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Autore: Phoenixstein    05/05/2012    4 recensioni
KURTOFSKY WEEK - DAY SEVEN: 10 years in the future
Sommessi singhiozzi di gioia scossero a lungo i loro corpi in quel prezioso abbraccio, prima che Dave baciasse il marito con la foga che riusciva a infondergli la consapevolezza di avere un amore con la A maiuscola, di quelli che si vedono al cinema, un amore di quelli per cui scoppi a piangere nel cuore della notte stringendo al caldo il corpo che è accanto a te nel letto con la voglia struggente di non lasciarlo andare mai più.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Kurtofsky Week. YAY!'
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Ultimo giorno di questa meravigliosa Kurtofsky Week.

I REGRET NOTHING, nel senso che le frecciatine delle Klainers proprio non mi tangono. È stata un’esperienza bellissima, ho vissuto tante emozioni tramite quello che ho letto e le recensioni che ho ricevuto… Mi sono sentita ancora una volta parte di qualcosa di bello, di una famiglia, la ciurma dei pirati 

Ed è appunto a tutti i pirati che va il mio ringraziamento dal profondo del cuore.

GRAZIE a chi ha continuato a sostenermi.

GRAZIE a chi ha dipinto insieme a me ognuna di queste giornate di un colore diverso.

Siamo ancora qui.

E in quanto a motivazione, sinceramente, siamo i migliori.

 

La shot di oggi è piuttosto breve, una sciocchezzuola che ho scritto in fretta e che ho scritto male, temo.

Ho avuto dei problemi personali, quindi non mangiatemi xD

Spero tuttavia che non sia così orribile :)

Day Seven – 10 years in the future

 

 

 

 

 

 

She will be our little Princess

 

 

–Lo sai che dopo tutto questo non torniamo più indietro, vero?

–Voglio che cresciamo una creaturina insieme, Kurt. non te l’avrei chiesto se non ne fossi estremamente sicuro, okay? E, dio, dimmi che lo vuoi anche tu perché credo di stare… per…

Dave non sapeva per quanto ancora sarebbe riuscito a trattenere le lacrime. Kurt lo abbracciò immediatamente e, accarezzandogli la schiena, sorrise addosso alla sua camicia bagnandola per la commozione: –Pensavo non me l’avresti chiesto mai, scimmione. Mio, scimmione. Mio.

Sommessi singhiozzi di gioia scossero a lungo i loro corpi in quel prezioso abbraccio, prima che Dave baciasse il marito con la foga che riusciva a infondergli la consapevolezza di avere un amore con la A maiuscola, di quelli che si vedono al cinema, un amore di quelli per cui scoppi a piangere nel cuore della notte stringendo al caldo il corpo che è accanto a te nel letto con la voglia struggente di non lasciarlo andare mai più.

–Adottiamo, amore mio? Ci sono tanti bambini sfortunati che non aspettano altro che di avere una famiglia… e io… io non voglio essere egoista andando ad affittare qualche utero in giro. – mormorò Kurt, fra un bacio e l’altro.

David gli prese le dita fra le sue e gli fece cenno di sedersi accanto a lui sul divano. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano, sciogliendosi in una risata leggera ed emozionata. –Fatina, guarda in cosa mi hai trasformato.

Kurt sorrise alla dolce battuta, mordicchiandosi le nocche, ancora piacevolmente sconvolto. Sapeva che il marito aveva qualcosa da dirgli, ed era pronto ad ascoltarlo, anche se non aveva smesso di tremare di eccitazione.

–C’è una ragazza, Natalie Wright, che è venuta da me in ufficio ieri, e… è incinta di sei mesi, è disperata. Il padre è un partner occasionale e lei non può tenere il nascituro. Si è rivolta a me perché vorrebbe darlo in adozione appena nato…

Kurt annuiva, attento.

–…ho cercato di rassicurarla che sarebbe andato tutto bene, che sarebbe bastata una pratica standard, bisognava solo trovare presto qualcuno disponibile per l’adozione.

Kurt saltò immediatamente in piedi, mugolando con le mani sul cuore. –E tu hai pensato a noi? – era una domanda retorica intrisa di commozione – Non vedevi l’ora di diventare papà? Mi… mi togli le parole, te lo giuro.

Sorrisero entrambi, un sorriso intimo che si rifletteva da una parte all’altra con la stessa intensità. Dave annuì, scrollando le spalle. Sulle sue guance fiorì un rosso imbarazzo. –Quando ho realizzato che la cosa era possibile ho quasi avuto un malore in ufficio. Puoi chiedere a Liam! E Natalie era così entusiasta…

–È un maschio?

–Tieniti forte! – ridacchiò Dave, stringendogli le mani. Le portò alle labbra e vi posò un bacio per aumentare l’attesa. Vedeva come Kurt stesse quasi trattenendo il respiro e battesse il piede per terra, incapace di stare del tutto fermo. – Femminuccia…

–Daviiiiid! – squittì il sopranista, buttandosi fra le braccia del marito senza pensarci due volte. Lo stritolò, come un micio che fa le fusa e tenta di stritolare una tigre bonacciona. – Sarà la nostra principessina…

–P-piangi ancora? – domandò Dave, con la voce spezzata dall’emozione, sentendo la spalla bagnarsi di nuovo di calde lacrime di gioia.

Kurt non rispose, lo spinse contro lo schienale del divano per baciarlo a lungo, fino a quando sarebbe mancato il fiato a entrambi e sarebbero scoppiati a ridere con gli occhi lucidi, ebbri di tutto quell’amore, di quella perfezione imperfetta in cui stava per arrivare una stellina scesa dal cielo.

–Invitiamo Natalie qui a casa! Preparerò il the migliore del mondo e andrò a comprare quegli… stupendi… biscotti danesi! – miagolò Kurt, già preso dalla sua sfrenata vocazione a organizzare eventi.

–Ma come? Quei biscotti non erano il diavolo per te? – ridacchiò suo marito, mentre i loro nasi sfregavano delicatamente l’uno contro l’altro. Gli acchiappò il labbro in un morsetto dispettoso e lo baciò ancora.

–Non mi importa più di ingurgitare un mare di calorie. L’occasione merita…

–Oh, dio! Perché non ti ho registrato? – lo prese in giro Dave, accarezzandogli indietro i capelli per ammirare compiaciuto quel bellissimo viso di porcellana.

–Scemo! – replicò Kurt, mostrandogli la lingua. Le sue mani sfioravano i lineamenti rilassati del marito, le guance ancora umide per il pianto, le labbra sottili e irriverenti, sue e di nessun’altro.

Fece per scendere dalle sue gambe e andare a prendere un fazzoletto per ricomporsi, ma David lo trattenne cavalcioni cingendogli i fianchi con tenera devozione. –Fermo qui. Pretendo la mia razione di coccole pomeridiane non-stop.

 

 

 

 

 

 

Nota finale: la bambina sarà Allie, piccoletta di cui ho già parlato in Me lo prometti? e I don't want you to go, but...

 

   
 
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