Prefazione

Da quando sono una bambina, combatto per la sopravvivenza.
Non è di certo una cosa nuova da queste parti. Nel Distretto 12 direi persino che è una delle cose che sappiamo fare meglio.
Si fa quello che si può per sopravvivere, per tirare avanti, per avere almeno un pasto al giorno.

Non ho niente di speciale rispetto agli altri, non sono più intelligente, né più atletica, e di sicuro la mia storia non è molto più interessante di quella degli altri.
Direi che chiunque nel nostro distretto abbia una storia tragica da poter raccontare.
Ci si può ritenere fortunati ad avere entrambi i genitori qui, a non dover sfamare un’intera famiglia da soli, facendo il massimo dello sforzo, persino accettando il rischio che il tuo nome sia pescato da quella spaventosa urna di vetro.
A volte la fortuna non basta, e si finisce per pregare che il tuo nome non sia pescato da quell’urna il fatidico giorno della mietitura.

Quest’anno è stato abbastanza calmo nel Distretto 12.
Se finora i vincitori degli Hunger Games erano stati 2 a distanza di trent’anni, quest’anno ne abbiamo avuti addirittura 2 in un solo anno.

Katniss e Peeta.

Li ho incontrati una o due volte.
Sono miei compagni di scuola, non vado in classe con loro, ma c’è solo una scuola qui e più o meno ci conosciamo tutti, anche se non di nome.

Ci sono tante cose da dire, e non ho proprio idea di come cominciare. È sempre stato un mio problema, così tante cose da dire, e non trovare mai le parole giuste, e così finisce che non dico mai quello che penso.

Quest’anno è stato abbastanza calmo nel Distretto 12.

Non nel mio cuore. Quel giorno ha smesso di battere come prima.
Ricordo ancora quella sensazione, quella che ho provato quando il suo nome è stato pescato dall' urna.
Tutto il mondo mi crollò addosso, come se in un certo senso fossi stata pescata al suo posto, perché ormai io mi sentivo morta.
Quel ragazzo, cui non ero stata capace neanche di dire il mio nome, il ragazzo che amavo da quando avevo dieci anni.

Da quando quella mattina, mi notò davanti alla tomba di mia madre, mentre piangevo, e le raccontavo tutto quello che succedeva in giro, come facevo ogni volta, tornata da scuola quando lei era ancora viva.
Mi accorsi di lui, come ignorarlo, era un bambino così bello, con quei suoi occhi azzurri e i suoi riccioli d’oro.
Feci finta di nulla, e continuai a parlare a mia madre, finché lui si avvicinò a me, con un fiore in mano, lo posò sulla tomba e poi corse via.
Io rimasi completamente soprafatta e affascinata da quel bambino con gli occhi azzurri, e lo seguì con lo sguardo fin dove riuscì. Quel gesto mi lasciò così perplessa che tuttora ci ripenso e il mio stomaco si attorciglia,

per quel gesto così puro e innocente che mi fece innamorare di lui.

Ciao, allora questa è la mia prima vera fanfiction, non sono un' amante dei libri fantasy ma da subito questo libro ha catturato la mia attenzione, ho letto tutti e tre i libri d'un fiato e sono rimasta affascinata e scioccata allo stesso tempo, ho riso, ho pianto, ho piaaanto tanto! Intanto vi anticipo che volevo fare una storia situata tra il Primo e il Terzo libro, al principio forse sarà un po' noiosa ma poi si arricchirà di colpi di scena, intrecci amorosi e quant'altro.
Spero di avervi incuriosito sinceramente, che la storia possa piacervi e che vi caliate nel personaggio almeno quanto l'ho fatto io, lei è frutto della mia mente perciò abbiamo molte caratteristiche comuni...ma avrete modo di conoscerla a fondo :)
SparksFly