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Autore: OhCheshireCat    02/05/2012    9 recensioni
[Thor/Loki]
Non sapeva se tutto ciò fosse giusto o sbagliato, ma non gli importava, perchè in quel momento avevano un disarmante bisogno l'uno dell'altro.
Quella notte non ci sarebbe stato più nessun incubo.
Avvertì le braccia di Thor avvolgersi lentamente attorno alla sua vita, e non fece nulla per contrastarlo. Chiuse gli occhi e, per un breve istante, si sentì finalmente a casa.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Ok, è la prima Thor/Loki che scrivo, quindi abbiate un po' di clemenza. La one-shot è ambientata nel periodo in cui entrambi erano piccoli, spero vi piaccia.

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You put your arms around me
And I believe that it's easier for you to let me go

You put your arms around me, and I'm home

 



 

Loki, no!”
Il ragazzino aprì gli occhi di scatto, e un brivido gli attraversò tutta la schiena. Con i capelli ancora madidi di sudore, stese le braccia nell'oscurità, ma riuscì soltanto ad abbracciare il vuoto.
Percepì una fitta lancinante alla testa e si portò il palmo umido sulla fronte, sentendo poi fra le dita una sostanza viscosa vagamente simile al sangue. Anche l'odore era lo stesso del sangue.
Rimase steso lì per un paio di secondi, cercando di capire dove fosse, e alla fine giunse alla conclusione che si trovava sul pavimento della sua camera da letto.
Tremando, cercò di alzarsi da terra e si rimise in piedi, barcollando un po' per via del dolore che provava a causa della ferita.
Fece un passo avanti, poi un altro, e un altro ancora, andando alla cieca nel buio fino a quando non trovò quella che probabilmente era la porta della sua stanza.
Come era potuto succedere? Era la terza volta quella settimana. Gli incubi diventavano sempre più frequenti, sempre più reali. Ogni volta si addormentava con la paura di ripercorrere nella sua mente quelle immagini e, quando si svegliava, si sentiva diverso, quasi estraneo a se' stesso. Era come percorrere una lunga scala, per poi arrivare alla fine; cercare di salire un altro gradino, ma invece... cadere nel vuoto.
La cosa che lo terrorizzava di più era quella voce. Quella voce che ripeteva sempre la stessa frase, ogni singola volta. Riusciva ancora a sentirla ancora nella sua testa.
Poggiandosi una mano sulla tempia, Loki girò lentamente il pomello della porta e con un sospiro di sollievo intravide la luce del corridoio. Fece un altro cauto passo avanti e uscì fuori dalla sua camera. Dopo essersi guardato attorno con sospetto, chiuse la porta dietro di lui; dopodichè, si addentrò nel corridoio.
Era incredibile quanto fosse silenziosa la reggia di Asgard. Il corridoio deserto gli incuteva un certo timore. Se suo padre l'avesse scoperto a gironzolare in piena notte per il castello, sicuramente non l'avrebbe passata liscia. Ma Loki non poteva restare da solo, non in quel momento. Anche se era una cosa che odiava fare, doveva chiedere aiuto.
Traballando sui suoi stessi passi, giunse a una grande porta dorata. Deglutì, cercando di sciogliere il groppo alla gola che quasi gli impediva di respirare. Chiuse gli occhi e, con calma, bussò.
Silenzio.
Si guardò di nuovo attorno, con aria spaesata. Le guardie sarebbero potute arrivare da un momento all'altro.
La situazione appariva ai suoi occhi molto peggiore di quanto fosse in realtà. Dopotutto, era figlio del re, le guardie avrebbero dovuto rispettarlo. Ma la verità era che nessuno aveva molto rispetto per Loki.
Non se ne chiedeva il motivo, semplicemente... era sempre stato così.
Sospirò, per poi bussare di nuovo.
Sentì un leggero mugolio proveniente dall'interno della camera. Senza pensarci, aprì la porta ed entrò dentro. La prima cosa su cui si posarono i suoi occhi, fu la figura sul letto, illuminata dalla flebile luce proveniente dalla finestra.
Thor era ancora addormentato.
Loki rimase immobile sull'entrata, lo guardò con attenzione. Riusciva a distinguere solo una massa di capelli biondi scompigliati, perchè il viso del fratello era nascosto quasi interamente dal cuscino.
Il suo respiro era quasi impercettibile. Vedeva la sua schiena alzarsi e abbassarsi sotto le lenzuola, e pensò che era quasi un peccato svegliarlo. Fece un passo avanti, e lui mosse leggermente la testa.
“Thor!” chiamò a voce bassa.
Il fratello si girò dall'altro lato del letto, dandogli le spalle. Loki alzò un sopracciglio.
“Thor!” ripetè, questa volta con più forza.
Thor russò leggermente, pronunciando qualche parola incomprensibile.
Spazientito, Loki si avvicinò ancora di più. Si sedette sul bordo del materasso, poggiando una mano sul braccio del ragazzino. “Dai, su, svegliati,” lo implorò, scuotendolo con forza.
L' altro sobbalzò di scatto, emettendo un verso di sgomento. “Loki, mi hai fatto prendere un colpo!”disse, con voce assonnata, mettendosi a sedere.
“Mi dispiace,” si scusò lui, sfregandosi ansiosamente le mani, “è che...”
Prima che potesse finire la frase, Thor lo interruppe. “Che cosa ti sei fatto sulla fronte?!”
Loki spalancò gli occhi. Si era completamente scordato della ferita, ma ora che gliel'aveva ricordato, poteva percepire il dolore ancora più intensamente. “Non è niente... sono solo... caduto.” rispose con noncuranza.
“Caduto?” domandò l'altro, perplesso.
“Sì, ecco, sono caduto dal letto. Non ti preoccupare, davvero, non mi fa neanche male.” mentì.
“Non raccontarmi bugie.”
“Ok, solo un po'” sospirò Loki, seguendo con lo sguardo ogni movimento del fratello. “Ehi, cosa stai facendo?” domandò, vedendolo tirare fuori da sotto il letto una scatola di legno.
“Cerco qualcosa per medicarti,” lo informò Thor “Spesso durante le esercitazioni mi faccio male, ma nostro padre dice... dice che me la devo cavare da solo.”
Loki grugnì, come segno di dissenzo.
“Lo so, può risultare severo a volte,” continuò il ragazzino biondo, “Ma ci vuole bene, e sa che dobbiamo imparare a crescere con le nostre forze.” Finendo la frase, poggiò la cassetta sul materasso, tirandone fuori benda. “Lì c'è una brocca d'acqua, vai a sciacquarti la faccia e poi al resto provvedo io.” disse, indicando un angolo della stanza.
Lui annuì e fece come gli aveva detto. Dopodichè, si rimise seduto sul letto. Thor si mise in ginocchio davanti a lui, e gli scostò leggermente i capelli dalla fronte.
“Ahh,” mugolò Loki, sentendo il dolore espandersi sotto il tocco del fratello.
“Non avevi detto che non ti faceva per niente male?” lo prese in giro l'altro, ridendo.
Loki accennò un sorriso. Abbassò lo sguardo, lasciando che Thor avvolgesse la benda attorno alla sua testa. “Ecco,” disse infine, soddisfatto.
Loki alzò il capo, e si trovò davanti, a meno di cinque centimetri di distanza, un paio di enormi occhi azzurri. Innocenti, devastanti occhi azzurri.
Il suo cuore fece una capriola.
“Va... tutto bene?” chiese Thor, sconcertato dallo sguardo che vide sul suo viso.
Lui annuì, cercando di deglutire. L'altro si avvicinò lentamente e, senza preavviso, gli schioccò un bacio sulla fronte. “Vedrai che domani non sentirai più nulla,” lo confortò, abbracciandolo stretto. Loki sentì una vampata di calore salirgli sulle guance, e nascose la testa sulla spalla del fratello, cercando di non mostrargli l'imbarazzo che provava in quel momento.
“Stai tremando.” disse Thor, facendo scorrere una mano sulla sua schiena.
Non rispose. Si limitò a chiudere gli occhi, restando immobile.
“Ancora quell'incubo?” gli sussurrò all'orecchio.
“Sì.”
Nella stanza calò il silenzio. Thor fece per sciogliere l'abbraccio, ma Loki si aggrappò a lui, stringendolo ancora più forte. Guardò davanti a se', fissando con espressione attonita il cielo stellato che si intravedeva dalla finestra. Sotto il chiarore della notte, i suoi occhi si riempirono di lacrime.
Strinse le labbra dolorosamente.
“C'è tanto... freddo, e tristezza, nel mio sogno. Sono solo, mi sono perso. Il deserto bianco in cui mi trovo comincia a svanire poco a poco e poi... una voce. Una voce chiama il mio nome. Poi il nulla.” si sforzò di dire, con voce smorzata. “Non voglio rimanere solo,” le parole si spensero in un singhiozzo.
“Non sei solo,” lo rassicurò Thor, facendo correre le mani fra i suoi capelli corvini.
Con la bocca ancora cucita dalle lacrime, Loki sorrise debolmente. Si staccò dalla presa del fratello, per guardarlo dritto negli occhi. “Ti voglio bene, Thor,” bisbigliò d'un fiato, come se le parole gli fossero sfuggite senza che se ne fosse accorto.
“Anche io,” rispose lui, passando una mano sulla sua guancia per asciugarli il viso bagnato “...più di quanto immagini.”
Sentendo quella frase, il cuore di Loki smise di battere per un secondo. Era come se tutto intorno a loro si fosse fermato, congelato in un solo momento.
“Posso dormire qui?” chiese a mezza voce.
“Tutte le volte che vuoi.”
Loki smise di singhiozzare. In assoluta tranquillità, si infilarono insieme sotto le coperte. Si portarono il lenzuolo fin sopra le teste, fino a coprirle quasi completamente.
Sapeva che nelle parole del fratello c'era molto di più, eppure non disse nulla. Ciò che aveva percepito nell'istante stesso in cui lui le aveva pronunciate, era stato qualcosa di talmente surreale da lasciarlo senza fiato. Non sapeva se tutto ciò fosse giusto o sbagliato, ma non gli importava, perchè in quel momento avevano un disarmante bisogno l'uno dell'altro.

Quella notte non ci sarebbe stato più nessun incubo.
Avvertì le braccia di Thor avvolgersi lentamente attorno alla sua vita, e non fece nulla per contrastarlo. Chiuse gli occhi e, per un breve istante, si sentì finalmente a casa.






 

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La storia la dedico a Rucch, che come al solito mi sprona sempre con tanto amore a pubblicare le mie cagate su questo sito.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto, xoxo C.

   
 
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