La sveglia suonò puntuale come ogni giorno, ma Akira Sendoh si sveglio con un sorriso speciale.

Quando aprì la finestra si soffermò più del solito sul vivace azzurro del cielo, sui raggi del sole che gli illuminavano il viso e sul canto degli uccelli, tutte cose a cui non faceva mai caso.

Questa però per lui non era una giornata come le altre, nonostante stesse facendo la solita routine.

Solite serie di addominali, solite serie di flessioni, solita doccia fredda e solita colazione.

Quando aprì la porta del suo appartamento per ritirare il giornale sul volto di Akira il sorriso riapparve e un fremito gli percorse tutto il corpo.

Il suoi occhi scorrevano veloci le pagine del giornale mentre seduto in cucina le sfogliava una ad una.

Ad un certo punto si fermarono di colpo e con una luce particolare sul titolo della pagina sportiva.

Lì infatti c’era scritto il motivo per cui Akira era molto felice e per cui questa giornata per lui era speciale.

La sera prima infatti aveva trascinato la squadra di basket della sua scuola al titolo nazionale, vincendo anche il titolo di MVP della competizione e confermandosi uno dei giovani più promettenti del basket giapponese.

Mentre leggeva i commenti degli esperti che lo elogiavano il suo sguardo volò per un secondo al trofeo e alla medaglia sul tavolino della sala e a tutti gli altri trofei che facevano bella mostra nella bacheca.

Lesse e rilesse l’articolo che più e più volte, non ci credeva ancora molto a quello che era successo e soprattutto non credeva che fosse capitato a lui.

Decise però che nonostante tutto era meglio non perdere le vecchie abitudini e come ogni giorno andò al campetto a giocare.

Quando scese dalla bici e guardò il campetto sentì della riconoscenza verso quel campetto che lo aveva fatto crescere come giocatore e come uomo.

Quella mattina si sentiva leggero e segnava ogni tiro, gli unici rumori erano quello prodotto dal pallone che palleggiava e della retina quando la palla entrava nel canestro.

Quando guardando il sole alto nel cielo si accorse che era quasi ora di pranzo decise di tornare a casa.

Posato la palla all’ingresso il suo sguardo corse alla foto dei suoi genitori, nonostante fosse da molto che li aveva persi ricordava ancora quante volte li avevano detto di non portare mai il pallone in casa.

Lì ringraziò per tutto quello che avevano fatto per lui e sperò che da lassù l’avessero visto ieri sera.

Fu riportato alla realtà dal trillo della segreteria che indicava che c’era un messaggio.

Fece partire il nastro e ascoltò.

Era il suo allenatore che dopo una serie di convenevoli gli diceva di presentarsi in palestra con la borsa per un allenamento “speciale”.

Quello speciale suonò strano ad Akira, che però andò a prepararsi da mangiare come se niente fosse successo.

Ancora non sapeva come le cose per lui stavano per cambiare definitivamente…