? » chiese per l'ennesima volta lo sceriffo, appoggiando le mani sul volante con un sospiro.
Henry scosse il capo, ancora assorto nei suoi pensieri.
Emma sospirò. « Ti riporto a casa ».
« No » protestò il bambino, seriamente. Emma capì subito che non si trattava di un capriccio. « Andiamo da te, una volta MaryMargaret mi aveva raccontato una storia che su quel libro non c'era ».
 

 
Quel giorno - o quella notte, tra tutti quegli alberi non riusciva a vedere il cielo - Blaine era diretto verso l'ultimo Reame a destra, stanco di incontrare gente in preda alla disperazione; come se non fosse già abbastanza disperato di suo. Sapeva che lì non c'era posto per la tristezza e sapeva anche che forse avrebbe potuto stabilirsi in quel Reame una volta per tutte; aveva ormai diciotto anni, era entrato nella vita adulta da ben due anni e chiunque lo avrebbe preso come fabbro apprendista.
E in quello stesso momento, poche miglia più avanti, l'altezzoso principe Kurt cavalcava il suo cavallo, che era l'unica cosa al mondo che potesse reggere il confronto con la sua pelle, nel campo del pallore.
 

 
« Cosa vuoi sapere di preciso? » domandò MaryMargaret, mentre preparava un tè.
« Ecco, in realtà... Potresti darmi quel racconto? » chiese in risposta Henry arrossendo lievemente. Sapeva che quella donna gli voleva un bene pazzesco, molto probabilmente anche più forte di quello che la madre Regina aveva per lui, ma si vergognava ugualmente di fare quella richiesta.
« Dartelo? È impossibile! » disse la donna, lasciando per un momento il tè per girarsi verso di lui ed Emma. « Non è mai stata scritta, ma solo tramandata oralmente, ecco ».
Henry sgranò gli occhi, esterrefatto. « A te chi te l'ha raccontata? »
« Non lo ricordo. È una cosa che so da sempre » rispose, prima di iniziare a raccontare.
Henry cacciò immediatamente una penna e un quaderno dal suo zaino, per appuntarsi le parti importanti: non poteva lasciarsi perdere una storia così.
« Il principe Kurt prese il cavallo quel giorno... »

 
Kurt aveva sempre amato cavalcare, e mentre lo faceva, canticchiava a bassa voce, spensierato come a palazzo non era mai.
Perché lì aveva tutta una reputazione da mantenere, tutto un personaggio da creare. Nessuno - tranne che il padre - lo conosceva per quello che era.
Lui era un inguaribile romantico, lui viveva di fantasie e canzoni, lui non era un altezzoso e viziato - o almeno non così tanto come faceva credere - e, specialmente, il suo più grande sogno era di trovare l'uomo della sua vita.
Sapeva che a palazzo nessuno lo avrebbe capito.
"È sbagliato", avrebbero detto. "Sei così un bel ragazzo, qualsiasi principessa vorrebbe te come suo re", avrebbero concluso.
"Ma io non le vorrei come mie regine", avrebbe replicato lui, stizzito, per poi correre via nella foresta, con il suo adorato cavallo bianco.
E, più o meno, era quello che era successo poche ore prima con Finn.
"Ho incontrato questa bella ragazza, Kurt. Dolce, simpatica, carina, è proprio il tuo tipo", gli aveva detto.
Lui aveva borbottato qualcosa come "Lo sai che non m'interessa" ed era scappato via.
Per fortuna che il suo fidato Spezzy era sempre lì per lui. Accarezzò immediatamente il suo bel pelo liscio e vi lasciò sopra un piccolo bacio.
E mentre cavalcava e pensava, e mentre cavalcava e cantava a bassa voce - mentre faceva tutte queste cose -una figura lontana si accasciò a terra, priva di sensi.
 

« Era Blaine! » esclamò il piccolo Henry, preso dal racconto.
« Esatto » confermò MaryMargaret. « Il principe Kurt scese da cavallo immediatamente, e si recò verso quell'uomo che era svenuto. Lo trovò bellissimo ».
 

L'uomo era raggomitolato a terra su se stesso ed era scosso dalle convulsioni. Kurt si piegò cauto, allungando una mano su quel volto che lui trovava assolutamente perfetto.
Era come vedere la luce per la prima volta. Una luce leggermente offuscata da quel malessere di cui stava soffrendo quel ragazzo in quel momento, ma pur sempre una luce che risplendeva con una bellezza mozzafiato.
Era tutto ciò che Kurt aveva sempre sognato.
Lo prese in braccio e lo adagiò cautamente su Spezzy, che nitrì - non gli piaceva portare sul suo dorso qualcuno che non era il suo padrone.
« Calmo, su » disse, accarezzandogli il muso. Poi prese le redini e iniziò a guidare il suo cavallo fuori dalla foresta.
Ci mise un po' ad arrivare a palazzo a piedi e trascinando un cavallo che non ne voleva sapere di portare uno sconosciuto in groppa. Sconosciuto che, tra parentesi, non dava segni di miglioramenti. Kurt era davvero preoccupato.
Quando fu finalmente a casa - se così si poteva definire - portò quel ragazzo dal medico di corte.
« Cos'ha? » chiese preoccupato, lasciando stare la sua aria snob che in genere usava a palazzo.
« Direi che è molto stanco e disidratato » rispose l'anziano signore. « Sono sicuro che si rimetterà presto, comunque » lo rassicurò, annuendo a se stesso.
« Grazie ».

 
 
MaryMargaret posò una tazza fumante di tè davanti al naso di Henry, che finalmente alzò la testa dal suo quaderno.
« Su, bevi » disse, mentre porgeva un'altra tazza a Emma, che ascoltava in silenzio.
« Vai avanti, ora? » chiese il bambino, dopo aver bevuto un grosso sorso di tè bollente, scottandosi la lingua.
Emma rise, guardando quel bambino così curioso.
« I giorni passarono » disse allora MaryMargaret, « e dopo un paio di essi, Blaine finalmente si svegliò ».
 

 
« Dove... dove sono? » chiese intontito il ragazzo, sotto gli occhi emozionati del principe Kurt.
Si era svegliato! Si era svegliato! Non era un sogno, allora!
Il ragazzo si guardò un po' attorno, e quando incontrò il volto di Kurt saltò dal letto.
Quello, pensò euforico Blaine, era il principe Kurt! Proprio il magnifico e bellissimo principe Kurt!
Era un sogno, si dissero entrambi, ognuno nella propria mente.
« Come state? » chiese gentilmente Kurt, per spezzare quell'intenso ma non imbarazzante silenzio.
Blaine si guardò, poi rispose tranquillamente: « Ho due mani, due piedi e una testa sul mio collo. Mai stato meglio ».
Kurt rise, e a Blaine sembrò la creatura più bella del mondo.
Altro che principe altezzoso e viziato, quella era la persona più dolce e stupenda che avesse mai visto.
« Io sono Blaine, comunque » si presentò, con il cuore che ormai batteva all'impazzata.
« Io Kurt » disse l'altro, senza aggiungere titoli o altro.
Era solo Kurt in quel momento, e con quel Blaine lo sarebbe stato per sempre.

 
« È una delle favole più belle che ci siano » commentò Henry, tra un sorso e un altro, facendo sorridere le due donne.
MaryMargaret annuì compiaciuta, prima di continuare il racconto.
« I due si scoprirono presto innamorati, ma ovviamente trovarono alcuni ostacoli sulla loro via ».
 

« Padre, perchè non posso sposarlo? » continuava a domandare Kurt, ormai in ginocchio davanti al padre. « Pensavo che voi, più di ogni altro, avreste capito ».
« Ma io capisco, Kurtie » disse il Re, avvicinandosi al figlio per consolarlo. « Ma pensa a cosa direbbe il popolo! So che dici sempre che non vuoi nasconderti, ma qui non puoi fare altrimenti! »
 



« È un'ingiustizia! » esclamò il bambino arrabbiato.
« Lo so, Henry, lo so. Ma aspetta » lo consolò MaryMargaret. « Allora il principe Kurt corse nell'altro Regno, e andò da Tremotino ».
« Sempre lui! » esclamò stizzito il bambino, precedendo i pensieri di Emma.
Nessuno dei due voleva il signor Gold anche in quella storia.
« In ogni modo » continuò l'altra, « Blaine lo seguì. Come poteva non farlo? »
 



« Kurt! Dove corri? » urlava Blaine, correndo a perdifiato dietro l'uomo che amava e al suo cavallo.
« Tremotino ci aiuterà! Tremotino lascerà al nostro amore di avere la meglio! »
 « Non farlo, Kurt. Ti prego ». Blaine lo aveva supplicato.
Il principe di fece fermare il cavallo,  e vi scese immediatamente.
« Perchè? » domandò semplicemente, guardando gli occhi color ambra di Blaine.
« Ci sarà sempre un prezzo da pagare » spiegò. « Un prezzo troppo alto ».
« Io lo pagerò » disse Kurt. « Io lo pagherò per noi. Io ti amo con tutto me stesso, Blaine, darei tutto per poter stare con te per sempre. Felici e contenti ».
« Potrebbe anche farci separare, Kurt. È crudele lo capisci questo? » disse Blaine, prendendogli le mani. « Non ci serve un matrimonio per vivere per sempre felici per sempre. Scapperemo, se è questo che vuoi, ci costruiremo una casa in una bella radura, piena di alberi e frutta, magari vicino alla miniera dei nani, e ci baceremo ogni sera sotto le stelle ».
 



Henry ascoltava il racconto rapito. Era così diverso dal solito, così diverso e così bello.
Avrebbe ascoltato quella favola per ore.
Lo avrebbe veramente fatto, se un'infuriata Regina Mills non avesse bussato alla porta in quel preciso istante.
Emma si alzò e andò ad aprire la porta.
« Henry, dov'è Henry? » chiese, il volto serio e impassibile.
« È qui e... » tentò di dire lo sceriffo.
« E non  ci dovrebbe stare » concluse per lei il sindaco, prendendo zaino, quaderno ed Herny in pochi secondi.
Emma guardò il bambino andarsene come ogni volta.
 
 Quella mattina Henry li vide di nuovo.
Stavolta, però, non guardò i due ragazzi con uno sguardo stranito, ma sorrise apertamente e guardò sognante quelle due mani intrecciate.
 Riuscì a capire da solo la fine di quella storia, e riuscì anche a capire che il loro amore era stato tanto forte da non necessitare il suo aiuto.
 



Kurt aveva annuito, sorridente.
« Hai ragione » disse, accarezzandogli una guancia. « Tu sei tutto quello di cui ho bisogno. Non ci serve un matrimonio ».
« Ti amo così tanto » sussurrò Blaine, così piano per farlo sentire solo al diretto interessato. Nemmeno Spezzy aveva il diritto di sentire la sua dichiarazione d'amore.
« Ti amo anch'io ».
  
Fecero tutte le cose che Blaine aveva detto.
La loro casa nella radura era bellissima, proprio come le stelle che guardavano la notte, sdraiati sul prato mano nella mano.
Avevano trovato il loro finale felice, senza immischiarsi in problemi più grandi di loro coe avevano fatto altri personaggi delle fiabe.
Perché Biancaneve, Cenerentola, potevano dire di aver trovato l'amore della loro vita, potevano dire che avevano anche trovato una felicità, ma non potevano dire di averlo fatto senza ficcarsi in situazioni che non avrebbero saputo gestire.
« No, there’s nothing that I wouldn’t do to make you feel my love » gli cantò una sera Blaine, sotto quelle meravigliose stelle.
« I could make you happy, make your dreams come true. Nothing that I wouldn’t do. Go to the ends of the Earth for you, to make you feel my love » completò Kurt, stampandogli un bacio sulle labbra.
Erano felici lì, come nessuno prima.
Erano veramente felici, felici e contenti






Nda:
Non è possibile che l'abbia già finito, non è proprio possibile!
E non è possibile che sia abbastanza soddisfatta del risultato!
Tutto merito del Gleeky Cauldron, che ci ha fornito del prompt bellissimi <3
Mi ero programmata di dire tante cose, ma è tardi e le ho anche dimenticate, quindi se non si capisce qualcosa, non esitate a chiedere!

Ale <3
   
 
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