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Autore: Two Blue Stars    03/05/2012    4 recensioni
| Fic scritta a quattro mani da Kikari_ e Milady Ophelia|
Anno 2186.
La Terra ormai è quasi morta, la vegetazione non cresce più e l'acqua è puramente artificiale. Le sue condizioni sono allo stremo, e già da anni le maggiori autorità hanno mandato navicelle per esplorare pianeti lontani.
Xerion è un pianeta incontaminato, una piccola perla sospesa nella Galassia, ben ospitale per gli esseri umani nonostante le strane creature che lo abitano.
E' qui che si svolgerà la nostra storia. Su un piccolo pianeta in mezzo al nulla.
L'arrivo di nuovi terrestri sconvolgerà il piccolo equilibrio precedentemente creato, mentre un'antica minaccia tornerà a ripresentarsi dinnanzi a loro. E comprenderanno che, se vorranno continuare, dovranno fare una scelta. Rinunciare al proprio orgoglio.
{Capitolo 14 - The end of the Autumn Ceremony.}
Un timido raggio di sole sbucò da dietro la collina, facendo capolino con il viso e sorridendo: stavano ancora dormendo. Ognuno era immerso nei proprio sogni più profondi e segreti, custoditi gelosamente nei meandri della memoria. Un pensiero fisso, però, accomunava tutte le anime dormienti.
La Cerimonia d'Autunno era finita. Il patto era stato rispettato.
...E adesso?
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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The Wheel of Destiny is started to Move
Premessa: va bene, non ne ho mai scritta una. Forse è un motivo in più per incominciare a scriverne.
Va bene, io (Milady Ophelia) e la cara Kikari_(e non smetterò mai di dirlo) abbiamo deciso di mettere insieme la nostra ingegnosità (leggete bene: pazzia) e di scrivere una storia. Non è semplice, almeno secondo me, ma entrambe ce la metteremo tutta e cercheremo di coinvolgervi con questa storia, dove i difetti dei nostri personaggi preferiti saranno moltiplicati a dismisura (tranne la stupidità di Ash, quella non può aumentare più di così), e tutti loro si troveranno a convivere su un nuovo pianeta, in balia di cose mai viste e della loro stessa crescita.
Quindi cosa dirvi, se non Buona Lettura?



Goodbye, Earth.
(e benvenuta Xerion)


The Wheel of Destiny is started to Move.
Only for us...



Anno 2186 - Pianeta Terra

Sinnoh - Duefoglie


- Non ti permettere di decidere al posto mio cosa è meglio per me!
Lucinda Moonstone represse uno sbuffo irato nei confronti della madre, che in quel momento sembrava davvero seria e incurante del suo stato d'animo. Olga non intendeva vacillare, nonostante Lucinda avesse sempre vinto nei litigi tra madre e figlia.
La donna scosse la testa, rimproverandosi per aver viziato - amato - troppo la sua bambina. Dopo che suo marito era tragicamente scomparso, Olga aveva abbandonato la sua carriera di persona ammirata e famosa ed aveva riversato tutti i suoi sentimenti positivi sulla bambina, concedendole ogni cosa e non negandogliene nessuna. E quello, se ne accorgeva solo in quel momento, era stato certamente un grosso errore.
- Lucinda, non ti permetto di rispondermi in questa maniera. - il tono della donna si era indurito ancora di più, e Lucinda pensò di non aver mai visto sua madre così arrabbiata.
- Non me ne importa un fico secco! Io lì non ci vado! Quel luogo sarà ...così out, per niente alla moda... Pieno di cose inutili, come la natura. - ma era per sempre lei, Moonstone Lucinda. E non si sarebbe arresa tanto facilmente, non avrebbe abbandonato il suo trono di popolarità che aveva costruito con le teste - metaforicamente parlando - delle sue nemiche cadute ai suoi piedi, una dopo l'altra.
Quello era il suo periodo d'oro. Non se ne sarebbe andata così facilmente.
- Lucinda, tu sei mia figlia. E mi obbedirai. Punto e basta. - Olga lanciò un'occhiata severa alla ragazza, e uscì chiudendo la porta, mentre sentiva la figlia urlare qualcosa al suo indirizzo mentre si allontanava.
Decise di non darle peso. Lei era la madre, Lucinda era la figlia. Quella che avrebbe deciso alla fine, poi, sarebbe stata solo lei.

Kanto - Celestopoli


- Stai scherzando, spero!
Misty Waterflowers era sempre stata una grande testarda, caratteristica che si era rafforzata di anno in anno con la crescita. Daisy era davvero seria, se le aveva chiesto di parlare a quattrocchi, e quello che le aveva appena detto non aveva per nulla l'aria di uno scherzo. Ora si spiegavano le espressioni perse nel vuoto di Violet e Lily!
Loro, le Sorelle Sensazionali, erano decantate come un patrimonio dell'umanità. E ovviamente andavano protette.
La ragazza ricordava sempre con molto rammarico la morte dei loro genitori, ma da quel momento in poi le sue sorelle si erano messe d'impegno per riuscire a tirare avanti, nonostante tutti i debiti che i signori Waterflowers avessero lasciato loro una decina di anni fa.
Anche lei ce la metteva tutta per contribuire agli sforzi delle sue sorelle e per non finire ad abitare per strada ad implorare carità. Però, da quando le sue sorelle avevano trovato un impiego che aveva garantito loro popolarità e soldi a tempo indefinito, tutto era cambiato. La sua routine era stata sconvolta, e Misty ormai non riusciva più a trovare un'isola sicura nella sua vita.
- No, non è uno scherzo, Misty. Noi faremo le valigie e andremo a vivere su Xerion. Credo si trovi nella galassia di Oblivion, una delle galassie migliori fin ora raggiunte. - Misty strinse i pugni, per poi battere furiosamente i piedi per terra. Girò i tacchi senza nemmeno rispondere, uscendo dalla sontuosa casa sbattendo la porta.
Guardò davanti a sé, non voleva di certo correre il rischio di inciampare. Era il solito paesaggio che vedeva ogni giorno, una distesa brulla e desolata che di tanto in tanto lasciava spazio a una macchia bianca e azzurra di qualche casa della città di Celestopoli. Camminando verso il luogo dove vedeva il sole tramontare c'era un profondo strapiombo, e non pochi avevano perso la vita in quel luogo per colpa di qualche imprudenza. Gli anziani di Celestopoli raccontavano che più di tre secoli fa quel vuoto era ancora pieno di acqua limpida, ed era circondato dal verde che brillava, ancora di più quando il cielo era di un azzurro accecante. Sciocchezze, aveva sempre pensato la ragazza.
La Terra ormai era solo grigia nel cielo e marrone in terra, e lei proprio non riusciva a immaginarla di colori sgargianti come il verde e l'azzurro che vedeva qualche volta su qualche vestito o su qualche casa.
Si cacciò le mani in tasca, riprendendo la sua camminata.
E le sue sorelle pretendevano che lei le seguisse, senza protestare?

Unima - Spiraria


Touko era rimasta immobile, quasi pietrificata. Sembrava che la poltrona sulla quale era seduta l'avesse incollata a sé.
Sua madre era sempre stata una donna con molte sorprese, ma tutta la gioia di rivederla di poco prima svanì appena questa aveva dato loro quella notizia. Il sangue che aveva in circolo si era ghiacciato improvvisamente. Accanto a lei, il suo gemello Touya, che aveva in parte gli stessi sintomi della sorella. La madre si alzò dal divano sul quale era seduta, prendendo un grosso respiro e preparandosi a parlare.
- So che per voi può essere difficile... - cominciò la donna, venendo però interrotta dalla figlia.
- Difficile? Stai scherzando mamma?! - Touko era finalmente riuscita a reagire, e non fu un sentimento positivo a smuoverla. Touya rimase immobile, ma era pronto a sorreggere psicologicamente la gemella, nel caso questa vacillasse. Nemmeno lui era contento di quell'annuncio improvviso ed era ben deciso a lottare per rimanere lì dove stava.
La donna, fulminandoli già prima che Touko riuscisse ad aggiungere qualcos'altro, soffocò la rivolta sul nascere.
- Siete grandi, ormai. Non accetto capricci infantili. - Selene Legend era sempre stata una donna forte, come dimostrava la sua posizione in politica, e due bambini come i suoi gemelli non avrebbero potuto niente contro la sua volontà d'acciaio. - Dimostrate la vostra maturità. - concluse poi la donna. Il bussare alla porta terminò sul nascere la discussione famigliare, Selene aveva una conferenza stampa ad Austropoli tra mezz'ora. Lei amava i suoi due figli, ma era anche una donna autoritaria e a tratti severa.
E mentre guardava le spiagge scure della cittadina diventare sempre più piccole sotto di lei, si chiese se aver lasciato crescere i suoi figli in mezzo al nulla con i genitori di quel incapace di suo marito fosse stata una buona idea.

Kanto - Biancavilla


- Avanti, Gary! Sarà divertente! - Ash Ketchum sorrideva, e Gary si chiese se quella strana modalità del buonumore del ragazzo si spegnesse, di tanto in tanto. Il castano represse un'esclamazione irata, mentre ripensava al discorso avuto quella mattina con suo nonno. E con Delia Ketchum.
E no, non gli andava bene per niente! L'unico fattore che l'aveva spinto ad accettare e a rimanere in silenzio era il rispetto che provava per l'anziano ma ancora geniale nonno. In quel momento, però, si rendeva conto della situazione nella quale si era cacciato.
Andarsene su un altro pianeta, che idea assurda! Che ci andasse da solo, suo nonno, lui voleva rimanere sulla Terra! Al diavolo Xempion, o come si chiamava! Lui non voleva affatto andare a vivere su un pianeta sconosciuto, situato in una galassia dispersa nel nulla.
- E non fare quel muso lungo! - Ash lo distrasse dai suoi pensieri, e Gary non poté non fulminarlo con lo sguardo.
- Certo, a te va benissimo ogni cosa che tua madre ti dica! - esclamò il castano, chiedendosi fino a che punto arrivava la stupidità del ragazzo. Il corvino si fermò un attimo, stupito dalla risposta brusca di Gary.
- Che vorresti dire, scusa? - chiese poi, e il ragazzo per poco non cadde dallo stupore. Ora ne aveva la conferma, Ash era davvero un imbecille.
- Lascia stare. - disse poi, alzandosi e uscendo. Una bella camminata nella stanza di qualche sua conquista gli avrebbe risollevato il morale. Ash rimase fermo, per poi grattarsi la testa con fare interrogativo. Decise che era meglio lasciar stare Gary, che fin dall'infanzia era stato un individuo complicato.
Prese il suo cellulare, digitando il numero del suo migliore amico, Brock. Almeno doveva dirgli la "lieta notizia".

Xerion - Verdeprato


Una sottile figura camminò per il corridoio di casa Costaluna, seguita da una più piccola e infantile, per poi arrivare alla porta del suo obiettivo.
La ragazza si scambiò uno sguardo d'intesa con la bambina al suo fianco, prima di aprire energicamente la porta e cominciare un vivace ritornello.
- Happy birthday to you, happy birthday to you! Happy birthday to Anis, happy birthday to you! - Serenity Clearbrook era entrata nella stanza della ragazza, senza nemmeno un preavviso per quest'ultima, che intanto si raggomitolava sotto le coperte e si metteva un cuscino sopra la testa, cercando di isolarsi dal resto del mondo ancora per una decina di minuti. Quanto si pentiva ad aver insegnato all'altra ragazza quella - innocua a suo parere - canzoncina!
Peccato che le due "pesti" avessero ben altri programmi per lei quel giorno.
- Anis, avanti! Non puoi fare così già di prima mattina! - esclamò Serenity, cercando di togliere la coperta dalla ferrea presa di Anis, che sembrava tenerla con sé quasi fosse la sua unica ragione di esistenza.
- Serenity ha ragione, sorellona... - le fece eco Denise, ed entrambe sapevano che da sotto il cuscino la ragazza stesse mormorando maledizioni al loro indirizzo. Anis odiava essere svegliata presto, odiava essere chiamata "sorellona" da Denise. Se il buongiorno si vedeva dal mattino, allora sapeva già che tutta la giornata sarebbe andata a rotoli.
Si alzò controvoglia, massaggiandosi una tempia e fulminando la 'bambina' più piccola, che decise di filarsela e di scampare temporaneamente alla furia della sorella maggiore. Poi il suo sguardo cadde su Serenity, che aveva dipinta in faccia un'espressione di pura intrepidazione.
Questa, dopo essersi assicurata che la porta fosse ben chiusa, si avvicinò ad Anis con l'aria di dover confidare un gran segreto.
- C'è una notizia. - Anis assottigliò gli occhi, ancora per metà nel mondo dei sogni. - Stamattina mio padre parlava a uno di quelle ricetrasmittenti che io... - cominciò la ragazza dai capelli rosa, ma lo sguardo di Anis la fermò, facendole capire che doveva tagliare. Sospirò, rinunciando a tutto il discorso introduttivo che aveva preparato.
- Va bene, te lo dico chiaro e tondo. - disse, incrociando le braccia al petto. - Tra un mese verranno delle altre persone ad abitare qui. - la ragazza castana sgranò gli occhi, fissandola incredula. Chissà perché, ma aveva un brutto presentimento.


Il Giardino di Rose:


Ok, e il primo capitolo (puramente introduttivo) è andato. Mi sono divertita a scriverlo, tra una Lucinda "Miss Viziata" e una Misty "Miss Ribelle". E Anis, almeno sotto il mio reggimento, credo non avrà pace. Vedremo.
Chi non ha pensato a un Gary pieno di difetti smisurati un dongiovanni, alzi la manina. Ovvio, i protagonisti non sono finiti qui, ma preferisco lasciarli nelle mani di Kikari.
Ok, credo di aver finito qui. Il prossimo capitolo sarà scritto da Lecchan.
Baci.

Milady Ophelia
  
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