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Autore: angelad    05/05/2012    10 recensioni
Un brutale omicidio scuote il dodicesimo. Un gioco perverso al quale Kate è costretta a giocare...
Non tutto però è come sembra...
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Contesto generale/vago
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Quando la verità sorprende

QUANDO LA VERITA’ SORPRENDE

 

L’auto era subito ripartita diretta verso una destinazione sconosciuta sia a Kate sia a Rick.

Victoria Gates sapeva di doverli nascondere per bene se non voleva far saltare la sua copertura, ma aveva già individuato il nascondiglio perfetto. Nessuno li avrebbe cercati lì.

Accese la radio e, cercando una stazione che trasmettesse un notiziario commentò: “Vediamo quanto ci mettono a scoprire la sua fuga sig. Castle e da chi è stato aiutato. Vorrei proprio godermi la faccia di quel pallone gonfiato del direttore del penitenziario quando si renderà conto che il suo carcerato di spicco gli è fuggito sotto il naso. Sarà un’enorme soddisfazione vederlo durante la conferenza stampa”.

A Kate scappò una risata, mentre si appoggiò con la testa sulla spalla di Castle.

L’uomo le guardava interdetto: cosa c’era di tanto divertente?

La giovane detective, notando la sua faccia, commentò: “Non ci stai capendo niente, vero?”.

“Effettivamente no. Mi sembrate entrambe poco lucide, con il dovuto rispetto capitano” si preoccupò di sottolineare l’uomo.

“E’ naturale sig. Castle. Fa bene a pensarla in questo modo. Ci sono tanti risvolti in questa faccenda che lei ignora. Kate gli racconti ciò che è successo quella sera a casa sua”.

 

Kate allontanò l’occhio dallo spioncino e chiuse gli occhi, maledicendo l’universo.

Non ho già avuto abbastanza casini per oggi?

Si stampò sulla faccia un sorriso di circostanza, cercando di nascondere gli occhi rossi, ed aprì la porta.

“Buonasera signore”.

Iron Gates entrò nell’appartamento come una furia: “Beckett mi spieghi cosa non le è chiaro della semplice frase –deve promettermi di non fare colpi di testa; voglio essere informata di qualunque suo movimento?- Non mi sembrava un concetto così difficile da capire, ma a quanto pare mi sbagliavo”.

“Ha ragione signore, ma..”

Lo sguardo inceneritore della Gates la fulminò lì: “Non esiste nessun “ma” Beckett! Lo sa che se oggi avessi voluto parlare, rispettivamente nell’ordine, col Presidente, col capo della CIA e col Papa avrei fatto meno fatica che rintracciare lei?! Le sembra possibile? La richiamo in servizio, riceve notizie compromettenti sul signor Castle e che fa? Sparisce. Su questo potrei anche sorvolare, comprendendo la sua sorpresa e il suo dolore, ma dopo il colloquio che le ho lasciato avere con lui, non può andarsene dal distretto in quel modo! Se ne rende conto?

Lei è il detective assegnato al caso e non può scorrazzare in giro per New York da sola, senza la sua squadra. Crede che io sia felice di sapere uno dei miei uomini in pericolo? Quell’assassino vuole lei Kate, non lo dimentichi!”.

Kate era sbalordita, aveva rimosso la sfida dalla sua testa. Era troppo concentrata su ciò che era accaduto a Rick.

“Lei crede che Castle sia innocente?”.

La Gates alzò gli occhi al cielo: “Signore del cielo, certo che lo credo innocente! So ancora riconoscere un bugiardo! Un bugiardo molto innamorato per giunta. Non faccia quella faccia per cortesia, perfino ogni singolo mattone del dodicesimo ha capito i vostri veri sentimenti. Gli unici a negarlo siete voi due! Sono arrivata da poco, ma non sono di certo una stupida”.

Kate era decisamente arrossita e si stava mordendo il labbro inferiore: “Per questo ha insistito perché gli mostrassi io quella prova? Per avere conferma della sua innocenza. Voleva osservare la sua reazione vedendomi”.

La donna rispose: “Non solo. Speravo ritrattasse la confessione una volta che lei lo avesse messo con le spalle al muro, ma quell’uomo è un vero testone! Chiedendo un avvocato le ha impedito di continuare. Ho dovuto arrestarlo, non potevo evitarlo. Mi dispiace doverglielo dire Kate, ma è stato ricattato da qualcuno di molto potente. È stato incastrato per arrivare a lei. Sappiamo entrambe di chi stiamo parlando”.

La giovane donna sussultò e venne assalita da un dubbio atroce: quella donna sapeva molte più cose di quanto avesse fatto intendere.

Come poteva essere arrivata a quella conclusione?

Doveva aver mostrato tutto il suo disappunto perché vide i lineamenti della sua interlocutrice rilassarsi ed si avvicinò a lei.

“Kate, io e lei dobbiamo parlare. Ci sono ancora molte cose che deve sapere ed è venuto il momento di conoscerle. Avrei preferito passasse ancora un po’ di tempo dal suo ferimento, ma il destino ha voluto diversamente. Posso avere un bicchier d’acqua prima?”.

Kate annuì e la fece accomodare sul divano. Andò in cucina, riempì due bicchieri e la raggiunse. Quella giornata sembrava infinita..

Era stanca e stava incominciando a perdere la pazienza. Voleva sapere cosa la donna conoscesse e così decise di prendere la parola: “Signore per favore, mi dica tutto quello che sa. Ho bisogni di farmi un quadro completo della situazione, devo capire a cosa sto andando incontro”.

Victoria Gates respirò profondamente ed iniziò il suo racconto: “Kate, lei è una donna intelligente, non analizzi gli eventi solo dalla sua prospettiva, provi a guardarli da diverse angolazioni. Non si ostini a cercare quella che lei considera la “verità” unica ed indissolubile. Non esiste, non come si crede. La verità ha mille volti e deve vederli uno ad uno prima di riuscire a mettere insieme tutte le tessere di questo puzzle, se vuole riuscire ad avere giustizia per riuscire quantomeno a curare la ferita devastante che ha dentro se stessa.

Guardi me, per esempio,  lavoravo per gli affari interni, crede davvero che sia stata trasferita a caso? Che abbia deciso volontariamente di voler gestire un distretto di polizia, dove il precedente capitano era stato appena ucciso e il suo miglior elemento ridotto in fin di vita? Con rispetto parlando, sarebbe stato da pazzi!”.

La giovane donna trasalì a quella frase: “E’ stata costretta capitano?”.

“Vede Beckett? Non riesce a staccarsi da ciò che le sembra la realtà. No, non sono stata costretta. L’ho fatto per aiutare un amico. Roy Montgomery per me era un vero amico, al quale dovevo molto.

Il giorno dopo l’attentato ho ricevuto una sua lettera nella quale mi spiegava la sua situazione, mi scongiurava di fare qualcosa per lui dopo la sua morte. Immagina cosa mi ha chiesto detective?”.

Kate dovette asciugarsi una lacrima, aveva capito perfettamente ciò che il nuovo capitano stava cercando di dirle.

Roy era stato fino all’ultimo il suo secondo padre, l’unico uomo, oltre a Castle, ad aver compreso la complessità del suo animo tormentato. La sua mancanza era sempre stata forte dentro di lei, ma, in quel momento, era diventata insostenibile. Avrebbe fatto qualunque cosa per poter parlare ancora una volta con lui, per potergli dire quel “grazie” che non era stata in grado di pronunciare in quell’hangar, mentre tutto precipitava, mentre si stava sacrificando per lei.

“Le ha chiesto di badare a me” sussurrò con un filo di voce.

“Non la metterei proprio su questo piano, perché io non sono una babysitter e, come avrà potuto notare, il mio lato materno non è molto sviluppato, ma in parte è così. Sapeva che dopo tutto quello che era stata costretta a vivere, venendo a conoscenza del suo segreto, avrebbe avuto bisogno di una guida forte vicino a lei sul posto di lavoro. Qualcuno che potesse controllarla e frenarla all’occorrenza, quando neanche il signor Castle fosse riuscito a farla ragionare. Chi meglio di Iron Gates?”.

La donna le sorrise, ma Kate non riuscì a risponderle.

“Kate, lei ha molti nemici, ma ha molte persone che le vogliono bene e darebbero la loro vita per lei, se solo glielo chiedesse. E non sto parlando solo del signor Castle. Non può impedir loro d’agire secondo coscienza. Le saranno sempre accanto. Non è sola e, adesso, è venuto il momento di reagire. Il drago vi ha teso una trappola, dobbiamo cercare di tirarvene fuori”.

Improvvisamente la giovane donna si destò dal suo limbo: “Lei sa chi è? Mi dica quel nome! Ho il diritto di saperlo”.

La Gates scosse la testa: “Mi dispiace, non conosco la sua identità, è un mistero anche per me. So solo che è estremamente potente, lavora in polizia o in qualche agenzia governativa. È un insospettabile.. Ha infiltrati ovunque, forse anche al dodicesimo, e la sta tenendo d’occhio. La vuole fuori dai giochi in un modo o nell’altro. Tutte cose che sa anche lei, non sono sicuramente delle novità. Ora dobbiamo trovare il modo di ribaltare l’andamento di questa sfida!”.

 In quel momento il capitano Gates notò il  foglio di carta e la penna appoggiati  sul tavolo della sala. Li prese in mano e si voltò verso la donna con aria interrogativa.

“Cosa stava pensando di fare?”.

“Stavo per scrivere la mia lettera di dimissioni” confessò Kate.

La donna si alterò di nuovo: “Dimissioni? Sta scherzando, vero?”.

 Poi alzando gli occhi al cielo disse: “Roy doveva lasciarmi il libretto d’istruzioni per voi due. Ci provo, davvero, ma proprio non vi capisco”.

Ritornò a guardare Beckett: “Ora, per l’amore del cielo, vuole spiegarmi perché vuole dimettersi?”.

Kate respirò profondamente, poi cercò di spiegare le sue ragioni in maniera tranquilla: “Non sopporto l’idea che Rick sia in prigione, lo rivoglio accanto a me. Senza di lui nulla ha più significato, neanche la risoluzione del caso di mia madre. Voglio che lui diventi il mio futuro e non voglio che il passato continui a condizionarmi. Sarò patetica, ma è così”.

“Non è patetica Kate, è solo innamorata. Prima di prendere qualunque decisione, però, mi illustri il suo piano”.

 “In effetti ne ho preparato uno, ma non posso metterlo in pratica finchè sono un poliziotto. Creerei dei problemi a tutto il distretto.. Insomma capitano, voglio farlo evadere!”.

Sul volto di Iron Gates apparve un sorriso compiaciuto: “Finalmente Beckett! È la prima idea sensata che le è uscita dalla bocca stasera. Sono pienamente d’accordo con lei!”.

Kate pensò che poliziotta davanti a lei fosse impazzita del tutto.

Come poteva approvare?

“Capitano, ma cosa sta dicendo?  I poliziotti non fanno evadere i carcerati, di solito”.

“Dettagli Beckett, dettagli” minimizzò.

“Credo che lei non abbia capito bene, signore. Se io lo faccio scappare, non potrò più indagare sugli omicidi connessi al drago. Lui avrà vinto!”.

“E’ quello che gli faremo credere! Lui può giocare sporco e noi no? Dove sta scritto? Io devo risolvere l’omicidio di Lucy Williams, non lo dimentichi. Se, poi, riusciamoa prendere due piccioni con una fava, tanto meglio!

 Ragioni: il drago la vuole fuori dalla polizia e vedrebbe la sua rinuncia come un ulteriore punto a suo vantaggio. Cosa penserebbe, invece, se il signor Castle rientrasse prepotentemente in scena con una rocambolesca fuga? Si sentirebbe quantomeno minacciato. Castle deve aver ceduto ad un loro ricatto, quindi avrà in mano degli elementi, a noi ancora sconosciuti, a svantaggio di questo spietato criminale”.

Kate capì finalmente dove la donna volesse andare a parare: “Così, quando renderemo Rick un fuggitivo, lui sarà costretto a muoversi, a scoprirsi, ad uscire dal bunker di segretezza nel quale si nasconde.. Invierà il nostro assassino a cercarlo e quando lo farà..”

“noi saremo lì ad aspettarlo! Perfetto, vedo che gli ingranaggi del suo cervellino sono tornati a funzionare”. La Gates terminò la frase con aria trionfante.

Kate si passò una mano sul viso, sprofondando tra i cuscini del divano: “E meno male che non volevo più mettere Rick in pericolo.. lo sto letteralmente lanciando nell’occhio del ciclone”.

La donna davanti a lei fece spallucce: “Non dica così Beckett, ci si è già lanciato da solo, quando ha deciso d’assecondare i desideri di un criminale. Non si preoccupi, lei sarà sempre accanto a lui, non lo perderà mai di vista. Ho intenzione di lasciarvi soli soletti per alcuni giorni. Credo che dobbiate chiarire alcuni aspetti strettamente personali o sbaglio? Trovate il coraggio di essere felici.

 Nel frattempo io cercherò di trovare un possibile alleato disposto ad aiutarci. So che Roy deve aver mandato alcuni importanti documenti ad un amico, devo scoprire chi è”.

La donna sorrise: “Credo che Rick possa esserci d’aiuto anche in questo. So che è stato contattato da un uomo misterioso, ma dovremo parlarne con lui”.

“Questo scrittore è davvero pieno di risorse! Non mi sarei aspettata si rivelasse così utile, devo ammetterlo. Sta incominciando a piacermi sul serio, ma non si osi dirglielo. Devo mantenere la mia apparenza di donna dura e inarrivabile”.

Kate riuscì finalmente a sorridere, si sentiva sollevata. Tra poco tempo avrebbe riabbracciato l’uomo che amava. La loro situazione era, adir poco, ingarbugliata, ma l’avrebbe risolta con lui al suo fianco.

Il capitano si alzò e, dirigendosi verso la porta, si congedò dalla collega: “Mi raccomando si tenga pronta Kate. Appena avrò sistemato tutto, agiremo. Cerchi di riposare, avrà bisogno di molte energie. Buonanotte”.

“Buonanotte a lei capitano. E.. grazie!”.

Victoria Gates si voltò verso di lei e, sorridendole, rispose: “Dovere Beckett”.

 

Castle era decisamente esterrefatto da quel racconto: “Fatemi capire, mi avete tirato fuori di galera per usarmi come esca per catturare il drago?”.

Victoria Gates rispose sicura: “Per quanto mi riguarda sì, ma credo che, da come la tiene stretto, non sia quella l’intenzione della sua Kate. Lei avrebbe fatto da sola questa follia, io ho solo cercato di trarne un vantaggio. Non si creda di piacermi Castle, mi sembra di aver a che fare con i bambini dell’asilo a volte. Il convento passa questo e mi devo adattare”.

Castle si accucciò e sussurrò all’orecchio da Kate: “Mi ama anche lei, ma non lo ammetterà mai! Sta correndo un grosso rischio aiutandoci in questo modo”.

Kate annuì: “Sono d’accordo Rick. Le dobbiamo molto”.

Castle strinse le loro dite ancora intrecciate e si accoccolò ancor di più alla sua musa.

“Piccioncini non mettetevi troppo comodi, siamo arrivati” sentenziò la voce austera del capitano.

 

Angolo mio!!

Avrei dovuto pubblicare martedì, ma lo faccio stasera perché non credo che l’8 di maggio sarò in possesso pieno delle mie facoltà mentali, così anticipo.

Finalmente si è scoperto che a bussare alla porta di Kate quella sera era stata Iron Gates (ma in realtà l’avevate capito già tutte! J). Vi piace il mio capitano?

Non so se nel telefilm la Gates avrà un collegamento con Roy (quello è frutto della mia fantasia), ma sono assolutamente convinta che non sia stata messa lì a caso, ma abbia una funzione ben precisa. E non sarà un personaggio negativo legato ai cattivi, secondo me aiuterà Kate (ho quest’idea dalla 4x12 quando davanti a quella lavagna le ha detto, rivolto al caso del sindaco, “this is a long game Kate. Play piece by piece”. Era la prima volta che la chiamava per nome, credo, e quella frase aveva un doppio significato).

Naturalmente il barbuto mi smentirà sicuramente, ma io mi sono fatta questo viaggio mentale e ne ho preso spunto per il racconto.  Spero vi sia piaciuto!

Grazie mille a tutti!!

Wow che mega angolo mi sono sparita stavolta! ;-)
  
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