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Autore: Leddy    06/05/2012    4 recensioni
[Storia momentaneamente sospesa causa studi]
[Sono presenti Spoilers per chi non ha finito di leggere il manga/vedere l’anime]
Kira è morto.
Colui che si nascondeva dietro questo nome era Light Yagami, ma nessuno ne era a conoscenza, eccetto pochi eletti.
Near e Mello sono riusciti a determinare la sua disfatta e a riportare gli uomini ad una parziale serenità, ma qualcosa è irrimediabilmente cambiato.
Sono passati quattro anni dall’ultimo effettivo omicidio di Kira, ma le persone – quelle buone, quelle oneste e senza gravi peccati alle spalle – sperano ancora in un suo futuro ritorno.
L’arma con cui egli giustiziava i criminali è sconosciuta ai più, ma, misteriosamente, questa cade sul suolo terrestre ancora una volta. Il Quaderno della Morte finisce nelle mani di una ragazza... ma non una qualunque.
Alcuni indizi nascosti porteranno sia Near, sia Mello a capire che il nuovo possessore del Death Note è qualcuno di così vicino a loro e al loro passato in un modo che non avrebbero mai immaginato.
[NearxLindaxMelloxMatt: quadrangle! (love and friendship)]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, Linda, Matt, Mello, Near
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Naeniae Nocturnae
[Storia di un gioco d’intrecci]
 
 
 
 
 








Prologo: Antico Ricordo

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Immagine © wintersleeper on Deviantart


 














Era una placida mattina di fine aprile.
Non c’era vento a deturpare l’armonioso ordine delle fronde degli alberi nel giardino della Wammy’s House, eppure la giovane Linda si sentiva scossa da qualcosa, come se una violenta burrasca sarebbe arrivata molto presto a rovinare quella tranquillità che amava tanto.
Il cielo era particolarmente sereno, nonostante la Gran Bretagna non fosse spesso soggetta a giornate così belle e limpide, e solo qualche nuvola rada si intravedeva all’orizzonte. La temperatura era stata clemente nelle prime ore del giorno; ancora in quel momento l’aria era soffice sulla pelle e il sole la riscaldava con i suoi deboli raggi.
Erano solo le nove, ma Linda amava svegliarsi presto per godersi con calma il silenzio dolce del mattino, interrotto solo sporadicamente da qualche cinguettio curioso.
La ragazzina aveva portato con sé un foglio bianco e delle matite perché adorava stendersi sotto all’albero più alto – un platano rigoglioso – e mettersi a disegnare. Prediligeva i paesaggi, ma il giardino della Wammy’s era già stato ritratto parecchie volte sui suoi album, tanto che le opere più belle erano state esposte persino nella Sala Comune dell’orfanotrofio.
In cerca di ispirazione, si mise ad osservare alcuni bambini che erano svegli soltanto da poco e che giocavano allegri prima delle lezioni del maestro Lean*.
Intravide un ragazzo uscire dalla porta che dava sul giardino, ghignante e spensierato e lo vide avvicinarsi ad un bambino in disparte. Mello andava quasi regolarmente a disturbare la quiete di Near, intento a completare i suoi puzzles vicino alla vecchia altalena che non usava più nessuno.
Linda si accigliò. Per lei Mello era davvero strano: sapeva che lui e Near erano in costante competizione, però non riusciva a sopportare il fatto che lo disturbasse solo per dilettarsi insieme al suo degno compare.
Come se se lo aspettasse, la ragazzina guardò Matt uscire dalla stessa porta da cui era saltato fuori il suo amico. Il rosso seguiva Mello dappertutto e, come in un inseparabile binomio, scorrazzavano insieme per l’orfanotrofio in cerca di noie e – paradossalmente – di punizioni di Roger.
Linda scosse la testa e si avvicinò anche lei ai due ragazzi. « Ciao », disse, con il suo solito tono gentile.
Near, che non aveva degnato Mello e Matt di uno sguardo, alzò la testa per salutare la nuova arrivata.
Mello sbuffò e le si rivolse con voce scocciata. « Che vuoi? »
Lei lo guardò, vagamente offesa, e notò il fastidio presente in abbondanza nei suoi occhi cerulei, in quel momento sottili come lame. Nonostante il ragazzo amasse i guai e l’imprudenza, odiava essere colto in flagrante – in qualsiasi cosa stesse facendo, anche se non proprio scorretta o dannosa – o di essere disturbato, cosa che lo rendeva irascibile e terribilmente impulsivo.
Linda fece spallucce e si sforzò di sorridere. « Bella giornata oggi, vero? »
Il suo ultimo intervento sembrò infastidire Mello ancora di più, che sbottò immediatamente: « Perché non ci lasci in pace? »
La ragazza si portò le mani al petto, come se volesse difendersi dalle taglienti parole del suo interlocutore.
Mello sogghignò soddisfatto, ma Matt gli mise una mano su una spalla. « Andiamo », mormorò soltanto, facendo traballare la consumata sigaretta che aveva tra le labbra.
Linda non sapeva quando avesse preso quel brutto vizio.
Il biondo si ridestò e cominciò a ignorare la ragazzina, prendendo dalla sua tasca una tavoletta di cioccolato fondente già precedentemente mordicchiata e leggermente sciolta ai bordi. Stracciò la carta stagnola e leccò un pezzettino del dolce, prima di addentarlo. La cioccolata schioccò sotto i suoi denti.
A Linda piaceva guardare Mello mentre mangiava, perché era come se lui seguisse un rituale preciso solo per gustare appieno l’intenso sapore del cacao. Ciò, però, quella volta non la distolse dai suoi pensieri e, per dimenticare l’ultimo acido scambio di parole, si sedette vicino a Near, completamente estraneo alla situazione, mentre gli altri due si allontanavano in silenzio. Prese a osservare il suo puzzle e cercò di intuirne il significato: i tasselli erano tutti bianchi, eccetto qualcuno di essi macchiato di nero. L’immagine che ne sarebbe uscita alla fine doveva riguardare una parola, o una lettera dell’alfabeto, vista la composizione che Near stava seguendo. Non faticò a capire di quale lettera – o di quale persona – si trattasse**.
L, il più grande detective del mondo, era un mito per tutti loro, un esempio, una strada da seguire. I ragazzi della Wammy’s House vivevano alla sua ombra, coltivando per lui una stima crescente di giorno in giorno. Tutti lo ammiravano e ogni volta che sentivano parlare di lui o di un difficile caso da lui risolto il loro cuore si alleggeriva, riempiendosi di rispetto ed entusiasmo. 
L era la luce in mezzo alle tenebre, la speranza in mezzo alla paura. Nessuno dei bambini avrebbe mai osato disprezzarlo.
« Cosa fai? », chiese ugualmente la ragazza, continuando ad osservarlo.
Near non distolse gli occhi dalla sua composizione e rispose soltanto: « Nulla di speciale. »
« Sei bravo », disse lei, ammirando la velocità con cui il bambino muoveva le mani sul puzzle. « A volte vorrei essere come te », ammise poi, dando voce ai suoi pensieri.
Near si bloccò. « Credimi », disse, con una pausa. « Non c’è niente di particolare ad essere come me. »
Linda si stupì di quell’ultima, breve frase. Aveva sempre creduto che Near fosse orgoglioso di se stesso, che la sua autostima fosse incrollabile. Eppure quell’affermazione l’aveva lasciata spiazzata, insinuandole nella mente l’idea che, no, Near non era decisamente un ragazzino fiero.
Quell’aggettivo era più imputabile a Mello, certo.
Riflettendo sui loro caratteri, Linda aveva capito che quei due erano le facce della stessa medaglia, pur essendo diversi come il giorno e la notte.
Avrebbero potuto collaborare, secondo lei, ma sapeva che non l’avrebbero mai realmente fatto. Mello sarebbe sempre stato a punzecchiare il suo rivale, mentre Near non avrebbe mai dato importanza alle sue provocazioni, restando calmo e impassibile, marmoreo come una statua.
Linda ammirava quella parte di lui, così algida e inflessibile. Sapeva, in qualche modo, che alla fine sarebbe diventato lui l’erede di L.
E lei? Come avrebbe sfruttato il suo acerbo intelletto, un giorno? Diventando una semplice e timida pittrice? Probabilmente sì. O forse no.
Il suono della campana delle dieci si propagò nel giardino, ricordando a tutti l’inizio della lezione di matematica.
Sistemando le sue matite con un elastico, Linda notò che Mello e Near venivano chiamati in disparte da Roger in persona.
Allora non lo sapeva, ma quella era una delle ultime volte che li avrebbe visti.
Che li avrebbe visti nel loro candore di spensierati adolescenti, tra le alte e rassicuranti mura della Wammy’s House.
 
 


 










*ho pensato che i bambini della Wammy’s debbano comunque avere un maestro o un professore che gli spieghi le cose, come a scuola.
**lo stesso puzzle che si vede in mano a Near nel volume 7 dopo la morte di L.
 

 
 




♠ Note ♠
Dunque, essendo questa la mia prima fan fiction sul sito, devo dire che non sono particolarmente convinta. In compenso, sono molto ispirata e devo dire che il risultato del prologo mi piaciucchia.
Spero che il tema e la scelta dei personaggi vi possa piacere e se mi lasciaste una recensione, segno del vostro passaggio, ne sarei davvero felice.
Sono stata circa un anno a gironzolare per il sito, senza mai pubblicare o commentare nulla, aspettando il momento per potermi mettere all’opera. Questo momento è arrivato e non vedo l’ora di venire a contatto con tutti voi, tra storie e recensioni.
Death Note è stato il primo manga che ho letto e uno dei miei preferiti in assoluto e, quindi, colpita da un’idea e da un personaggio non troppo conosciuto (Linda), ho voluto dedicargli l’onore della prima storia.
In seguito potrebbe esserci un vago OOC, ma non l’ho inserito tra gli avvertimenti perché cercherò di rispettare il carattere dei personaggi il più possibile.
Per il prossimo capitolo: spero che arrivi in una settimana, visto che la prossima non ho impegni in particolare.
A presto, direi… :)

 

Leddy


 

  
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