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Autore: len91    05/05/2012    4 recensioni
Ecco la mia terza storia..speriamo di aver fatto un lavoro abbastanza soddisfacente.
Un estratto:
" Si trattava del suo piccolino, invece, e non l’aveva capito solo dal fatto che ormai Gohan fosse grande, ma soprattutto dal suo pianto..se anche i due fratelli avessero avuto la stessa tenera età, non avrebbe avuto difficoltà, lei, a distinguere da chi dei due provenisse un lamento; il pianto di Gohan era fragoroso, cantilenante, insistente ed isterico, Gohan assomigliava a lei; il pianto di Goten era sussurrato, silenzioso, soffocato, Goten assomigliava a LUI, anche nel piangere.."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano trascorsi quattro anni da quando Gohan aveva salvato la Terra dalle minacce di distruzione di Cell e la famiglia Son, dacchè ne aveva perso uno, aveva accolto, poco dopo, un nuovo, piccolo membro..

Quella sera non aveva accennato a smettere di piovere e Chichi aveva pensato che, probabilmente, avrebbe continuato in modo imperterrito per tutta la notte ed il giorno successivo..non avrebbe potuto stendere all’aria aperta i panni lavati, accidenti!..

Terminata la cena, come sempre, molto lauta, la donna intimò severamente ai suoi due figli di andare a letto; mentre Gohan aveva bofonchiato di non avere affatto sonno e tentava di dissuadere la madre dal suo comando, il piccolo Goten, contrariamente a quanto spesso accadeva, non si mostrò sordo alle parole di Chichi e, silenziosamente, a capo chino e con movenze leggere, si diresse in camera sua. Il comportamento del piccolo aveva stranito sia il fratello che la donna, giacchè, impegnati com’erano a litigare affettuosamente sul da farsi, attendendo un intervento gioioso ed ingenuo da parte del piccolo e non sentendolo arrivare, si erano voltati per capire cosa lo turbasse. Ma erano stati troppo lenti; il piccolo Son stava già dirigendosi su per le scale, lasciandosi alle spalle i volti attoniti ed un po’ perplessi dei suoi due cuori, incorniciati da lampi e tuoni furenti che lambivano la casetta..

 

Mentre Gohan, dissuaso da sua madre nell’indagare la causa del silenzio di suo fratello (l’indomani avrebbe dovuto alzarsi presto per studiare! ), si stava preparando per una buone dormita, Chichi, preoccupata per il suo secondogenito, si diresse in direzione della sua cameretta, ma il piccolo era già avvolto nelle coperte fino al collo, con solo due ciuffetti ribelli far capolino fuori dalle lenzuola..era così dolce ed indifeso; Chichi stette immobile a guardarlo sullo stipite della porta, appena in tempo per vedere come egli si rigirasse nel letto ed assumesse stranissime posizioni che le ricordavano LUI; sorrise tristemente e si allontanò verso il suo letto vuoto e freddo.

Nel cuore della notte la donna venne destata di soprassalto da un tuono molto più fragoroso degli altri, si sedette sul letto e, si spaventò improvvisamente, quando vide una figurina esile, sul ciglio della sua camera, singhiozzare sommessamente. Credette subito, ancora stordita dal sonno, si trattasse di Gohan, ma realizzò, dopo un breve istante, che erano trascorsi molti anni da quando il suo primogenito non la svegliava più nel cuore della notte per cercare in lei un sostegno..Gohan era adulto, ormai, lo era diventato troppo in fretta.

Si trattava del suo piccolino, invece, e non l’aveva capito solo dal fatto che ormai Gohan fosse grande, ma soprattutto dal suo pianto..se anche i due fratelli avessero avuto la stessa tenera età, non avrebbe avuto difficoltà, lei, a distinguere da chi dei due provenisse un lamento; il pianto di Gohan era fragoroso, cantilenante, insistente ed isterico, Gohan assomigliava a lei; il pianto di Goten era sussurrato, silenzioso, soffocato, Goten assomigliava a LUI, anche nel piangere..

Immediatamente la giovane madre si alzò dal letto e si diresse verso il figlioletto:

<< Tesoro, cosa c’è che non va? Vieni, non stare li sulla porta  >>. E, così dicendo, lo prese per la manina e lo accompagnò sul suo giaciglio;

<< No riesco a dormire, mammina! >> proruppe il giovane saiyan;  

<< Ma ti sei svegliato solo ora per il grande tuono, piccolo mio? >>

<< No, mammina, è da quando siamo andati tutti e tre a letto che non dormo..ho paura del temporale.. >>

A quel punto Chichi, con tono più dolce, continuò: << Ma allora Goten perché sei improvvisamente salito in camera tua, senza dire nulla né a me, né a tuo fratello? >>

Il piccolo rispose, chinando le sguardo ed arrossendo leggermente: << Vedi mammina, volevo essere come Gohan, lui non piange per queste cose stupide, lui è sempre tanto coraggioso e non ti chiede mai aiuto..così ho volevo provare a dormire solo e sopportare il rumore e la luce del temporale! Ma non ci sono riuscito e ora ho paura >> e, così dicendo, continuò a singhiozzare e piangere sommessamente.

A quel punto Chichi, mentre abbracciava e accarezzava la testolina di Goten, pensava che non era affatto come diceva lui: Gohan, alla sua età, era stato un vero frignone, per un non nulla correva da lei  per trovare conforto dalle paure, Goten no, lui era già forte, era già coraggioso..era esattamente come LUI.. lo dimostrava il fatto stesso che avesse voluto tentare di dormire solo, senza chiedere l’aiuto di nessuno, benché sapesse che, probabilmente non ce l’avrebbe fatta..così proprio come LUI si lanciava in una nuova sfida, in una nuova avventura, nonostante non fosse certo che ce l’avrebbe fatta..

 Chichi alzò lo sguardo al piccolo, per poterlo bene guardare nei suoi grandi occhioni espressivi, ogni volta che li fissava era come se stesse fissando LUI..erano così tremendamente simili. Disse : << Ora smettila di piangere Goten, tu hai avuto paura solo perché, in realtà, non sai cos’è che provoca i brutti tuoni ed i luminosi lampi di un temporale >>. Il piccolo, che si fece più attento annui, come di risposta.

<< Ora la mamma ti svela un segreto, quando accade tutto ciò, ci può essere una sola spiegazione: è tuo padre che, nel cielo, si sta allenando; sono i suoi potentissimi pugni a causare il rimbombo dei tuoni e sono le sue gigantesche onde di energia luminosa a far rischiarare tutta la notte con i lampi..quindi, caro il mio Goten, ogni volta che ci sarà un temporale tu non dovrai più avere paura perché sarà il momento in cui tu potrai sentire meglio la presenza di tuo padre e sentirlo a te più vicino.. >>

Mentre la donna parlava, il visino di Goten, da buio e mesto qual’ era, si faceva, via via più disteso, fino ad incorniciare un enorme sorrisone di contentezza: << URCAAAA, mammina, davvero è per questo motivo?? Ma perché non me l’ ho hai detto subito, avrei dormito subito tranquillo; se è papà a fere tutto questo, non posso che amare i temporali >> e, stampando un bacio sulla guancia di Chichi, se ne andò, trotterellando, felice, verso la sua stanza.

Questa, rimasta sola nella stanza, non potè che farsi scivolare una lacrima, constatando quanto il suo piccolo fosse identico a LUI, anche nei repentini mutamenti d'umore.

Goten non aveva proprio nulla da invidiare a suo fratrello..

  
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