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Autore: Ila_Chia_Echelon    02/05/2012    2 recensioni
"Il vetro lascia passare ogni cosa: luce, calore, suoni. Ma questa volta è la mia anima a far da bunker insonorizzato. Vedo, ma non sento..."
Questo è un racconto un po' particolare, frutto di un giorno veramente malinconico. Spero mi farete sapere il vostro parere. Grazie in ogni caso a chiunque sprecherà un po' di tempo per leggerlo.
-Ila-
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vetro lascia passare ogni cosa: luce, calore, suoni. Ma questa volta è la mia anima a far da bunker insonorizzato. Vedo, ma non sento...                                                    

Gli occhi della folla erano completamente puntati verso di lei. Non uno la mancava, se per caso avesse fatto anche il minimo movimento questo sarebbe stato immediatamente intercettato. Ma lei non si muoveva, se non al ritmo regolare dei tremiti e dei singhiozzi. Completamente nuda, percepiva tutto il gelo della sua anima. Cercò con lo sguardo un angolino in cui nascondersi, pur sapendo che questo piccolo mondo era tanto letale proprio perché rotondo, ma in ogni caso comprese che non avrebbe avuto la forza di raggiungerlo. Dai suoi occhi cupi sbucarono le ultime di una serie infinita di lacrime. Ormai non si curava più di tutta quella gente che era venuta lì solo per assistere allo spettacolo, e così doveva essere. Dai fori posizionati al centro cominciò a zampillare l’acqua, a ritmo sempre più intenso. Ora, nei continui sbalzi tra lucidità e follia, scorgeva tutto il sudiciume di cui era ricoperta, corpo e anima. Loro volevano solo lavarlo via, soltanto purificarla... un vortice urlante la inghiottì.
Sobbalzò, sentendo che l’acqua fredda aveva raggiunto l’altezza dell’ ombelico.  Era accovacciata in una posizione scomposta, probabilmente i sensi l'avevano abbandonata per una decina di minuti. Si sedette un po' più decentemente. Faceva così freddo...il sole si prendeva gioco di lei, di nuovo, da sempre, costantemente presente quando lei non avrebbe desiderato nient'altro che pioggia.
L'acqua saliva lentamente, ma non aveva intenzione di seguirne il percorso con lo sguardo, oltre che con il tatto. Prima di chiudere gli occhi scorse tra la folla un bambino chiedere qualcosa alla madre, con tutta la sua generosa spontaneità.                                                                  
-"Ah povero innocente, non puoi capire..e se non fosse inevitabile non ti augurerei di farlo nemmeno in futuro. Vivi nelle favole per tutto il tempo possibile.."-                       
Le favole..dov'era il fantomatico salvatore ora? Colui che l'avrebbe strappata da quella bolla ora quasi piena d'acqua?
Ormai c'era così poca aria, il liquido le era all'altezza della gola, e saliva, saliva..con letezza e spietatezza infernali.

Quanto tempo mi è concesso ancora? 
   
 
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