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Autore: p o l p o    04/05/2012    1 recensioni
"Sai cosa succede a chi perde al MIO gioco?"
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jim Moriarty , John Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi consiglio di leggerla ascoltando questa: http://www.youtube.com/watch?v=xmxOoS5YbFE
Note alla fine :)





Non metterti contro di me. NON FARLO!” gli urlò Jim dopo la sua ultima provocazione. John arretrò di un passo, spaventato da quell’eccesso d’ira improvviso. Erano soli nel capannone industriale abbandonato e tutto procedeva come da programma, più o meno. Sherlock sarebbe arrivato a momenti, tutto quello che doveva fare era tenere occupato Moriarty.

 

E perché non dovrei? In combattimento non dureresti un secondo” disse.

Nei tuoi combattimenti, forse. Ma io ho molti metodi per vincere uno scontro e tu sei disarmato”

Anche tu lo sei e per vincere mi bastano questi” disse mostrando i pugni.

Chi ti ha detto che sono disarmato?” Jim schioccò le dita e una decina di laser comparvero sul suo corpo.

Cecchini. Sei molto originale” disse John ironico. “Speravo in qualcosa di un po’ più elevato dalla tua mente geniale. Dopotutto anche tu nella tua grande intelligenza sei prevedibile” non terminò nemmeno la frase. Jim si avvicinò e con una gomitata gli ruppe il naso che cominciò a sanguinare. Il caldo liquido gli scese sul labbro ed entrò in bocca. Tossì per sputare il sangue che gli stava scendendo in gola. Il suo piano stavo funzionando. Forse se Jim si fosse arrabbiato gli avrebbe rivelato qualcosa sui suoi intenti.

Questi” disse Jim indicando i laser “Questi servono per non farti muovere. Contrai un muscolo e sei morto. Io combatto diversamente da te. E posso provocarti molto dolore”

Come vedi posso sopportare il dolore” rispose John sputando un grumo di sangue.

Dolore fisico, forse. Ma io ti farò male qui” gli disse Jim quasi con un sussurro maligno, più vicino al sibilo di un serpente che alla voce umana, posandogli l’indice sul petto. “Un dolore che ti lacererà l’anima e crollerai come un castello di carta in una tempesta. Pensa bene a tutto ciò che non sei disposto a perdere perché io te lo porterò via. Una ad una le tue certezze svaniranno e cadrai sempre più verso l’abisso della disperazione, in fondo al quale troverai me. Annienterò la tua volontà e piegherò la tua mente. Farò di te il mio migliore agente. Una spia al mio servizio. Il migliore amico del defunto Sherlock Holmes una mia spia”.

Defunto. Quella parola lo colpì come un masso in pieno volto. Non poteva essere vero. Sherlock non poteva essere morto. “Oh sì. E’ morto.” Disse Jim quasi avesse letto i suoi pensieri. Prese il suo telefono e fece partire un filmato: un uomo che si lanciava dal tetto di un ospedale e poi quell’uomo coricato a terra in un bagno di sangue. Era vestito esattamente come Sherlock. La sciarpa che John gli aveva regalato per il suo compleanno era ora grondante del sangue del suo amico. John rischiò di cadere in ginocchio e piangere dalla disperazione. Sherlock doveva già essere lì da tempo, a tirarlo fuori da quella situazione come nel piano che avevano progettato giorni prima. Quell’uomo disteso sul marciapiede tuttavia non lo convinceva, ma Sherlock non c’era e probabilmente non sarebbe più venuto. Una lacrima gli rigò il viso. Jim sorrideva come un folle. Nella penombra in cui si trovavano il suo candido sorriso aveva qualcosa di lugubre. Il gioco di Jim era iniziato, gli stava togliendo tutte le sue certezze una alla volta. Il problema era che ci stava riuscendo. John si sforzò di non credere alle sue parole, ma in lui si stava piano piano facendo largo il dubbio che ciò che diceva era vero. Ma non poteva cedere. Avevano previsto quell’eventualità. Doveva solo andare avanti. Aspettare nel caso in cui Sherlock fosse stato semplicemente in ritardo, ma era solo un’illusione, un disperato desiderio che non si sarebbe mai avverato. E John questo lo sapeva, ma non poteva agire, non fino a quando non fosse stato sicuro che Jim aveva ragione.

Non sei diverso da molti altri. Stupidi che si credono eroi e che credono di poter cambiare il mondo. Idioti. Non capiscono che coraggio non è altro che un sinonimo di stupidità. In molti hanno provato a fermarmi, alcuni sono arrivati anche più lontano di te, John, ma sai che fine hanno fatto? Sai cosa succede a chi perde al MIO gioco?”

Muore?” domandò John che aveva ormai abbandonato ogni speranza che Sherlock arrivasse.

Oh no. Non sono così gentile da concedergli un tale privilegio. Ma lo scoprirai presto”

Ti sbagli. Non ho intenzione di essere una marionetta nelle mani di un pazzo!” disse John e premette il piccolo detonatore che teneva in tasca e l’intero edificio fu avvolto dalle fiamme. Un sordo boato scosse la terra e un inferno di fuoco e fiamme si sprigionò.

Se sei vivo, amico mio, fuggi alla svelta” aveva pensato John prima di premere il detonatore. Una preghiera silenziosa che non fu mai esaudita.



Note:
Ciao a tutti!
Questa è la prima storia che pubblico qui su EFP quindi non sono molto pratica di queste cose!
Ho scelto il rating giallo ma se non è adatto ditemelo che lo cambio. Veramente, non sapevo se fosse verde o giallo ma alla fine ho optato per giallo per via delle descrizioni del naso rotto o dell'uomo che cade. 
Riguardo alla storia. Non so... mi è venutà così in un lampo di ispirazione!
Il finale è a libera interpretazione. Anche se credo si capisca più o meno cosa sia successo a Sherlock. ;)
Beh, spero vi sia piaciuta! :)
Se pubblicherò altre storie (cosa abbastanza probabile), alla prossima!
Molly



 

  
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