Bene, piccola premessina: questa ff è stata scritta in classe per la mia Soulmate che era tanto triste, dunque è un tantino nonsense, tenete a mente questa mia giustificazione.
Inoltre, è stata originariamente scritta in inglese (sì, ci divertiamo in questi modi assurdi…) quindi se c’è qualche incongruenza, è SOLO per questo.
Credo ci sarà giusto un altro capitoletto per vedere come finisce tra queste due meraviglie :3
Okay, ovviamente i personaggi possono risultare un po’ OC,ma è giusto che sia così. Insomma, si tratta di Famous!Blaine e Fangirl!Sebastian, cosa che, pensandoci adesso, è dannatamente simile alla realtà… Bene. Spero vi piaccia!
Enjoy!
family:"Georgia","serif"">Enjoy!
Prendere l’aereo
non mi piace. Mi annoia, non so mai che fare quando sono in volo, odio non
potermi portare nemmeno una bottiglietta della mia acqua preferita e dover comprare quello schifo nel gate a
prezzi da denuncia; odio la sicurezza che mi prende due secondi prima di
poggiare la valigia sul rullo, quella del fatto che pesi almeno il doppio del
limite, e odio i sedili scomodissimi in cui a malapena entrano le gambe.
Ovviamente, tutto ciò non vale quando tu sei
al 19B e al 19A, con la testa poggiata su di un lato, c’è l’uomo più sexy del mondo vivente – perché di morti fighi ce n’è
parecchi, in effetti - eletto da
“People”, impegnato in un’accesa conversazione telefonica. Cerco di mantenere
la calma – fai l’uomo, insomma,
Sebastian! – e di tornare in me, perché in effetti c’è coda e dovrei sedere
al mio posto. Non che mi dispiaccia, insomma, sedere di fianco a Blaine
Anderson.
È perfetto. La cosa più bella che io abbia mai visto, e mi accontento di averlo
a fianco anche se non sarebbe male averlo addosso…
chissà se quelle voci sul suo essere omosessuale sono vere.
Morirò. Ma almeno Blaine Anderson cercherà di salvarmi…
Fantasie.
- Devo chiudere, stiamo per decollare. Certo, tu hai sempre ragione, - dice sarcastico. Oh- oh, con chi discuti, Blaine
Anderson? – Non ti posso parlare più. E intendo mai più.
Attaccò e si voltò a guardare fuori. Le hostess, appena effettuiamo il
decollo, ci mostrano che fare in caso ci andassimo a schiantare contro qualcosa
– che so, una nuvola un po’ troppo solida magari – e non riesco a trattenere un
“waka waka eh eh” sussurrato alle loro mosse strane, che fa voltare Blaine
verso di me, incuriosito. Sorrido e quasi mi sciolgo, quando ricambia il
sorriso.
- Ho un paio di mutande con il tuo nome sopra, - dico ad un certo punto. Beh,
nella mia testa sembrava una cosa sexy da dire.
- Cosa? – mi chiede ridendo. Ok, almeno lo sto facendo ridere. Spero che faccia
parte di quel gruppo di persone che si lascia sedurre dalla simpatia…
- Un paio di mutande. C’è una frase scritta sopra: “Proprietà di Blaine Anderson”.
- Ma io non sono Blaine Anderson, - afferma dopo qualche secondo.
- No, infatti: tu sei “Proprietà di”.
- Mi conosci perché sei Babbo Natale, per caso? – Oh Signore, Blaine. Che fai,
mi prendi pure per il culo? Ma guarda tu.
- No, sono Moira Orfei. Guardami: tattatarataratattatatara, - canticchio
mimando un numero circense con palline invisibili. Blaine mi guarda con
un’espressione tra il divertito, il confuso e lo spaventato.
- Non conosco Moira Orfei, purtroppo…
- Avresti potuto dirmelo prima del balletto, non credi?
- Scusami, Babbo… - Ma che conversazione è questa, Dio mio?
- Ho fame. Eppure ho appena mangiato un elefante del mio circo.
- Mi piacerebbe essere mangiato da te. –
Mi guarda e sorride. Che razza di discorso anormale.
- Mangio solo elefanti, non Blaine Anderson.
- Sai che sono un membro onorario del WWF?
- E tu sai che ho un pinguino nel mio bagno? È carino.
Inizia a ridere. Forse questa che per diventare una chiacchierata normale. Forse. O forse no.
Do un’occhiata al monitor sul sedile davanti a me: siamo nel bel mezzo del
niente, ci metteremo un bel po’ per arrivare in Italia, e poi, almeno per me,
tornare a casa in Francia… tanto vale intavolare una bella discussione di
quanto mi piacerebbe fare sesso con lui.
- In ogni caso… Sono Sebastian Smythe. Vengo dalla Francia, e come avrai capito
sono un fan delle New Direction… uno di quelli che guardano le tuo foto per
immaginarti nudo.
- Piacere di conoscerti… Sono Blaine Anderson e, sfortunatamente, sono vestito.
- Che peccato. – No problem Blaine, potrei benissimo spogliarti adesso… vuoi
vedere?
- Mai dire mai. Comunque, dove stai andando, Sebastian? – Ecco, Blaine, con
tutto il rispetto, è un aereo, non fa
le fermate tipo pullman; dove vai tu, vado io.
- Ora a Roma, poi a Parigi. Tu piuttosto, che ci fai in Europa?
- Oh… dovevo andare via dall’America. – Ok, devi proprio essere Blaine Anderson
per andartene dall’altra parte del mondo perché ti sei rotto del posto in cui
vivi di solito.
- Bene, io torno a casa, tu vai via… per qualche ragione…
- Hai ascoltato la conversazione al telefono prima, giusto?
- Forse. Accidentalmente.
Mi spiega che stava con un ragazzo (Signore,
grazie di aver reso gay i più fighi, grazie), e che aveva deciso che
sarebbe stato meglio restare separati, andando agli eventi e alle feste, così
da non destare sospetti ed evitare fotografi sotto casa e domande imbarazzanti.
- E allora?
Allora, aveva scoperto che stavano insieme solo
per i fotografi sotto casa e le domande imbarazzanti.
- Non riesco mai a capire se qualcuno sta con me per me o per la fama.
- Beh, se pensi che in italiano “fama” è solo il femminile di “essere
affamato”, la risposta viene da sé.
No, è tornata ad essere una discussione anormale, chapeau, Sebastian.
Almeno sorride. Dio, mi sento il suo psicanalista.
Il viaggio passa così, sei ore di discorsi seri e non, fatti con un componente
del mio gruppo di show choir preferito. Troppo presto, una voce dice qualcosa
all’interfono, e non capisco cosa dato che sono troppo impegnato a ammirare gli
occhi cioccolato di quella meraviglia accanto a me. Mi guarda e, notando il mio
sguardo smarrito, mi dice le tre parole che mai avrei voluto uscissero dalla
sua bocca:
- Stiamo per atterrare.
Mi sento male: di questo viaggio rimane solo qualche foto nel suo iPhone che mi
sono fatto promettere posterà subito su Twitter, con la scritta “Il vicino di
aereo più figo mai avuto prima”, e una malinconia immensa.
- Uhm, Sebastian?
- Sì? – Prende fiato e resta a fissarmi. Blaine, tesoro, il pensiero non lo so
ancora leggere quindi se non ti dispiace, usa le parole.
- Ti piacerebbe venire in Italia con me?
Ehm.
Eh?
- Di che parli?
- Vieni. – Mi sussurra all’orecchio, sorridendo. – In Italia. Con me.
- Ma, insomma, non posso. – Zitto Smythe, certo che puoi, ti sta chiedendo di
andare in Italia con lui, mica di donargli un rene, qual è il tuo problema?!
- Non ti piace l’Italia?
- Mi piace, però… devo andare a Parigi…
- Per cosa? Per tornare alla “solita vecchia vita”? – Ok, colpo basso usare le
stesse parole che ho usato io per descrivere il ritorno in Francia, Blaine.
- Vieni con me.
È un pazzo. Una parte di me registra che se mi ha chiesto di andare con lui
significa che gli piaccio.
- Sei pazzo.
- è un sì? – Oh, andiamo, non farmi quel dannato sorrisetto, dannato Blaine
Anderson, andremo nella dannata Roma e la mia dannata compagnia ci metterà
venti minuti a cambiare la data del ritorno.
- è un sì…