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Autore: Phoenixstein    04/05/2012    7 recensioni
KURTOFSKY WEEK - DAY SIX: Hogwarts
Mancavano due settimane al Ballo del Ceppo. David scostò leggermente la tendina della finestra accanto al suo letto e attraverso la condensa vide che sporadici fiocchi di neve avevano cominciato a volteggiare nell’aria fredda intorno alla torre ovest. Sarebbe dovuto scendere in Sala Grande per sbrigare i compiti, ma non riusciva a fare altro che starsene seduto sul letto a contemplare il cielo nuvoloso, ripensando a quella cosa che voleva assolutamente fare ma per cui gli mancava il coraggio.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Kurtofsky Week. YAY!'
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Siamo al sesto giorno? Di già? ç___ç

Non me ne capacito ancora, scusate. È stato tutto talmente emozionante che non credo di poterne accettare la fine, fra poco.

Va bene, bando alle ciance, vi lascio alla mia shot ambientata ad Hogwarts.

I fatti riguardano Il Ballo del Ceppo, indi vanno a collocarsi durante il Torneo Tremaghi.

Dave e Kurt sono studenti dell’ultimo anno.

Day Six - Hogwarts

 

 

 

 

 

Il Ballo del Ceppo

 

 

 

Mancavano due settimane al Ballo del Ceppo. David scostò leggermente la tendina della finestra accanto al suo letto e attraverso la condensa vide che sporadici fiocchi di neve avevano cominciato a volteggiare nell’aria fredda intorno alla torre ovest. Sarebbe dovuto scendere in Sala Grande per sbrigare i compiti, ma non riusciva a fare altro che starsene seduto sul letto a contemplare il cielo nuvoloso, ripensando a quella cosa che voleva assolutamente fare ma per cui gli mancava il coraggio. Proprio quella mattina aveva intravisto Bonnie Hoffmann fargli uno strano sorrisino sotto la statua di Priscilla Corvonero, cosa che probabilmente voleva dire tipo “Sarei davvero contenta se m’invitassi al ballo, David Karofsky”. Il fatto era che lui aveva tutt’altre intenzioni per quella serata speciale: Kurt Hummel. Solo pensare al suo nome gli faceva sciogliere il cuore. D’altronde era stato il primo a sapere che gli piacevano i ragazzi e, dopo un bacio strappatogli con vane speranze durante alcune ripetizioni di Rune Antiche, Dave l’aveva visto diventare via via più freddo nei suoi confronti. Quel comportamento ambiguo continuava a mandare il Corvonero fuori di testa, soprattutto perché quel famoso pomeriggio non gli sembrava che le cose fossero andate tanto male…

 

David picchiettava con le dita sul legno lucido del tavolo; avrebbe dovuto controllare come procedeva la traduzione di Kurt, con lo sguardo fisso sulle pagine, invece continuava a distrarsi… Il collo chino di Hummel era una delle cose più belle che avesse mai visto, e meritava di essere baciato dolcemente all’infinito. Stop! Quei suoi desideri che continuava a tener nascosti lo avrebbero fatto impazzire, ma non era pronto a farli venire alla luce. Solo all’idea di poter svelare a Kurt i suoi sentimenti, si sentiva tremare forte le gambe. Se quello non avesse ricambiato, sapeva che sarebbe stato peggio che ricevere un bolide in testa.

–Queste rune mi faranno impazzire. Non dovevo dar retta ai consigli di Rachel.

–Berry? La tua amica?

–Proprio lei. Anche la Granger adora quella materia… Ho ascoltato i loro sproloqui in Sala Comune e pensavo che fosse una materia interessante ma… evidentemente non sono portato!

–Sei stanco? Possiamo smettere per oggi. – suggerì Dave con uno sbadiglio – Ho anche l’allenamento di Quidditch fra poco…

–Oh, oh! Vai battitore! – inneggiò Kurt, sorridendo a trentadue denti – Tiferò Corvonero per l’amichevole di domenica.

–Hm, farai la ragazza pon-pon? – ridacchiò Dave, gonfiando i muscoli delle braccia in maniera buffa.

Kurt per prenderlo in giro picchiò la mano sopra uno dei gonfi bicipiti. –Spocchioso come una Serpe!

–Sto solo scherzando, Hummel! – si schernì l’altro, abbassando lo sguardo con un sorriso malinconico.

–Non mi sembri al settimo cielo, D.

“Come potrei? Dovrei averti fra la mie braccia per esserlo” pensò Dave, che aveva i brividi soltanto ad immaginare cosa avrebbe potuto provare in un momento simile.

–Ehi, vuota il sacco. – Kurt cominciò a preoccuparsi dato che non riceveva risposta e che l’amico era pallido come un cencio– Sai che puoi dirmi tutto!

–Vieni con me. – disse David, deglutendo per cacciar via il groppo d’ansia che aveva incastrato in gola.

Kurt arricciò le labbra, incuriosito, e seguì il battitore dietro una delle alte file di scaffali. –Avanti, che problema c’è? Qualche ragazza ti dà filo da torcere? – buttò lì Kurt con le braccia incrociate, per scherzare un po’.

Dave si guardò le mani: tremavano e non riusciva a fermarle. Si sentiva stupido, ingabbiato, frustrato… Era sicuro che non ci fosse sensazione peggiore al mondo che quella di stare in quel modo sull’orlo di un precipizio. E Kurt aveva l’aria così ingenua, sembrava davvero non aver capito nulla, e attendeva con impazienza che lui gli rivelasse dove fosse il problema. Dave sbatté le palpebre, tentando di ignorare quella vocina nella sua testa che gli ripeteva che se avesse fallito, allora avrebbe anche potuto sotterrarsi e non uscire mai più. Si allentò il nodo della cravatta blu e bianca, perché era come sudare fra fiamme mortali. Senza dire nulla, si sporse verso Kurt e, prendendogli dolcemente il viso fra le mani, restrinse totalmente la distanza che li separava. Le labbra del Grifondoro erano morbide, il suo profumo ancor più inebriante, e fremeva appena sotto il suo tocco incerto. Dave sentì le mani di Kurt poggiarsi sulle sue e quella bocca perfetta dischiudersi appena… Il Corvonero si vide passare tutta la vita davanti, non poteva crederci, ce l’aveva fatta, stava baciando Kurt Hummel e Kurt Hummel non l’aveva spinto via! Fu un bacio tenero, silenzioso, che sfiorì in un sorriso…

–Oh, Dave… – mormorò Kurt, sfregando con delicatezza il naso contro il palmo della sua mano.

–Kurt. Kurt. Io… Credo di poter morire adesso. – balbettò il Corvonero, con le parole che inciampavano nel respiro.

Il Grifondoro si abbandonò a una risata leggera, baciandogli la punta delle dita. –Adesso è meglio che tu vada all’allenamento.

Dave aveva cercato un altro fugace bacio e, dopo averlo ottenuto, era uscito dalla biblioteca correndo verso il campo da gioco con una nuova febbricitante emozione addosso.

 

Attualmente, Dave non faceva altro che interrogarsi in maniera angosciosa sul perché Kurt gli rivolgesse a malapena la parola. Ogni volta che si trovavano insieme a Erbologia o durante Cura delle Creature Magiche, Kurt si posizionava il più lontano possibile da lui, una cosa tristissima. Il Grifondoro non aveva mai voluto parlare di quello che era successo in biblioteca, ma Dave non poteva dimenticare quel bacio, né l’odore del cuoio e dell’inchiostro che li circondava che era svanito non appena il profumo di Kurt gli aveva invaso i polmoni. Sentiva il contatto ancora impresso sulle sue labbra, così come i movimenti timorosi della lingua del Grifondoro avvolta alla sua…

Alla fine decise di scendere in Sala Grande, anche se probabilmente era troppo tardi per mettersi a lavorare seriamente. Forse avrebbe incontrato Kurt e -per il diadema di Priscilla!- gli avrebbe parlato!

Il portone della Sala era spalancato. Dave rimase fermo lì all’ingresso, scrutando con attenzione una scenetta che gli fece gelare il sangue nei polsi. Kurt si era appena alzato in piedi e stava sicuramente per tornarsene alla Torre di Grifondoro, quando poi era stato bloccato per la spalla da Blaine Anderson, ammiratissimo portiere dei Tassorosso con i capelli d’ebano perennemente ingellati.

Dave respirava a fatica, guardandoli da lontano. Sembravano parecchio in confidenza e, dopo un paio di chiacchiere, Anderson era tornato a sedersi e Kurt cominciò ad avviarsi verso la sua direzione.

Subito fuori dal portone, nell’atrio, Dave si schiarì la voce al suo passaggio. Non appena Hummel posò lo sguardo su di lui, avvertì la faccia andare in fiamme.

–Ciao Dave. – disse Kurt, accennando un piccolo sorriso imbarazzato.

–Cosa voleva da te Anderson? – Dave si diede dell’idiota immediatamente dopo averlo detto. Figura del buzzurro geloso, meno 100 punti a Corvonero…!

Kurt si strinse forte al petto il libro di Astronomia, guardando il pavimento. –Mi ha invitato al ballo. – mormorò, come se fosse un segreto vergognosissimo.

Dave capì solo in quel momento la tipica espressione “sentirsi crollare il mondo addosso”. Un peso opprimente gli stava perforando lo stomaco, e si sentì profondamente spaesato, perso. –Oh. – mugolò, annuendo con il labbro tremante – P-potevamo andarci insieme.

–Dave, ti prego. – disse Kurt, e gli occhi gli si fecero lucidi perché non sapeva cosa aggiungere.

–Ti prego… cosa? – replicò il battitore, scuotendo la testa, deluso da quella coltellata piantata nel cuore – Non mi hai dato nessuna spiegazione. Io pensavo che… che noi… KURT. Dopo quello che è successo in biblioteca mi hai trattato come se fossi… un… vasetto di muco di vermicoli!

–Mi dispiace. – balbettò il Grifondoro, sulla soglia delle lacrime. Si mordeva il labbro a sangue, si odiava, odiava quello che aveva fatto.

–Tutto qui? Kurt, tutto qui quello che hai da dirmi? – rantolò Dave, disperato. Stava cominciando ad avviarsi altra gente verso l’uscita della Sala Grande e, dato che Kurt non dava ulteriori segni di vita, il Corvonero scivolò via in tutta fretta, salendo le scale di corsa prima di scoppiare a piangere. Maledetto amore, non era proprio possibile che uno come lui dovesse versar lacrime per una cosa del genere…!

 

La mattina di Natale arrivò portando con sé il fragrante profumo del pudding, le corone di agrifoglio e le luci scintillanti. Hogwarts si avvolgeva nel calore dei caminetti e nell’allegro tintinnio dei canti natalizi. Lezioni sospese, finalmente…! Gli studenti si rannicchiarono quanto più a lungo fu possibile sotto le coperte calde, prima di scendere ognuno nella propria Sala Comune a scartare i regali in un festoso clima animato dal chiacchiericcio. Dave aprì gli occhi intorno alle dieci, stiracchiandosi pigramente… Non aveva fretta di aprire i regali, dato che quel giorno sarebbe stato orribile, peggio dei precedenti. Quella era la sera del Ballo del Ceppo e probabilmente lui era l’unico studente dell’ultimo anno a non andarci; preferiva rimanere nel suo letto a deprimersi piuttosto che ammirare Kurt e Blaine che volteggiavano sulla pista felici e contenti.

Prendendosela parecchio comoda, Dave strisciò fuori dalle coperte e si preparò a raggiungere i suoi compagni, senza alcuna voglia di festeggiare. Appena scese le scale del dormitorio, fu investito dal fracasso dei Corvonero che cianciavano a voce alta, si scambiavano regali e scartavano pacchi su pacchi.

–Yo, Dave! Era ora che scendessi! – esclamò il suo collega battitore, Jason, agitando le braccia.

Dave sorrise mentre i suoi compagni di squadra gli facevano segno di darsi una mossa. Forse non faceva tutto così schifo, dopotutto. Cercò sotto l’albero carico di decorazioni, i regali destinati a lui, leggendo al volo il nome del mittente sulle scatole colorate… mamma e papà, Roger Davies, Jason Samuels, Bonnie Hoffmann… e poi c’era un pacco piccolino, avvolto in una carta rossa scintillante, su cui c’era scritto “per Dave” ma senza il nome di chi gliel’aveva mandato. Estremamente incuriosito, se lo rigirò fra le mani, in caso non avesse controllato bene. Eppure, no, nessun nome da nessuna parte. C’era attaccata una busta e, sempre più stuzzicato da tutto ciò, la aprì immediatamente, allontanandosi in un angolino con il suo regalo per leggere in santa pace. Già dalle prime righe, gli si mozzò il fiato in gola. Avrebbe riconosciuto quella calligrafia calibrata e tondeggiante fra mille…

 

Caro Dave,

sono io… Non meriti nulla di tutto quello che ti ho fatto, e voglio chiederti scusa, ancora. La verità è che ho avuto paura. Ho avuto paura perché non sono abituato a… ad avere qualcuno intorno, a baciare la gente e poi a starci insieme. Sogno l’amore da quando ero un bambino, ma appena ne ho avuto un assaggio ho temuto che fosse troppo per me. In ritardo, ho capito quanto sono stato stupido. Questo è il nostro ultimo anno a Hogwarts, non è giusto sprecarlo… Soprattutto, non è giusto andare al Ballo del Ceppo (che non ci capiterà MAI più) con Blaine Anderson quando l’unico con cui vorrei andarci sei tu. Non è giusto spezzare il tuo cuore solo perché nascondevo il timore di non essere pronto ad una cosa così grande come il noi. Spero che non mi odi adesso, spero che mi darai un’altra possibilità, perché… sai… potremmo anche concederci un ballo o due questa sera.

Buon Natale,

ti amo.

Kurt                   

 

Dave ripiegò il foglio di pergamena sul cuore mentre quel piccolo organo si dimenava ossessivamente nel suo petto. Niente, nessun paragone avrebbe potuto descrivere la pura felicità che provava in quell’istante. Quel “ti amo” lo avrebbe portato stampato sottopelle per sempre, e quella sera lo avrebbe ripetuto a Kurt mille e mille e mille volte nel suo orecchio mentre ballavano stretti. Aprì il pacchetto anche se il regalo era qualcosa di assolutamente superfluo a quel punto… Un paio di nuovi guanti da battitore, bellissimi, scelti dal buon gusto di Kurt Hummel. Decise che li avrebbe conservati anche una volta che si fossero ridotti laceri e inutilizzabili, in un cassetto, tutta la vita.

   
 
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