Sentivo le mani tremare, il cuore battere e il respiro fremere.
 

Con lui mi ero denudata della mia ricchezza e avevo lasciato che la mia purezza ammaliasse tutti,

Ero una diciassettene inesperta di cosa fosse la vita vera, inesperta dell'amore, cosa avrei mai potuto fare se i miei occhi  erano come cechi dinanzi alla maestosità e alla bellezza dei sentimenti?,

guardavo dentro di me e vedevo il vuoto, un vuoto buio e gelido dove avrei potuto perdere la sensibilità del mio corpo, era come l'al di là dell'anima solo che io un'anima non l'avevo, o per lo meno non l'avevo mai scovata dentro me.
 

I miei gioielli e i miei vestiti riuscivano a mascherare perfettamente il mio desiderio di benessere,

Negli anni dieci nessuno badava all'emotività dell'uomo, tutti vedevano i soldi come sinonimo di libertà e felicità,

ma cosa fai quando il tuo cuore non batte più? Quando non hai più ragione di sorridere?

E dopo diciassette anni di una vita scarsamente vissuta mi ritrovai sull'impalcatura in ferro della poppa del Titanic, "La nave dei sogni",

guardavo l'oceano profondo e immenso che chiamava il mio nome, sentivo le onde all'unisono con il mio cuore, come se ormai facessi parte di loro, come se ormai il mio corpo si fosse affranto tra gli scogli,

i lustrini del mio abito erano scostati dal vento, le mie mani erano ormai gelide e da troppo tempo posate sul ferro ghiacciato di una notte d'aprile,

era come se in me non ci fosse più nulla di puro, esattamente non sapevo se qualcosa in me avrebbe mai preso una piega diversa, sapevo che avevo bisogno di andarmene da quella galera, una galera che solo io avevo il coraggio di abbandonare.

I bambini mi guardavano accecati dai diamanti perfettamenti posti sulla seta dei miei vestiti che valevano quanto una casa per il popolo più povero,

la mia famiglia sperperava i nostri beni in ciò che meglio ci rappresentava, ebbene se avessi dovuto rappresentare me stessa attraverso gli abiti avrei sicuramente indossato uno straccio grigio, quel colore che uniformizzava le classi sociali.. ovvero quelle "apparentemente povere di bene",

eppure fin da bambina ho sempre dovuto seguire uno schema per essere me stessa, anzi per essere ciò che gli altri mi imponevano di essere,

non potevo correre, non potevo lasciare che i miei capelli sfiorassero il vento perchè non era da bambina per bene,

la verità era che i bambini erano solo forme di cavie affinchè diventassero macchine del potere e dell'economia come gli adulti, gli stessi adulti che per sopravvivere dovevano nascondere il loro cuore e metterlo nella modalità silenzioso per qualche tempo, o forse per tutta la vita.


 

E poi?
 

Poi semplicemente mi accorsi che nemmeno il mare era il mio posto, era solo un luogo dove avrei affondato ulteriolmente una vita non ancora cominciata,

Da quella notte, da quel buio e profondo tamburellare dell'acqua, la mia vita finalmente iniziò,

ora questa aveva un nome, Jack Dawson..
 

Il suo cuore mi condusse alla mia purezza, la sua mano strinse la mia affinchè sentissi un segno che mi consigliava, per una volta, di ascoltare il mio cuore.
 

Per esattamente quattro giorni io seppi cosa volesse dire vivere, 

per esattamente quattro giorni io seppi cosa volesse dire amare,

per esattamente quattro giorni io seppi cosa volesse dire essere libera.

 

"Successivamente cosa accadde?"

"Cosa accadde? Semplice.. la mia vità terminò nuovamente, il mio cuore perse nuovamente battiti, il mio corpo fu nuovamente vuoto e la mia anima.."

"fu nuovamente vuota?" mi domandò l'uomo con un registratore puntato verso di me,

"Non esattamente, La mia anima da quel giorno ebbe una nuova destinazione, da quel giorno la mia anima era posseduta da qualcun'altro che non fossi io.. io non ero degna di trattenere qualcosa che io stessa non ero in grado di utilizzare! Esatto l'anima va utilizzata, l'anima ci è stata donata per credere in tutto ciò in cui il cuore non credeva, La mia anima apparteneva a Lui.. Appartiene a lui, dopo esattamente ottantacinque anni"

"Ma.." una voce spezzò la mia

"Non mi interrompa la prego" sussurrai all'uomo che si stata mostrando leggermente ostile,

"Signor Campbell, quella notte La mia anima affondò con lui, so quanto lei sia profondamente indignato dalla perdita di tempo che ha speso con me, so che lei voleva il suo diamante e i suoi soldi,

ma sappia una cosa buon uomo, nessun diamante mai risplenderà come la purezza dell'infinito, sa lei mi ricorda molto mia madre.. quella notte solo una scialuppa tornò indietro, Una sola,

le altre, compresa quella di mia madre, presero la prima via per il salvataggio.. e la sa una cosa Signor Campbell?- scrollò velocemente la testa intimorito- Se fosse nato ottant'anni prima lei avrebbe condotto quella scialuppa, quella che tornò a salvare poche vite.. e lo sa perchè? - imitò nuovamente il gesto frettoloso del capo- perchè lei come me avrebbe dato agio a ciò che per tropo tempo era imprigionato dentro di lei"


Salve a tutti, allora questa è la prima One shot che scrivo sul titanic,
Ho voluto fare questo esperimento veramente PESSIMO,
perchè mi è uscita MOLTO MALE,
Apparte questo volevo scusarmi per questa orrida OS,
io scrivo solo sui One Direction e non sono abituata a cambiare Tema da 
un giorno all'altro.
Spero ugualmente che qualcuno la gradisca :D
Ciao bellaaa gentee!