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Autore: Hurricane_95    02/05/2012    1 recensioni
A 17 anni non puoi vivere certe esperienze, giusto?
A 17 anni non puoi essere andata in coma dopo aver tentato il suicidio.
Ed è per questo che i genitori di Jane hanno deciso di mandarla in America dai nonni materni...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Perchè mamma? perchè papà? Non potevate semplicemente lasciare vivere la mia vita? scoprire DA SOLA cose nuove? Scoprire che cosa vuol dire morire? Era una sensazione che mi piaceva. Sentire il tuo cuore battere forte e poi rallentare. Sentire la testa girarti e perdere i sensi. sentivo che stavo per andarmene DAVVERO quella volta. Perchè mi avete portato qua? perchè?"
pensò Jane mentre entrava in casa dei suoi nonni.



Qualche settimana prima aveva tentato di suicidarsi, sommistrandosi una dose mortale di sonniferi.
La sua vita non le piaceva. A 17 anni non aveva un ragazzo, nemmeno un'amica.
A scuola si sentiva un'estranea e rifiutava tutti e tutto ciò che osasse avvicinarsi a lei.

E ora che si trovava in una cittadina sperduta della Lousiana, paese d'origine di sua mamma, odiava ancora di più il fatto di essere sopravvissuta.

"Perchè mi avete portato in questo paese pieno di vecchi, anche loro ormai stanchi di vivere? Perchè?"
Jane sospira arrabbiata, mentre segue la nonna che, felice di avere di nuovo la nipote intorno, le mostrava orgogliosa la camera un tempo appartenuta a sua madre.
"Nipotina mia, quanto mi sei mancata... Stasera a cena parleremo meglio, ora riposati. Ah, a cena ti presento anche i nostri vicini... Li adorerai!"

"Oh, certo, li adorerò davvero! Saranno sicuramente dei vecchietti come voi... Perchè mamma e papà non mi hanno lasciata stare? Mi sentivo così.. LIBERA.."
"Va bene nonna." risponde Jane chiudendosi la porta alle spalle.
Butta la valigia sul letto e inizia a tirare fuori la sua roba con rabbia.

Tira fuori delle lamette, le guarda e le nasconde sotto il materasso.
Le utilizzerà più tardi, magari dopo la cena.
Si corica sul letto e, dopo aver esaurito tutte le lacrime, si addormenta esausta.




"Jaaane! Jaaaane!!!"

Jane si sveglia di soprassalto.
La nonna la sta scrollando, preoccupata.
"Jane, stai bene per fortuna.. Tua mamma mi ha detto tutto.. Ne parliamo dopo, ora scendi, sono arrivati gli ospiti."

Jane si alza, si avviccina allo specchio per darsi una sistemata e segue la nonna, ormai rassegnata.
"Devo trovare un modo per andarmene al più presto.."



"oh, e chi è quello scricciolo laggiù?"
Una voce maschile la richiama alla realtà.
"Chi cazzo è che mi chiama scricciolo?"
Ha sempre odiato essere chiamata con un nome che non sia il suo.
"Jane, ti sembra il caso di usare sti termini?"
"Oh, scusa nonna.."


"sono stato io."
Jane si gira verso il proprietario della voce.
I suoi occhi inciampano in un azzurro mai visto prima.
Un azzurro per cui valeva la pena... VIVERE.

  
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