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Autore: Scintilla    28/11/2006    1 recensioni
Nevicava. Nessuno per le strade, a parte loro due. Faceva freddo. Vestire leggero per abbracciare un ragazzo e farsi scaldare era un trucco vecchio. Ma a Mio non importava, con Daisuke avrebbe funzionato sicuramente. MioXDaisuke
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Daisuke Niwa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente sono riuscita a scrivere una fic su D.N.Angel! Era da tempo che ne volevo fare una… La coppia di questa fic è la MioXDaisuke. Per me è una coppia veramente carina, ma il materiale che ho trovato su di loro per ora è spaventosamente poco. E cioè due fanfiction in inglese molto corte che non mi sono nemmeno piaciute molto. Basta.

Mio Hio è un personaggio che compare solo nell’anime, ma a me piace moltissimo, è il mio preferito femminile!**

Questa fic non è niente di che, è molto classica, nella trama no ci sono guizzi di originalità. È tutto piuttosto scontato, anzi. Ma, liberi di crederci o no, ci ho lavorato molto. Scrivere una fic su una coppia che ti piace molto ma che non hai mai visto in giro non è facile. Avevo paura di rovinarla, di renderla OOC, di farla risultare antipatica… Quindi ho usato una struttura molto classica, e ho coniato una one shot in onore di questa coppia, che non sarà un capolavoro, ma forse farà apprezzare questa coppia a qualcuno.

Mi ero promessa che se volevo definirmi una vera amante del MioXDaisuke avrei dovuto scrivere almeno una fic su di loro, quindi eccola qui. Spero che riesca almeno un po’ piacevole!

Per tutti coloro che forse si ricordano che vado avanti con questa storia di voler scrivere una fic su loro due da giugno… no, non è questa fic. La fic iniziata a giugno avrebbe dovuto essere a più capitoli, ma mi sono bloccata al terzo e non ho molte intenzioni di finirla.

Io Mio la adoro come personaggio, è così carina e piena di vita!ç_ç Invece odio Riku, ma queste probabilmente sono cose che non vi interessano.

Nota 1: è ambientata pochi giorni prima di Natale. Non sono mai stata in Giappone, ma da fonti abbastanza (non al 100%) credibili ho ricavato le poche informazioni in grado di formare un po’ di atmosfera. Se qualcuno pensa siano errate, me lo faccia pure notare!

Nota 2: nell’’anime non viene detto il nome dell’opera d’arte di Mio, ma la vediamo (una piccola bambola). Io ho voluto inventarne uno, quindi la denominoSmirking Doll” (bambola sorridente).

Nota 3: nell’anime Mio parla un terribile americano, ma capisce il giapponese. Qui parla nella stessa lingua di Dai, perché per me rendeva meglio l’idea di “intimità” e di un fatto isolato dal normale. Inoltre penso che le due lingue che è in grado di capire siano un simbolo delle sue due facce. Qui parla come Dai, la lingua “della verità”.

Nota 4: non ha una collocazione precisa del tempo dell’anime. Ma è vicino Natale e Riku e Dai non si sono ancora dichiarati. Potreste ragionevolmente dirmi che allora non può esistere, in quanto Dai a Natale sta già con Riku. Allora è un episodio fuori dal tempo della storia, contenti?

Questa fic è dedicata con affetto a tutti i MioXDaisuke shippers e alla coppia MioXDai.

 

 

Passeggiata Invernale

 

La neve è romantica, fredda, bagnata, natalizia. Non è raro trovare persone che camminano per le strade coperte di bianco. Bambini che giocano a palle di neve, adulti che devono fare le ultime commissioni, coppiette che si godono l’atmosfera magica. Ma questa è una sera strana. Una sera giovane, appena iniziata. Ma il cielo coperto di nuvole è già scuro. Nessuno per le strade illuminate dalla luce arancione dei lampioni. Le finestre brillano di luce artificiale. È fine dicembre, le vacanze di Natale sono già iniziate. Anche in Giappone il Natale esiste. Come festa consumistica, come cultura occidentale importata.

Solo due ragazzi passeggiano, vicini. Una ragazza dai chiari capelli castani e liquidi occhi blu scuro con un ragazzo dai capelli rossi e occhi carmini.

I loro fiati condensati si mescolano nel volare verso il cielo. E rosse sono anche le guance del ragazzino. Per il freddo, o per l’emozione di avere una ragazza così vicina, attaccata al suo braccio. Daisuke Niwa ha già quattordici anni, ma è timido, timido come un bambino. La sua timidezza è adorabile. La ragazza gli tiene un braccio con entrambe le mani, abbracciandolo. Struscia il capo sulla sua spalla e mormora:

-Dai-chan-

Daisuke fa finta di non aver sentito. Sua madre, suo padre, suo nonno, Towa-chan e perfino Dark (se vuole prenderlo in giro) lo chiamano così.

Ma fra le sue coetanee… c’è solo Mio Hio.

È un modo di chiamarsi troppo intimo, secondo Daisuke. Troppo per solo un’amica, ma non ha il coraggio di dirglielo. Si limita a volgere lo sguardo altrove, imbarazzato.

Mio non è vestita molto pesante. Piccoli stivaletti bianchi più primaverili che invernali. Una magliettina aderente a maniche corte azzurro chiaro. Un maglioncino leggero dorato, aperto davanti, intrecciato in vita da lacci. Se non fosse per il soprabito scuro chiuso ad alcuni bottoni (non tutti, naturalmente) sarebbe già mezza morta assiderata. Vestire leggero per abbracciare un ragazzo e farsi scaldare è un trucco vecchio, nemmeno troppo elegante, lo ammette.

Ma non gli importa, con Dai funziona sicuramente. Non sopporta di vedere una ragazza soffrire, tremare. Neanche un ragazzo a dir la verità. Neanche un adulto, neanche un anziano, neanche un animale. Non sopporta di vedere proprio niente piangere. È un ragazzino buono. Delizioso nei suoi quattordici anni.

Mio non è nata quattordici anni fa. In effetti non è nemmeno nata. È stata creata. Ma Dai non lo sa, forse non lo saprà mai. È stata creata anni fa, quanti non lo sa nemmeno lei. Immagina tanti. Venuta al mondo come opera d’arte degli Hikari, la “Smirking Doll”. Però il suo corpo dimostra gli anni di una ragazzina, e così anche il suo spirito, pensa.

Daisuke continua a chiamarla “Hio-san”, anche se gliel’ha già detto tante volte, vuole che la chiami “Mio”, ma anche l’intimo “Mio-chan” le andrebbe più che bene.

Hio-san” è terribilmente formale, freddo. Lo stesso modo in cui chiama tutte le altre ragazze a scuola, anche quelle che conosce solo di vista.

-Daiiiiiiiii-chaaaaan….- miagola strusciando la guancia sulla sua spalla. Sorride, sa che quel gesto lo sta mettendo in imbarazzo.

-S-sì, Hio-san?- chiede l’altro, rossi fino alla punta del naso.

-Chiamami Mio-chan, per piacere… ti prego…- Miagola ancora.

-M-ma…-

-Solo per oggiiii.. Il mio regalo di Natale…- leccata sulla guancia –solo per oggiiiii…-

Sa che il suo tono volutamente strascicato e seducente, unito all’espressione “occhi-di-cucciolo” lo sta mettendo in imbarazzo.

-V-va bene… Mio-chan.- però con il piccolo Dai funziona anche questo trucchetto.

I fiocchi bagnati continuano a cadere, lacrime soffici di un cielo scuro e triste. La temperatura continua a scendere. Se Mio facesse uscire la lingua dalla bocca, percepirebbe l'atmosfera anche con il gusto, tanto è densa. Le pare che il tempo si sia fermato. Incrina la testa da un lato. Un momento perfetto per non pensare a nulla e lasciarsi trascinare dal cuore e dagli eventi.

-Mio-chan, io…- ecco come rovinare l’atmosfera in tre parole semplici. Se ne vuole andare a casa.

-Dai-chan che cosa fai a Natale?-

-Sto a casa con la mia famiglia.- sorride come un bambino. – Lo so, non è nulla di speciale, ma per me sarà comunque piacevole.- aggiunge come a volersi scusare di qualcosa.

Mio si stringe più al suo braccio. Strofina il naso fra i suoi capelli. Tra poco dovrà lasciarlo, e non vuole. Non vuole.

-Mio-chan…- Ecco, la sta per mandare via. Mio si stringe nelle spalle, quasi a non voler sentire.

-Mio-chan, stai tremando.-

Mio apre gli occhi, lascia andare il braccio e si mostra agli sguardi preoccupati dell’altro.

-Sei vestita troppo leggera per una giornata come quella di oggi, Mio-chan.-

Mio non sa come ribattere. L’emozione che Daisuke si preoccupi per lei, anche se lo farebbe per chiunque altro è troppo forte. Si ritrova a sperare che Dai-chan allunghi la sua mano inguantata fino al suo viso e ci disegni una lunga carezza sopra. Ma è chiedere troppo, lo sa. Daisuke non è abituato a gesti come questo. È troppo timido per fare qualcosa di simile in pubblico. Ed è perfetto così, con i suoi occhi pieni di preoccupazione che fissano lei.

Mio gli sorride. Forse per oggi ha avuto abbastanza, ma non sa accontentarsi. Vorrebbe stare con lui altro tempo. Ma se Dai-chan vuole andare, non lo fermerà.

Allunga la sua mano nuda verso il suo viso. Percepisce la sua pelle fredda sotto i polpastrelli. Sorride, dolce. Daisuke è arrossito. È così carino.

-Daisuke, sto bene, grazie.- mormora togliendo la mano.

-Però…- avvicina il viso al suo orecchio. – però starei meglio se ora mi abbracciassi, e mi tenessi il caldo.-

Si allontana per controllare la sua opera.

Il viso di Daisuke è più rosso dei suoi capelli. Le dita si stringono imbarazzate. Lo sguardo è fisso a terra. Mio trattiene a stento un sorriso divertito. A lei piace giocare. Ma questa è una cosa seria. Bella, dolce, piacevole, ma seria. Lo vorrebbe fare capire a Dai-chan.

Con voce tranquilla gli sussurra a voce bassa, come a volergli rivelare un prezioso segreto, anche se ora sono soli, nella via piena di neve.

-Ti voglio bene, Daisuke.-

Nella sua voce ora non c’è più giocosità, né alcuna presa in giro, né tono seducente e contraffatto.

Daisuke alza il volto. Chissà se ha capito.

Forse sì, perché sorride, uno dei suoi sorrisi dolci e luminosi, alza le mani sul suo collo e la preme dolcemente contro di sé.

Mio ricambia felice l’abbraccio. È una delle poche cose che Daisuke vorrà darle. Deve trattarla bene.

Contro di lui il suo corpo inizia a diventare caldo, molto caldo. È una delle sensazioni più piacevoli che abbia mai provato.

Chissà se è così solo per lei, e se per Dai è solo un piccolo favore fra amici. Al momento non le interessa. I loro respiri condensati continuano a volare insieme.

Nessuno per la via. I rumori esterni paiono ovattati, le macchine indifferenti, le televisioni delle case incuranti, le voci delle persone sconosciute… tutto lontano, tutto distante.

Mio quasi non avverte più il freddo. Decide che non sarebbe male rimanere in quella posizione per tante minuti, per ore.

Ma è lei la prima a scogliere l’abbraccio. Daisuke è arrossito, ma è felice di constatare che almeno la guarda negli occhi senza abbassarli.

Forse un po’ è piaciuto anche a lui. Mio alza gli occhi verso il cielo nero senza nemmeno una stella, formato solo da nuvole.

Daisuke la imita. Sono entrambi alla ricerca di una [stella] che per quella sera non comparirà. Ora Mio guarda lui. Un’espressione quasi triste sul volto. È difficile che la mantenga per più di pochi minuti. In pubblico, almeno. Si chiede solo se vivere è così divertente.

Daisuke cerca di ricambiare lo sguardo. Apre la bocca un paio di volte, ma nessun suono riesce a uscirne. Qualsiasi cosa abbia avuto intenzione di dire, Mio lo precede.

-Dai-chan… ti va una cioccolata calda?- chiede con la sua voce di nuovo seducente e… e liscia, alle orecchie di Daisuke ricorda questi due aggettivi.

-V-va bene.- la sua risposta è timida, balbettante.

Mio lo prende a braccetto, tirandolo verso un bar. Non importa quanto è divertente vivere, tutta la felicità del mondo non vale la vita di Dai-chan. L’atmosfera forse si è un po’ spezzata. Ma vorrebbe che Daisuke la ricordasse allegra, piena di vita. Non serve far vedere anche l’altro lato di sé. Questa sarà solo una scelta di Dai-chan, se vuole scoprire l’altra sua faccia. Lei non ha il diritto di decidere per lui. Meglio spezzare quell’atmosfera pericolosa ma romantica.

Ma anche stare al calduccio in un bar semivuoto con una tazza di cioccolata davanti e la tua persona speciale a fianco è una bella esperienza.

Mio e Daisuke bevono, godendosi il silenzio forzato dalle loro bocche piene.

Mio si chiede se è possibile provare amore a quattordici anni. Conosce molto bene la storia dei geni dell’amore che regolano gli scambi fra Dark e Daisuke. Non le dispiacerebbe un giorno parlare con Dai e vederlo trasformarsi in Dark davanti ai suoi occhi. È la cosa che più vorrebbe, che più desidera, ma sa anche che sarà difficile, molto difficile. Lei può solo provarci. Chissà quanto tempo Dark vivrà nel suo corpo, prima che Dai trovi il vero amore.

Chissà se lei può già amare veramente. Chissà se potrà mai amare veramente. Una bambola adolescente, una vita artificiale, precaria.

Forse morirà senza mai aver voluto bene a qualcuno.

Ma se anche nelle sue condizioni si può provare amore, allora lei non ha dubbi. Ama Daisuke Niwa. Il piccolo ladro dei preziosi oggetti degli Hikari. Quel ragazzino che ha sciolto persino il cuore di Satoshi Hikari-sama. Lei è stata richiamata in vita per ucciderlo, per sacrificare la sua vita in cambio di un’esistenza normale. Ma è già qualche tempo che ha deciso.

Si godrà la vita che le resta al massimo, e quando verrà il momento… tornerà richiusa nella Smirking Doll, senza pretendere la vita di Dai-chan.

Senza poterlo vedere mai più.

Ma non è il caso di essere così tragici, forse tale situazione non si verificherà mai, forse si troverà una soluzione a tutto, e lei vivrà come una ragazzina normale accanto a Dai.

Forse.

Ma non è questo il momento di pensare a queste cose. Lui e lei, da soli, a bere cioccolata calda in un caldo bar vuoto mentre fuori nevica. Le sembra di essere appena entrata in una favola. Non vorrebbe più uscirne.

Sorride dolcemente a Daisuke, come un gesto incondizionato. Il ragazzino ricambia, portandosi la tazza alle labbra.

La ragazza pensa che dopotutto sarebbe piacevole essere rubata da lui. Non farebbe nessuna resistenza, una persona sensibile come Dai certamente tratta bene le opere d’arte come lei. La conserverebbe a casa sua, avrebbe molta cura di lei. E lei potrebbe girare per casa Niwa e stargli sempre accanto. Un attimo e di distoglie da questi assurdi pensieri. Un sorriso amaro, subito nascosta da Daisuke le modella le labbra.

Ritorna a guardare il ladro che mai verrà a rubarla. Forse non è abbastanza preziosa per un Kaitou di alto livello come lui. Daisuke è proprio carino. Ma Mio sa che questi attimi sono frammenti di favola. Minuti irreali. Minuti che è meglio vivere perché non torneranno più. Piccoli semi da cui non nascerà nessuna pianta. Un presente senza futuro.

Stringe la mano di Daisuke, ora senza guanti. La sua vicinanza fisica in qualche modo la calma.

Guarda fuori dalla finestra i fiocchi che continuano a cadere. Non sa perché, ma ha voglia di piangere. Spera che tutto questo le rimanga impresso nella memoria, perché sarà una delle cose più belle che riuscirà a vivere.

Volta il viso e beve un altro sorso. Daisuke la guarda sorridendo. Mio ricambia. Può solo sperare che quell’espressione felice sia per lei.

Appoggia la testa sulla spalla del ragazzino. Chiude gli occhi, beandosi del calore del suo maglione contro l’orecchio. Dai beve un’ultima volta, poi la tazza torna sul piattino vuota. Anche Mio ha già terminato la sua cioccolata. Il sapore caldo e dolce riscalda e delizia ancora i palati di entrambi. Restano ancora qualche minuto a leccarsi le labbra e a godere di quei minuti silenziosi e morbidi.

Poi, quando pensa sia abbastanza, Mio si alza e tende la mano a Daisuke.

-Andiamo?- chiede con la sua voce squillante.

Daisuke sorride e le prende la mano.

Sono tornati nella bufera, ora. Il vento si è alzato, e così la neve che turbina in piccoli mulinelli. I fiocchi paiono frammenti di foglie autunnali.

Mio si stringe nel cappotto e contro Dai. Nessun trucco: fa veramente freddo. Daisuke riesce a parlare:

-Mio-chan, inizia a fare freddino… forse è meglio tornare a casa.-

-Sì.- risponde lei. Si stacca dal suo braccio, ma non compie nessun altro movimento. Dai resta in silenzio per minuti interi, senza muoversi.

-Ah, non ti ho ancora chiesto cosa fai a Natale.-

-Io?- Mio è presa di sprovvista. Questo sarà il primo, forse il suo ultimo Natale. Non ha alcuna famiglia con cui passarlo insieme. Nessun amico. La sua famiglia a dirla tutta esiste, la famiglia Hikari. Ma dubita che a Satoshi-sama farebbe piacere trascorrere tempo con lei. Probabilmente Satoshi-sama la odia, come detesta tutte le opere d'arte maledette della sua stirpe.

-Starò da sola a casa.- risponde con tono forse troppo triste. Si affretta ad aggiungere: - I miei sono in America e non tornano per la festa e quindi…-

Daisuke la sta guardando. Tristezza nei suoi occhi rossi.

-Da sola? Ma che cosa triste!-

-Eh, sì…-

Non trova altro da ribattere.

Il vento si sta un po’ calmando, ma l’aria è gelata. Piccole scaglie di ghiaccio li colpiscono in volto.

-è meglio andare, ora.- è stata Mio a parlare. Il momento prima della separazione le fa più male della separazione in sé.

-Mio-chan… Ascolta… Se non hai nessuno con cui passare il Natale, forse… puoi venire dai noi?-

-A… a casa vostra?- sorpresa pura nella sua domanda.

-Ah, certo se non vuoi… dopotutto ci conosci poco, e…-

-Ma stai scherzando, Dai-chan?! Certo che voglio venire! Porterò un regalo di Natale alla tua famiglia e uno speciale per te!-

-Sul serio… ne saresti felice?-

-E me lo chiedi anche!- lo abbraccia stretto, ridendo. – è il più bel regalo di Natale che potessi farmi! Non vedo l’ora!-

-B… bene.- il suo viso è illuminato da un sorriso felice.

-Dai-chan… ci saranno anche le gemelle?- la speranza di una risposta negativa anima questa domanda pronunciata come se non fosse nulla d’importante.

-No, loro sono nella loro villa in montagna, quindi…- Mio si trattiene dal mettersi a saltellare di gioia per la via. Si limita ad abbracciare Daisuke e a stampargli un bacio sulla guancia.

Dai è stupito per la gioia della ragazza, ma non la trova sgradevole. Inizia a ridere a vederla così felice. Anche Mio ride, tirandogli la sciarpa e scrollandogli la neve dai capelli.

Minuti pieni delle loro risate libere. Finché entrambi tornano a respirare.

-AnfMio-chan… ora devo… anf… proprio andare.-

Lei annuisce, senza fiato sufficiente neppure per dire una parola. Daisuke si allontana correndo, salutandola con la mano.

Mio resta in piedi, da sola, per lunghi minuti, aspettando si allontani e non la veda.

Inizia a piangere di gioia. Potrebbe anche morire il 26 dicembre.

Non avrebbe trovato inutile aver vissuto fino a quel giorno.

-Ti amo, Dai-chan.- e pazienza se i ragazzini non riescono a capire l’amore e le bambole non hanno cuore.

Si allontana verso casa sua. Domani ha molte cose da fare. Prima fra tutte, comprare un bel regalo al ragazzino più dolce del mondo.

 

 

 

Ecco qui, terminata! Mh, direi che non ne sono così insoddisfatta, era da tanto che volevo fare una fic MioXDai!ç_ç Forse è un po' corta, ma mi pare comunque di una lunghezza soddisfacente. E poi non riuscivo più a modificarla in alcun punto, quindi ho deciso di tenerla così. So che la trama non è nulla di speciale, anzi molto classica, ma per la prima non mi sentivo di fare qualcosa di originale. In questa one shot gli scopi erano due: mantenere l’IC e scrivere qualcosa MioXDai che desse un po’ di speranza a Mio. Spero di essere riuscita nei miei intenti! Quanto sono cattiva, però... nemmeno un bacio come si deve sono riuscita a fargli dare!çç

Mi raccomando commentate, questa fic per me è importante!

E se qualche MioXDai Shipping la legge, me lo faccia sapere, per piacere, sarei felice se non fossi l’unica loro supporter in Italia!

 

 

Strange inside, fanfictions by Asmesia alias Scintilla

 

 

  
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