La chiave della
felicità
Artemide scrutava il cielo in silenzio. In piedi nel buio della notte, osservava la Luna sorridere in mezzo alle luminose stelle.
I mortali la descrivevano come la personificazione della Luna, ma lei non si sentiva assolutamente vicina ad essa. In quel momento, la felicità di quel satellite la feriva e basta, lei che era così triste.
Aveva congedato le Cacciatrici, le aveva lasciate libere di divertirsi, sapeva che ne avevano bisogno. Essendo legata a loro tramite un giuramento, percepiva la loro voglia di staccare gli occhi dalla caccia, da una preda che correndo sfuggiva alle loro frecce letali.
Conosceva i loro bisogni, ma ignorava i propri. Perché non riusciva a brillare come suo fratello Apollo? Dovunque andasse era sempre seguito da un bagliore caldo e avvolgente. Cosa c’era di sbagliato in lei?
-Nulla-
Artemide si voltò di scatto. Come al solito, non lo aveva sentito arrivare.
-Apollo- la dea mosse qualche passo esitante verso di lui –Non dovresti essere a letto?-
Apollo scosse la testa. -Non quando la mia dolce sorellina sta soffrendo-
Una lacrima argentata scivolò sulla guancia di Artemide, che si accasciò a terra. Apollo fu subito da lei, accogliendola tra le sue braccia. La dea si raggomitolò all’interno di quel rifugio caldo, singhiozzando.
-Sono una dea inutile- piagnucolò –Non sono come la Luna a cui tanto mi paragonano-
Apollo appoggiò il mento sopra la sua testa. –Niente di più sbagliato. Credimi, io lo so-
Artemide si ribellò a quell’abbraccio. –Solo perché sei mio fratello. Lo dici solo per consolarmi-
-Non hai tutti i torti, ma ti dirò una cosa-
Artemide tirò sul col naso. –Cosa?-
-La Luna brilla di luce riflessa. Se gli altri sono felici, lo è anche lei. Tu come ti senti quando le tue Cacciatrici ti sorridono?-
-Molto bene- ammise Artemide.
-Allora rendile contente. Solo allora risplenderai di una luce più vera-
Artemide sgranò gli occhi. Era quella la chiave della sua felicità? Era davvero una cosa così …?
-Sono piuttosto stupida a non averci pensato prima- disse a voce bassa –Grazie, Apo …-
Ma Apollo non c’era più. Tipico da parte sua, pensò la dea.
Si alzò da terra e corse dove aveva lasciato le sue seguaci. E mentre correva si sentì felice.
In quel momento, le stelle risero e la Luna le seguì a ruota.
Note:
Aloha.
Precisiamo subito che non so come mi sia uscita questa cosa. Stavo ascoltando musica, ho preso carta e penna e mi sono messa a scriverla.
Io non so cosa pensarne, perciò la lascio a voi. Ditemi se vi piace o no, se ci sono errori e cose varie.
Dopo aver detto ciò, torno a fare quello che dovrei fare. Ovvero studiare.
Baci,
Aelle