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Autore: Pineapple_    02/05/2012    3 recensioni
Una cornice argentata lasciata su una scrivania e un profumo indescrivibile che aleggia in una camera. Una ragazza e la sua favola.
Forse.
Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di cornici argentate e profumi indimenticabili


 
 
È incredibile, il tempo scorre, e guardo ancora quella cornice argentata lasciata lì sulla mia scrivania, in balia della polvere, spesso chiusa in un cassetto, ma mai dimenticata.
 
Quella cornice è vuota.
 
Non prendetemi per pazza, non lo è sempre stata. C’era un tempo in cui anche lei era riempita da una foto, come tutte le cornici dovrebbero fare. Ma ora quella foto non c’è più, e l’unica cosa che mi rimane è il piccolo rettangolo argentato che guardo così spesso e con così tanta attenzione.
 
**

“E’ così bella” sussurrai appena appena, guardando sdraiata sul letto la foto sul mio comodino.
“E’ magnifica, mamma, non è vero?” chiesi a mia madre, con  un tono sognante.
“Sì, tesoro, è stupenda” mi rispose lei, accarezzandomi piano i capelli, con un tono altamente ironico.
“Mamma!” la ripresi, fingendo di tirarle una cuscinata.
Lei si scostò, ridendo: “Ehi, vacci piano, scherzavo! È vero, siete proprio carini, e tu sei proprio innamorata! Ma stai attenta a non rimanere scottata!”
 
Ma come fare? Tommaso era perfetto, e più guardavo quella foto, più mi rendevo conto che ero totalmente innamorata di lui.
Si era trasferito nella mia scuola al terzo anno e, che dire, fu un colpo di fulmine.  Dopo essere usciti insieme un paio di volte, capimmo di essere inseparabili. Io.. beh, lo amavo alla follia. Come non farlo? Occhi verdi e penetranti, capelli ricci e neri, fisico perfetto, simpatico, intelligente, romantico, carismatico, un po’ geloso.. Tommaso incarnava il perfetto ideale di ragazzo, un dio greco sceso in terra.
 
E, cosa ancora più strabiliante, era mio
 
Con lui era tutto magico: uscire, mangiare un gelato, persino studiare con lui diventava piacevole. Tommaso era speciale. Quando mi scriveva i suoi dolcissimi messaggini per darmi la buonanotte, quando mi lasciava bigliettini con scritto quanto fosse felice con me, quando la notte stavamo abbracciati sul mio letto, capivo che lui, in pochi mesi, era diventato il mio mondo, la scialuppa di salvataggio alla quale mi sarei aggrappata ogni volta ne avessi sentito il bisogno.
 
E poi ci fu quella magica serata, passata insieme sotto le stelle, durante la quale mi aveva regalato una foto, la nostra prima foto insieme, davanti all’entrata del parco, con un ciliegio proprio dietro di noi. Piansi sulla sua spalla, quella sera. Restai aggrappata alla sua felpa per un’infinità di tempo, aspirandone forte il profumo. Sapeva di esotico, di straniero, di eccitante. Mi piaceva perché sapeva di lui. Quel profumo era diventata una droga per me.
 
Il giorno dopo corsi a comprare una cornice adatta a contenere per sempre la foto mia e di Tommaso. Girai decine di negozi, ma nessuna sembrava quella giusta, fin quando non ne adocchiai una piuttosto nascosta, argentata, con un piccolo cuore inciso nell’angolo sinistro in basso. Appena la vidi, sapevo che sarebbe stata perfetta.
 
Con un fremito, arrivata a casa, misi la foto nella cornice e la posai sul comodino. Da allora non riuscii più a smettere di guardarla, di osservarla, di adorarla. E anche quel pomeriggio non ero da meno, parlando con mia madre.
 
Era tutto come in un bel sogno, come in una favola. Il principe azzurro era venuto a salvare la principessa e sarebbero vissuti insieme felici e contenti per il resto della loro vita.
 
Ma la vita non è una favola, e un giorno la realtà mi colpì in faccia con tanta violenza da lasciarmi stravolta.
 
Non ci saremmo dovuti vedere nel pomeriggio perché mi aveva detto di dover restare a casa ad aiutare suo padre ad imbiancare. Che ragazzo fantastico, no? Così gentile, aiuta anche il padre ad imbiancare…
Così ero uscita tranquillamente con la mia migliore amica Emma per prenderci un gelato, approfittando di una bella giornata soleggiata di aprile.
 
Entrammo in gelateria e ci sedemmo ad un tavolo, chiacchierando.
 
Vedemmo entrare una giovane coppia, ed Emma, amante dei pettegolezzi, subito mi disse: “Ehi, ma quella non è Daniela, la tua vicina di casa? Ed è con un ragazzo, per giunta.. guarda, adesso è di spalle, sono proprio curiosa di sapere con chi sia!”
 
“Em, sei una pettegola incredibile!” le dissi ridendo, ma il sorriso mi si gelò sulle labbra. Daniela stava baciando il ragazzo con lei. Quello che supponevo fosse il MIO ragazzo.
 
Rimasi paralizzata, seduta al tavolo. La mia amica si girò e sgranò gli occhi. Sotto il mio sguardo allibito, si alzò e diede uno schiaffo a Tommaso.
“Tu, grandissimo pezzo di stronzo! Lo sapevo, lo sapevo che sotto la faccia d’angelo c’era un enorme pezzo di merda. Sei un coglione fatto e finito! Un ipocrita del cazzo!” gli urlò, poi mi prese per il braccio e mi trascinò a forza fuori dal locale. Mentre gli passai accanto, chiusi gli occhi per non vedere la sua faccia, ma non potei fare a meno di sentire, un’ultima volta, il suo profumo.
 
“Maddalena, quello stronzo non si merita una ragazza come te. Proprio no! Lo sapevo, lo sapevo!” continuava a ripetere Emma, arrabbiatissima.
 
“Io.. io pensavo fosse diverso…” le sussurrai, con gli occhi pieni di lacrime.
 
Non lo era. “Sono tutti uguali gli uomini. Ci fanno innamorare e poi ci distruggono” pensavo, mentre sentivo qualcosa rompersi dentro si me.
 Corsi a casa e, senza pensarci, tolsi la foto dalla cornice e la buttai nel fuoco del caminetto che scoppiettava allegramente.
 
Poi mi stesi sul letto e piansi. Tutti i momenti con Tommaso, tutti i nostri ricordi, tutte le nostre chiacchierate, i nostri baci, tutto svanito….
 
La vita non è una favola.
 
**
 
Nei primi tempi dopo la rottura Emma mi chiedeva perché non avessi buttato la cornice. La risposta? Non la so nemmeno io. Forse perché non voglio perdere tutto, voglio un ricordo. Almeno uno. E se tenere quella foto mi avrebbe fatta soffrire troppo, la cornice al contrario mi increspa le labbra in un sorriso ogni volta che la guardo, come per ridere di quanto fossi ingenua, come a ricordarmi che un tempo in cui ero stata davvero felice c’era stato e che non se ne sarebbe andato.
 
Ma di quel tempo non mi rimane più niente, se non una cornice vuota in attesa di essere riempita da nuovi ricordi.
 
E nella stanza aleggia un profumo che forse immagino soltanto.
 
Il suo.
 
 
 
Spazio Autrice:
 
Eccomi di nuovo a tormentare i vostri schermi con una nuova storiella!
 
Abbiate pietà di me, l’ho pensata mentre ero sotto la doccia questo pomeriggio!
 
Se vi è piaciuta la storia, sarei felice se lasciaste un commentino, e se non vi è piaciuta, le critiche sono ben accette.
 
Alla prossima!
 
Un bacio,
 
Candy C 
  
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