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Autore: Ryashiro    25/11/2006    8 recensioni
Masaya, il ragazzo perfetto. Sempre in anticipo agli appuntamenti, ottimo negli studi. Ma in quella campana di vetro si aggiungerà una ragazza dai capelli rossi, che non solo distruggerà il bel mondo di Masaya, ma anche lui stesso.
Genere: Romantico, Triste, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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21 Ottobre 2006, Tokyo


Squilla di nuovo il telefono.
Aspetto che qualcuno al piano di sotto risponda e sussurri un “mi dispiace, sta dormendo” all’interlocutore.
Il soggetto di quella bugia tanto sfruttata dai miei genitori sono io.
Mi chiamano spesso, ultimamente.
Vogliono sapere se sto bene, anche se ormai la risposta mi sembra palese.
Non ho voglia di sentire nessuno e spero che prima o poi smetteranno di chiamarmi e assillarmi con le loro domande irrazionali.
Tanto che avranno da dirmi di così importante?
I miei compagni di scuola sono veramente troppo ingenui, non possono pretendere che io gli parli dei miei malumori quando non hanno mai fatto altro che discutere su come si era vestita male la loro vicina di banco il giorno prima.
Io ho abbandonato quel mondo con le pareti imbottite dove cadi e non ti fai nulla, dove la gente ti porge una mano e ti rialzi, dove ogni cosa che fai è giusta e bella.
Vi odio, anche se forse la mia è solo invidia..
Qualcuno alza la cornetta, pronuncia la parola di rito con rassegnazione e poi inesorabilmente si blocca alla domanda della persona all’altro capo dell’apparecchio.
Sento dei passi che salgono le scale e percorrono il breve corridoio che porta alla mia camera, alias quella che ho deciso sarà la mia tomba.
Bussano alla porta.
Svogliatamente alzo la testa e con gli occhi seguo i movimenti del pomello.
Cosa sperava mia madre? Che da un momento all’altro avrei infilato la chiave nella serratura e l’avrei accolta con un caloroso abbraccio?
- Masaya, apri.. ti cercano al telefono..-
Risposi col silenzio.
- ..è Ichigo..-
Sento un qualcosa di doloroso all’altezza dello stomaco che mi piega in due. Vorrei vomitare, ma non mangio nulla da giorni, quindi mi è materialmente impossibile.
Passa ancora qualche secondo.
-Le dico che sei fuori.. -
Non so con quale forza riesco ad alzarmi in piedi, ad aprire la porta con le chiavi e a guardare la donna che mi ha donato a questo mondo.
Vedo le sue pupille rimpicciolirsi e osservarmi colme di pena.
L’ultima volta che mi sono guardato nello specchio in camera mia, prima di spaccarlo, i miei capelli neri erano scompigliati come se avessi passato una lunga notte ad imbruttirmi d’alcol, il viso pallido e le guance scavate.
Beh, i vestiti sono da due settimane praticamente gli stessi, quindi comprendo in parte la reazione di mia madre.
Distolgo lo sguardo perché sta piangendo.
Scendo al piano di sotto e mi dirigo lentamente verso il telefono che sembra attendermi lì, con una smorfia inesistente. La mia mano trema, ma rispondo lo stesso. Ho giurato che non avrei più avuto paura di nulla.
-Cosa vuoi?-
Più che una domanda la mia sembra un’affermazione.
Una volta mi sarei pentito di essere stato così freddo con lei, ma oggi non è ieri, e sinceramente adesso non me ne frega niente di come si possa sentire ad essere trattata come un oggetto.
-Ciao Aoyama, è da un po’ che non ti fai vedere e.. -
-Cosa vuoi?-
Scusami Ichigo, davvero.
Ma è solo colpa tua, hai voluto circondarti da gente falsa quando c’era chi ti avrebbe amata per come sei. Mi viene quasi da ridere. Chi l’avrebbe mai detto che saresti stata tu a cercarmi?
Questa chiamata è stata la mia preghiera di una vita!
Se solo l’avessi fatto prima sarei stato felice, non sai quanto.
- Mi dispiace Aoyama. Ho sbagliato tutto. Non pensavo che la faccenda si sarebbe complicata a tal punto. Perdonami, ti prego!-
Piange. Forse sono morto realmente. Mai tante persone in una volta hanno pianto per me. È tanto grave ciò che ho fatto? Così brutto? Così.. sbagliato?
Non ho la minima idea di cosa dirle.
Potrei dirle che la odio, che mi fa schifo e la disprezzo.
Invece preferisco divagare.
- Mi chiamo Masaya. Aoyama è il mio cognome. -
- Scusa è che.. Mio Dio avevi ragione su tutto e.. Ti prego, non voglio che tu stia così per colpa mia!-
- Ah-ah.. Ichigo.. Bella come poche, ma stupida ed egocentrica come tante! Pensi che stia male per te?-
Singhiozza senza provare a dire niente. Il mio stomaco sembra che si comprima e si attorcigli in un nodo.
- Perché continui a piangere? Ryo non è lì con te a consolarti con qualche bel regalo?-
Non risponde. Sento la mia parte cattiva divorarmi la testa.
Inizio a tremare violentemente. Mi capita spesso. L’adrenalina è così tanta che mi sento rinascere.
Mi succede solo quando le cose fanno veramente schifo, quindi penso che la ricorrenza sia esatta.
- Cazzo, perché sto parlando con te? Sei solo come tutti gli altri..-
Sussurro.
- Ti voglio bene.. Masaya.-
Dice solo questo.
Se ne esce così, con una frase affettuosa che mi colpisce dritto nel mezzo dei miei pensieri.
Mi ha chiamato addirittura per nome, cosa che, con mio sommo dispiacere, non aveva mai fatto.
Mi si blocca il respiro e il cuore inizia a battere più forte facendomi schizzare il sangue al cervello.
Inspiro violentemente.
Resto così un poco, ingoiando il silenzio che abbiamo in comune come se fosse un veleno letale.
Poi, con un gesto fermo e deciso, riaggancio.
Sento gli occhi gonfiarsi di lacrime, ma non posso piangere.
Corro in cucina, apro il frigo e inizio ad ingozzarmi.
Mangio tutto, do un morso alla margarina contenuta in un barattolo, ingurgito del sushi, apro una tazzina coperta dal cellofan e mando giù delle verdure tagliate a tocchetti.
Bevo il latte direttamente dalla bottiglia finché non inizia a colarmi dai lati della bocca.
Butto i rimasugli del mio pasto a terra, poi cado supino accanto ad essi.
Mia madre sopraggiunge nella stanza e sibila qualcosa simile ad una preghiera, poi si inginocchia accanto a me, prende tra le braccia il mio busto e mi stringe al suo petto.
Non sento assolutamente niente.
Non mi da nemmeno fastidio.
Sento che se iniziassi a piangere le mie lacrime sarebbero sangue.
Ma ho bisogno di urlare, ne ho il diritto assoluto, voglio la gente sappia che razza di drogato di merda sono.
E come se mi avessero accoltellato, pronuncio la mia esasperazione.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!-
La mia bocca si apre tanto da farmi male.
Inizio ad agitarmi con brutalità, ficco pugni al pavimento mentre le convulsioni invadono il mio corpo come delle potentissime scariche elettriche.
Vomito, urlo, impreco.
Perché io voglio solo che tutti sappiano..
- PUTTANAAAAAAAAAAAAAA!! PUTTANAAAAAAAAAAAAAA!! -
.. cosa sento.

Ti voglio bene.. Masaya.

Fottiti. Tu. Tutti. Si fotta l’essere umano che mi sta stringendo a sé per calmarmi, si fotta l’uomo che m’ha generato, si fottano la fame e la sete, la sofferenza, il dolore, le lacrime, la solitudine.
Vaffanculo.
Lasciatemi morire, ancora una volta.


****
Ciao a tutti!! ^o^ Beh, mi rendo conto che della vita di Mark non ve ne frega assolutamente niente, ma ho scritto questa ff per essere un po’ più originale delle altre volte..
Come avete capito, Mark è il protagonista e sta male a causa di Ryan e Straw.. Nel prossimo capitolo capirete perché!!
Spero che mi commentiate!
Un Kissone ciau
Ryashiro
  
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