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Autore: May000    04/05/2012    1 recensioni
Traduzione di Ignitia
E' abbastanza strano - pensa Sayu - avere un interesse in comune col proprio rapitore
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello, Sayu Yagami
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è la traduzione di "Under Shadows" di May000, pubblicata in Fanfiction.net (troverete il link per la versione originale a fine pagina).
Buona lettura!



~ UNDER SHADOWS  ~

 

Sayu non lo aveva notato all’inizio, in mezzo agli uomini che erano otto volte più grandi di lui. Dopo aver gridato a pieni polmoni, lo aveva sentito allontanarli tutti e dir loro che non l’avrebbero dovuta sfiorare in nessuna circostanza. L’aveva squadrata con occhi felini e taglienti, dopo, come aspettandosi una risposta.
Poi se n’era andato quando lei non aveva detto nulla. La stanza era piccola e l’unica luce proveniva da una lampadina solitaria. Le mani le erano state ammanettate ed era stata bendata quando l’avevano costretta a viaggiare. Era stata su un aereo per diverse ore e il pensiero di essere così lontana dal Giappone le aveva fatto venire la nausea. Il tempo si era fatto più scorrevole, ma anche se Sayu si era un po’ calmata non riusciva affatto a metabolizzare la situazione.

Rimase lì per ore o per giorni e non riuscì a capire. Proprio per niente, anche se non sarebbe dovuto mancare molto a quando suo padre sarebbe venuto a prenderla, prima che lei restasse lì troppo a lungo. 
Eppure, nessuno andò da lei. Guardò fisso avanti a sé e pensò a sua madre in lacrime e a suo padre disperato e a suo fratello tentare con calma di consolarli entrambi. E, al pensiero del meraviglioso e brillante Light, iniziò a piangere. Fece piano, perché chissà che sarebbe successo se lui l’avesse sentita singhiozzare. Si chiese se l’avesse tenuta per sé, e se l’avrebbe ceduta agli altri una volta fatto.  

Dei passi si avvicinarono e lei si sforzò di ricomporsi, perché era una buona idea mantenere una facciata di coraggio. O forse non lo era, e loro si sarebbe divertiti a distruggere quel poco spirito che le era rimasto.
Sayu non era mai stata brava quanto Light nel valutare una situazione. Ma lei era sempre meno brava di quanto fosse Light, quindi non aveva mai fatto troppa differenza fino a quel momento. Se fosse stata Light forse avrebbe già pensato a un modo per uscire da quella situazione.

La porta si aprì, ed era quel ragazzo che sembrava comandare tutti gli altri. Era magro e non particolarmente alto, ma sembrava profilarsi comunque aggressivo. Sayu si rannicchiò su se stessa. Era il momento in cui si sarebbe preso qualunque cosa volesse. Il ragazzo attraversò la stanza e lei lo guardò, notando che aveva qualcosa in mano.

 
“Ho bisogno che i miei ostaggi restino in salute” disse lui “E quei criminali nell’altra stanza hanno il cervello di uno scarafaggio” 

Sayu non parlò e vide che lui aveva portato un sandwich e una bottiglia d’acqua. Il suo stomaco si attorcigliò e, anche se sapeva che avrebbe dovuto essere affamata, in realtà non sarebbe stata capace di mandar giù nulla. 

 “E’ ora di pranzo” disse lui in un buon giapponese, ma un po’ innaturale e decisamente accentato “E puoi smetterla di piangere perché non ho intenzione di farti del male”. 

Si mise in ginocchio in modo da trovarsi alla sua stessa altezza, e mantenne lo sguardo fisso nel suo. La sua espressione era aggressiva ma la sua gestualità non suggeriva che le avrebbe fatto del male. Al contrario, scartò il pacchetto di sandwich. Sembrava avere il ripieno all’insalata o qualcosa del genere, e Sayu ebbe l’impressione che una cosa così innocua fosse decisamente fuori luogo.
Lui staccò un angolo di sandwich e glielo mise di fronte. Sayu non si mosse e così lui avvicinò di più la mano.

“Bè” disse “Preferirei che tu mangiassi. Mi piace che i miei ostaggi vengano restituiti in salute. Mi fa sembrare un uomo di parola”

E questo infastidì Sayu. Il ragazzo sembrava pensare che riguardasse lui, di essere lui quello svantaggiato in quella situazione. Non era stato trascinato per mezzo mondo a causa di un serial killer che Sayu non era, non aveva mai incontrato e di cui non sapeva nulla salvo ciò che dicevano i giornali.

“Anche tuo padre lo preferirebbe, probabilmente” disse lui. Per aggiungere al danno la beffa, c’era una nota nella sua voce che implicava che in realtà non gli importava. Ma sentir menzionare suo padre fece scattare qualcosa in Sayu. Si rese quindi conto che era meglio mantener viva la rabbia piuttosto che la paura. La rabbia sembrava renderla più forte, mentre le lacrime ormai si erano esaurite.

“Non nominare mio padre” disse. La sua voce tremò, ma era più arrabbiata che spaventata.

Lui indugiò, sempre tenendo il pezzo di panino. “Ok. Tuo padre probabilmente è un uomo onesto e integerrimo” disse “Non posso davvero non giudicarlo tale anche se non ha ancora catturato Kira. Ma a tuo fratello potrebbe dispiacere”

Sayu sentì lo stomaco sprofondarle e non fu sicura del perché. “Che c’entra mio fratello?” disse “Se non vuoi tirare in ballo mio padre, allora non devi nominare neanche mio fratello”
La sua voce era un acuto squittio, e respirava a fatica. Eppure, le piaceva pensare di averlo piccato almeno un po’. Un pezzetto di insalata cadde dal sandwich che lui aveva in mano.

“Ah, capisco” disse lui, candidamente “Devi volergli molto bene”

Sayu non era sicura di cosa volesse dire, anche se qualcosa di spiacevole bussò alla porta della sua coscienza. Il genere di cosa che non si vorrebbe mai guardare per paura di vedere qualcosa di peggiore di qualunque altra cosa mai vista prima.

“Certo che gli voglio bene” ribatté “Chiunque gli vuole bene. E’ fantastico. E’ il miglior fratello che avrei potuto avere”

Il ragazzo la guardò un po' di sbieco. I suoi occhi erano ancora duri mentre voltava la testa, lasciandole osservare il suo profilo. Era molto giovane – realizzò lei; non era più grande di lei e probabilmente era anche più piccolo. Si chiese cosa dovesse aver fatto per avere una tale autorità sui criminali che aveva visto.

“Il miglior fratello..” mormorò lui “Il miglior figlio.. il migliore..il migliore”.

La sua voce sfociò nel silenzio alla fine, anche se aveva un che di alterato, quasi un tono beffardo. “Dimmi, Sayu Yagami” saltò su, dopo un po’ “Hai pensato a com’è al di fuori della sua ombra?”

La sua franchezza sembrò colpire Sayu al petto. “Io non...” mormorò “Nessuno... almeno, mamma e papa non...”

Era una domanda scortese, ma forse lui non aveva voluto che lo fosse. Non sorrideva e il suo viso si era ammorbidito, anche se aveva ancora quell'occhiata obliqua.

“Se tutto va bene” disse lui “Questa non sarà la tua unica occasione di brillare”

Era triste, ma si mise a ridere comunque. Sayu ebbe la sensazione che stesse solo parlando a metà con lei. Lui guardò il pezzo di sandwich e lo mise giù.

“In realtà, probabilmente non lo vuoi” disse “E io di certo non lo mangerò”

Infilò una mano nel collo del gilet e Sayu si ritrasse, istintivamente, nel caso avesse una pistola. Quella che aveva, invece, era una barretta di cioccolata.

“Questa non la divido mai” spiegò lui “E’ mia. Mia soltanto. Ma - tu puoi averne un po’”

Nel suo stato un po’ più rilassato, Sayu cominciò ad essere più consapevole della propria fame e le venne l’acquolina in bocca non appena lui staccò un paio di quadretti dalla barretta di cioccolata. La imboccò con la mano e lei si sentì un po’ imbarazzata, ma era dolce e amara allo stesso tempo sulla sua lingua, ed era ricca sulle sue papille gustative. Non poté fare a meno di sorridere soddisfatta, solo un po’. 

“Deliziosa, vero?” disse lui. Lei annuì e lui sorrise, ed era un sorriso da sciacallo e forse se lui l’avesse fatto all’inizio ne avrebbe avuto paura. Ma ora, guardandolo leccarsi via dalle dita il cioccolato sciolto e staccare con un morso un paio di scacchi per sé, era molto meno intimidatorio.

Fece di nuovo la stessa cosa per lei e questa volta fu meno imbarazzante, e lei si prese più tempo per assaporare bene il gusto e la consistenza del cioccolato. Si chiese se fosse europeo. Probabilmente. Lui sembrava esserlo. La sua era ancora un’ orribile situazione, ma era davvero così affamata e quello era buono quanto la fame glielo avrebbe fatto sembrare.

“E’ molto meglio di un panino con l’insalata, non ho ragione?” disse lui, a bocca piena, lasciandole scivolare un altro quadratino in bocca. Sayu annuì, la voce smorzata, ingoiò e si leccò il cioccolato dalla bocca.

Dopo un po’, quando la barretta fu finita, lui rimase nella stanza, e usarono una cannuccia per bere dalla bottiglia d’acqua. Sayu sentì la sete svanire. Rilassandosi, si accorse di essere ancora incatenata a una tubatura.

“Non posso lasciarti andare, ancora. Sembri una brava ragazza ma non posso essere sicuro che non mi colpiresti in testa con qualcosa di pesante” spiegò lui. Sayu non riuscì a vedere niente di pesante, nella stanza, che sarebbe plausibilmente riuscita a sollevare.

Si tranquillizzò, però. Sembrava che le avrebbe tolto le manette, se lei avesse insistito un po’ di più. Avrebbe dovuto essere paziente. Forse avrebbe potuto fare qualcosa degno di Light e persuadere un uomo a lasciarla andare col suo fascino naturale e la furbizia, anche se non erano eccezionali come quelli di Light.

“Ma” continuò il biondo “Dovresti chiamarmi Mello”

"Mello” ripetè lei. Lui ridacchiò alla sua pronuncia. Lei ricambiò il sorriso, gentilmente, poi disse “Non ho mai visto un biondo naturale, prima d’ora”

Era vero. Misa si tingeva i capelli, naturalmente, quindi non l’aveva contata.

 “E’ perchè non hai mai lasciato il Giappone” replicò lui “Uscirai dall’ombra di tuo fratello”.

Sayu si sentì un po’ più lucida, quindi. Sembrava strano che Mello avesse di nuovo portato la conversazione a Light. Gli interessava scoprire qualcosa su Light o stava solo cercando di arrivare a lei? Forse quella era soltanto tutta una sottile manipolazione, come se pensasse che Light era il suo punto debole.

“Non sto cercando di essere cattivo” disse lui “Era tanto per dire”.

Lei annuì. “I tuoi criminali non ti stanno aspettando?” chiese, mantenendo un tono deliberatamente vago.

“Sono a posto. Ho un subalterno con un mezzo cervello se non dovessero esserlo” rispose lui “Dovrò ritornare presto, ma vedo che puoi offrirmi un po’ di conversazione intelligente”

“Non ho intenzione di dirvi niente se lo userete contro la mia famiglia” ribatté lei “E neanche tu hai intenzione di dirmi niente”

Mello si accigliò, lo sguardo di nuovo duro, poi parve farsi pensoso. I suoi occhi espressivi sembravano scorrere le emozioni. “Ok, ti dirò qualcosa” disse “Io so cosa vuol dire essere all’ombra di qualcuno. Tutto ciò fai, loro lo fanno meglio. Lo hanno già fatto meglio, o forse aspettano che tu lo abbia fatto così da poterti strappare la vittoria dalle mani”

I suoi occhi erano freddi, di nuovo, e i lineamenti del suo viso si erano irrigiditi. “Sto facendo in modo che questo non accada più” concluse “Ecco perché sei qui”.

Sayu si sentì nuovamente intimidita, ma parlò, anche così. “Light non fa così con me” replicò, pacatamente.

Mello la guardò negli occhi per un momento. “Perché tu non gliene dai motivo”.

Sayu non rispose, e si chiese come sarebbe stato se lei avesse combattuto energicamente. E se Light non fosse stato così adorabile, dopo tutto?

“Mi dispiace, questo era un po’ troppo crudele” disse lui, anche se Sayu ragionò sul fatto che, nella circostanza delle cose, non lo era stato poi così tanto. Il ragazzo tornò verso di lei e Sayu non si scompose. Lui aprì una mano e le mostrò un quadratino di cioccolata mezza sciolta. Sayu fece una smorfia, ma lo desiderava, lo stesso. “Dividiamoci questo.”

The End 







 
NdA:
 Salve a tutti! Chi vi parla è Ignitia, che forse alcuni di voi conosceranno come commentatrice dato che bazzico in questo fandom da un po'. Dal momento che la mia ispirazione come pseudo-scrittrice in questo periodo lascia a desiderare ho voluto provare a cimentarmi con una traduzione, e questo è quello che ne è uscito :D 
Come ho già detto, la storia appartiene a May000 (di cui potete trovare il profilo qui: http://www.fanfiction.net/u/2425484/May000), che mi ha gentilmente concesso di tradurre questa oneshot. Il link alla storia originale, per chiunque fosse interessato, è questo http://www.fanfiction.net/s/7793259/1/Under_Shadows.
Ho scelto di tradurre questa storia perchè sono reduce dalla lettura di "My scary savior" (che consiglio vivamente), di redseapearl, una delle poche dedicate al possibile rapporto tra Mello e Sayu.. così, bazzicando su fanfiction.net, quando ho visto questa qui non ho potuto resistere *_* soprattutto perchè non ho mai pensato a un'affinità così particolare tra Mello e Sayu, cioè il vivere costantemente all'ombra di qualcuno, l'uno consapevolmente e con rabbia, l'altra innocentemente e senza saperlo. 

Trattandosi della prima traduzione non mi rendo conto di come sia il risultato. Di inglese di solito ne mastico abbastanza, anche se qui ho avuto qualche difficoltà con un paio di espressioni che spero comunque di aver reso al meglio; sono dovuta intervenire qualche volta con la punteggiatura per rendere il testo più scorrevole in italian, ma il senso è rimasto ovunque invariato. Se avete qualche suggerimento o critica, non fatevi scrupoli e fatemi sapere la vostra opinione!

Ad ogni modo, un grazie per essere arrivati a leggere fin qui, e ancor di più se vorrete fermarvi a commentare ^_^ sarò lietissima di tradurre qualsiasi commento per May, in modo da farle sapere cosa ne pensate. 
Alla prossima traduzione!

Ignitia

 

 

  
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